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Autore: lmpaoli94    21/09/2019    1 recensioni
Ranma, giovane e brillante avvocato, passa le sue giornate rinchiuso nel suo ufficio a sistemare pratiche di ogni genere in compagnia della sua assistente Shampoo.
Dopo essersi fidanzato ufficialmente con Akane e avergli giurato amore eterno, la giovane ragazza diviene più scontrosa e possessiva nei suoi confronti, non sopportando di vederlo sempre al lavoro e mai in casa.
La situazione degenera quando quest’ultima lo becca insieme alla sua assistente in atteggiamenti intimi, scatenando dentro di lei una rabbia irrefrenabile.
A quel punto Ranma e Akane sembrano più distanti che mai, scatenando gelosie e tafferugli che mineranno il loro rapporto per sempre.
Fino a quando non sarà uno di loro a fare la prima mossa e a risistemare il loro rapporto…
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shan-pu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nel mentre Soun Tendo pregava per sua figlia Akane che un giorno non molto distante potesse trovare la felicità che gli spettava, fu interrotto da alcuni lamenti che minavano la sua concentrazione.
“Chi starà piangendo? Spero vivamente che…”
Recatosi in cucina, vide solamente Kasumi intenta a preparare la colazione.
< Buongiorno, papà. Sei già in piedi? >
< Sì, non riuscivo a dormire > mentì il padre.
< Posso fare qualcosa per te? Hai fame? >
< In questo momento no… >
< Strano. Pensavo che fossi venuto qui per vedere quali prelibatezze stavo preparando. >
< Ho sentito alcuni lamenti provenire da molto vicino. Però vedo che qui sei sola… >
< Purtroppo credo che i lamenti a cui ti stai riferendo sono di Akane. La poverina non fa altro che piangere dalla mattina alla sera. >
< Questa non ci voleva. La mia povera bambina… >
< Anche se non l’ammetterà mai, era molto legata a Ranma. >
< Lo penso anch’io… Credo che dovrò parlare assolutamente con il mio amico Genma. È uno degli unici che può risolvere questa situazione insostenibile. >
< Lo credi davvero, papà? Secondo me tocca solo ad Akane e Ranma. Se ci immischiamo nei loro affari non faremo altro che peggiorare la situazione. >
< Non è detto, figlia mia. >
< Papà, ti prego… >
< Parlerò con Genma. Voglio vedere cosa potrà fare. >
Uscendo dalla sua abitazione, Soun vide il suo amico di vecchia data Genma intento come al solito ad allenarsi da solo in giardino.
< Da quando Ranma ha deciso di seguire la vita da avvocato ha smesso completamente di allenarsi > fece Genma con tono dispiaciuto appena vide avvicinarsi il suo amico.
< Deve averti dato un colpo al cuore, vero? >
< E’ un giovane ragazzo. Ancora non sa bene cosa vuole fare nella vita… Ed io non sono nessuno per imporgli di fare una cosa che non ama. >
< Mi dispiace dirtelo ma sinceramente non ce lo vedo come avvocato. Maestro di arti marziali era molto meglio. >
< Vallo a raccontare a lui… >
< No, lasciamo perdere. Se sono qui a disturbarti stamattina è per parlare della vita sentimentale dei nostri ragazzi. >
< Mi dispiace per te Soun, ma non entrerò mai in questa storia. Ho altre cose a cui pensare. >
< Ma si tratta della vita di tuo figlio. Perché vuoi lavartene le mani? >
< Perché se in tutti questi anni sono stato per lui un padre esemplare era perché volevo che diventasse come me… Ma purtroppo questa cosa non è successa. >
< Puoi sempre fargli cambiare idea, no? >
< E’ impossibile, Soun. Mettitelo bene in testa. >
< Ma non senti i lamenti di mia figlia che sta soffrendo nella sua camera? Io non posso più vederla così. >
< Gli passerà. È solo questione di tempo. >
< Sì, ma di quanto tempo? >
< Presto Akane si ricorderà che non può perdere la sua esistenza a soffrire per un ragazzo che non la ama e a quel punto tornerà ad essere l’Akane che tutti conosciamo. >
< Quindi mi stai forse dicendo che non farai niente? >
< Non per quanto riguarda la sua vita sentimentale. Farei più danni che altro. E non solo io, ma anche tu. >
< Ma io veramente… >
< Papà! Vieni subito qua! > gli gridò Nabiki dal soggiorno.
< Che cosa sta succedendo? >
< Sì tratta di Akane. È svenuta. >
< Come? >
Preoccupato per le sorti di sua figlia, Soun Tendo si precipitò in camera sua per sincerarsi delle sue condizioni.
< Chiamate subito un medico. È urgente. >
 
 
Una volta conclusa la visita, il medico di famigli poté far tirare un sospiro di sollievo a tutta la famiglia Tendo sulle condizioni di Akane.
< Sta bene, è soltanto affaticata… L’unica cosa che mi preoccupa è che l’ho vista molto dimagrita. Non mangia più regolarmente come prima? >
< Purtroppo no, dottore > gli spiegò Soun.
< E da cosa è dato tutto questo? >
< Purtroppo mia figlia sta attraversando un brutto periodo sentimentale e si rifiuta di mangiare e di allenarsi. >
< Questo è un male, Soun. Devi sforzarla in qualche maniera, altrimenti potrebbe svenire altre numerose volte. >
< Ci sto già provando ma è molto difficile. Mia figlia si sta chiudendo in se stessa evitando di parlare con l’esterno. >
< Tra pochi minuti potrebbe risvegliarsi. A quel punto uno di voi dovrà fare in modo che possa mangiare qualcosa, capito? In ogni caso se ci sono dei peggioramenti non esitate a chiamarmi > replicò Ono Tofu.
< Grazie per tutto quello che ha fatto per noi, dottore. Kasumi la raccompagnerà alla porta. >
< Venga dottore. Le faccio strada. >
< Grazie mille e buona giornata. >
Senza darsi minimamente pace, Soun Tendo non lasciò un solo secondo sua figlia, attendendo con impazienza il suo risveglio.
“Akane, mi fai soffrire vederti così. Se potessi fare qualcosa per te, non esiterei a fermarmi. Però non so cosa posso fare. Ho bisogno di aiuto come te.”
Nel mentre il vecchio Soun Tendo era immerso nei suoi pensieri, l’arrivo di Ryoga gli fece balenare un’idea che molto probabilmente avrebbe salvato la salute di sua figlia.
< Ryoga, finalmente sei qui! Avevo proprio bisogno di te. >
< Ho saputo dal Dottor Tofu che cosa gli è successo. Posso vederla? >
< Certo. Anche se non si è ancora svegliata. >
< Posso attendere, se vuole. >
< Assolutamente. Però prima avrei bisogno di parlare un attimo con te in privato. >
< Mi dica pure. >
Fissandolo con sguardo serio e preoccupato, Soun gli confessò che lui era l’unica persona che avrebbe potuto far star meglio sua figlia.
< Farò il possibile, Soun. Non si preoccupi… Però purtroppo sua figlia non fa altro che pensare ancora a Ranma. >
< Lo so. Ma se sarà felice con te, molto presto si scorderà di lui. >
< Da quanto tempo erano fidanzati i due? >
< Da circa tre anni. Anche se all’inizio era molto difficile, alla fine hanno imparato a volersi bene e a rispettarsi a vicenda. Fino a quando Ranma non l’ha tradita con la sua assistente. Che si dannato. >
< L’animo maschile è molto corruttibile, Soun. La donna può distruggerci e renderci invincibili allo stesso tempo. >
< Però non avrei mai creduto che Ranma fosse un Don Giovanni. >
< Nemmeno io. >
< Comunque evita di parlare di lui in presenza di mia figlia. Fagli ricordare pensieri felici di quando siete stati insieme voi due. Ci saranno alcuni momenti importanti, no? >
< Purtroppo no, Soun. Sua figlia preferiva sempre allenarsi e attendere il ritorno di Ranma nella sua abitazione piuttosto che stare con me. >
< Accidenti, questo non ci voleva. >
< Ma non si preoccupi. Le rimarrò accanto per tutto il tempo che vorrà. >
< Bravissimo. È qui che ti volevo! Appena si sveglia ti consiglio di dargli da mangiare queste prelibatezze che Kasumi ha preparato per pranzo. Sono sicuro che gli piaceranno. >
< Va bene. Come vuole lei. >
Una volta rimasto da solo in compagnia di Akane, Ryoga la fisso in tutto il suo splendore mentre stava ancora dormendo.
“Akane, mi dispiace vederti in quelle condizioni. Mi manca vedere il tuo sorriso e la tua spensieratezza che ti contraddistingue. Spero che molto presto tu possa tornare ad essere felice.”
Massaggiandogli la fronte come segno d’affetto, Ryoga alla fine la baciò sulle sue fredde labbra, facendola svegliare di soprassalto.
< Ryoga, sei tu? >
“Accidenti! Sì è svegliata proprio adesso!”
< Sì, Akane. Sono io > replicò il ragazzo con voce rotta.
< Ho percepito i tuoi tocchi… Sei rimasto tutto il tempo accanto a me in attesa che mi risvegliassi? >
< A dir la verità sono appena arrivato. >
“Che stupido! Potevo dirgli che ero rimasto tutto il tempo accanto a lei!”
< Comunque sono contenta di vedere che sei stato il primo a vedermi sveglia. Ne ho abbastanza di restare da sola. >
< Rimarrò accanto a te per tutto il tempo che vorrai. >
< Ti ringrazio, Ryoga… La mia famiglia? Stanno tutti bene? >
< Sì, erano solo preoccupati per te. >
< Ne hanno tutte le ragioni. Mi sto distruggendo da sola evitando di allenarmi e di mangiare. >
< Tieni. Questo l’ha cucinato tua sorella Kasumi per te. >
< Grazie. Ho una gran fame. >
< Attena a mangiare troppo veloce. Sei ancora molto debole. >
< So che può essere una richiesta alquanto singolare, ma potresti imboccarmi tu? Non ce la faccio da sola. >
< Certo, non ti preoccupare. Ce la fai a stare su? >
< Ci provo. >
Ancora visibilmente debilitata, alla fine Akane cadde tra le braccia di Ryoga, suscitando nel ragazzo un senso di profondo affetto.
< Stringiti e arreggiti a me. Sarai più comoda. >
Una volta avergli fatto magiare tutto il pranzo, Akane si sentiva già molto meglio. >
< Mi ci voleva proprio un bel pranzo preparato da mia sorella > mormorò la ragazza ritrovando il sorriso < Grazie per avermi accudito come un padre, Ryoga. >
< Figurati. L’ho fatto con piacere. >
“Come un padre? Ed io sarei questo per lei? Potrei essere qualcos’altro, se volesse.”
< Vuoi ancora riposarti un po’? >
< No. Sono piena di energie. Infatti andrò ad allenarmi. >
< Non credo che sia una buona idea, Akane. >
< Non ti preoccupare, Ryoga. Non mi affaticherò troppo. >
< Ma veramente… >
< Ti va se ci andiamo insieme? Mi farebbe molto piacere la tua compagnia. >
< Certo, come vuoi tu. >
< Allora cosa aspetti? Alzati da terra! >
Una volta trascinato fuori dalla stanza, tutta la famiglia di Akane fu molto felice nel vedere che aveva riacquistato tutte le energie in pochissimo tempo.
< Akane, ma sei sicura di volerti allenare? >
< Certo che sì. Non aspettavo altro da giorni. In guardia, Ryoga. Non andrò tanto per il sottile. >
 
 
Nel mentre Ranma era immerso nei suoi impegni d’avvocato, Shampoo non faceva altro che fissarlo con disdegno e in maniera irrispettosa.
< Shampoo, puoi venire ad aiutarmi in archivio? >
< No. Ho da fare > rispose la ragazza senza mezzi termini.
< Ti prego. È urgente. >
< Trovati un’altra assistente se hai bisogno di aiuto. >
Completamente spazientito dalla situazione, alla fine Ranma decise di cavarsela da sola.
“Perché le donne si comportano in maniera così irrispettosa? Per loro diveniamo comodi quando gli pare, ma poi quando noi abbiamo bisogno di loro…”
< Grazie dell’aiuto. Ce l’ho fatta da solo > rispose Ranma sarcastico.
< Bravo, hai fatto il tuo dovere. >
“Brutta stronzetta che non sei altro. Te la farò pagare appena ne avrò l’occasione.”
Nel mentre la rabbia ribolliva nelle vene del giovane avvocato, i suoi pensieri furono interrotti dal suo del campanello.
< Ranma, vai tu a controllare? Io non posso muovermi. >
< Vorrei proprio vedere che cosa stai facendo > gli gridò Ranma dall’altra parte della stanza.
< Questi non sono affari tuoi. Puoi andare ad aprire sì o no? >
< Vado subito. >
“Rotta di scatole che non è altro.”
Appena Ranma aprì la porta del suo ufficio, il suo sangue si raggelò all’istante appena vide Obaba di fronte a lui.
< E lei che ci fa qui? >
< Sono venuta a vedere come sta mia nipote. Posso passare o mi faccio largo da sola? >
< Non c’è bisogno di essere così scortesi > rispose il ragazzo irritato.
< Sì scusa, hai ragione… Dove si trova mia nipote? >
< Non ne ho la più pallida idea. Mi ha solo detto che era molto impegnata. >
< Ah davvero? Secondo me la stai facendo lavorare fin troppo. >
“Ma se se ne sta tutto il giorno davanti al computer senza fare niente!”
< Questo è il nostro lavoro, Signora Obaba. Non possiamo farci niente. >
< Shampoo? Sono io. Tua nonna. >
Sentendo la voce della vecchia, Shampoo corse verso di lei abbracciandola come se fosse la persona più importante della sua vita.
< Ciao bisnonna! Sono felice di rivederti! >
< Anch’io, tesoro. È da molto che non torni al ristorante. Hai avuto molto da fare? >
< Sì. Io e Ranma stiamo lavorando ad un caso che ci sta tenendo impegnati giorno e notte. >
< Ma non potresti lasciarlo lavorare da solo? Tu hai altre cose di cui occuparti. >
< Non ti preoccupare, nonna. Ce la faccio. >
“Altre cose da occuparsi? Del tipo? A parte rovinare la mia vita sentimentale, non credo che Shampoo sia così impegnata.”
< D’accordo. Se lo dici tu mi fido… Allora, ti trovi bene con Ranma in questo nuovo lavoro? >
< Assolutamente sì. Sono ancora molto contenta che abbia scelto me come assistente. >
“L’errore più grossolano della mia vita dopo che mi ha baciato contro la mia volontà. Ma che diavolo mi sarà venuto in mente?”
< Bene, sono contenta. Ma quando tornerai a farmi visita? >
< Stasera uscirò molto prima. Tanto ho quasi finito i miei compiti. >
< Perfetto! Così potrò cucinarti il tuo piatto preferito. >
< Non vedo l’ora, bisnonna. >
< Allora a questo punto ti lascio lavorare. Porta anche il tuo futuro marito, se vuoi. Gli farò una cena che si leccherà i baffi. >
< Non credo che potrà venire > rispose Shampoo fissando Ranma con sguardo accigliato < E’ molto impegnato, ultimamente. >
< E’ un vero peccato. Sarei stata molto felice di vederlo per la prima volta mangiare nel mio ristorante. >
< Magari sarà per la prossima volta, bisnonna. >
< Sicuro. Allora ci vediamo più tardi. Ci conto, nipote. >
< Senz’altro. A più tardi, bisnonna. >
Appena la vecchia uscì dall’ufficio di Ranma senza degnargli nemmeno di uno sguardo, Ranma fu molto contrariato nel sapere che sarebbe uscita prima.
< Potrò prendermi alcune ore di permesso, no? O devo farti da schiava tutto il santo giorno? >
< Non credevo che ti avrei usata così tanto > ribatté Ranma sarcastico < Però se vuoi andare a cena da tua nonna, non sono nessuno per farti cambiare idea. Anzi, puoi andare via ora se vuoi. >
< Ci penso. Devo sistemare alcune pratiche al computer. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi. >
< Di te avevo bisogno prima in archivio. Non ora! >
< Peccato, sarà per un’altra volta. Ciao ciao > replicò Shampoo prima di richiudere la porta del suo ufficio.
“Certe volte sono convinto che mi sta prendendo in giro… Ma presto verrà anche il mio giorno che potrò dire la mia.”
   
 
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