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Autore: Anown    26/09/2019    3 recensioni
Potrebbe passare le vacanze in pace invece, Harold, decide di dare ripetizioni di storia ad una persona poco collaborativa.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harold, LeShawna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Era una bella giornata, una delle ultime delle vacanze pasquali. La maggior parte delle persone avevano deciso di passare la giornata fuori casa, ma per i due studenti seduti a quello che normalmente veniva utilizzato come tavolo da cucina non era stato possibile.
Un quattrocchi piuttosto smilzo dai capelli castano ramato era intento a sottolineare e parlare fra sé e sé per organizzarsi un discorso, mentre la ragazza mora sedutagli accanto, in carne e dalle ampie spalle, lo osservava dubbiosa e già stanca. Non era probabilmente fra le studenti più attente e volenterose, anzi, ma si sentiva esclusa quando il ragazzo si isolava mentalmente per concentrarsi, anche se lo faceva in funzione di facilitarle il lavoro.
-Allora...- disse Harold quando si sentì pronto per la spiegazione e si voltò a guardarla. -I punti chiave da ricordare quando parliamo del secondo conflitto mondiale sono...-
-Ho fame, non potremmo pranzare e riprendere dopo? - Lo interruppe Leshawna cercando una scusa, non riusciva più a fare attenzione.
-Non mi sembra una buona idea, dopo l'assunzione di carboidrati aumenta l'attività della serotonina e diventa difficile mantenere la concentrazione.-
-Viene l'abbiocco, quindi?- semplificò lei.
-Già... Ci converrebbe finire almeno questo capitolo, tanto rimangono poche pagine e non dovremmo metterci molto.- disse il ragazzo evitando di staccare gli occhi dal libro di storia. Temeva di non avere abbastanza polso per dirle di no se avessero incrociato quegli occhi scuri, così aveva deciso di tentare questa nuova tattica.
-Ma anche i lavoratori hanno una pausa pranzo.- obbiettò la ragazza.
-Quello che sta lavorando gratuitamente sono io, ti ricordo che questi non sono i miei “compiti per le vacanze”... -
-Vero!- lo interruppe bruscamente alzandosi. -Come ho potuto essere un datore di lavoro così terribile da non concederti la pausa! Tranquillo, vado a vedere cos'è rimasto in frigo!-
-M-ma...- la ragazza si era già diretta all'elettrodomestico. -Leshawna!- provò inutilmente a farla tornare indietro. -Almeno sul frigo dovrei poter comandare io.- borbottò.
-Non è tuo, tesoro, è di tua madre.- lo corresse beffarda.
-Ancora peggio, non dovresti poter far valere alcuna pretesa sul...-
-Visto che la pausa serve anche a te? Stai cominciando a parlare tutto strano, messere.- lo prese in giro.
-...Messere? Ordunque persevera pure nel procrastinare senza recalcitranza alcuna...- il ragazzo provò a stare al gioco.
-Ok...- e con sua delusione lei smise immediatamente di trovarlo divertente.

Come aveva previsto, a Leshawna venne l'abbiocco...
-Che ti avevo detto?- disse senza soddisfazione.
-Riguardo a cosa?- cercò inutilmente si fingersi attiva e non far capire che la sua attenzione fosse ulteriormente calata.
All'improvviso il ragazzo se la ritrovò appoggiata al braccio.
“Se la situazione fosse inversa mi avrebbe già schiantato da qualche parte?” si ritrovò a chiedersi, un po' snervato dalla situazione che si era creata fra loro da un po' di tempo.
Non aveva chiaro come lei lo considerasse, si era inizialmente convinto che fossero una coppia, ma aveva dovuto abbandonare questa sua convinzione dopo poco. Sembrava ritrarsi quando provava a toccarla o a baciarla, una volta l'aveva spinto, giustificandosi inseguito dicendo che era stato un riflesso involontario causato da un suo avvicinamento improvviso.
Lei, dal canto suo, non si faceva problemi ad essere espansiva nei suoi confronti e stargli addosso, si appoggiava spesso a lui come stava facendo in quel momento. Lo faceva se era triste, quando sembrava che le venisse da piangere. “Sarebbe già qualcosa capire cosa intende quando dice di non piangere mai...” Lo faceva anche se era preoccupata, per qualcosa o per qualcuno. Harold si chiedeva se se ne accorgesse o se le venisse di farlo spontaneamente senza farci troppo caso e darci peso.
Magari era lui a prestare troppa attenzione a qualunque azione della ragazza e a cercare di interpretarla. Dava un significato anche al modo in cui portava i capelli. Ultimamente non si preoccupava più tanto di legarli e di quando diventavano più crespi e arruffati “In realtà sta bene anche così...” osservandola aveva escluso fosse legato al suo umore. Gli piaceva pensare che non si preoccupava della natura dei propri capelli perchè erano particolarmente in confidenza.
“No, non si preoccupa di come appare perchè non ti vede come probabile partner sessuale” gli aveva detto qualche giorno prima la sorella più grande senza farsi troppi problemi.  
Parlarne con lei era strano... Beh, non aveva molti altri con cui parlare delle proprie paturnie amorose e per Celia che aveva già da lamentarsi della sua di vita sentimentale e non provava molta simpatia per la ragazza, la situazione era piuttosto chiara, o si decideva a comportarsi in modo chiaro con lui, o doveva lasciarla perdere e allontanarla. Inquietato dalla prospettiva Harold aveva invece deciso di essere più cauto nei confronti di Leshawna ed evitare che si sentisse sotto pressione. “Sottone” l'aveva simpaticamente apostrofato la sorella, ma per Harold, Leshawna era diventata una persona molto importante. Non poteva pensare di non parlarle più, non passare più il tempo insieme a lei che cercava di interromperlo durante le ripetizioni, distrarlo e prenderlo in giro. Era un ipotetico strappo dolorosamente intollerabile. Forse era perchè non aveva chissà quanti amici e chissà che grande capacità di farsene, forse sarebbe stato lo stesso anche se fosse stato mister popolarità anziché uno sfigato “Preferisco lupo solitario...” pensò Harold chiedendo cortesemente alla propria consapevolezza di patteggiare.
Si addolcì osservando l'assonnata amica  accucciata contro di lui “...Amica?” Ma le picchiettò con le dita sulla testa per richiamarne l'attenzione.
-Non che mi dispiaccia di questa situazione, anzi, ma così finirai davvero per addormentarti...-
-Sei scomodo.- aveva commentato tastandolo. -Così magrolino che sembra di stare appoggiati ad un modello anatomico...-
-Scusa tanto se non sono più soffice.- aveva risposto un po' infastidito.
-Tranquillo.- rispose con una pacca sulla schiena. -Lo so, non è colpa tua… - disse comprensiva.
Non le rispose ma non potè evitare di rivolgerle una smorfia.
Alla fine non ci arrivarono e dovettero finire il capitolo il giorno successivo.
Quel giorno era il turno di Harold di essere poco sveglio. Aveva passato la nottata appresso alla sua gatta in preda al delirio febbrile, intenta ad attaccare e ferire qualunque cosa si muovesse.
-Ora come sta?- aveva domando Leshawna con tono apprensivo.
-Credevo la odiassi.-
“Mi evita come la peste, mi guarda come se fossi il demonio...” pensò rievocando l'immagine di quel grosso meticcio fulvo dagli occhi fiammeggianti e costantemente arrabbiati. A preoccuparla era più l'umore di Harold che la delirante gatta oltre ai vari graffi che il ragazzo presentava sul viso e sul dorso delle mani. “Vorrei capire con cosa è incrociata quella specie di piccolo puma...” non aveva avuto gatti ma era sicura che le femmine dovessero essere un po' più piccole...
-Kunoichi è stata operata, la febbre sembrerebbe essere stata provocata da un'infezione alle ovaie, ora sta bene. Però sarà un po' giù e indebolita nei prossimi giorni. Potrebbe sentirsi piuttosto indifesa e insicura...- disse la diagnosi pensoso.
“Indifesa... Quella belva?” era difficile immaginarsela così, ma Leshawna aveva deciso che per quel giorno era meglio dimostrare più tatto che poteva e non fare battute.
Harold sbadigliò, era esausto, ma molto più sereno dopo l'operazione.
“Kunoichi mi ha già massacrato... la scusa della mancanza di sonno è credibile... facciamo questo esperimento...” dopo essersi preparato mentalmente e lentamente si adagiò sulla spalla di Leshawna fingendo di essersi addormentato. In un primo momento la ragazza ebbe un sussulto.
-Ehi? ...Ehi?- fece qualche tentativo di chiamarlo, Harold era già piacevolmente sorpreso dal mancato impulso di spingerlo via, lei sospirò. Si limitò a carezzargli il capo per qualche secondo.
Harold rimase confuso dall'esito dell'esperimento, ma continuò la recita per qualche secondo poi si costrinse a raddrizzarsi fingendo di essersi ripreso e sospirò pensieroso passandosi la mano sulla testa.
-Domani non posso aiutarti...- annunciò improvviso. - Faremmo meglio a darci una mossa.- ma anche quel giorno l'argomento guerra mondiale rimase incompiuto...

-Se ti stai chiedendo perché non sono venuto da te, ti ricordo che oggi avevo il partime. - rispose preventivamente il giorno dopo, alla telefonata di Leshawna.
-Lo so, me lo avevi già detto. Stai avendo dei vuoti di memoria o sbaglio?- aveva scherzato lei
-No, ma ho l’impressione che quando parlo tanto non mi ascolti, volevo solo essere sicuro che te ne ricordassi e.... a proposito di ascoltarmi e ricordare, cosa sai dirmi del New Deal?- domandò a tradimento.
-Eh... ricordo che non c'entra direttamente con la seconda guerra mondiale...-
-Ma oltre ad essere segnato fra le pagine da studiare serve per il contesto degli USA... Va a riguardarti il New Deal.- disse severo quando capì che la ragazza non stava più provando a dargli una risposta.
-Consideralo fatto.- rispose infastidita -Non è che ti sei trovato un lavoro partime proprio per avere una scusa per non aiutarmi più? Vero? - chiese in tono apparentemente scherzoso.
-No…-
-Mi sei sembrato un po’ nervoso ultimamente… Sopratutto ieri... -
-Era per Kunoichi, anche se pure darti ripetizioni può essere stressante.- dovette ammettere. -Ho l'impressione che importi più a me che a te… Dovresti essere più responsabile.-
-Lo so. Lo so…- ripetè infastidita. -Non è che non voglio concentrarmi, è che non posso.- ripetè con voce ferma. “E se insisto mi viene mal di testa...” era convinta che anche il suo corpo si opponesse all'apprendimento “Ho bisogno di quelle pause, non è un capriccio!” -Posso tranquillamente cavarmela da sola se per te è pesante e se credi che non mi stia impegnando.- era molto infastidita dalla situazione. Harold non rispose subito, la cosa non la sorprese, ma non sapeva se esserne contenta.
-Sarà una semplice questione di stress...- rispose abbastanza positivo. -In piccole dosi aiuta alcune persone a concentrarsi, ma in altre compromette concentrazione e memoria.-
-Non capisco, perchè sei così determinato ad aiutarmi? Non ti pago mica... Non fraintendere, mi fa comodo e se sei disposto a soffrire insieme a me è meglio... da sola mi annoio, ma...--
“Infatti io amo farti compagnia... spero che pensi lo stesso... o che provi qualcosa di simile...”
-Domanda davvero stupida. Non voglio che ti boccino e mi sentirei in colpa a non aiutarti se so di poterlo fare. E poi lo sai, se c'è un problema ci sono sempre...- “Dovresti saperlo” -Se c'è qualcosa che ti preoccupa, puoi...- la ragazza lo interruppe.
-Bocciarmi? Mai successo! Me la sono sempre cavata in un modo o nell'altro.- disse come se si stesse vantando. -E' solo la storia di quest'anno a non volermi entrare in testa, ma evitiamo di essere tragici...- sdrammatizzò la ragazza. Più che dal non riuscire nella materia in sé era infastidita da altro. Non voleva dargli l'impressione di starsi approfittando di lui senza metterci neanche impegno, avvertiva qualcosa di sbagliato nell'indebitarsi in quel modo col ragazzo.
-Gatta convalescente a cui sto poco simpatica o no, credo che anche domani dovremmo spostarci a casa tua.- disse ricordandosi il motivo della telefonata.
-Ok... ma è successo qualcosa?-
-Mio padre rimarrà a casa tutto il pomeriggio ed... non è che tu gli sia particolarmente... come potrei dire?-
-Mi spieghi perchè non piaccio a tuo padre?- si lamentò il ragazzo.
-Forse perchè la prima volta che lo hai visto ti sei messo a fargli terrorismo psicologico su quella cosa al dente?-
-Ah, il granuloma silente che rischiava la setticemia, ma che lui non si voleva togliere?- disse con tono lievemente accusatorio.
-Esatto!- sogghignò lei.
-Ma mica glielo ho fatto venire io? L'ho solo avvertito dei rischi che correva! - Il fatto che l'uomo collegasse immediatamente Harold al dentista e al rischio di un infezione era illogico, era convinta che anche suo padre lo sapesse. Ma ogni volta che sentiva nominare Harold, si tastava il lato sinistro della mascella con un espressione di fastidio sul volto.-Mi avrebbe dovuto ringraziare per averlo convinto! E poi non gli piacerei comunque...-
-Lo hai infastidito apposta?- lo punzecchiò vagamente divertita.
-Continuava a squadrarmi e dire cose per mettermi a disagio... m-ma non l'ho fatto apposta!- si discolpò malamente. -Stavo innocentemente cercando qualcosa su cui deviare la sua concentrazione e visto quel curioso gonfiore sulla mascella...- nonostante tutto quel pomeriggio si era divertita a osservare Harold mentre cercava di cavarsela con sua padre, anche se forse sarebbe dovuta intervenire in difesa del ragazzo... si discolpò pensando che comunque anche i familiari del ragazzo non facevano molto per metterla a suo agio.
-Tranquillo, non è che io faccia proprio impazzire tua madre e tua sorella... e nemmeno il gatto... sono abbastanza sicura che pisciarmi nella borsa sia il suo pensiero fisso.-
-Beh, secondo te perchè ti ho detto di non lasciarla mai incustodita? Ai gatti non piace che gli estranei invadano il loro territorio, avresti almeno potuto darle da mangiare se volevi fare amicizia. Ma per quanto riguarda mia madre, non ha mai detto nulla di particolare su di te e...- non si erano neanche incrociate granchè, la donna passava molto tempo a lavoro, ma probabilmente non la considerava una criminale, era un ottimo punto. -Per quanto riguarda Celia invece...-
-Eh... già, non è che la tua cara sorellina è giusto un filino...-
-No, qualunque possa essere la tua etnia, religione o orientamento, lei non si fida a prescindere del mio giudizio da quando la fidanzata che avevo a dodici anni ha dato fuoco al tavolo.- disse in tono allegro come se si stesse levando di torno un argomento spinoso. “Ti trova antipatica anche per diverse cose successe durante il reality ma...” questo preferì non dirglielo. -Leshawna? Sei ancora li?- chiese un po' preoccupato.
-Hai avuto una fidanzata?!- esclamò sorpresa. -Ah scus... No, aspe'... Una piromane?!-
-Abbiamo fatto tutti le nostre sciocchezze alle medie, no?-
-Il massimo che ho fatto è picchiare o minacciare qualcuno, mai dato fuoco a nulla.-
-Forse mia sorella non ha tutti i torti...- mormorò il ragazzo.
-Beh, mio candido fiorellino, non mi risulta che io abbia mai attentato alla vita del preside.-
-Quello della freccia è stato un incidente...-
-E se le persone attorno a me diventassero o fossero manesche, giusto due domande me le farei...-
-Ti senti quando parli? Stai giustificando la violenza sulla base della simpatia che fa una persona?-
-Lo dicevo con affetto, zuccherino, con affetto...- puntualizzò -E poi non sono io ad aver steso il povero Duncan...- Harold sapeva quanto poco fosse dispiaciuta per il povero Duncan, ma forse nemmeno lui era la persona giusta per criticarla.
-N... Non mi sono accanito su di lui... e poi non è che lui sia mai stato delicato con me!- “Quasi nessuno è mai stato delicato con me...”
-Uhm... quindi la violenza è giustificata se su una persona di suo violenta?- gli domandò dando l'impressione di divertirsi.
-N...- “Se non ci si accanisce e ci si limita a mettere fuori combattimento l'altra persona... in base al contesto...” -N-n...-
-Nnnnnn, cosa, tesoro?- sì, si stava davvero divertendo.
-Non è che nel frattempo ti è tornato qualcosa a proposito del New Deal?- voleva divertirsi anche lui.

Entrando in casa di Harold il giorno seguente, a parte il ragazzo, Leshawna si ritrovò una Kunoichi molto delusa all'ingresso, sperava probabilmente che ad entrare fosse qualcun altro, magari la madre di Harold con del cibo. Il ragazzo le lasciò sole per andare a prendere il suo quaderno con gli appunti. La gatta rimase a fissarla per qualche istante.
-Sono solo io, mi spiace.- le disse Leshawna. L'animale le girò attorno annusando l'aria. -E non ho neanche da mangiare...- si chinò provando a toccarle la testa. “Magari la convalescenza l'ha addolcita un po'...”
-Mwrooo...- borbottò con voce meno potente del solito. Corse in cucina e si tuffò con poco riguardo  sulle gambe di una lentigginosa castana seduta al tavolo con una tazza fumante. Lei e il fratello, a parte per il colore dei capelli mantenevano un'aria di familiarità, anche lei magrolina e spigolosa dal naso sottile e adunco.
-Ahi!- esclamò a causa dell'impatto. Guardò male la gatta in un primo momento, poi le accarezzò il capo e si voltò a guardare l'ospite. Leshawna osservò che pure le sue mani erano graffiate -Ciao...- mormorò Celia con poco entusiasmo tirando su col naso.
“Piange? O forse è solo...” -Raffreddata? ...Oppure è allergia?- Celia fece cenno di sì con la testa. -Eh...- Leshawna cercò qualcosa da dire per rompere il ghiaccio mentre aspettava che Harold si facesse vivo. Provò a fare qualche domanda su Kunoichi. Non era un argomento esaltante, ma le sembrava la cosa più sensata di cui parlare. Fu un sollievo quando arrivò Harold.
-Per la cronaca, ti sorprenderesti di quanto è pulita la mia fedina penale...- provò a scherzare goffamente prima che la ragazza se ne andasse. “Davvero non ho trovato di meglio?” si pentì immediatamente. “P-perchè diavolo ho sentito il bisogno di parlargliene?”
-E' quello che direbbe una con la pedina penale sporca...-  le rispose con voce nasale. Con un ritardo di diversi secondi provò a fare una risata forzata. -Se avete bisogno di me, sono di là...- diede la gatta al fratello e si ritirò lanciando alla ragazza qualche occhiata sospettosa.
-Probabilmente il peggior tentativo di far colpo su mia sorella che abbia mai visto.- commentò ridacchiando. Si sedette sul divano la gatta gli rimase sulle ginocchia a zampettare, sembrava più affettuosa del solito. Forse voleva ingraziarsi le vittime del suo raptus febbrile, forse era solo contenta di essere ancora viva.
-Non stavo provando a... Non mi importa piacerle...-

Resistette una ventina di minuti alle spiegazioni e appunti di Harold, poi cercò una scusa per interromperlo e avere qualche minuto di pausa. Sarebbe stato più onesto confessargli che non riusciva più a stare attenta, ma decise di chiedergli degli strani disegni che gli aveva trovato fra i suoi appunti. Grandi rettili alati e squamosi, non erano brutti disegni, ma apparivano estremamente disordinati. Le linee erano sporche, in alcuni punti decisamente troppo calcate.
-Ti piacciono? Li ho fatti io! - aveva detto orgoglioso.
-Beh, sei bravo. - ammise la ragazza.
-Sai, avevo pensato di lavorare alle illustrazioni di libri fantasy o di fare fumetti. - aveva detto lasciando perplessa Leshawna. -Ma mia madre mi ha fatto fare le corse quando gliel'ho detto. - rise un po’ malinconico.
-Ha fatto bene. - aveva commentato improvvisamente la ragazza. -Sei una persona molto intelligente nonostante tutto.-
“Nonostante tutto?” pensò offeso.
-Sfruttando bene le tue capacità non dovresti avere troppi problemi all'università e potresti trovare un buon lavoro, anche guadagnare bene. Non dovresti perdere tempo con strade insicure... - Harold rimase un po' sorpreso e disorientato dalla fiducia che sembrava riporre nelle sue capacità.
-Beh, sono contento che ti preoccupi del mio futuro... anche se dovresti farlo prima di tutto con il tuo...- sospirò, ma pensò che scherzarci su potesse essere il modo migliore di ritirare fuori l'argomento. -Oppure ti preoccupi del mio futuro perchè pensi di appoggiarti a me?-
-In che senso?-
-Non so se ci serviranno cifre astronomiche se rimarremo a vivere con mia madre...- disse cercando di darsi un'aria pensosa.
-Quand’è che ti avrei detto che sarei...? Stai scherzando voglio sperare?- il ragazzo le rivolse un sorriso innocente. Aveva imparato a non essere mai troppo certa del fatto che scherzasse o fosse serio… Sì, in teoria era intelligente, ma a volte se ne usciva con delle frasi assurde… tra alieni, poteri psichici e vantaggi di avere le branchie…
-Non mi piace molto l'idea di lasciare sola mia madre...- almeno per quella frase le era sembrato serio, anche se troppo prematuro.
-Mi sembra troppo presto per preoccuparsi di queste cose e magari quando vorrai cominciare ad abitare per conto tuo...-
-Con te...- l'aveva interrotta il ragazzo. -Non mi piace l'idea di vivere da solo...- ammise inarcando le spalle.
-Comunque, lei potrebbe essersi già risposata o avere qualcun altro con cui convivere.- riprese Leshawna.
-Non neghi che potremmo vivere insieme, quindi.- osservò Harold.
Ne era in qualche modo attratta, ne era cosciente e non aveva mai sentito il bisogno di mentire sulle proprie pulsioni, ma non era un'attrazione particolarmente forte e gli era molto legata sebbene irragionevolmente. Era già strano che riuscisse a tenere i contanti con qualcuno così distante da sé e dal suo ambiente abituale, forse funzionava più che altro per le ripetizioni, che altro avevano in comune?
-Non si può prevedere il futuro...- disse ragionevole. -Riprendiamo a studiare prima che ti vengano altre strane idee... E comunque non sei neanche così bravo... - prese la matita e fece un velocissimo schizzo del ragazzo, lui osservò il disegno molto sorpreso.
-W-wow... Ok, però disegnare un drago pieno di scaglie è decisamente più difficile di abbozzare le fattezze di una persona... - aggiunse infastidito. Leshawna era abbastanza divertita dalla sua reazione. -Però impegnandoti un po', fra te me e Gwen, probabilmente quella con più probabilità di finire in un'accademia delle belle arti potresti essere tu... - ammise stupito combattendo fra il proprio orgoglio e l'ammirazione. -Forse è per questo che sostenevi così tanto Gwen? Perchè lei a differenza tua aveva intenzione aveva il coraggio e l'intenzione di sfruttare il suo talento?- la stuzzicò il ragazzo. -Che carina!- rise.
-Smetti di farti film mentali su di me.- sbuffò la ragazza -Non ho alcun interesse per l'arte, sono brava per caso. Al massimo ne ho approfittato per far ridere qualche compagno o far abbassare la cresta a qualche novello artista... Non c'è un grande disegno dietro, le abilità vengono distribuite a caso e tu ne sei la dimostrazione.- disse irremovibile.
-Le mie uniche doti che vanno bene sono quelle che mi permetterebbero di avere una carriera solida? Che materialista... vorrei vedere la faccia tua e di mia madre se un giorno me ne andassi a fare il prestigiatore!- sorrise il ragazzo
-Ora se vogliamo continuare con la seconda guerra mondiale...-
-Ah giusto, giusto... però...-
-Che c'è?-
-Posso tenere il disegno?- chiese allegro.
-Ok...-
-E' la prima volto che qualcuno mi disegna senza farmi una caricatura offensiva.-
“E' la prima volta che disegno qualcuno senza fargli una caricatura offensiva...”
-E' il tuo secondo regalo.- Harold andò a posare il disegno.
-Eh? Quale sarebbe il primo?!- il ragazzo le indicò un vecchio ombrello. -Stava piovendo... te l'ho dato per questo...-
-Però hai detto che non dovevo restituirtelo...- puntualizzò pensoso. -E' un regalo quindi...-
“Mi sa che devo evitare di mollargli quella sciarpa che mi hanno regalato per Natale...” pensò temendo che il ragazzo potesse dare troppo valore al gesto. “Però... odio le sciarpe, ma odio anche sprecare...” sospirò.
Una volta tornato, Harold rimase chino al suo livello a fissarla particolarmente concentrato sui propri pensieri, sembrava volersi avvicinare col viso, poi ci ripensava e si ritirava leggermente indietro cercando di non perdere l'equilibrio producendo un movimento ondulatorio.
-Eh... tutto a posto?- lo richiamò facendolo sussultare. -Mi verrà la nausea a guardarti dondolare in quel modo...- disse sospettosa.
-Già scus...- perse l'equilibrio e cadde in avanti dandole una facciata.
-M-ma che diavolo?!- esclamò portandosi la mano alla fronte dolorante.
-Ahi!- esclamò l'altro tenendosi il naso. -Non l'ho fatto a posta...- si discolpò sedendosi sul divano e prendendo un'occhiataccia da Leshawna. -Volevo solo capire se potevo baciarti.- si sfogò con voce non facendo caso al fatto che suonasse patetico. -Se era il momento giusto...-
“Lo sospettavo...” -E per vendicarti hai deciso di rompermi il cranio?- sorrise prendendolo in giro.
Il ragazzo si avvicinò di nuovo, ma non le diede una testata come si era aspettata per un attimo, la baciò. Prima che potesse reagire in qualche modo sentì un odore ferroso e un liquido caldo scendergli sopra il labbro. Il ragazzo si ritrasse comprendo con la mano la parte inferiore del viso con fare agitato.
-Sanguini...- constatò lei sfregandosi il labbro. Sogghignò per un istante, un po' per la situazione, un po' per il modo di fare di lui.
-Non me ne ero...- cominciò infastidito, spostava lo sguardo come se non sapesse dove guardare, alla fine lo puntò verso il basso, pessima idea... -Ah...- ritirò la testa all'indietro per non favorire la fuoriuscita di sangue. -Beh, almeno hai una scusa per evitare di baciarmi...- disse frustrato, sapeva che la ragazza stava per ritrarsi dal bacio prima che fosse lui a farlo o comunque lo presumeva. Leshawna lo guardò storto e cercò di constatare a che punto fosse l'epistassi, forse si stava fermando...
-Posso provarci lo stesso...- la prese come una sfida e cercò di immobilizzarlo, doveva essere la parte più semplice. “Che cosa sto facendo? A questo punto era meglio la sciarpa...”
-Ferma, ferma!- cercò di allontanarla gesticolando con una mano, l'altra la teneva davanti il viso. -Non potevi pensarci prima? Adesso vorrei occuparmi del mio naso, grazie!- disse irritato alzandosi per recuperare dei tovaglioli dal tavolo. Effettivamente il sanguinamento sembrava peggiorare. Leshawna sospirò sollevata. -Ah! Lo sapevo che ti faceva schifo!-
-Beh, dovresti essere contento che non mi ecciti vederti sanguinare.- sorrise soddisfatta della propria spiegazione. Harold tornò a sedere vicino a lei non trovando modo per ribattere.
-Continuiamo dopo...- Leshawna non capì subito che si riferiva allo studio, si era dimenticata perchè era lì. -Se abbasso la testa finisco per tingere di rosso tutto il libro.-
-Alla professoressa verrebbe un colpo.- sogghignò Leshawna. -E normale che ne esca così tanto? A furia di scavarti il naso si sarà danneggiato.-
-Mai fatto nulla del genere.- negò il ragazzo. -La forza di gravità e la tua testa hanno fatto tutto da sole, ma non mi sembra rotto. Grazie per la preoccupazione comunque...-
-Prego.- Si sporse verso di lui “Che sto facendo?” Lo baciò sulla guancia. Lui sorrise un po' sorpreso poi premette più forte il fazzoletto contro le narici.
-Ah...- fece a disagio. -Vado a prenderne altri.-
Entrò in cucina anche Celia dirigendosi verso il tavolo, anche lei lì per i fazzoletti, diede un'occhiata insospettita.
-Le sono caduto a dosso e ho impattato contro la sua testa.- spiegò Harold, Celia accettò la spiegazione, conosceva bene l'equilibrio del fratellino.
-Si è fatta male anche lei?-
-Sì...- rispose guardinga Leshawna.
-Allora e tutto a posto.- constatò l'altra, a Leshawna sembrò sorridesse.
“Non sono molto normali in questa famiglia...”


Note
-Il New Deal è il piano di riforme sociali ed economiche promosso dal presidente Roosevelt fra 1933 e il 1937.
-Con kunoichi si intende un ninja di sesso femminile. Mi sembrava adatto.
-Curiosando nelle wiki delle scene eliminate ne ho trovata una di Harold che diceva  di aver accidentalmente sparato una freccia al preside. Bridgette potrebbe non essere il concorrente maldestro più pericoloso.
-L'oneshot è di diversi mesi fa, infatti l'abilità di Leshawna nel disegno è ripresa dall'ending del primo episodio di Total Dramarama. Siccome sono una che trova divertenti le cose stupide ho trovato buffo il fatto che Leshawna a quattro anni disegnasse meglio di Gwen, poi va beh, alcuni di quei bambini di quattro anni sembrano capaci di leggere e scrivere oltre a molto altro che non dovrebbero fare e anche altri personaggi disegnano meglio di Gwen(Carrie, Chet, Lorenzo, probabilmente Duncan) Harold non mostra abilità e interesse nel disegno, ma nel contesto della scena che stavo scrivendo mi sembrava adatto e poi interesse più, interesse meno...

Angolo dell'autrice:
Ho qualche problema col sentimentale(è sentimentale ...giusto? Beh, non è uno splatter o... non è uno splatter, vero?) a volte mi sento anche abbastanza in imbarazzo a pubblicare oneshot di questo tipo, ma anche per questo vorrei un po' allenarmi col genere e migliorare, sperando nel frattempo di aver tirato fuori qualcosa di decente e di non aver fatto troppi errori.
Spero che la storia possa esservi piaciuta, se siete arrivati a leggere fino a qui vi ringrazio. Mi farebbe molto piacere un vostro parere.
Alla prossima!
  
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