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Autore: prettystoned    24/09/2019    1 recensioni
Ma, al di sotto di quelle fondamenta composte da nobili propositi, si trovava la terra sporca, quella in cui era sepolto il loro passato, le vecchie abitudini. E a Beverly cos’era rimasto?
Ben poco. Un amico, bei ricordi e tanti brutti vizi.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Respiriamo ancora
Che ne sa ‘sta gente di come funziona?
Mi porto appresso i miei problemi
Il peso dei miei gesti estremi.
Noyz Narcos

Due giorni erano passati e, da quella fatidica conversazione, Artem e Beverly non si erano scambiati neanche una parola. Bev non poteva far altro che chiedersi se fosse stata lei a rompere quel qualcosa che si stava creando tra loro o fosse stato Artem.
Aveva vissuto da sola per molto tempo, non le capitava raramente di sentire il bisogno di compagnia, e quando voleva qualcuno con cui confidarsi sceglieva Hayden, che era sempre pronto ad ascoltare ogni sua lamentela o confidenza, ma anche a condividere semplici momenti in cui il silenzio prendeva il posto delle loro voci e gli sguardi complici quello delle parole. Hayden era come un fratello, per lei, era uno dei tanti pezzi del suo puzzle e sembrava combaciare incredibilmente bene con gli altri.
Ma la delusione, dopo qualche giorno dall'ultimo messaggio che lei gli aveva inviato, stava sovrastando l’apatia e il senso di vuoto, li stava eliminando. Era delusa perché non si capacitava di non essere più nei pensieri del suo amico, tanto dal non volerle rispondere neanche ad un semplice messaggio.
Beverly era sul divano, a gambe incrociate, i capelli più scompigliati che mai e un joint acceso in mano. Le occhiaie che le solcavano il viso erano il segno evidente di un’altra notte senza sonno, il viso pallido rappresentava il nulla che aveva mangiato in quei due giorni e il joint voleva dire solo una cosa: porre rimedio a quei problemi fisici con lo speciale bonus di dare pace anche alla sua mente, costretta a lavorare incessantemente dalla paranoia. Il cellulare, posato accanto a lei, squillò, il mittente della chiamata era Hayden, la ragazza osservò lo schermo per un po’ prima di decidersi a rispondere.
“Pronto?”
Ehi… Come va?” la voce di Hayden sembrava quasi imbarazzata, e Bev non ricordava di averlo mai sentito così. “Bene, suppongo. Tu?” chiese, ma il tono della sua voce era quello di una persona poco interessata alla risposta. Con la mano libera si portò il joint alle labbra e lo accese, facendo un lungo tiro. “Bene. Mi dispiace molto per questi giorni, ma non potevo proprio cercarti. Le cose si sono fatte serie.
“In che senso?”
Non ne posso parlare al telefono. Ci vediamo?
“Ah… sì, certo. Se puoi passare stasera va bene.”
Okay. Poi se vuoi ti accompagno a lavoro.
“Va bene, ci vediamo dopo.”

Il joint era spento, fermo nel posacenere. Beverly stava mangiando da un pacchetto di patatine, fissando il vuoto, non sapeva con precisione quando sarebbe arrivato Hayden, quindi le sue orecchie erano comunque tese per percepire il suono del campanello.
Bev ci mise un po’ a processare cosa stava per accadere, il suo migliore amico era sparito da un pezzo e si era preoccupata talmente tanto da credere di non vederlo mai più, dunque l’idea che stesse per arrivare e che avrebbero parlato era difficile da razionalizzare in quel momento, sotto l’effetto confusionale di quel joint, che Hayden avrebbe sicuramente preso dal posacenere, acceso e finito in pochi tiri.
Il campanello suonò, la prima volta Bev fece finta di niente, continuando ad osservare la parete davanti a lei, la seconda volta si alzò in piedi, la terza era ormai vicino alla porta e stava premendo il pulsante che avrebbe aperto il cancello che dava alla strada. Contò meticolosamente il tempo che l’amico avrebbe impiegato per salire le scale – il solito minuto e mezzo, Hayden non era allenato e per di più fumava – e al primo rumore di passi sul pianerottolo aprì la porta dell’appartamento. “Ciao.” salutò con un sorriso, il ragazzo la strinse in un forte abbraccio senza alcun preavviso, alzandola leggermente da terra e minacciando di romperle una o due costole, “Ciao sorellina,” le diede un’ultima vigorosa stretta e poi la lasciò andare, ricambiando il sorriso, che ormai si era allargato nel volto di Beverly.
Hayden si fece spazio nel disordine della casa dell’amica andandosi a sedere comodamente sul divano, vide il posacenere con il joint e fece esattamente come previsto dalla migliore amica: accennò un sorriso, lo prese, tirò fuori un clipper nuovo di zecca dalla tasca dei pantaloni della tuta che indossava e lo accese, lasciandosi andare sul divano in modo che le spalle aderissero perfettamente allo schienale.
“Possiamo parlare di queste cose serie?” chiese, prendendo posto accanto a lui. Il ragazzo chiuse gli occhi e sospirò, “Ho incontrato Jerry, quel giorno in cui ho fatto venire qui Artem.”
“Hai incontrato Jeremy Morris? Credevo che fosse partito a New York…”
“Infatti è tornato due mesi fa. Comunque ha iniziato a vendere altro per le persone ai piani alti, non so come ma è riuscito a farsi un nome e ora tutti lo cercano.” sputò il fumo, lo sguardo interrogativo di Beverly diceva tutto, era chiaro che non capiva cosa potesse c’entrare Hayden in quella storia, aveva giurato che non avrebbe mai venduto morte, così erano soliti definire le droghe sintetiche e pesanti.
“Lo so che ho rotto il giuramento ma mi hanno pagato un sacco di soldi, Bev. Lo sai come se la sta passando mia sorella, devo aiutarla e l’unico modo è stato chiudere con quello là, non so come avrei fatto se Jerry non mi avesse mandato da lui. Adesso posso pagare l’intervento, forse Harlow guarirà…”
Beverly non disse una parola, neanche un fiato. Hayden aveva rotto il giuramento, stava vendendo morte alle persone, ciò che faceva non curava più l’interesse suo e del cliente ma solo ed esclusivamente il suo. Poi pensò ad Harlow, a soli sedici anni la sua vita rischiava di essere spezzata da un momento all’altro se non si fosse sottoposta al più presto a quell’intervento. La mente di Beverly venne affollata dalle domande: vale la pena rinunciare ai propri principi per qualcuno che si ama? È importante quando una scelta ha degli effetti negativi su delle persone se può salvare qualcuno che si ama?
Ad un tratto lei annuì, “Hai fatto la cosa giusta, Hayden. Se puoi salvare tua sorella fallo.”

 

   
 
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