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Autore: jarmione    26/09/2019    4 recensioni
Era strano quanto un demone potesse far impazzire la gente, soprattutto un angelo come lui; ed era strano, oltretutto, che lui stesso desiderasse le proposte del suo amico. Almeno la giornata, o le giornate, variavano e prendevano un pizzico di brio.
Un’altra cosa a cui pensò, ma solo per un istante, erano i capelli di Crowley. Erano sempre stati così rossi? Oppure era il riflesso del sole che passava attraverso essi?
Avvertì una strana sensazione. Una sensazione che aveva provato solo in alcune situazione e…solo con lui.
Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse di essere concentrato anche ad osservarlo con troppa intensità.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PICCOLE PREMESSE (consiglio di leggerle prima di passare alla storia)
 
  1. E’ la mia PRIMISSIMA storia su una coppia non etero, perciò se sono caduta troppo nel ridicolo o c’è rischio che qualcuno si offenda (non è mia intenzione offendere, ma può capitare) DITEMELO SUBITO.
  2. Non è rossa (capirete leggendo) però mi serve per “tastare il terreno”. Se dovesse andare bene, non è detto che non ne scriva una…ihihihihih.
 
Buona lettura

 
 
 
Londra era magnifica in autunno, specialmente Richmond Park.
Le sfumature che variavano dal rosso al giallo erano tali da far assomigliare quella stagione al sole durante un tramonto.
Azraphel amava quella stagione e non perdeva occasione di fermarsi al parco ad ammirare il panorama.
Gente che faceva jogging e bambini che giocavano sulle altalene oppure si lanciavano nei mucchi di foglie accatastate sotto gli alberi.
Era tutto perfetto, o meglio…lo sarebbe stato se Crowley non avesse notato il suo sguardo soddisfatto.
Ciò significava che, a breve, il demone gli avrebbe fatto qualche proposta.
“Io prediligo l’estate.” Disse Crowley “Il caldo torrido, l’afa. È come stare all’inferno! Ah, già, lo sai anche tu” ridacchiò, ricevendo un’occhiataccia da Azraphel. Era l’ultima cosa che l’angelo voleva ricordare.
“Sul serio, angelo, non capisco cosa ci trovi nell’autunno” Crowley assunse uno sguardo schifato “La pioggià, il freddo e tutti quegli insetti strani che si risvegliano…quelli verdi per esempio, le cimici” rabbrividì “Ancora non capisco perché il tuo capo abbia permesso a quel tizio…Noè, di farle salire sull’arca”
“Oh, Crowley!” Azraphel sgranò gli occhi “Sono esseri viventi anche loro!”
“Va a punti di vista” ribatté il demone “Ti ricordo che è stato Satana a crearle”
“Ed io ti ricordo che lui è il tuo capo ed essendo tu un suo sottoposto hai l’obbligo di sopportare le sue creazioni”
Crowley sbuffò “Touché” si arrese.
Azraphel lo guardò. Erano seduti su quella panchina da circa mezz’ora e, a parte destare domande e commenti della gente, non era ancora successo nulla.
Crowley non gli aveva fatto proposte strane e nessuno si era fatto male.
Era strano quanto un demone potesse far impazzire la gente, soprattutto un angelo come lui; ed era strano, oltretutto, che lui stesso desiderasse le proposte del suo amico. Almeno la giornata, o le giornate, variavano e prendevano un pizzico di brio.
Un’altra cosa a cui pensò, ma solo per un istante, erano i capelli di Crowley. Erano sempre stati così rossi? Oppure era il riflesso del sole che passava attraverso essi?
Avvertì una strana sensazione. Una sensazione che aveva provato solo in alcune situazione e…solo con lui.
Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse di essere concentrato anche ad osservarlo con troppa intensità.
“Angelo, se non la smetti di osservarmi in quel mondo, giuro su Belzebù che ti regalo un disco dei Queen” minacciò Crowley, sapendo che ad Azraphel non andavano molto giù.
L’angelo si ridestò dai suoi pensieri e sorrise imbarazzato “Scusami, stavo pensando”
“Me ne sono accorto” disse il demone “E mi auguro non sia nulla di strano, amico”
“Veramente mi stavo domandando come mai non mi hai lanciato qualche sfida come al tuo solito”
“Perché, con quello sguardo, viene paura a lanciarti sfide”
Azraphel sembrò offeso, ma fece di tutto per non darlo a vedere.
Tornò a contemplare il panorama attorno a loro, beandosi delle risate dei bambini e del chiacchiericcio divertito dei ragazzi e degli innamorati.
Giusto! Gli innamorati! Era l’amore quello che sentiva?
Non ne era così sicuro, lui non sapeva cosa fosse l’amore. Sapeva solo che era una sensazione che avvolgeva il cuore e ti faceva mancare il respiro ogni volta che si incrociavano gli occhi della persona amata.
Lui provava qualcosa di simile accanto al demone; quindi significava che Crowley per lui era la persona amata?
“Crowley, posso farti una domanda?”
“Se proprio devi”
L’angelo prese un bel respiro e chiese “Sei mai stato innamorato?”
Crowley si tolse gli occhiali e alzò un sopracciglio “Me lo stai chiedendo davvero?” Azraphel annuì “Non so risponderti a questa domanda”
“Non hai mai provato amore?” domandò l’angelo “Neanche una stretta al cuore o cose simili?”
“Eddai, angelo!” esclamò Crowley, evidentemente seccato e…imbarazzato “Perché ti interessa tanto una cosa del genere?”
“Perché…” Azraphel deglutì “Perché io l’ho provata”
Crowley ridacchiò “Mi chiedo chi è la poveretta che dovrà subirsi la tua bontà”
Azraphel abbassò lo sguardo “Temo che non ci sia nessuna poveretta” Crowley lo guardò incuriosito “Ma piuttosto…un poveretto”
A quelle parole, il demone spalancò la bocca ed emise un lungo suono sordo “Angelo!” il tono di voce era scandalizzato…o quasi “Non puoi dire certe cose ad un demone!”
“Che succede se dico certe cose?” domandò Azraphel, tenendo lo sguardo basso.
“Che finisci dritto all’inferno, amico” rispose Crowley “Noi demoni possiamo fare quello che ci pare, tanto siamo già all’inferno, ma voi angeli non potete fare certe cose!” poi rifletté “Se non sbaglio chi ama qualcuno dello stesso sesso non è destinato al paradiso”
Azraphel continuò a tenere la testa bassa ed il suo sguardo si rabbuiò.
“Allora, credo che prima o poi ti raggiungerò”
Crowley sorrise amaramente. In fondo, non voleva che il suo amico finisse all’inferno.
Non era un luogo adatto ad uno come Azraphel.
Azraphel era l’angelo più buono del paradiso, superava persino l’Onnipotente a detta di Crowley. Se lo avesse visto all’inferno sarebbe morto.
L’acqua santa passava in secondo piano in un batti baleno.
“Angelo, non finirai all’inferno.” Cercò di rassicurarlo Crowley “Finché non farai cose strane con questa persona, resterai al tuo posto”
Azraphel si rassicurò un poco ed emise un lungo sospiro.
“Approposito!” continuò Crowley “Mi hai incuriosito. Chi sarebbe il poveretto?” domandò “Dimmi solo che non è Mimì della St. George Road! Lo sanno tutti che non è donna” ridacchiò.
Azraphel scosse la testa “No, Crowley, temo che sia qualcuno molto vicino a me”
Crowley ebbe già la risposta e questo lo fece fremere. Però voleva sentirla da lui.
“Crowley…credo…di essermi innamorato di te” Azraphel attese un urlo, un pugno, una sfuriata, insomma qualcosa che gli facesse capire di essere un grandissimo stupido.
Un angelo ed un demone non potevano stare assieme o innamorarsi. Senza contare che demone e angelo dello stesso sesso era qualcosa di ancora più grave ed Azraphel, per questo, sentiva già le fiamme dell’inferno avvolgerlo e disintegrarlo.
Irrigidì il suo corpo, per evitare che l’eventuale colpo di Crowley facesse troppo male. Ma nulla accadde.
Il suo corpo restò teso, ma non per un colpo; bensì per una carezza sulle mani, che teneva incrociate a mo’ di preghiera.
Sgranò gli occhi, arrossendo all’improvviso e voltandosi verso il demone. Quest’ultimo aveva uno strano sorriso in volto.
“Ti confermo che questa confessione ti ha riservato il miglior posto dell’inferno” rise, ma non era una risata maligna o ironica. Era quasi maliziosa.
“Credo che Belzebù abbia un letto libero accanto al suo” aggiunse “Tranquillo che puzza meno di Hastur”
Azraphel non seppe definire se quelle parole fossero più o meno pesanti di un colpo in testa.
Se Crowley gli avesse detto che non era ricambiato, forse avrebbe sentito meno dolore. Sospirò.
“Avevi detto che non sarei finito all’inferno se non facevo cose strane”
“Hai ragione, l’ho detto, ma ho cambiato idea e ti svelo il perchè, avvicinati” Crowley gli fece cenno di avvicinare l’orecchio e Azraphel obbedì.
Gli sussurrò qualcosa…qualcosa che fece tornare il sorriso all’angelo.
 
*****
 
Dopo un lungo sospiro di piacere, Crowley si sdraiò pesantemente sul letto. Gli occhi chiusi ed il fiatone.
“Cazzo, angelo!” disse ad un certo punto “Non ho mai provato niente del genere con Titty, Gina e Mimì della St. George road”
“Crowely!” Azraphel gli diede un piccolo colpo sulla spalla nuda “Non è carino dire certe cose dopo un momento come questo! E poi, scusami, non avevi detto che Mimì era un uomo?”
“E’ una storia lunga” Crowley emise un altro sospiro e si ritrovò Azraphel che gli passava una mano fra i capelli “Sai una cosa, angelo?” Azraphel scosse la testa, incitandolo a parlare con lo sguardo “Credo di poter essere d’accordo con la tua confessione del parco” disse il demone.
“Allora, se è così…” Azraphel passò una mano sul petto di Crowley “…male per male, voglio finire all’inferno da angelo felice”
Crowley fremette “Ed io sono disposto a nuotare nell’acqua santa” anche se non l’avrebbe mai fatto “L’autunno non è poi così male”
Ripresero ad amarsi, stavolta più lentamente.
Azraphel pensò che se all’inferno avesse fatto una vita come quella, sarebbe andato avanti per tutta l’eternità e Crowley, dopo un’attenta valutazione, scoprì che il paradiso non era poi così male.
Stavano tutti bene.
  
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