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Autore: Khailea    26/09/2019    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Ombre su Almia, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Trascorse almeno un’ora prima che la Top Ranger se la sentisse di rialzarsi, catturare il Drifblim e chiedere il suo aiuto per poi uscire da lì.
Perfino lasciarsi sollevare era in qualche modo doloroso, e la gravità sembrava doppiamente forte rispetto a prima; una volta fuori dal tempio l’Hippowdon che aveva catturato nella piccola duna sottostante aveva ripreso a creare una tempesta di sabbia, ma non era cosa di cui doveva preoccuparsi.
Non voleva pensare a nulla, anzi in realtà non se la sentiva di pensare a qualcosa. La fatica era stata fin troppa, due missioni in poche ore e l’esito…beh proprio per questo non voleva pensare.
Catturò quindi uno Staraptor vicino e volò verso la Federazione.
Il morbido piumaggio del Pokémon le permettevano di riposare durante il volo, e Pachirisu anche fece lo stesso nascosto nella giacchettina di lei.
Sembrava che Staraptor volasse più piano del normale solo per evitarle scossoni, rimanendo ad una quota non troppo alta per non metterla a disagio. Lo percepiva e lo ringraziava per questo.
Ogni cosa che si suoi amici facevano, lei ne era grata.
Non sarebbe stata dov’era se non fosse stato per loro.
Quasi arrivò ad addormentarsi, ma il viaggio durò solo quaranta minuti ed una volta arrivata il Pokémon volò via dopo un rapido saluto.
La ragazza sapeva bene d’aver fallito, ma questa consapevolezza, forse per la fatica, non la schiacciava.
Provava una forte delusione nel cuore nei propri confronti, ma era come un sottile velo che l’avvolgeva senza soffocarla.
-Bene, andiamo a dare la notizia al professore.-
Senza perder tempo salì immediatamente fino a penultimo piano, trovandovi il professore e la presidentessa in attesa.
Con loro c’era anche Alex.
-Sara! Sei arrivata, stavo iniziando a preoccuparmi.-
-Sto bene, grazie.-
Sorrise lei accostandosi al ragazzo. Anche Glenda voltandosi la salutò con una mano, guardando però preoccupata le sue ferite.
-Molto bene, ora che ci siamo tutti, potete far entrambi rapporto. Ovviamente ci occuperemo poi subito delle vostre condizioni.-
Fu Alex il primo ad iniziare tra i due, dando tempo alla collega di formulare le spiegazioni.
-Mi dispiace moltissimo, ma non ho con me la Gemma Gialla. Una volta partito per Haruba ho rapidamente individuato la Gemma all’interno del tempio, tuttavia una volta arrivato lì il Pokémon a guardia si è rivelato molto più forte di quanto avessi pensato. Non ero preparato e così mi ha sconfitto, il mio Styler si è guastato ed era in grado solamente di mandare messaggi. Purtroppo però, oltre a questo danno, non mi sono reso conto che c’era qualcun altro con me al tempio. Un capo del Team Pesto Buio mi ha teso una trappola, ed a causa delle ferite riportate dallo scontro e dalla mancanza delle funzioni dello Styler non ho potuto combatterlo. Mi hanno catturato e tenuto in una base per qualche giorno, mi hanno bendato sfortunatamente e non so di preciso dove fosse, l’uomo mi ha preso oltretutto lo Styler quindi non si potrebbe nemmeno rintracciare. Ha mandato dei falsi messaggi per attirare Sara e far prendere a lei la Gemma gialla, in modo da prenderla in cambio della mia salvezza. Sara ha combattuto con tutta se stessa per ottenerla e se non fosse stato per me avremmo già la gemma. La colpa è solamente mia.-
Mentre parlava Alex aveva abbassato il capo a simboleggiare il suo dispiacere, e si sentiva chiaramente quanto fosse ferito nell’orgoglio.
La presidentessa ed il professore lo fissarono cupamente, ma non c’era segno di collera nei loro occhi.
-Alex, non devi fartene una colpa. Abbiamo rilevato dai dati quanto un Pokémon guardiano sia superiore a tutti gli altri, perfino i migliori di noi faticano molto contro di loro. Non potevi sapere d’essere seguito, e la colpa per ciò che è successa è nostra per non aver pensato a tale evenienza.-
Le parole della presidentessa erano serie ma comprensive, manteneva la sua tipica calma nonostante l’accaduto.
-E’ vero, quelli che dovrebbero accingersi a domandar perdono non siete voialtri, ma noi che nella nostra saggezza e nel nostro bagaglio d’esperienza non abbiamo giocato d’un passo in avanti rispetto al Team Pesto Buio, causandovi gravi lesioni fisiche e psicologiche.-
Anche il professore, con il suo tono solenne, non accusava in alcun modo i due, e guardò successivamente Sara.
-Se te la senti, possiamo ascoltare il tuo rapporto. Anzi i due rapporti, vista la missione con Settimo.-
-Sì signore. Dopo essere partita la barca sulla quale viaggiavo si è fermata improvvisamente a causa di un getto d’acqua sbucato dal nulla, scendendo in profondità ho scoperto un Wailord intrappolato da dei dispositivi del Team Pesto Buio, lo volevano usare come sostituto alla nave cargo che io e Brando abbiamo distrutto tempo fa. Dopo averlo liberato però una squadra ha catturato un Wailmer, amico del Wailord, e questo portandomi sulla sua schiena mi ha condotto alla base dove si trovava già Settimo. Collaborando siamo entrati all’interno di una base segreta, alla cui entrata abbiamo visto parlare Vanesio con un uomo all’interno di un elicottero, probabilmente il capo di tutti loro. Ho visto anche i capi che ho sconfitto Lavina e Frido, salire a bordo dell’elicottero. Entrati nella loro base abbiamo poi trovato il professor Leo, che andò con me all’Accademia Ranger e venne ingannato come tutti da Vanesio. Dopo averlo sconfitto questo è riuscito a fuggire, ma abbiamo portato via Leo e salvato Wailmer…però…-
C’era un dettaglio che aveva tralasciato riguardo quella missione, particolarmente amaro per lei.
-Ho incontrato anche Maximilian, è tornato dal Team Pesto Buio e non è voluto tornare indietro con me.-
Si sentiva tutta l’amarezza nella sua voce, ed Edvige in particolare si mostrò dispiaciuta nei suoi confronti.
-Oh piccola cara…-
-E’ tutto chiaro, avete svolto in ogni caso un lavoro eccellente.-
Disse il professor Frenesio annuendo con la testa, lasciandola poi continuare.
-In seguito ho subito ripreso il viaggio per il deserto Haruba, recandomi subito al tempio Hippowdon. Il Pokémon Compagno di Alex mi ha guidato fino alla fine del tempio, ma lì trovai solo la Gemma Gialla ed il Pokémon guardiano. Dopo essere riuscita a sconfiggerlo ottenendo la custodia della Gemma stavo per andarmene e chiamare aiuto, ma un elicottero ha sfondato il soffitto e da lì è uscito Aride, l’ultimo membro del Sinis Trio, quello di cui fanno parte Frido e Lavina, e dopo avermi spiegato il suo piano mi ha proposto lo scambio; la Gemma per Alex.-
Non era necessario dire come fossero finite le cose, ed anche lei aveva chinato il capo.
Alex non aveva colpe, ma ciò che era successo alla fine era stata una scelta di lei.
-Capisco, certamente. E’ così. La Gemma Gialla è finita nelle grinfie del Team Pesto Buio…beh, così stanno le cose. Svilupperemo un piano di conseguenza. Non c’è tempo per piangere sul latte versato!-
Disse subito il professore lasciando la parola alla presidentessa.
-Sono lieta che Alex sia salvo. Questa è la cosa più importante. La nostra prossima mossa sarà decisiva, ma può aspettare per una notte. Sono sicura che siamo tutti esausti dopo questo giorno frenetico. Avremo bisogno di tutte le nostre forze. Fate in modo di riposare al meglio. Potete andare.-
Annuendo entrambi si allontanarono, venendo poi scortati da un’Assistente dai capelli a caschetto e gli occhi neri verso l’infermeria.
Questa era ben attrezzata con tre armadietti in ferro pieni di medicinali alla parete destra e dalla parte opposta rispetto alla porta v’erano ben tre lettini in caso di bisogno.
Nella parte sinistra della stanza si trovava invece, accanto alla scrivania della dottoressa su cui v’erano un pc e numerosi fogli, un lavandino ed un mobiletto con numerosi attrezzi medici e garze.
La stanza era piuttosto larga, dal pavimento celeste ed i muri bianchi. La luce al centro del soffitto illuminava perfettamente tutto quanto anche senza il bisogno di una finestra.
Oltre ai due appena entrati c’erano la dottoressa, ovvero una donna alta dai capelli biondi e gli occhi castani, ed il suo infermiere, un ragazzino poco più grande dei due dai capelli e gli occhi marroni.
Bastò loro solo un’occhiata per capire le condizioni di Alex e Sara.
-Prego, stendetevi pure sui lettini.-
Disse cortesemente la donna sistemandoli per loro, mentre questi annuendo s’andarono a sdraiare.
Era così piacevole poter sentire la morbidezza del materasso sulla schiena.
Buizel e Pachirisu erano assieme ai due, seduti entrambi su un terzo letto.
-Il mio infermiere si occuperà delle condizioni dei vostri Pokémon.-
-La ringraziamo.-
Rispose subito Alex mentre la dottoressa gli si avvicinava.
-Sei molto deperito ragazzo, ed ai polsi ed alle braccia hai evidenti segni d’abrasioni da corda. Dovrebbe bastare però una pomata adatta, per il momento però rimani steso e bevi dell’acqua.-
Era molto rapida ed efficiente, subito trattò le ferite di Alex che rimase immobile senza dire nulla. Quando però venne il turno di Sara era evidente la situazione fosse molto più ardua.
-Hai numerose ferite, dovresti stare più attenta al tuo corpo…-
-Mi dispiace.-
-Non è a me che devi chiedere scusa. Coraggio, sono certa che ti rimetterai presto.-
Sorridendole gentilmente la dottoressa osservò principalmente le bruciature, prendendo una pomata e delle garze.
-La pelle potrebbe spaccarsi se non te ne prendi cura nelle prossime ore. Non sarebbe nulla di grave, solo apriresti dei piccoli tagli. Le abrasioni sono sottili ma abbastanza evidenti quindi tieni queste garze imbevute fino a domani.-
-Pachi…-
Era evidente che al piccolino non piacesse vedere la sua amica coperta di bende, ma non si poteva fare altrimenti.
Dopo qualche altro rapido controllo poi emersero nuovi danni.
-Hai subito numerosi lesioni, per fortuna non ti sei rotta nulla ma ti verranno dei bei lividi.-
-Posso sopportarli.-
A quella frase la donna le diede un piccolo colpo sulla testa con il palmo della mano, facendogliela abbassare.
-Guarda che devi stare attenta. Il tuo lavoro è importantissimo ma come pensi di farlo se non potrai nemmeno tenere in mano lo Styler?-
-Io…-
-Per adesso devi riposare e cercare d’evitare altri danni in futuro, o non basterà certo una pomata per star meglio. Sei oltretutto molto debilitata, quindi dovrai dormire qui per stanotte.-
-Capisco.-
-Posso rimanere anche io con lei?-
Chiese Alex mettendosi a sedere.
-Certo, purché tu la lasci riposare.-
Sorrise la donna gentilmente, mentre l’infermiere aveva controllato lo stato dei Pokémon dando loro anche dei poffin come premio per esser stati bravi nella visita.
Ben presto la dottoressa e l’infermiere li lasciarono soli per riposare, e Sara rimase a lungo con gli occhi chiusi pensando a ciò che le aveva detto.
Se voleva continuare ad essere un Ranger doveva fare attenzione, ma non poteva evitare ogni possibile danno.
Il pericolo faceva parte del lavoro, ma doveva evitare il peggio.
-Ehi…come ti senti?-
Alla domanda di Alex la ragazza aprì gli occhi, guardandolo.
-Adesso che sono in un letto bene, tu come ti senti?-
-Bene, bene…mi dispiace vederti ridotta così.-
-Non sono messa così male ahah.-
Cercò di scherzare lei. Infondo poteva ancora reggersi in piedi.
-Vero, però se penso che è per me…-
-Alex, sei il mio migliore amico, non potevo lasciarti solo.-
Il ragazzo sorrise con gratitudine, allungando una mano verso di lei che subito l’afferrò stringendola.
Avevano iniziato quel viaggio assieme a certo non si sarebbero separati.
Trascorse almeno un’ora in cui entrambi cercarono di riposare, ma la noia presto sopraggiunse e così cercarono un modo per scacciarla, anche semplicemente con delle chiacchiere.
-Sai, non siamo cambiati molto rispetto all’Accademia. Voglio dire, tu sei sempre la solita nanerottola ahah.-
-Sono solo più bassa di te di qualche centimetro! E nelle ragazze è carino.-
Sbuffò Sara gonfiando le guance.
-Ahah se lo dici tu.-
-Guarda che nemmeno tu sei cambiato molto, hai sempre i soliti capelli ribelli.-
-Fanno parte del mio stile.-
Effettivamente non avevano mai cambiato certi dettagli del loro modo di vestire, magari perché non erano nemmeno passati due anni da quel tempo.
Avrebbero avuto tutta la vita per apportare i cambiamenti che più desideravano. Mentre parlavano Buizel e Pachirisu erano accoccolati accanto a loro, dormendo profondamente.
-Qualcosa però direi che è cambiato rispetto all’Accademia. Tu sei diventata molto forte.-
Disse ad un certo punto Alex accarezzando il pelo del suo Pokémon compagno. Sara sorrise a quel complimento, abbassando lo sguardo.
-Anche tu non sei da meno. Abbiamo sempre gareggiato per vedere chi fosse il migliore, e questo mi ha aiutata ad andare oltre i miei limiti. Eri come un traguardo da raggiungere.-
Ammise quindi ricordando di tutte le loro sfide nelle catture.
-Veramente?-
Chiese lui evidentemente sorpreso, e per tutta risposta la ragazza gli mostrò lo Styler.
-Veramente. Tanto che ancora oggi sto gareggiando con te a chi cattura il maggior numero di Pokémon.-
Seguì qualche secondo di stupore, durante il quale Alex strabuzzò gli occhi guardandola, per poi scoppiare a ridere.
-Ahahaha, non posso crederci. Per tutto questo tempo nonostante non fossimo vicini hai continuato quella gara?-
Annuendo Sara arrossì leggermente imbarazzata, effettivamente poteva essere una cosa sciocca…
-Grazie, mi fa piacere l’hai fatto…perché anche io ho continuato.-
Proprio come il ragazzo era rimasto sorpreso la stessa cosa fu per lei. Avevano mantenuto reciprocamente quel legame senza nemmeno sapere se l’altro l’avrebbe fatto.
-Alex…-
-A quanto pare io e te pensiamo come una cosa sola.-
A quelle parole la ragazza arrossì alle guance, senza però smettere di sorridere felice del legame che avevano mantenuto.
-Guarda questi due come dormono.-
Disse poi il ragazzo riferendosi ai loro Pokémon.
-Buizel è stato di grande aiuto al tempio.-
Rispose Sara lodando l’impegno che ci aveva messo per aiutarla.
-Già, se non fosse stato per lui non so come sarebbero andate le cose…-
-Anche io senza Pachirisu sarei persa.-
Non aveva mai voluto darlo per scontato, magari per alcuni era solo un piccolo Pokémon ma per lei era un grande amico.
Tutti loro, che l’avevano aiutata e che forse l’avrebbero aiutata in futuro, erano dei grandi amici.
   
 
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