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Autore: Angels4ever    23/09/2019    1 recensioni
[Storia partecipante al contest “Happy Birthday To You" indetto da MaryLondon sul Forum di EFP.]
Quando Effy ha scoperto della morte di Freddie? E come? Una mia possibile risposta a queste domande.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Stonem, Freddie Mclair, James Cook
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nome su EFP/Forum: Angels4ever
Titolo della storia: Come commettere un omicidio e farla franca 
Data del compleanno: 27 giugno 
Note/Avvertimenti: // 

 




Come commettere un omicidio e farla franca





27 giugno.
Era passata una settimana, e di Freddie nemmeno l'ombra. Nessun messaggio, nessuna telefonata, era diventato un adolescente fantasma disperso nel mondo.
Per i poliziotti era come tanti ragazzini scappati di casa. A nulla era valso spiegare che Freddie non ne aveva motivo: si era appena diplomato, aveva degli amici, una ragazza che amava...perché fuggir via? Non l'avrebbe mai lasciata senza un ultimo addio.
Dovunque fosse in quel momento, era impossibilitato dal contattarla, di questo Elizabeth ne era sicura.
Rileggeva le pagine del quaderno di lui, con la scritta ripetuta “la amo la amo la amo la amo la amo”, come se fosse in uno stato di trance, come se avesse voluto lasciare una prova tangibile d'amore su quella terra.
Distesa al sole, in quel prato dove si erano rincorsi, angeli liberi e felici, Effy ripensava ad ogni momento trascorso con Freddie, ad ogni bacio, ogni carezza, ad ogni volta che l'aveva fatta rialzare dallo schifo che con una forza sovrumana l'aveva inchiodata al terreno.


<< Cosa vorresti fare da grande? >> erano nudi, all'aria aperta, incuranti del fatto che qualcuno potesse vederli, sotto un cielo trapunto di stelle. Bottiglie vuote di birra erano accatastate intorno a loro, come la maggior parte delle volte.
<< Ah, sono troppo sbronzo per dei discorsi così seri! >> commentò Freddie con una risatina nervosa, mettendosi su a sedere per poterla osservare con più attenzione, per potersi perdere nei suoi occhi blu e accarezzare ogni centimetro di pelle.
<< Sei abbastanza sobrio da essere già venuto ben due volte! >> esclamò Effy sorridendo maliziosa, fiera dell'effetto che il suo corpo aveva sul ragazzo. << Devi pur averli dei sogni.>>
Freddie scosse le spalle, pensieroso. << Non so' cosa farò...ma so' che voglio fare qualcosa di buono. Qualcosa che aiuti gli altri. Studiare medicina o giurisprudenza. >>
Elizabeth lo fissò indispettita: questo non se l'aspettava. Sapeva che a scuola aveva dei buoni voti, sapeva che aveva un buon cervello, ma non aveva idea di quanto fosse ambizioso nella vita. Eppure...poteva già vederlo, tra quindici anni con il camice bianco, o in tribunale a difendere gli innocenti.
Aveva un animo buono, il suo Freddie.
<< E tu? Tu cosa vuoi fare? >>
Effy rise, avvicinandosi a lui con fare suadente. Posò le labbra sul suo collo, lasciandogli dei delicati morsi affettuosi. << Divertirmi e scopare con te, ovviamente. >>
Il ragazzo l'allontanò delicatamente, sorridendole << Sono serio. Io ho risposto alla tua domanda. Ora tocca a te. >>
Effy si incupì.
Ripensò all'incidente di Tony, ripensò all'assenza di suo padre, all'indifferenza di sua madre, e seppe esattamente cosa voleva dalla vita.
<< Io desidero semplicemente essere felice. >>


Quand'è che aveva iniziato a piangere? Ripensare a quei momenti la rendeva malinconica, soprattutto perché aveva realizzato troppo tardi che non sarebbe mai riuscita ad essere felice senza Freddie. E adesso lui era chissà dove, disperso.
Uno squillo incessante.
Sussultò nel silenzio del verde; si era dimenticata completamente che sulla terra c'erano altre persone, e che la vita continuava.
<< Cook? >>
Silenzio. Dall'altra parte si sentiva solo un ansimare confuso.
Effy si alzò di scatto, ora i sensi all'erta.
<< Stai bene? >>
Nessuna risposta, di nuovo.
<< Cook! Se è uno scherzo non è divertente. >>
<< Possiamo vederci per favore? >> mormorò una voce roca. << Ora. È urgente. >>
Effy impallidì. Conosceva Cook da due anni ormai. Qualcosa non andava, ne era certa. E ne fu ancora più convinta quando le sussurrò l'indirizzo. Quello del suo psichiatra, John Foster.


Effy non fece in tempo a bussare che Cook la trascinò dentro, mettendole una mano davanti alla bocca per impedirle di parlare, di gridare, di difendersi.
Ha paura. Per la prima volta ha paura di quel ragazzo per cui un tempo ha provato “qualcosa”.
I loro corpi aderiscono l'uno contro l'altro, sono avvolti in una morsa d'acciaio. Cook la conduce giù per una scalinata, nel seminterrato, solo in quel momento la lascia andare.
La ragazza inorridisce, nel guardarlo con più attenzione: il suo corpo è macchiato di sangue in più punto, ha un aspetto orribile, delle occhiaie da far spavento. Sembra non lavarsi da giorni, non uscire da giorni.
Effy si passa una mano sul viso, storcendo il naso.
L'aria della stanza è fetida, marcia. Non si respira. Qualcosa, lì con loro, si stava decomponendo.
<< Cazzo Cook...ma che hai fatto? Dov'è il dottor Foster? Che ci facciamo qui? >>
Egli indicò un punto in un angolo, dove una coperta impolverata nascondeva un ammasso di carne tumefatta.
Effy si avvicinò lentamente, riconoscendo la sagoma di colui che più di tutti l'aveva aiutata nei momenti di difficoltà.
Il corpo di John era incrostato di sangue rappreso, il viso era pieno di lividi, un occhio sembrava quasi fuoriuscire. Un vero spettacolo da film dell'orrore.
Si girò come una furia verso di Cook, lo scosse per le spalle, digrignando i denti come una belva inferocita.
<< Cristo! Cristo Cook! Perché? Perché? >>
Era sull'orlo delle lacrime.
Se avesse avuto una pistola, gli avrebbe piantato una pallottola dritta in petto, tanto era arrabbiata.
Il ragazzo all'inizio rimase immobile, come sotto shock, a lasciarsi trattare da schifo, perché era consapevole di aver commesso un omicidio, e che molto probabilmente sarebbe finito in prigione, di nuovo, per il resto della sua giovane vita.
Ma poi, il sorriso di Freddie, gli anni di amicizia tra loro, tornarono a far capolino nella sua mente, e si riscosse di colpo.
L'afferrò per la gola, spingendola contro il muro: lui era James Cook, e non sarebbe stata una ragazzina qualunque a trattarlo in quel modo senza conoscere tutti i fatti, nemmeno una ragazzina di cui era ancora follemente innamorato.
Si morse il labbro, mentre fissava gli occhi azzurri di Elizabeth Stolem terrorizzati. Sapeva esattamente cosa stava pensando: “Ecco, è giunta la mia fine, ora ucciderà anche me”.
Invece Cook allentò leggermente la presa, di modo da non lasciar segni sul suo delicato collo. Avvicinò le labbra al suo orecchio, e senza pensarci due volte le sussurrò, quasi in lacrime: << John Foster ha ucciso Freddie. >>
Effy si paralizzò, le braccia penzolanti al fianco, mentre il ragazzo si allontanava parandosi davanti a lei.
No. Non poteva essere vero.
Le scoppiava la testa.
Com'era possibile? Perché?
<< No... >> sussurrò di rimando.
<< Oh sì. Il corpo è ancora nel bagagliaio della sua auto. In uno stato pietoso. Si vede persino il cervello, se vuoi dare un'occhiata. >
Fu un attimo.
La mano di Effy, spalancata e veloce, atterrò con forza sulla guancia di Cook, con tanta energia da fargli quasi perdere l'equilibrio.
Piangeva.
Elizabeth era in lacrime.
Si accasciò al suolo. Si prese i capelli tirandoli forte. Voleva quasi strapparseli come se così facendo potesse strappar via il dolore che provava in quel momento.
Era tutta colpa sua.
Se non fosse stata una psicopatica...se non avesse fatto entrare quell'uomo nella sua vita adesso Freddie sarebbe ancora con lei, e forse sarebbero felici, a godersi l'estate.
Cook si inchinò, la guancia arrossata, e la strinse in un abbraccio; lei non oppose resistenza, perché in quel momento era tutto ciò di cui aveva bisogno: di sentirsi rassicurata, di sentire un collegamento con Freddie di qualsiasi genere.
<< Dovevi saperlo. >> le mormorò dolcemente. << Non ti ha mai lasciata. Lui ti amava. Ti ha sempre amata. >>
La cullò per minuti interminabili e rimasero così, l'una tra le braccia dell'altro, a consolarsi a vicenda, condividendo tutta quella sofferenza troppo forte da spiegare a parole.
<< Andrò in prigione. >> borbottò Cook improvvisamente. << Devo costituirmi. >>
Effy gli prese il viso tra le mani, lo costrinse a guardarla.
Tornò forte e determinata. Aveva vendicato Freddie, e lui ne sarebbe andato fiero. Non meritava di finire in prigione per questo.
<< Faremo sparire il corpo. >> spiegò lei come se nulla fosse. Cook aggrottò la fronte, inorridito. << Lo bruciamo. O lo sotterriamo. Anche se viene ritrovato tu sarai già lontano... >>
<< E Freddie? >>
<< Faremo in modo che venga ritrovato il corpo. Tutti penseranno che John se la sia data a gambe. >>
Forse poteva funzionare, forse aveva una via di fuga.
<< Mi mancherai, Effy. >>
Lei non rispose, perché dire “Anche tu mi mancherai”, sarebbe stata una mera bugia. Non provava più niente per Cook. L'aveva salvata, un tempo, e gli voleva molto bene. Ma l'amore, quello vero, ti colpisce come un fulmine una sola volta nella vita.
Gli lasciò una carezza sul volto segnato dalla preoccupazione, mentre James si chinava, quasi a tradimento, a lasciarle un bacio casto e puro sulle sue labbra rosee.
<< Per non dimenticarmi. >> le sussurrò, mentre si alzavano dal terreno sudicio.

 

Nota Autrice:

 

Oddio che emozione!
E' la prima volta che scrivo su Skins! Spero vi sia piaciuta: mi sono sempre chiesta COME e QUANDO Effy abbia saputo della morte di Freddie...e questa è una delle possibili risposte.
Fatemi sapere come vi è sembrata!
A presto.

 

Angels4ever

 

 

 

  
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