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Autore: Ghillyam    21/09/2019    3 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tu sai che io so
 
 
 
«Che sei venuta a rubare, maledetta?»
Ormai convinta di aver assolto impeccabilmente alla sua mansione, Jules non poté impedirsi di sobbalzare dallo spavento. Era stato sciocco pensare che l’indefinibile legge che sembrava guidare l’Universo Magico l’avrebbe risparmiata da un confronto spiacevole con le due streghe che adesso la stavano guardando con cipiglio severo, in attesa di una risposta.
«Ragazze.! – le salutò, mentre con un gesto apparentemente casuale infilava la pergamena nella tasca posteriore dei jeans – Sempre tristi e malmostose?»
«Quella non è tua.» fu la secca risposta di Fanny, che solo nel sentire il tono borioso con cui la Newroniana si era loro rivolta poteva avvertire le mani formicolare, pronte a lanciare un qualche incantesimo.
«Lo so benissimo che non è la mia stanza, le vedo le vostre foto. Sono uscite maluccio, non trovate?»
«Oh miei dei! – esclamò Arya esasperata – Credi davvero di essere l’unica sveglia qui dentro? Erin è stata incollata a quella pergamena quasi ogni giorno da quando siamo arrivate e di certo non l’avrebbe lasciata a te. Restituiscila.»
Non potendo resistere all’ostilità che permeava l’aria attorno a loro, Jules lasciò cadere la maschera da finta tonta e in tono di sfida ribatté «Temo che dovrete venirla a prendere se la desiderate tanto.»
Era esattamente ciò che Fanny stava aspettando. In un battito di ciglia, alla Metamorfamagus si sostituì uno scimpanzé dalla pelliccia viola che con rapidi passi si avvicinò alla strega rivale con l’intento di sottrarle l’oggetto della contesa. Prevedendo una simile mossa, Jules si preparò a rispondere ma venne fermata da un attacco di Arya, che le impedì di pronunciare il proprio incantesimo avvolgendole la testa con una bolla d’acqua che la ostacolò il tempo necessario affinché Fanny si appropriasse della pergamena.
Intorno a loro, altre matricole e studentesse più anziane si erano fermate a osservare la scena, ma tutte e tre le contendenti erano troppo impegnate per prestarci attenzione.
Prima che la bolla la facesse svenire per la mancanza di ossigeno – l’ultima cosa che voleva era dover spiegare al magi-infermiere della scuola perché quell’insopportabile so-tutto-io non si sentisse bene – la strega dell’Acqua liberò Jules, che cominciò a tossire piegandosi su se stessa nel tentativo di riprendere fiato.
«Bel lavoro, Acquamarina.» si complimentò la sua compagna, tornata nuovamente in forma umana. Tra le mani stringeva il rotolo proprietà di Erin.
Non era mai stato ufficializzato ma c’era un detto che correva tra le vive mura di Torrenuvola: “Frega una di noi e sarai tu a essere fregata”, e questo non valeva solo nei confronti delle fate ma anche per streghe particolarmente indisponenti. Inutile dire che Jules rientrava pienamente in suddetta categoria.
«La prossima volta ci penserà due volte prima di venire a ficcanasare.» commentò la Metamorfamagus, accennando un passo in direzione della propria camera.
«Non ne sarei così sicura, ma dell’esercizio in più non potrà certo farci male.»
Se lo smacco per essere stata appena umiliata di fronte al resto delle sue compagne – alcune di loro erano ancora lì intente a fissarla, ridenti – per un momento l’aveva persuasa ad andarsene per raccontare in un secondo momento alla preside della misteriosa pergamena e lasciare che fosse lei a occuparsene, gli sbeffeggi di quelle due la incentivarono a tornare all’attacco.
Acquisendo una posizione consona a ciò che voleva fare, la strega della Conoscenza esclamò «Lancia di Atena.» e subito un dardo decorato da striature rosse e nere si sprigionò dalle sue mani spalancate. Con invidiabile precisione il tiro andò a segno, colpendo Arya in mezzo alla schiena. Acquamarina, impreparata all’attacco, cadde in avanti travolgendo la stessa Fanny, appena avanti a lei; entrambe capitolarono sul pavimento, mentre Jules, tramite un semplice incantesimo telecinetico, si rimpossessava della sua prova riguardante la strega dei Desideri.
«Bella bastardata, novellina. Complimenti.» si congratulò – o almeno credeva che lo stesse facendo – una del quinto anno con stopposi capelli verdi e un’andatura strascicata che aveva ottenuto come unico risultato quello di farla apparire un’arpia ingobbita. L’arpia, però, le diede appena il tempo di assimilare quanto le aveva detto che già era passata oltre.
Mentre Fanny e Arya si davano alle imprecazioni, Jules ne approfittò per togliere il disturbo e raggiungere finalmente l’ufficio della Griffin. Ma prima di annunciarsi non resistette alla tentazione e ricorrendo a un incantesimo di clonazione – vi si era esercitata per tutta l’estate prima di arrivare a Torrenuvola – doppiò la pergamena così da avere una copia da tenere per sé; non era sicura che la preside avrebbe continuato a coinvolgerla nel momento in cui avesse ottenuto ciò che voleva e lei non aveva intenzione di lasciar perdere Erin e i suoi segreti. Se non altro il suo era un ottimo modo per riempire le giornate nei momenti lasciati liberi dallo studio, poco importava che Angie e Carina lo definissero non sapersi fare i cazzi propri. Non che quest’ultima avesse diritto di criticarla visto e considerato che aveva passato l’ultimo mese a intromettersi negli affari personali dei suoi fratelli – Aaron e Adrian credeva si chiamassero.
Rimuovendo il pensiero delle sue compagne di stanza dalla mente e dopo aver fatto opportunamente sparire il doppione di un oggetto che non avrebbe dovuto possedere fin dal principio, Jules bussò. L’invito ad entrare che giunse dall’altro lato della porta fu pressoché immediato e la Newroniana non se lo fece ripetere due volte.
«Oh, signorina Jules, non credevo che l’avrei rivista tanto presto.» l’accolse la donna dietro la scrivania.
«Deve essersi fatta un’idea sbagliata di me allora.»
«Ne dubito – replicò pungente la Griffin, fulminando la sua allieva con uno sguardo così tagliente da eliminare fin da subito l’insolenza troppo spesso emersa nel loro precedente colloquio – Ebbene?»
Colta l’antifona, la ragazza porse il rotolo alla strega più anziana senza perdersi in giri di parole, e attese.
A Damona non servì più di uno sguardo per capire di aver affidato quel compito alla persona giusta e se ne compiacque, fiera della lungimiranza che aveva mostrato in tale frangente. Anche la diretta interessata lo avrebbe saputo… prima o poi.
«Grazie, signorina, può andare – la liquidò – Ammirerà i risultati della sua impresa sulla pagella finale.»
Dalla posa rigida che assunse e dal chiaro modo in cui si morse la lingua, la Griffin capì che la giovane doveva aver fatto ricorso a tutto l’autocontrollo di cui era capace per non protestare, e ancor più le doveva essere servito per uscire dall’ufficio dopo averla salutata cordialmente. Beh, più o meno.
La preside scosse la testa con un vago sentore di divertimento a colorarle il viso – quella ragazzina le ricordava fin troppo lei stessa alla sua età – ma pensieri più urgenti tornarono subito ad impegnarla. Avvertiva chiaramente l’incantesimo di protezione posto a difesa dell’oggetto, ma più che i modi a cui sarebbe potuta ricorrere per infrangerlo – in fin dei conti Erin rimaneva pur sempre una strega alle prime armi mentre lei aveva raggiunto da tempo il livello massimo di espansione dei suoi poteri – era il tipo di magia utilizzata per crearlo a impensierirla: i casi registrati di streghe o fate che avessero sviluppato il potere di esaudire i desideri si potevano contare sulle dita di una mano e questo era un ulteriore fattore che andava a gettare ombre su una situazione già di per sé preoccupante. Ma almeno per il momento Damona si disse che poteva stare tranquilla, inutile fasciarsi la testa prima del tempo – già, ma quanto ne restava?
La strega, onde evitare di perdersi in altre e nuove elucubrazioni, decise di passare ai fatti e, avvolta la pergamena in un rosso alone di energia, la fece levitare poco al di sopra della scrivania, concentrandosi nella ricerca della combinazione che l’avrebbe liberata dal magico lucchetto posto a sua difesa. Fu un processo che richiese qualche minuto in più del necessario ma alla fine il rotolo si aprì davanti a lei, rivelando quella che, a tutti gli effetti, poteva essere definita una profezia.
Dannazione.
Non c’erano più dubbi sul fatto che Erin fosse implicata in qualcosa di più grande di lei, ma quando il tutto andava a confluire nei versi enigmatici di un’insolita predizione non si poteva più essere certi di nessuna delle carte sul tavolo. L’unica cosa che restava da fare era sperare di riuscire a giocare d’anticipo.
 
*
 
«Quindi adesso che si fa?»
Fu Brandon a rompere il silenzio, stanco di sentire come unico rumore lo sfogliare frenetico delle pagine e il ticchettio delle unghie di Musa contro la superficie lignea del tavolo.
«Immagino che il prossimo passo sia andare a parlare con Faragonda.» replicò la fata della Musica, chiedendo conferma con lo sguardo alle sue amiche. Avvertì aleggiare nell’aria le prime note di una sinfonia quando quello di Bloom, privo per la prima volta dopo giorni della punta di rancore che lo aveva contaminato con la sua cupezza, incontrò il suo.
«In effetti sembra la cosa più sensata da fare.»
«Ma Bloom – saltò su Stella, allontanando con fare scocciato il Magistrorum Liber da sé – A cosa servirebbe? Lei di questa storia sa già sicuramente tutto, è un’altra la faccenda di cui ci dobbiamo occupare.»
«Ossia?» indagò Timmy.
«Dobbiamo recuperare il mio anello, è ovvio.»
«Uhm, ciccina, credevo non sapessi dove si trovasse.» le ricordò il suo fidanzato, a cui, però, rispose prontamente la principessa di Domino «Credo di sapere dove voglia arrivare Stella: noi non conosciamo l’ubicazione esatta dello scettro, ma sappiamo chi ne è in possesso.»
«Esatto.»
«Io non vi sto più seguendo, ragazze.»
«Quello che stanno cercando di dire, Brandon – si aggiunse Musa – È che dobbiamo scoprire quale sia l’attuale posizione delle Trix.»
«Ooh.»
«N-ne siete pr-proprio sicure?»
«Ma sì, Timmy, pensaci bene: è chiaro che quelle tre stiano architettando qualcosa. Non sono forse state loro a rubare il mio anello qualche anno fa? E la comparsata dell’altro giorno? Di sicuro avevano un secondo fine e-»
«E ora è molto probabile che stiano complottando con Calamity per distruggere Solaria proprio come le tre Antenate fecero con Domino.» concluse Bloom.
«Non si può dire che il ragionamento non sia l-logico.»
«Dunque direi che ci serve un piano.»
«Scusate se mi intrometto, ragazzi – si fece avanti Groove, che fino a quel momento si era limitato a seguire la conversazione come esterno – Forse io ho qualcosa che possa aiutarvi.»
«Davvero?» chiese con fare stupito la fata del Sole e della Luna.
«Vedete, ho progettato un dispositivo in grado di individuare la presenza di creature magiche all’interno di un ampio raggio d’azione e credo che questo, unito ai vostri poteri, potrebbe portarci direttamente dalle Trix.»
«È geniale, Groove, grazie.» si complimentò Musa, alle cui parole lo specialista più giovane rispose con un lieve cenno imbarazzato prima di dire «Ciò che ci serve adesso è sapere in che zona cercare. Avete qualche idea?»
«Beh-»
«Forse…»
«Selvafosca.»
Cinque paia d’occhi si voltarono contemporaneamente in direzione della Melodyana, che prese di nuovo la parola prima che altri commenti spiacevoli potessero piovere dal resto del gruppo.
«Non c’è tempo per un’altra ramanzina – cominciò – Perciò toglietevi quelle facce e statemi a sentire: io e Stormy – nonostante lo sforzo, Stella non poté trattenere un verso disgustato – Non ci siamo mai incontrate al di fuori della foresta-»
«E la visitina a casa tua?»
«È successo una volta e nemmeno io me l’aspettavo se proprio volete saperlo, ma il punto è un altro: sono sicura che in qualunque posto si siano nascoste sia a Selvafosca.»
Dopo qualche istante fu Brandon a prendere la parola «Bene, direi che è arrivato il momento di ripartire.»
«Torniamo alla Hawk allora.»
«Stella, dovremmo salutare tuo padre prima?»
«Non preoccuparti, Bloom, gli manderò un messaggio più tardi.»
Scansionate le pagine del Magistrorum Liber – nessuno di loro voleva privarsi della possibilità di consultarlo nuovamente – fate e specialisti si lasciarono alle spalle l’Archivio Reale ripercorrendo i corridoi che li avrebbero portati alla loro navicella. Solo Aaron e Ryoko rimasero indietro.
«Ehi, voi due – li richiamò Groove – Siete ancora con noi?»
Non gli era passato inosservato il fatto che i suoi amici non avessero partecipato al dibattito di poco prima e la cosa lo aveva certamente stranito.
«Certo che sì, Mr High-Tech.» rispose rapidamente Ryoko, sorpassando i due compagni con finta nonchalance.
«Aaron, tutto bene?»
«Tutto a posto, amico, non preoccuparti.» lo tranquillizzò l’altro, ma il biglietto che adesso stringeva tra le tasche della divisa suggeriva tutta un’altra risposta.
 
*
 
Nell’esatto momento in cui mise piede fuori dal portale che Icy aveva creato per riportarle alla casa-sotto-l’albero – non avrebbe sprecato tempo prezioso tornando subito a Torrenuvola, era domenica perciò poteva aspettare – Erin evocò Sir Morgan, che comparve pochi momenti dopo.
La giovane rimase stupita nel vederlo: non aveva la sua solita aria tronfia e anche la postura solitamente composta e impettita era stata sostituita da una parvenza di sconfitta che permeava la sua intera figura e che non si addiceva al Guardiano che Erin aveva imparato a conoscere. Nonostante ciò, la strega era troppo arrabbiata per risparmiargli le sue urla.
«Una figlia, Morgan?! – sbottò. Era la prima volta che lo chiamava per nome – Tu hai una figlia e non hai pensato di dirmelo? Non rispondere, è evidente che non l’hai fatto. Immagino tu ti sia divertito nel vedermi cercare disperatamente delle risposte in queste settimane, mentre in realtà eri perfettamente a conoscenza di ciò che è successo. E forse è una bugia pure il fatto che tu debba rimanere sempre vicino all’anello; è più probabile che tu ti sia riunito con tua figlia distruttrice di mondi per cospirare contro di me!»
Anche quando ebbe finito di inveire l’eco delle sue accuse continuò ad aleggiare nella stanza, mentre sia lei che il Guardiano tentavano di metabolizzare l’intera situazione. Icy, tornata in abiti civili e messasi in un angolo del salotto per evitare di stare tra i piedi, si stava godendo la scena; a distrarla solo l’odore dello smalto rosso che adesso imbrattava il tappeto.
«Erin, devi capire che l’ho fatto per te – ruppe infine il silenzio Morgan – Se ti avessi raccontato tutto fin dall’inizio non avresti avuto la possibilità di imparare a conoscere questo mondo e chi sei tu all’interno di esso. So quello che stai pensando – l’anticipò, vedendo che la sua protetta era sul punto di ribattere – Ecco che tira fuori il solito cliché de “è più importante il percorso della meta”, ma è esattamente così che funziona e se è diventato un cliché è solo perché è la verità.»
«Tu l’hai fatto per te. Perché non volevi affrontare ricordi troppo dolorosi e perché sai che l’unica cosa che ti lega a me è una maledizione. Non importa quali potrebbero essere le conseguenze, tu saresti pronto ad allearti con Calamity.»
«Sì, è probabile che tu abbia ragione.»
All’affermazione del Guardiano, la giovane sentì come se un peso immenso le si fosse poggiato sulle spalle e dovette sedersi per riuscire a recuperare il controllo che le serviva per poter continuare la conversazione.
Dal giorno in cui le Trix erano comparse fuori dalla sua aula a scuola, Erin non avrebbe mai creduto di entrare a far parte di quel novero di eroi di cui aveva letto fin da piccola; lei era i cattivi che stava aiutando dopotutto e, in tutta onestà, all’inizio l’aveva presa quasi come fosse un gioco. Non si era posta il problema del perché fosse toccato proprio a lei – si era limitata a supporre che fosse a causa della sua talvolta esagerata passione per una serie considerata per bambini, che per puro caso si era rivelata essere reale – e fino a che la storia delle sue origini non le era stata posta di fronte nemmeno i suoi pensieri più profondi si erano avvicinati a qualcosa di così assurdo e fantastico. Ora però si rendeva conto di cosa comprendesse il pacchetto completo e sentiva il panico crescerle dentro: panico perché si stava rivelando tutto parte di un disegno più grande, panico perché lo stava realizzando solo adesso e panico perché, a discapito di ogni altra cosa, si sentiva perfettamente inserita nel corso degli eventi – fregature comprese.
«Bene allora – riprese, rimettendosi in piedi – Ora che abbiamo appurato che non hai fatto altro che usarmi-»
«Non è così, Erin.»
«-puoi almeno dirmi se il nostro lavoro con la profezia sia servito a qualcosa, o è stato un’altra perdita di tempo?»
Sir Morgan sospirò «Sono all’oscuro tanto quanto te di cosa significhi questa profezia. Non so chi l’abbia pronunciata né il perché.»
«Quindi sei inutile.» commentò Icy, rompendo finalmente il suo silenzio. Se si fosse trattato di lei lo avrebbe spedito all’altro mondo in un battito di ciglia per un simile inganno, ma era di Erin questa battaglia e la ragazza stava ancora imparando.
«Tuttavia posso immaginarlo.» concluse lo stregone.
«Almeno questa volta cerca di parlare chiaro.»
«Esistono degli incantesimi, magia oscura ovviamente, e persone abbastanza potenti da praticarli. Credo che Calamity abbia trovato una di loro e insieme abbiano creato la profezia.»
«Ma – ribatté la terrestre – Non dovrebbero esserci degli oracoli o qualcosa di simile per questo?»
«È da lì che nasce tutto: i Greci furono i primi a capire come canalizzare questo tipo di magia e nei secoli questa conoscenza si è sparsa nell'intero Universo Magico. Credi davvero che l'oracolo di Delfi fosse una qualche mummia che prendeva vita per caso? No, era certamente opera di un essere dotato di straordinari poteri.»
«Quindi mi stai dicendo che basta trovare la persona giusta per mettere insieme due rime e far credere al primo che passa- Ops, scusa Icy. E, insomma, convincere qualcuno che quello sarà il suo destino?»
«No. Sto dicendo che, se fatto nel modo giusto, il destino si può tradurre in versi.»
Entrambe meravigliate da ciò che avevano sentito, le due streghe si scambiarono uno sguardo stranito, ancora indecise se prendere tale notizia come buona o cattiva. Da un lato mesi di vicoli ciechi e frustrazioni non erano stati invano, dall’altro ciò confermava quanto imminente e vitale fosse la lotta che si delineava all’orizzonte. Icy, poi, il cui scopo iniziale era semplicemente di farla pagare alle Winx per tutti i torti subiti, si stava cominciando a chiedere – non che fino a quel momento non lo avesse fatto – in cosa diavolo lei e le sue sorelle si fossero trovate coinvolte.
 
*
 
Di nuovo a bordo della Hawk – Solaria ormai lontana dietro di loro – Winx e Specialisti stavano mettendo a punto il loro piano.
«Una volta arrivati a Selvafosca – era Brandon a condurre l’operazione – Groove attiverà il suo dispositivo… Come procede l’installazione, Timmy?»
«Liscia e senza intoppi, capo. Ho quasi finito.» rispose il rosso, che aveva avuto la brillante idea di connettere l’apparecchio del ragazzo più giovane alla navetta stessa in modo da rendere più comodo e intuitivo il suo utilizzo.
«Quando sarà tutto pronto voi Winx userete la vostra magia, ehm-»
«Tracix.» lo aiutò Stella.
«La vostra magia Tracix e individuerete quali tracce magiche appartengano alle Trix. Non appena le avremo individuate, le accerchieremo e porremo fine ai loro piani.»
«Ci sarà da divertirsi.» esultò Ryoko, pronto allo scontro. Fino a quel momento le lotte più accese erano state quelle contro i draghi di Codatorta, non stava più nella pelle all’idea di vedere dell’azione vera e propria.
Ci pensò Aaron a smorzare parte del suo entusiasmo «Come possiamo essere sicuri che ci siano loro dietro a questa storia?»
«Amico, non hai sentito quello che hanno detto le Fate? Mi prenda un fulmine in testa se quelle tre sono innocenti.» ribatté prontamente l’altro, dandogli una pacca amichevole. Aaron sentì il sangue affluirgli alle guance quando la mano di Ryoko indugiò più del dovuto sulla sua spalla, ma nessuno degli altri sembrò accorgersene e lui approfittò per chiedere ancora «E saremo in vantaggio, giusto?»
«Affermativo.» assicurò Groove dalla sua postazione di pilota.
«Non c’è da preoccuparsi – aggiunse Bloom – Siamo in vantaggio numerico e loro non si aspettano di vederci arrivare.»
«E in ogni caso i nostri poteri sono più forti dei loro.»
«Non ne sarei così sicura, Stella.»
«E perché no, scusa?»
«Non vorrei sbagliare, ma credo che le Trix abbiano acquisito un nuovo potere; il corrispettivo del nostro Believix, suppongo.» spiegò Musa.
«Spiegherebbe il perché siano uscite allo scoperto.» ragionò la principessa di Domino.
«Siete sempre riuscite a batterle, ragazze – si intromise Brandon, dando un bacio sulla guancia alla fata del Sole – Questa volta non sarà diverso.»
Tutte e tre annuirono alle parole del moro e insieme tornarono a sedersi nei rispettivi posti, più vicine di quanto non fossero da giorni.
 
*
 
Da lunghi, logoranti ed estenuanti minuti l’unico rumore che si poteva udire nel salotto di Icy, Darcy e Stormy erano i ritmici passi di Erin. La giovane strega aveva rimandato con suo enorme disappunto Sir Morgan all’interno della Gemma e da allora non aveva smesso un solo istante di farla passare di dito in dito mentre si arrovellava il cervello nel tentativo di capire in che modo dovesse agire ora: buttarsi alla folle e sconsiderata ricerca di Calamity non le sembrava un’idea geniale eppure era l’unica che le fosse venuta in mente. A questo punto i versi non ancora decifrati della profezia potevano significare qualunque cosa, anche il trovarsi nel pieno di una trappola una volta svelato l’arcano. Se, però, ciò che il Guardiano le aveva detto era vero allora l’essere responsabile della distruzione di Lunaris non aveva voce in capitolo sul destino che l’aspettava e questo significava che ne era succube tanto quanto la stessa Erin.
Ma lei rimane in vantaggio. rifletté, ben consapevole del tempo in più a disposizione che la sua nemica – in un’altra occasione l’idea di avere una nemica sarebbe riuscita a elettrizzarla – aveva avuto per studiare le misteriose parole.
«Tu che ne pensi?» chiese infine, rivolgendosi a Icy.
«Ho messo in atto e partecipato a piani folli, ma questa storia li supera tutti – dichiarò la strega del Ghiaccio prima di aggiungere – Tuttavia credo che sia più semplice del previsto.»
«Come?»
«Non so se te ne sei accorta ma il tuo arrivo ha stravolto i canoni tipici di questo mondo.»
«Non era in questo modo che volevo farlo.» borbottò Erin.
«Quale che sia il caso, a questo punto della storia, e tu stessa lo hai affermato, non siamo più noi le cattive e non è più come tali che dobbiamo agire.»
«Cosa significa?»
«Dobbiamo aspettare – di fronte allo sguardo perplesso della più giovane Icy si spiegò meglio – Ci sono nata da questo lato delle cose, e so per certo che chi è in cerca di vendetta prima o poi si farà vivo. Tu devi solo continuare a esercitarti col tuo potere e imparare quanto più possibile da ciò che Torrenuvola offre, non è molto ma comunque…»
«Ma io non posso star ferma senza fare niente, Icy!»
«Ora parli come Stormy.»
Come Bloom. la corresse mentalmente Erin. Forse era il caso di seguire il consiglio della Trix ed evitare stupidi errori dettati dall’impulsività, sapeva fare meglio di così e soprattutto aveva guardato abbastanza serie TV da sapere che non finiva mai bene quando la prudenza veniva mandata al diavolo in favore di atteggiamenti coraggiosi e decisamente stupidi. Dopotutto la sua formazione terrestre le aveva fornito buoni insegnamenti, pensò.
La rossa fu distratta dall’improvviso suono proveniente dal portale il quale serviva a informare quando qualcuno vi era appena passato attraverso e dopo pochi secondi la figura di Stormy apparve nel salotto.
«Ho sentito fare il mio nome – esordì la strega delle Tempeste con un mezzo sorriso sulle labbra – Credevo fosse stato proibito.»
«Dove sei stata?» inquisì freddamente la maggiore, non dando credito di aver udito il sarcasmo nelle parole della sorella. Erin si stupì nel vedere come lo sguardo di Icy si fosse incupito nel giro di un attimo, causando un indurimento nei suoi lineamenti che le ricordò più la strega che aveva visto nei primi tempi a Magix più che quella che aveva imparato a conoscere durante le settimane seguenti.
«Sta piovendo.» rispose l’altra con una scrollata di spalle. Ciò spiegava capelli e vestiti bagnati, ma per Icy, nonostante continuasse a mantenere la sua facciata di rabbia, sembrò motivare molto più di quello e l’argomento cadde. La terrestre si chiese se facessero finta di non accorgersi della dinamica che intercorreva tra loro o se davvero non ne fossero al corrente, in quel caso le sarebbe proprio piaciuto fargliela notare.
«Quei cretini di Fonterossa hanno parcheggiato una delle loro astronavi sopra la foresta.» le informò Stormy, in realtà non troppo interessata a ciò che stava dicendo – era più preoccupata di far sparire la macchia di smalto dal tappeto prima che Icy decidesse di romperle le palle – ma la notizia catturò in pieno l’attenzione delle altre due.
«Era una Hawk?» chiese Erin.
«Che ne so, era una di quelle grandi.»
«Non saranno stati così stupidi.» fu il commento dell’albina.
«Tu li conosci meglio di me.»
«Sono decisamente così stupidi.»
«Dobbiamo verificare allora.»
«Avete intenzione di includere anche me o chiedo troppo?»
«È probabile che ci siano le Winx su quella navetta – spiegò Erin – Anche loro erano a Solaria.»
«E perché non sono tornate nella loro cavolo di scuola?»
«Vogliono trovare noi.» arrivò a concludere Icy.
«Conoscendole avranno dato per scontato che lavoriate con Calamity.» suppose la terrestre.
«Calami-che?»
«E avranno deciso di attaccarvi.»
«Stormy, dov’è Darcy?»
«In centro, credo. Con questa pioggia mi stupisce che non sia ancora tornata a casa urlando.»
«Deve rientrare subito. Chiamala – ordinò la sorella più grande, poi si rivolse a Erin – Dobbiamo assicurarci che siano davvero loro, tu puoi farlo.»
«Beh, posso di sicuro provarci.»
Mentre Stormy si preoccupava di contattare Darcy, la strega dei Desideri prese un bel respiro e mimando gli stessi gesti che aveva compiuto nelle gallerie di Solaria liberò dalle sue mani rivoli di Bruma che, seguendo le sue direttive, si disposero in modo da formare una sorta di schermo che mostrasse in diretta ciò che stava accadendo sulla navetta degli Specialisti: le immagini di Stella, Bloom e Musa, agghindate nella loro forma Believix, apparvero di fronte alle tre streghe, provocando diverse reazioni. Icy digrignò i denti, Stormy sussultò nel vedere la sua amante – Ex, cavoli! si ricordò – ed Erin rimase attonita nell’osservare i dettagli della loro trasformazione e di ciò che stava loro intorno. Il gruppo era composto dalle stesse persone che avevano visto sul pianeta del sole e un moto di preoccupazione colse la ragazza nel realizzare che se Aaron si trovava con loro significava che di lì a poco avrebbe preso parte a uno scontro aperto con le Trix; non era sicura di come dovesse reagire a tale realizzazione ma immaginò che lo avrebbe scoperto solo vivendo. Si concentrò sulla conversazione che stava avendo luogo tra i ragazzi.
«È tutto pronto. Tocca a voi, Winx.»
Le parole del ragazzo dalla pelle ambrata furono seguite da uno sfarfallio di luci che avvolse le fate e pochi istanti dopo le ali di tutte e tre furono sostituite da un nuovo paio. Dopodiché Stella, Bloom e Musa indirizzarono la loro magia verso un dispositivo elettronico che Erin non riuscì a identificare, ma nonostante questo capì lo stesso ciò che stavano facendo.
«Stanno individuando la vostra traccia magica – informò le Trix – In questo modo sapranno esattamente dove vi trovate.»
«Non ci voleva, dannazione.»
«Maledette.»
«Tra poco saranno qui. Dobbiamo trasformarci e farci trovare pronte.»
«O potremmo sloggiare e non fare niente. Non credi, ragazzina?»
«Non faremo nulla di tutto ciò.» intervenne Icy, mettendo Erin e Stormy d’accordo sul fatto che la leader del gruppo fosse andata fuori di testa, ma questa ci mise poco a far cambiare loro idea «Io e Stormy ci trasformiamo, tu te ne torni a Torrenuvola.»
«Quindi, tecnicamente, faremo entrambe le cose.» sottolineò la riccia.
Anche se di norma avrebbe riso, trovava più importante ribattere all’ordine appena ricevuto perciò Erin esclamò, assumendo un tono di voce ridicolmente acuto «Dimmi che stai scherzando. Hai presente cosa sta per succedere qui?!»
«Meglio di ciascuna di voi perciò non si discute.»
«Icy, pensaci: le Winx si aspettano di trovare solamente voi due e Darcy e lei non c’è, io potrei esservi utile. E poi loro si muovono sempre come fossero plotoni da guerra, due mani in più possono farvi comodo. Senza contare che il mio potere è-»
«E va bene. Ora fa’ silenzio.»
La rossa si ammutolì con piacere, interamente presa a gongolare per le ragioni più che valide che era riuscita a vendere a Icy, quando l’unica cosa che riusciva a pensare era Porca miseria, un match Winx/Trix dal vivo! Che. Mega. Figata.
Nel frattempo la situazione dall’altra parte dello schermo sembrava essersi sbloccata. L’intero gruppo stava osservando uno dei numerosi schermi della Hawk dove adesso campeggiavano tre pallini che, impossibile sbagliarsi, indicavano le due Trix e la loro giovane alleata.
«Sono loro.» indicò Bloom, facendo notare l’ovvio.
«Non è lontano da qui, andiamo.»
«Faremmo più in fretta con la navetta.» suggerì Ryoko, a cui subito rispose Timmy «Ci sentirebbero arrivare, e poi credo che le ragazze abbiano un asso nella manica.»
«Un altro?»
«Adesso che sappiamo dove sono possiamo usare le ali del teletrasporto.» spiegò Stella e in coro lei e le sue amiche gridarono «Winx: Zoomix!»
Come già era accaduto poco prima le tre ragazze sostituirono il loro paio di ali con delle altre, le quali assunsero una forma più sottile e longilinea rispetto alla precedente mantenendo però gli stessi colori per ognuna di loro: azzurre e rosa per Bloom, gialle e arancioni per Stella e blu e fucsia per Musa.
«Vieni, ciccino.» intimò la fata del Sole a Brandon prima di prenderlo per mano. La stessa cosa fecero le altre due con Aaron, Timmy e Ryoko, mentre lo scudiero di Eraklyon dava istruzioni a Groove per trovare una radura che gli permettesse di parcheggiare la Hawk.
«Aspettaci lì, dovrai essere pronto a partire quando torneremo.»
«Agli ordini. Buona fortuna.»
A quel punto Erin interruppe il suo incantesimo e disse «Dobbiamo muoverci.»
Non aspettò una risposta e dopo aver assunto la sua forma da strega di primo livello, attraversò il portale e uscì.
«Darcy sta arrivando.» annunciò Stormy, prima di seguire la terrestre.
«Stormy – la fermò Icy – Niente di stupido, chiaro?»
«Come no.»
Ma nonostante l’apparente indifferenza un moto di esultanza scosse la strega delle Tempeste, avvertendo finalmente qualcosa di diverso dal gelo polare attraversare il tono della sorella maggiore.
 
 
Pochi istanti dopo aver lasciato Groove e il loro mezzo di trasporto, Winx e Specialisti comparvero tra gli alberi vicini al rifugio delle Streghe. La pioggia non aveva cessato di battere ma sembrava ormai sul punto di esaurirsi, o forse erano solo le fronde fitte a dare loro questa impressione.
«Maledizione.» si lamentò Stella, quando si rese conto di essersi materializzata proprio in mezzo a un groviglio di cespugli in cui le si impigliarono calze e gonna.
«Il piano è questo – ricordò Brandon al gruppo, intento anche lui a sfilare il mantello della sua divisa dai rovi – Aaron e Ryoko, mentre io, Timmy e le ragazze ci occupiamo delle Trix, voi setaccerete il loro nascondiglio alla ricerca dell’anello; una volta trovato, ce ne andremo.»
«Ricevuto.» risposero in coro i due guerrieri più giovani.
Date le ultime indicazioni, il gruppo iniziò ad avanzare e non ci mise molto a individuare il portale che faceva da ingresso alla casa-sotto-l’albero.
«Suggestivo, non trovate?» commentò Musa, ammirando il modo in cui il varco si incastrava perfettamente tra le radici dell’albero scelto.
«Certo non gli manca il gusto scenografico.» aggiunse il moro.
«Rimane sempre di cattivo gusto.»
«Ragazzi, dobbiamo concentrarci – li riprese Bloom, che stava studiando sospetta la zona attorno a loro – Sono qui da qualche parte, lo sento.»
«Molto brava, Bloom, sempre un passo avanti agli altri, vedo.»
«Icy.»
«Vi siamo mancate, fatine?»
«Non direi, strega.» ribatté Stella, alzandosi in volo per trovarsi faccia a faccia con la strega del Ghiaccio, che si era posizionata a qualche metro da terra per sovrastare i rivali.
«Non ve l’ha mai detto nessuno che è un reato violare una proprietà privata?»
La voce di Stormy li raggiunse dagli alberi dietro di loro, costringendo Musa, Timmy e Aaron a dare le spalle all’albina per poter fronteggiare la nuova arrivata.
La Melodyana non poté impedire al suo cuore di accelerare il battito alla vista della strega delle Tempeste, ma fece del suo meglio per mantenere un’espressione inflessibile. Dal canto suo, Stormy evitò accuratamente di incontrarne lo sguardo concentrandosi piuttosto sugli altri seccatori.
«Non c’è nulla di vostro qui.»
«Questo è tutto da vedere.»
E con queste parole anche Stormy abbandonò gli abiti civili in favore del suo Devilix e, una volta trasformata, attaccò.
 
 
 
NdA: ta daaa! Ciao a tutti, belli e brutti, come va? Sono troppo contenta di essere riuscita ad aggiornare, questa storia mi manca sempre quando non riesco a lavorarci per un po’.
Dunque, non so se abbiate seguito l’ottava stagione ma io l’ho fatto e devo dire che ho avuto un misto di feels e gioie che mi hanno dato la spinta necessaria per terminare il capitolo (spazio pubblicità: puntate 24 e 25, guardatele!). In teoria lo scontro che tutti stavamo aspettando io non vedevo l’ora di scrivere doveva far già parte di questo capitolo ma poi sarebbe uscita una cosa troppo lunga e perciò ho deciso di rimandare, spero che siate stati comunque soddisfatti.
Io come sempre vi ringrazio di cuore e spero che ora che ho finito il liceo e che finalmente mi trasferisco abbia più tempo per dedicarmi a Erin e a tutta la banda. Baci!
   
 
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