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Autore: LorasWeasley    21/09/2019    0 recensioni
AU [Spamano|FrUK|PruCan| Accenni Gerita]
"-Va bene, sei ufficialmente il nostro nuovo coinquilino, finché non ci tiri brutti scherzi.
Antonio non poté fare a meno di sorridere –Ho 25 anni, direi che sono abbastanza grande per gli scherzi.
...
-Quindi sei uno spagnolo che sta andando ad abitare con un tedesco, un inglese e un italiano, sembra l’inizio di una barzelletta."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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31.Gilbert

Gilbert sentiva l’adrenalina scorrere tra le vene.
Stringeva senza paura la pistola tra le mani, la teneva con fermezza, un occhio chiuso per mirare meglio.
Sentiva la presenza di Matthew al suo fianco, ma nulla di tutto quello che lo circondava l’avrebbe distratto dal suo obiettivo.
Premette il grilletto e la pallina che uscì dal giocattolo centrò in pieno anche l’ultima lattina ancora in piedi, facendola cadere a terra e permettendogli di vincere anche quel turno.
-SI!- Esultò con la sua tipica voce squillante alzando i pugni in segno di vittoria.
Matthew si strinse di più al suo fianco –Fai un po' paura- commentò a bassa voce –E non voglio sapere come hai imparato a sparare così bene.
Gilbert lo fissò con un sorrisetto divertito e gli fece un occhiolino come risposta, poi diede attenzione alla ragazza dietro il bancone del gioco della giostra che stava parlando con lui.
-Visto che ne hai vinti tre di fila puoi scegliere il premio che più preferisci.
Gilbert si guardò un po' intorno pensieroso fino a quando non adocchiò il peluche di un orso bianco, era abbastanza grande e non sarebbe passato inosservato, ma non gliene poteva importare di meno.
Scelse quello e non appena gli fu consegnato si girò verso il suo ragazzo porgendolo a lui.
Matthew strabuzzò gli occhi –P…Per me?
-Certo, non ti piace?
Matthew lo afferrò subito stringendoselo al petto, aveva gli occhi luminosi e un sorriso sincero in volto –Un sacco!
Gilbert era soddisfatto, sapeva che gli sarebbe piaciuto, ormai aveva imparato a conoscere tutte le passioni, più o meno strane, del suo ragazzo.
Gli mise un braccio intorno alle spalle e si avviarono lungo il luna park.
Erano le undici passate ed erano felici di quella che era stata la loro serata.
Gilbert l’aveva portato sulle montagne russe, dove Matthew si era più preoccupato di perdere gli occhiali che altro, nella casa dei fantasmi dove l’altro non aveva fatto altro che urlare al minimo rumore e stringersi di più a lui, avevano mangiato, avevano comprato lo zucchero filato ed avevano concluso con il gioco a premi che aveva voluto fare Gilbert.
Uscendo dal luna park, dopo aver attraversato si trovarono al lungomare, Matthew si fermò a fissarlo –Mi è sempre piaciuto il mare in inverno- sussurrò impercettibilmente.
Così Gilbert lo condusse in una panchina li vicino che si affacciava sul mare, non c’era quasi nessuno in giro dato che erano a metà dicembre e la gente preferiva stare nei posti chiusi al caldo la sera.
Rimasero in silenzio, Matthew era stretto al suo fianco, il braccio del tedesco che gli circondava le spalle lo faceva sentire protetto da tutto e tutti, mentre a sua volta si stringeva il peluche al petto.
Fu proprio il canadese a rompere quel silenzio pronunciando un semplice nome –Kumajirou.
-Eh?- domandò il tedesco confuso.
-Kumajirou, è così che voglio chiamarlo.
E Gilbert solo dopo diversi secondi capì che si stava riferendo all’orso polare che stringeva tra le braccia con amore.
Sorrise divertito e gli lasciò un bacio tra i capelli –è un bel nome.
-Grazie- sussurrò l’altro alzando poi lo sguardo e mettendo i suoi occhi chiari in quelli scuri dell’altro –Per tutto, grazie.
Gilbert lo baciò, lentamente, perché era impossibile trattenersi se lo fissava con quell’espressione così dolce e innamorata.
-Te l’ho detto- sussurrò direttamente sulle sue labbra quando si fu staccato, passandogli una mano tra i capelli lunghi –Devi iniziare ad abituarti a tutto questo.
Matthew sorrise –Sono felice.
-Di aver trovato qualcuno che ti vizia così?- domandò divertito l’alto facendo quella domanda quasi come una battuta.
Ma Matthew rispose serio, divenne tutto rosso ma non abbassò lo sguardo mentre lo correggeva –Di aver trovato qualcuno che mi ama così.
Gilbert strabuzzò gli occhi, alla fine non avevano mai parlato apertamente di quella cosa.
Gilbert aveva detto ad altri che lo amava, ne era consapevole, ma non l’aveva mai detto a Matthew.
Non ricevendo risposta il canadese nascose il volto contro il peluche e borbottò –Scusa se mi sono spinto troppo oltre, so che non me l’hai mai detto, solo che io… Non ho mai avuto niente di tutto questo e, anche se non mi ami, per me è la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita, sono felice di questo, sono felice con te, non voglio perderti e per come mi tratti, è la prima forma di amore vero che ho mai ricevuto, quindi non so cosa sia tutto questo per te, ma per me è amore.
Era strano sentire Matthew fare quei discorsi così lunghi ed era strano che Gilbert rimanesse in silenzio per così tanto tempo, troppo sconvolto per capire come comportarsi e come rispondere. Aveva sempre avuto tutto sotto controllo, quello invece gli stava sfuggendo di mano.
Il telefono di Matthew iniziò a squillare, il canadese si affrettò a prenderlo dalla tasca, lesse sul display il nome e si alzò in fretta, continuando a stringersi l’orso al petto –Scusa, è mio fratello, devo rispondere.
Si allontanò e Gilbert non sentì nulla di quella conversazione, l’altro non era così lontano da non poterlo sentire, ma non era davvero concentrato sulle sue parole, non gli interessava quello che aveva da dirgli Alfred. Piuttosto era concentrato sulla sua figura, era così bello e dolce che ancora non si spiegava come fosse stato il primo ad accorgersi di tutto questo.
Si alzò per avvicinarsi, aveva intenzione di dirgli che lo amava e che era suo, solo suo. E non voleva più aspettare, gli avrebbe preso il cellulare e avrebbe chiuso la chiamata con quel cretino che non lo meritava.
Non lo fece solo perché Matthew aveva gli occhi sbarrati, un sorriso felicissimo in volto e stava urlando, per quanto il suo tono di voce glielo permettesse –Davvero? Grazie mille Alfred! Davvero grazie, mi hai reso felicissimo di questa notizia, non credevo che riuscissi davvero a fare qualcosa! Grazie, grazie… Si, si, domani mattina, terrà il telefono acceso. Grazie!
Chiuse la chiamata e si girò a fissare lui con gli occhi quasi lucidi.
Gilbert lo fissò confuso, corrugò la fronte e inclinò la testa di lato in una muta richiesta.
-Okay, non ti arrabbiare per quello che ho fatto, va bene?- iniziò Matthew e fece preoccupare Gilbert, il quale dovette annuire lentamente, altrimenti sapeva che l’altro non avrebbe continuato.
-Ti ricordi quando è venuto a casa mia per scusarsi? O quando mi ha chiamato per dirmi che stava partendo per il giappone?
Gilbert annuì nuovamente.
-Bè, prima di andarsene mi ha detto che se ci fosse stata qualcosa che poteva fare per me, tipo per sdebitarsi, potevo chiedere tranquillamente. Così…
-Cosa gli hai chiesto?- Gilbert era una persona che non riusciva ad attendere facilmente.
-Lui è abbastanza famoso, ha un sacco di contatti e… ha delle conoscenze alla Atlas Entertainment, gli ho chiesto se poteva fare qualcosa per te e domani ti chiameranno per stabilire un provino.
Gilbert era senza parole –Ma sei pazzo…
-So che hai il tuo orgoglio, ma ti sto semplicemente dando una possibilità, non ti prenderanno solo perché sei stato raccomandato da mio fratello, vogliono vedere il tuo talento e dovrai fare vedere tutto quello di cui sei capace, quindi sta a te fare tutto il lavoro e se dovessero prenderti sarebbe solo merito tuo.
Gilbert gli si avvicinò lentamente, alzò entrambe le mani che gli tremavano e gli sfiorò le guancie, lo accarezzò lentamente con i pollici e mormorò –Ti amo.
-Non…- stava iniziando a contestare l’altro, con le guancie rosse, ma il tedesco non glielo permise.
-Dio quanto ti amo Matthew. Sei così speciale, così buono e altruista con chiunque. Sei il primo che mi ha preso sul serio, il primo che ha davvero creduto in me, che è andato oltre l’apparenza e ha visto quello che stava dietro.
-Tu hai fatto lo stesso con me- sussurrò in risposta l’altro poggiandogli entrambe le mani sul petto e sporgendosi in avanti poggiò le labbra sulle sue, prendendo l’iniziativa del bacio.
Gilbert non si fece pregare e lo strinse di più a sé mentre rispondeva con fervore, ma non era molto comodo avere il peluche che li divideva.
-Senti Matt, non è che potremo appoggiarlo sulla panchina il tempo che…
Matthew spalancò gli occhi come se avesse appena sentito una bestemmia, fece un passo indietro e si strinse l’orso così forte al petto che per un attimo Gilbert credette che si stessero fondendo.
-Okay scherzavo, fa finta che non abbia detto nulla, però ora torniamo a casa che sto morendo di freddo e ho intenzione di ringraziarti come si deve.
Matthew annuì diventando rosso, imbarazzato per quello che Gilbert con quelle parole voleva intendere.
Si avviarono verso la moto di Gilbert, il tedesco gli teneva un braccio intorno alle spalle perché il canadese aveva entrambe le mani occupate per unirne una con la sua.
-Fammi capire, adesso avremo una relazione a tre con… come si chiama?
-Kumajirou- abbozzò un sorriso –e non puoi lamentarti, me l’hai regalato tu.
Gilbert sospirò, ma mentre alzava gli occhi al cielo sorrise, poi gli lasciò un bacio tra i capelli biondo cenere dell’altro.
Quando arrivarono davanti la moto si bloccarono a fissarla per diversi secondi, fu Matthew a rompere quel silenzio.
-Questa moto non è omologata per tre persone, vero?
-No… ma troveremo un modo per entrarci tutti e tre.
-Finché lui non si fa male mi va bene.
E il canadese era così concentrata a sfregare il viso contro il pelo bianco dell’orso che si perse l’occhiataccia che gli lanciò il suo ragazzo.
  
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