A NevilleLuna


 

C'è la fine del mondo - qui fuori

 

"Clegane! Clegane!"
Così aveva gridato Beric sul ponte del castello, mentre faceva roteare la sua spada infuocata contro l'esercito di Non morti. Abbiamo bisogno di te! Aveva detto, cercando di risvegliarlo dal suo panico e incitarlo all'azione, ma quello che davvero avrebbe voluto dire era altro. Io ho bisogno di te.
"Andiamo, Dondarrion, cazzo!"
Così aveva gridato poco tempo dopo Sandor, prendendo di peso l'altro guerriero e salvandolo all'ultimo momento da morte certa. 
Erano riusciti a barricarsi in una stanza insieme alla Donna Rossa e alla piccola lupa e ora, mentre le due parlavano della parte della missione suprema ancora da compiere, loro si erano finalmente fermati pensando a come la loro parte in quella stessa fatidica missione si era conclusa. Accasciati a terra, spalla contro spalla, si lanciavano sguardi e, cosa insolita per entrambi, non riuscivano a trattenere un mezzo sorriso.
"Siamo vivi" sussurrò Beric, incredulo, fissando ora apertamente il suo amico.
"Fottutamente vivi" ripetè Sandor, con più forza, ricambiando quello sguardo.
Forse il guerriero della luce era la prima persona che fosse davvero riuscito a guardarlo in faccia senza odio o paura. Beric, al contrario, in lui aveva visto immediatamente delle qualità che lui stesso non sapeva di avere, lo aveva definito speciale e lo aveva voluto nella sua maledetta compagnia. Aveva un occhio solo ormai, però quell'occhio era sempre stato fisso su di lui e non aveva mai mostrato un segno di disgusto.
Sandor aveva sempre pensato fin da bambino che la persona che avrebbe mai potuto importarsi di lui doveva ancora nascere. Oppure era già morto. 
E infatti era morto per davvero, e non una volta sola. Solo che poi, per fortuna, era anche risorto. 
Fu forse per questa constatazione che, sentendo l'improvvisa carezza di Beric sulla sua bruciatura, il Mastino sussultò ma non si ritrasse. Anzi, fu lui stesso improvvisamente a far avvicinare i loro visi e a stampargli un bacio sulle labbra. 
Nessuno lo aveva mai toccato volontariamente. 
E lui non aveva mai baciato nessuno senza il terrore di essere respinto. 
La passione divampò immediatamente, più impetuosa delle fiamme che tentavano di annientare i Non morti fuori da quella porta. Era strano, avevano passato le ore prima della fine del mondo insieme e si erano limitati a bere e a parlare. Ora, invece, che erano quasi certi di aver superato vivi quella notte, l'adrenalina si era impossessata di loro portandoli a fare l'impensabile. 
A volte il sollievo e la gioia sono più forti della paura. 
E la vita è più imprevedibile della morte. 
Le bocche erano sempre più fameliche, le mani audaci. Erano due corpi rovinati che si trovavano, due anime frammentate che provavano ad aggiustarsi. 
"State... facendo sul serio?" chiese Melisandre, in piedi davanti a loro, che li osservava con espressione sorpresa. 
I due uomini nemmeno la udirono, così come non si accorsero neanche della scomparsa di Arya. In quel momento esistevano solo loro, perfino i Non morti erano un ricordo lontano. 
La Donna Rossa si avviò lentamente verso la porta che dava sull'esterno, lanciando loro un'ultima occhiata e senza trattenere un sorriso in qualche modo malinconico. 
Fuori imperversava la morte e quei due facevano l'amore. 
Per lei, che sarebbe morta a breve, non ci sarebbe stato neanche un bacio d'addio.