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Autore: nattini1    21/09/2019    4 recensioni
Sam giaceva sdraiato supino sul letto del motel, immobile, cercando di limitare al massimo i movimenti, persino quelli del suo torace che si espandeva anelando aria pura, ma trovando solo un’afa soffocante, la maglietta zuppa che aderiva al suo torace, un sudario che si sarebbe strappato di dosso, se avesse potuto.
Scritta per la #SummerBingoChallenge del gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 

 

 

Sam giaceva sdraiato supino sul letto del motel, immobile, cercando di limitare al massimo i movimenti, persino quelli dei suoi polmoni che si espandevano anelando aria pura, ma trovando solo un’afa soffocante a riempirli, la maglietta zuppa che aderiva al suo torace, un sudario che si sarebbe strappato di dosso, se avesse potuto. Sbatté gli occhi cercando di mettere a fuoco la stanza, la visibilità che era diventata un’idea vaga nella semioscurità generata dalle tende tirate, gli oggetti ridotti a ombre attorno a lui. Sentiva di sprofondare, impotente, nei cuscini che con tanta cura Dean gli aveva sistemato sotto il capo e gli sembrava che la gravità lo inchiodasse al letto. Cercò di forzare impercettibilmente la prigione che, da qualche giorno, il suo corpo era diventato per diminuire la pressione, ma i muscoli indolenziti protestarono a quella minima frizione, cercando di strappargli un lamento, che lui stroncò sul nascere mordendosi le labbra.

Sentiva che stava per impazzire sotto quel mantello di immobilità forzata, silenzio destabilizzante e calore soffocante. Fece un respiro profondo, cercando di controllare la fretta che sembravano avere i suoi polmoni e di calmarsi. Doveva distrarsi, doveva resistere a quelle sensazioni che lo assediavano minacciose. Si trincerò dietro al primo pensiero che trovò frugando nella memoria: qualcuno doveva aver detto che al mutare delle stagioni si accompagnano cambiamenti nei visceri dell’uomo; Ippocrate forse? Non sapeva da quale recesso della sua mente confusa avesse ripescato queste informazioni, ma, in un attimo di quella che sembrava lucidità, si trovò a concordare con Montesquieu: con il caldo, le passioni più vive moltiplicheranno i delitti. E lui, se avesse avuto le mani libere, in quel momento avrebbe volentieri ucciso suo fratello.

Avevano ricominciato a cacciare insieme da nemmeno un anno e Dean aveva avuto il coraggio di abbandonarlo per quelle che gli sembravano essere state ore in un motel soffocante, durante uno dei giorni più caldi della torrida estate dell’Illinois. Rifletté che avrebbe dovuto essere illegale affittare camere prive di condizionatore, appuntandosi un ulteriore pensiero omicida nei confronti del proprietario del suddetto motel.

Sollevò leggermente il capo per contemplare l’avvilente spettacolo che offriva di se stesso: tutti e quattro gli arti erano imprigionati nella morsa crudele di altrettanti gessi candidi; decisamente non era stata una buona idea affrontare frontalmente un grick, una specie di verme grande quanto un uomo: il mostro gli aveva avviluppato ogni estremità con uno dei quattro tentacoli che circondavano le sue fauci, torcendogli gli arti e causandogli dolorose fratture a spirale. Dean aveva preso la creatura alle spalle e l’aveva fatta fuori, ma le condizioni di Sam erano al di là delle sue capacità di intervento e, quindi, lo aveva portato in ospedale. Ai medici perplessi e sospettosi davanti a un caso del genere aveva spiegato, indossando la sua migliore faccia da schiaffi, che il suo fratellino aveva sperimentato un gioco erotico con delle corde che era finito male. Sam si sentì ancora avvampare al ricordo.

Il rumore della chiave che girava nella serratura lo strappò ai suoi pensieri. Dean entrò nella stanza, cercandolo subito con un piccolo sorriso, posò le buste della spesa sul pavimento e si avvicinò, sedendosi sul bordo del letto; scrutò la pelle lucida per il sudore e appena adombrata sulle guance da un sottile strato di barba che cominciava a fare capolino e scostò con dolcezza una ciocca umida che si era appiccicata alla fronte. Sam cercò di ritrarsi, sbuffò e gli indirizzò lo sguardo più seccato che i suoi occhi, altrimenti sempre pieni di dolcezza, potessero sostenere per un ragionevole lasso di tempo.

“Oh, non fare il bambino!” protestò allegramente Dean. Si alzò massaggiandosi il collo e ruotando il capo per stiracchiare i muscoli.

“Ho preso uno schiaffo da 15 gradi uscendo dal supermercato e tornando qui, Sammy” si lamentò.

“Oh, poverino! Invece io sono rimasto qui a cuocere lentamente!” lo rimbeccò Sam.

“Adesso ci penso io a te” affermò Dean con sicurezza.

Sam detestava l’idea di essere un peso per il fratello maggiore, ma allo stesso tempo una parte di lui, una parte non così piccola, era felice di non dover più sostenere quella situazione in solitudine.

Dean tirò fuori da una delle buste un telo di plastica ripiegato, lo stese sul letto e ci spostò sopra il fratello, cercando di muoverlo mantenendo una presa salda e sicura, ma allo stesso tempo non stringendo troppo per non fargli male. Sam seguiva le operazioni piuttosto scettico, infastidito dalla percezione appiccicaticcia e niente affatto piacevole della plastica a contatto con la pelle resa viscida dal sudore: “Ti sei stancato di farmi da balia e hai intenzione di uccidermi e poi avvolgere il mio cadavere per non lasciare tracce?”.

Dean rise: “Voglio solo darti una lavata!”.

Sam esitò, combattuto tra la prospettiva oltremodo allettante di togliersi di dosso la sensazione di ebollizione e l’imbarazzo di doversi far accudire; prevalse il desiderio di avere un po’ di refrigerio e ammise con tono rassegnato: “Suppongo di averne bisogno…”.

“Assolutamente sì, puzzi!” dichiarò schiettamente Dean.

Con la maggior delicatezza possibile, Dean sollevò la maglietta e la sfilò cercando di non urtare le braccia di Sam nell’operazione. Sam osservava i movimenti del fratello con attenzione: Dean riempì una bacinella d’acqua fresca e la posò sul letto accanto a lui; tuffò una spugna e poi la sollevò sul suo corpo strizzandola forte. Una cascata di gocce fresche si riversò sul suo petto e dovette resistere alla tentazione istintiva di inarcare la schiena per andarle incontro. L’acqua gli aveva dato un sollievo immediato e si rivelò una droga termica così efficace da fargli sviluppare immediatamente una dipendenza: il suo corpo anelava un freddo più intenso, desiderava una dose maggiore, avrebbe voluto che Dean gli poggiasse sulla pelle dei cubetti di ghiaccio. Di solito i gesti di suo fratello erano sbrigativi ed essenziali, ma si rese conto che stavolta erano lenti e misurati, mentre passava con cura la spugna sulla pelle.

“Non stai usando la spugna con cui lavi la macchina, vero Dean?” chiese Sam inquisitorio.

Dean sorrise: “Oh, per favore, non lamentarti, è pulitissima!”.

Il rumore ritmico della spugna che veniva immersa nell’acqua e il continuo andirivieni sulla pelle erano quasi ipnotizzanti, ma stavolta in un modo confortevole, come se una vibrazione entrasse in risonanza con tutto il suo essere e Sam, finalmente, chiuse gli occhi e si rilassò.

“Va meglio così, vero? Ti sei rinfrescato?” disse Dean con una nota di affetto.

Sam assentì e sorrise tra sé, pensando che il calore che c’era in quella voce era molto più piacevole di quello della stanza.

 

 

 

NdA

 

Ciao a tutti!

Avere pochissimo tempo libero, ma molta voglia di scrivere mi sta facendo esercitare a essere sintetica. Spero che questo piccolo quadretto vi sia piaciuto!

Il mostro a cui ho accennato non è qualcosa che i Wincester abbiano incontrato nella serie, ma una creatura dell’universo di D&D, una specie di verme enorme dal corpo sinuoso, con fauci contornate da quattro tentacoli con cui aggredisce la preda che rende impotente e trascina nella tana per mangiarla.

Credo che tutti questa estate abbiamo passato momenti a boccheggiare per il caldo, quindi capirete lo stato di prostrazione di Sam che è anche impossibilitato a muoversi per i traumi subiti; per fortuna c’è Dean che rimedia!

Grazie a chi legge e a chi mi lascia il suo pensiero!

   
 
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