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Autore: The Bride of Habaek    26/09/2019    0 recensioni
Bisogna perdersi per ritrovarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gilbert Bougainvillea
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Violet Evergarden

The Wind of Destiny - Racconta: Gilbert Bougainvillea
Il vento l'ha trascinata fin qui per una ragione, non credevo che lei fosse sopravvissuta a quell'interminabile battaglia in cui abbiamo perso una parte di noi. Una lettera scritta a macchina è volata di fronte al mio occhio superstite, l'ho raccolta leggendola tutta d'un fiato:

*Come stai, mio amato maggiore Gilbert? Ora dove sei? Com'è cambiata la tua vita? C'è qualcosa che ti tormenta? Ti capita mai di pensare a me? Primavera, estate, autunno e inverno, sono trascorse molte stagioni, ma non è mai venuta quella del tuo ritorno. All'inizio non capivo, non riuscivo a comprendere i tuoi sentimenti. Ma nel corso della nuova vita che mi hai dato, a poco a poco ho imparato a provare sentimenti, grazie alle lettere che scrivevo per gli altri e alle persone che ho incontrato, per questo non ti sarò mai abbastanza riconoscente. Credo che da qualche parte tu sia ancora vivo e presente. Io vivrò la mia vita. Non so cosa mi riserva il futuro. Giorni belli e brutti, ma vivrò, io vivrò, io vivrò! Con passione, con la tenacia che ho imparato da te. Giuro che vivrò! E quando ci rivedremo, perché so che ci rivedremo, finalmente ecco quello che ti dirò: adesso so cosa significa "ti amo". 

Il fato ha voluto donarci una seconda opportunità, abbiamo sofferto così tanto che ora non riesco a credere che la mia Violet sia ancora viva e pensa a me. Scrivo una lettera per lei e la spedisco al centro postale in anonimato in cui la invito a scrivere una lettera di vitale importanza. Sulla lettera non specifico il mittente ma solamente il destinatario e la méta dove desidero essere raggiunto. Il luogo d'incontro è la baita in riva alla scogliera, al tramonto, quando la luna e il sole sono allineati e possono nuovamente incontrarsi. Passeggio avanti e indietro per la casa temendo che lei non accetti l'invito visto che si tratta di una lettera anonima, quando sento bussare alla porta scatto e vado ad aprire. La sua ampia gonna a irradia di luce propria la stanza, il suo corpetto cobalto dona un tocco di vivacità ai suoi movimenti. Lei si china in un grazioso inchino posando a terra la valigetta contenente la macchina da scrivere dicendo:
"E' un piacere conoscerla. Se è vostro desiderio, andrò ovunque mi richiederete. Auto Memory Doll Violet Evergarden, agli ordini."
"Violet."
Sentendo la mia voce solleva immediatamente la testa e mi guarda incredula.
"Sono proprio io, sono tornato."
Riesco a dire con la voce spezzata per l'emozione.
"Maggiore sei veramente tu? Sto forse sognando?"
Dice sforzandosi di trattenere le lacrime.
"Ti racconterò ogni cosa, promesso."
Violet si getta contro di me stringendomi talmente forte da togliermi il respiro.
"Maggiore ho desiderato così tanto questo momento."
Dice sommergendo di lacrime le mie spalle.
"Anche per me è lo stesso, devi credermi."
Ci sediamo l'uno accanto all'altra mentre ci trema la voce e le parole fanno fatica ad uscire, mentre il cuore triplica la velocità dei battiti. I nostri pensieri vagano ma non cercano una vera e propria risposta, vogliamo vivere il sogno che per un anno o forse più ha affollato le nostre menti ogni giorno senza darci pace. Un silenzio apparente si frappone fra noi mentre ci guardiamo negli occhi tenendoci per mano, ci sono molte cose che vorrei dirle ma non so da dove cominciare. Per adesso mi basta che lei sappia che non l'ho abbandonata e che non ho mai smesso di amarla.
"Maggiore, non importa perché hai tardato a tornare da me, ciò che è importante è che tu ora sia qui." dice Violet spezzando il silenzio.
"Ti dirò tutto ciò che vorrai sapere Violet, lo sai sono un libro aperto quando si tratta di te."
Violet guarda il mio occhio bendato per poi notare inevitabilmente i miei arti decimati ed un velo di tristezza la pervade.
"Maggiore." dice stringendosi a me.
"Non riesco ancora a credere che tu sia realmente qui."
"Lo so, è strano ma è proprio così." dico cercando di mascherare i miei sentimenti nei suoi confronti.
"Vuoi dormire qui stanotte? Io posso stare sul divano..."
"Certamente!" dice sfilandosi il vestito dinanzi a me rimanendo in biancheria.
"Violet, ora non sei più una bambina..." dico arrossendo di fronte alle sue forme sinuose.
"Cosa vuol dire Maggiore? Mi sono sempre cambiata dinanzi a te." dice non capendo la radice del problema: sono attratto da lei, non potrò mai riposare serenamente con il suo corpo semi-nudo nel mio letto.
"Tranquilla Violet. Stanotte dormirò sul divano." dico sforzandomi di guardare altrove.
"Come desideri Gilbert."
Spengo la candela e cerco di prendere sonno ma senza successo, guardo il soffitto poi in penombra vedo Violet che cerca anche lei di prendere sonno. Chiudo gli occhi e nell'istante in cui li riapro la trovo distesa sul divano, silenziosa, in dormiveglia... legata alla mia vita.
"Violet, va tutto bene?"
Non riesco a dirle di andar via ma non posso nemmeno confessarle i miei sentimenti, sono troppo intimi.
"Ora sto bene Maggiore, sentivo freddo su quell'enorme baldacchino da sola..."
La guardo con comprensione sedendomi accanto a lei a braccia conserte.
"Vuoi che ti faccia compagnia? Questo divano è troppo stretto per due persone."
"Si sarebbe l'ideale. Grazie. Non volevo creare disturbo..."
"No affatto, mi piace starti accanto." Amo stare con te.
Ci sdraiamo nel letto e cerchiamo nuovamente di addormentarci mantenendo le dovute distanze. E' come se il filo rosso del destino si sia finalmente ricongiunto.
"Senti ancora freddo?"
"Un po'." risponde Violet percossa da un fremito.
Le porgo la coperta ma lei anziché afferrarla si aggrappa a me stringendosi contro il mio petto.
"Mi sei mancato così tanto. Non mi sembra vero averti di nuovo qui, poterti stringere ogni volta che lo desidero..." dice commossa.
"Anche tu mi sei mancata. Non immagini nemmeno quanto." dico legando le mie mani dietro la sua schiena.
Rimaniamo così per un po', i suoi capelli mi sfiorano il viso mentre le sue mani si posano sul mio petto accarezzandolo dolcemente.
"Credo di essermi innamorata..." dice Violet sollevando lo sguardo. "...di te." conclude
Sono tentato di chiederle se sia certa dei suoi sentimenti, se conosce realmente il significato di quelle parole, ma non è necessario: i suoi occhi mi guardano come se fossi la cosa più bella che lei abbia mai visto.
"violet." dico sollevandole il mento.
"Io non lo credo. Ne sono certo."
A quel punto è inutile aggiungere altro, siamo in perfetta simbiosi: ci apparteniamo. Le rubo un bacio mentre i suoi occhi azzurri mi scrutano silenziosi, Violet mi attira verso di sé e me ne dà un'altro. Ora sa cosa significa amare ed anche se può sembrare complicato descriverlo a parole posso intuirlo dalle sue movenze, dai suoi gesti. Man mano che i nostri corpi si sfiorano generando calore il freddo abbandona definitivamente il nostro "rifugio sicuro".
"Violet sei sicura di volerlo?" le chiedo frenando per un'istante la voglia irrefrenabile di renderla mia.
"Si, lo desidero. Stanotte ti voglio."
Ci amiamo segretamente, all'oscuro del mondo che ancora mi crede disperso in azione. I battiti del cuore aumentano mentre ogni cellula del suo corpo esplode ogni volta che la tocco. E' un momento magico, è trascorso molto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti ed ora siamo molto vicini, più di quanto lo fossimo mai stati in passato. Profanando gli spazi più remoti della sua essenza non posso non notare come in così pochi mesi lei sia divenuta donna, sfioro la superficie della sua pelle con le labbra quando un gemito la inghiotte rendendola vulnerabile. Con un gesto deciso la sovrasto e Violet mi accoglie dentro di sé con naturalezza sussurrandomi due semplici parole che per me significano tutto.
Ti Amo.
Fine.


*Lettera di Violet al Maggiore.

   
 
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