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Autore: Levi01Ackermann    27/09/2019    0 recensioni
Non ricordo niente, non conosco il mio passato. Ci sarà una possibilità per riavere i miei ricordi?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Il Secondo Castello
 

Oooh ma guarda, a quanto pare hanno bisogno di me” dice una voce e compare un sorrisino

Sono proprio fortunata, era da tanto che non avevo amici” continua.

 

Mi sveglio di soprassalto. Cos'era quel sogno? Perché sono sudato? Di chi era quel volto inquietante? Mi porto una mano sulla fronte, sarà stato un altro incubo. Mi vesto velocemente ed esco per prendere una boccata d'aria. Mi guardo intorno, quanti ricordi che ho da quando sono arrivato e probabilmente, ci sono tanti ricordi di questo posto che non ho. Mi incammino verso il centro del villaggio, dove da poco hanno costruito una fontanella e noto un gruppo di persone. Mi avvicino e chiedo

“Cosa sta succedendo? Perché siete riuniti qui?”

“Eh? Ah, Akuma, sei arrivato in tempo per accogliere una bella ragazza, guarda lì” mi risponde e sposto lo sguardo dove indicato e mi avvicino. Appena provo ad avanzare, la gente si sposta, facendomi strada verso la sconosciuta e sgrano gli occhi. Sì, lo ammetto, è una bella ragazza. Indossa un cappello simile a un cilindro ma più piccolo, capelli lunghi e un po' mossi di un colore nero per poi sfumarsi in blu, un vestito viola e nero e delle scarpe alte simili a stivaletti. Indossa anche un paio di guanti bianchi e quando solleva lo sguardo verso di me, vedo i suoi occhi, di un colore mai visto prima, tra una sfumatura tra il verde e il viola e le pupille strette come quelle di un gatto. Un brivido mi percorre lungo la schiena, ho un brutto presentimento

“Ehm, salve e benvenuta nel villaggio” dico

“Grazie, anche se in realtà sono arrivata qui per caso...mi sono persa” risponde lei, con un sorriso che mi ricorda quello del sogno

“Ah, beh, puoi fermarti se vuoi” le dico. Questa sensazione, cos'è? È come se l'aria fosse diventata più pesante. Mentre lei si avvia, la guardo e per un attimo, vedo una coda da gatto striata di blu e nero, un paio di canini appuntiti e due orecchie da gatto. Non c'è alcun dubbio ormai, è lei! La persona nel mio sogno era lei!

“A proposito, che hai da guardare?” mi chiede

“Ah, ehm, niente” balbetto e faccio per andarmene quando all'improvviso, sento una musica, molto diversa da quella che ho sentito quando ero nel mondo reale. Mi giro e vedo che la ragazza si è messa a ballare. Muoveva le gambe in modo molto veloce e strano e andava avanti e indietro per la piazzetta, alternando i piedi, girandole. A ritmo con le gambe, le braccia fanno movimenti precisi. Dopo poco, una folla riempiva lo spazio, guardando la ragazza

“Come ti chiami?” le chiedo, ancora ipnotizzato dal balletto e cercando di capire come faceva

“Il mio nome? Lo vuoi sapere? Starax! Solo Starax” risponde lei, lanciandomi un'occhiata da sotto il cappello e facendo un sorrisino un po' inquietante. Rimango fermo a guardarla ballare finché non arriva Leyha che mi scuote. Io la guardo, ancora smarrito nei passi della ragazza

“Akuma, i gemelli...” dice esitando. Mi giro di scatto verso di lei riprendendomi dalla ipnosi

“Eh? Cosa?”

“I gemelli...vieni” risponde e mi trascina per il polso verso casa. Entriamo nella stanza dei gemelli e vedo che stanno male, come se qualcosa stringesse al loro collo

“YIN! YANG!” e mi scaravento da loro. Da quando li abbiamo liberati, mi sono sempre sentito come un padre per loro

“Che succede?? Che avete??” chiedo cercando di capire cosa avevano e loro mi guardano con gli occhi pieni di paura e lucidi

“Aku-ma...n-non respiro...u.una ragazza...” dicono cercando di parlare tra un affanno e l'altro

“Quale ragazza? Di chi state parlando?” chiedo e all'improvviso appare una specie di fumogeno blu attorno al loro collo

“Oh, non sapevo fossero tuoi, perdonami” dice una voce familiare e dal fumogeno appare la ragazza della piazza

“Starax!” e lei vola attorno a me

“Bel ragazzo sei” mi sussurra in un orecchio, provocandomi brividi lungo la schiena

“Ma non riusciresti mai a stare con una come me e poi, so che hai già la tua Alice” dice indicando Leyha con la testa. Io arrossisco a quella frase per poi scuotere la testa

“Lascia i gemelli” le dico e lei di conseguenza si allontana, trasformandosi completamente e togliendo il fumogeno dal loro collo. Appena li vedo tossire massaggiandosi il collo, mi precipito da loro cercando qualsiasi ferita inferta e tiro un sospiro di sollievo non vedendone alcuna. Li abbraccia e mi rivolgo a Starax

“Cosa vuoi da noi?” chiedo e lei con fare ipnotico, sparisce e riappare dietro di me, facendo spuntare solo la testa

“Voglio solo giocare un po' con voi” sorride mostrando i denti appuntiti. Non ho mai visto un essere come lei ma a sentire nominare Alice, mi ricorda qualcosa

“Cosa sei? Un demone?” chiedo e lei ride a quell'affermazione

“Oh no no, non paragonarmi a te o ai tuoi simili, io ho una generazione più lunga della vostra, mai sentito parlare di Stregatto? Alice nel Paese delle Meraviglie? Il Cappellaio?”

“Alice nel...aspetta ma quella è solo una storia, non prenderci in giro” dico serio e irritato

“Aaaah” sospira

“Eeeeh padre, come siamo caduti in basso, adesso ci reputano pure solo dei personaggi di una storia” dice tra sé e sé

“Stregatto esisteva davvero, il miglior mago del mondo, gatto, la creatura più bizzarra ma furba dell'universo, e mi venite a dire che fa solo parte di una storia? Ma scherziamo?” mi chiede guardandomi storto e con una fiamma negli occhi

“Pensavo di potermi unire a voi ma...mi avete fatta irritare con sta storia” afferma e con un schiocco di dita, sparisce. Nonostante questo, una voce rimbomba nella stanza

“Ci incontreremo molto presto” per poi sparire del tutto. Un silenzio ci avvolge, ognuno nei propri pensieri quando all'improvviso, Krisea entra in camera con l'affanno

“Akuma! Leyha! Venite a vedere!” ci dice per poi correre di nuovo fuori. Noi ci guardiamo e la seguiamo di corsa. Appena mettemmo piede fuori, tutto quello che vidi era nebbia, nebbia blu e nemmeno un'anima viva. Cercammo i cittadini del villaggetto ma non trovammo nessuno, sempre e solo nebbia blu, come se fossimo in uno spazio infinito di nebbia. Tornammo indietro e non trovammo nemmeno la casa di Leyha, solo un letto dove stavano i due gemelli e Krisea che si guardava intorno. Cercai con lo sguardo 160 ma nemmeno lui era lì

“Dov'è il villaggio?” chiede Leyha

“Non ne ho idea, sembra sparito”

“Akuma, non riusciamo ad aprire uno spazio temporale” dicono i gemelli. Se non riescono loro ad aprire un portale, dobbiamo essere per forza dentro una barriera o qualcosa. Spalancai le ali e volai in alto, sempre più in alto cercano di arrivare al di sopra della nebbia ma niente, non vedevo nulla a parte questa dannata nebbia blu. Scesi per raggiungere gli altri e vidi che anche loro cercavano di trovare un punto per uscire. Appena atterrato, corsi da loro

“Non c'è niente là sopra, sempre solo nebbia”

“Qui non ci sta nessuna fessura, nemmeno nel pavimento” mi dice Leyha

“Io non sento altre presenze oltre alle nostre, sembra che siamo soli qui” dice Krisea

“Va bene, stiamo uniti e avanziamo in là, ci sarà per forza un punto fine” dico e gli altri annuiscono. Per non perderci, ci teniamo tutti per il lembo della maglia in fila, io a capo e i gemelli alla fine. Essendo Krisea e Leyha non tanto forti, stanno in mezzo. Continuiamo a camminare per quel che penso sia mezz'ora ma ancora niente finché non sento il rumore di un sassolino. Mi giro di scatto giusto in tempo per vedere gli altri guardarmi perplessi che si aprì un buco sotto i nostri piedi cademmo. Aprii gli occhi e mi ritrovai in un pozzo senza fine e senza bordi, dove mille oggetti di ogni tipo rischiavano di colpirci. Un quadro, dei fiori, una tazza, un pian...aspetta, UN PIANOFORTE?!? cercai con lo sguardo gli altri e li vidi poco più in basso di me, anche loro shockati da quello che stavano vedendo. Uno specchio cadde davanti a me e vidi il mio riflesso ma che all'ultimo secondo cambiò in un ragazzo dai capelli corti, arancioni e un cappello nero in testa, vestito con quello che sembrava uno smoking nero a due code e una cravatta bianca a pizzo con un gioiello rosso al centro. Mi sorrideva con uno sguardo inquietante e appena abbassai lo sguardo dal riflesso, vidi il pavimento avvicinarsi pericolosamente e senza pensarci, strinsi gli occhi e mi coprii la testa aspettando l'impatto. Ma questo non arrivò, così aprii un occhio e vidi che stavo sospeso in aria, a pochi millimetri da terra. Mi giro e vedo che anche gli altri sono nella mia stessa situazione. Un momento per scambiarci gli sguardi e anche quei millimetri sparirono. Mi alzai e corsi da loro

“Tutto bene??” chiedo aiutando Leyha ad alzarsi

“S-si...ma...cosa è appena successo?” chiede

“N-non lo so, è stato così improvviso” mi guardo attorno e vedo che siamo in una foresta, una foresta molto buia ma viva, sento mille versi di mille animali, nonostante non ne riconosco alcuno. Dopo essermi accertato che tutti stessero bene, cerco di trovare una strada, un sentiero ma niente

“Forse ci conviene andare avanti, stare qui non mi sembra tanto sicuro” dico agli altri

“Stavolta però usiamo qualcosa per tenerci, tipo una liana” dice Krisea. Leyha allora raccoglie da un albero una lunga liana e la lega alla vita di tutti

“Dovrebbe andare bene così” dice e io annuisco. Dopodiché, ci incamminiamo, con i nervi tesi e i sensi attivi, per cogliere qualsiasi movimento o rumore. Nel frattempo, mi chiedo dove sia finito 160 ma non faccio nemmeno in tempo a girarmi e chiedere che un movimento alla mia destra attira la mia attenzione. Mi è sembrato di vedere qualcosa di bianco. Di nuovo, passa alla mia sinistra a una velocità assurda e mi è sembrato di scorgere due lunghe orecchie. Stavolta passa davanti a me e lo afferro per quelle due lunghe orecchie bianche. Sgrano gli occhi

“160! Che cavolo fai? Che ti è successo??” urlo. 160 sembra avere due orecchie da coniglio in testa e un paio di occhiali tondi poggiati sul naso. I suoi capelli da neri sono diventati bianchi e lunghi. Indossa una specie di smoking a due code rossa con una camicia bianca sotto e un panciotto giallo, abbinato ai pantaloni neri e le scarpe nere. Una coda bianca e paffuta sbuca dal suo didietro

“Come diavolo ti sei conciato?” gli chiedo ma lui, agitatissimo dice solo

“Sono in ritardo, sono in ritardo” finché non mi scappa dalle mani e fugge via. Allora io cerco di corrergli dietro urlando agli altri di correre assieme a me. Seguo quella sua cosa bianca in contrasto con la foresta scura finché non sparisce dalla mia vista. Non capisco, non mi sembra che si fosse voltato. Mi guardo intorno per trovare di nuovo quella coda paffuta ma trovo solo un cartello senza senso che indica tutti i sensi

“Cosa significa?” commenta Krisea vedendo le indicazioni

“Non lo so, se solo ci fosse qualcuno...” e all'improvviso appare il sorriso felino con i denti appuntiti di una ragazza, Starax. Ci sorride felice e divertita

“Allora, com'è stato il vostro atterraggio?” chiede sedendosi su un ramo

“Dove ci hai portati? Che hai fatto a 160?” chiedo arrabbiato

“Oh, parli di Bianconiglio?” risponde mantenendo quel ghigno divertito

“Bianco...niglio?” chiedo confuso

“Esatto, Bianconiglio, penso che tu ricorda dove l'hai sentito”

“Bian...Alice nel Paese delle Meraviglie...questo è...il Paese delle Meraviglie?” chiedo ancora shockato. Starax ride istericamente al mio commento

“HUAAHAHHAHAHAHAHA!! MA QUALE PAESE DELLE MERAVIGLIE, NON ESISTE NESSUN PAESE DELLE MERAVIGLIE!” risponde

“Nelle storie dicono regina dei cuori, regina bianca blablabla ma la realtà è questa!” dice alzandosi e balzando agilmente a terra davanti a noi

“LO STREGATTO REGNAVA SU QUESTO POSTO, IL VERO RE DI QUESTO MAGNIFICO POSTO! Ma quale Paese delle Meraviglie, BENVENUTI NEL PAESE DELLE ILLUSIONI E DEGLI INCUBI! HAHHAHAHAHAHHAHA!!” ride spalancando le braccia, come ad accoglierci in quello spaventoso posto. La guardo esterrefatto, per poi cercare di afferrarla ma sparisce nell'aria poco prima

“Venite al castello, vi aprirò la strada” dice la sua voce riecheggiando per il bosco e l'albero dietro le indicazioni si apre in due, mostrando una strada unica che porta avanti e le indicazioni girano tutte verso il passaggio.

 

Mentre camminavamo verso il castello, sento tanti sguardi puntati su di noi. All'inizio li ignoravo ma vedevo spesso dei puntini luminosi di diversi colori tra cespugli e alberi.

“Ragazzi, non vi sentite osservati anche voi?” chiedo agli altri, non sopportando più questa sensazione di inquietudine

“Te ne sei accorto ora?” chiede Krisea, continuando a camminare senza girarsi

“No ma, pensavo fosse solo una mia impressione...”

“Per ora non pensarli, ma tieni gli occhi e le orecchie aperte e aspettati di tutto” mi dice e scende di nuovo il silenzio. Per fortuna, non succede nulla fino al cancello dei giardini reali, un cancello di ferro nero con lunghe punte contornato da rose bianche. Indugio un attimo prima di poggiare la mano sulle sbarre, sentendo il freddo rabbrividirmi lungo la schiena, come se fosse ghiaccio. Spingo il cancello che si apre silenziosamente

“State attenti, non so cosa potrebbe esserci da qui in poi” dico agli altri prima di mettere piede lì dentro ma giusto il tempo di fare due passi che il giardino diventa una enorme stanza illuminata da fiori blu e viola luminosi, creando un'armonia come la luna e le stelle, che riflettono sul pavimento di marmo dando una sfumatura simile alla galassia. Il soffitto sorretto da colonne dalla figura di angeli come se stessero per uscire dalle pareti e cadere a terra. In fondo alla sala, delle scale portavano a un rialzo del pavimento, con un trono nero dalle rifiniture argentate, con delle rose bianche che spuntavano qua e là. Seduta su quel trono stava la discendente dello Stregatto, Starax. Appena ci vide, fece un ghigno e i suoi occhi divennero luminosi

“Benvenuti nel mio reame!” ci urla, balzando agilmente giù dal trono fino al terzo scalino

“Bella questa sala, vero? Come un riflesso gemello dello spazio”

“Cosa vuoi da noi?” chiedo, arrivando al punto

“Che cattivo, volevo solo essere cortese” risponde

“Come se trasportare un gruppo di persone nel tuo mondo fosse una cosa cortese” le dico, arrabbiato

“Eddai, non prendertela così tanto” dice avvicinandosi a me e punzecchiandomi. Faccio come per afferrarle il braccio ma sparisce in una nube blu

“Non così in fretta Cappellaio, o la tua Alice ne pagherà le conseguenze” dice facendo sbucare dal nulla la testa. Ancora non sono abituato a questi giochi di parole ma inizio a capire ogni tanto. La guardo con rabbia e tendo le braccia davanti agli altri, come per proteggerli

“Tu non toccherai nessuno di loro” sibilo. La ragazza-gatto si mette a ridere e sparisce di nuovo per poi riapparire sul trono

“Prometto che se supererai la prova che ti sottoporrò, a nessuno verrà torto un capello e io mi unirò a voi ma nel caso contrario” sorrise

“Dovrete rimanere in questa dimensione per l'eternità!” finisce tutta euforica. La guardo sia scioccato che arrabbiato, arrivare addirittura a questo punto e farci rimanere qui per sempre, è matta da legare, eppure non ho nessun'altra soluzione. Stringo i pugni e guardo in basso, sentendomi impotente davanti a lei quando Leyha mi poggia una mano sulla spalla

“Non preoccuparti per noi, fai quel che devi fare e usciamo di qui tutti assieme” mi rassicura, rivolgendomi uno di quei suoi magnifici sorrisi

“Ha ragione lei, Akuma, vai e sconfiggila, noi saremo qui ad aspettarti, promesso” mi dicono all'unisono i due gemelli

“Ci fidiamo di te, Akuma” finisce Krisea. Con la loro fiducia nel mio cuore, alzo lo sguardo verso Starax che era rimasta a guardare la scena

“Accetto la tua sfida” le dico, determinato. So che posso farcela, siamo arrivati fino a qui, non intendo fermarmi. Dal trono, la sovrana sorride soddisfatta e con uno schiocco di dita, crea una barriera attorno a me a forma di cubo

“Vediamo se ti stimolo un po' il fondo del tuo cervello” dice e una luce abbagliante mi avvolge, stordendomi.

 

Mi riprendo da quella luce improvvisa e mi ritrovo nel villaggio, a casa. È tutto come prima, come se la parte di...di chi? Chi era arrivata...? Eppure ho la sensazione che questo sia tutto un incubo. Mi alzo dal letto su cui mi ero addormentato e vado alla finestra. Un sole splendente si abbatte sui tetti delle case e una leggera brezza rende la giornata perfetta. Guardo verso la piazza e vedo i gemelli che giocano con Nocturnia. Sorrido alla vista dei loro visi felici e rimango ad ammirare il panorama finché uno scricchiolio non cattura la mia attenzione. Mi giro e vedo colei che dava un senso alle mie giornate grigie, Leyha. Rimango a fissarla per un po' di tempo, quei suoi lisci capelli castani raccolte in una treccia che ricade sulla sua spalla, i suoi occhi che in questo momento stanno guardando solo me e che non smetterei mai di guardare, il suo corpo minuto ma forte coperto da una lunga veste bianca con una cintura marrone. Mi sorride porgendomi della frutta, quel sorriso che mi fa battere il cuore ogni volta che lo vedo, un sorriso sincero rivolto solo a me. Arrossisco quando mi accorgo che la sto fissando da troppo tempo e scuoto la testa, cosa vado a pensare? Allungo la mano per prendere una mela dal cesto ma un'esplosione distrugge mezza casa, travolgendo anche Leyha. Urlo e le corro vicino

'Nonono, non fare che sia come penso' mi ripeto scavando fra le macerie. Appena la vedo, la tiro su e me la ritrovo con del sangue alla testa e che esce dalla bocca. Sento lacrime calde salirmi agli occhi scendere giù per le guance

'Non può essere, tu...non puoi...' mi dico la chiamo per nome, ripetutamente e disperatamente, sperando che apra gli occhi e mi dica che va tutto bene, che mi dica che sta bene e che non devo preoccuparmi ma tutto quello che vedo è un'ultima carezza, Leyha che mi asciuga le lacrime sorridendomi per poi morire tra le mie braccia. Sgrano gli occhi grondanti di lacrime

“Tu...non puoi morire prima di me, non te lo permetto, hai capito?” le dico con voce spezzata

“Sei tutto quello che ho...Leyha” continuo iniziando a singhiozzare. La stringo a me, più che posso, per paura che anche il corpo mi possa abbandonare. Lancio un urlo pieno di disperazione e rabbia per poi trasformarmi in quell'essere che avevo visto allo specchio e esco dalle rovine della casa per poi scatenare il mio potere e distruggere tutto quello che potevo e poi buio. Non mi interessa più nulla, se lei non c'è, non ha senso per me vivere.

Apro gli occhi e vedo il soffitto della casa. Che fosse stato solo un sogno? Mi alzo e vado alla finestra, vedendo il villaggio intatto, nessuna esplosione, i gemelli che giocano con Nocturnia. Mi giro ed ecco Leyha, nella veste bianca come la neve che mi sorride. Che sta succedendo? Era davvero solo un brutto incubo? Mi avvicino a lei per abbracciarla ma l'esplosione me la porta di nuovo via e tutto si ripete. La rabbia, la disperazione e la frustrazione di non riuscire a salvarla mi perseguita. Finisce sempre che distruggo tutto il Mondo di Sotto, se non anche la Superficie. Tutte le volte vedo quel suo sorriso scaldarmi il cuore che poi viene frantumato appena la vedo espirare il suo ultimo respiro vitale, mi fa impazzire finché all'ennesima scena, le urlo mentre sta ancora davanti a me, pieno di lacrime e singhiozzando

“LEYHA PERDONAMI! LASCIAMI STARE, NON CE LA FACCIO!! PERCHÉ TUTTE LE VOLTE MI PIANGE IL CUORE A VEDERTI IN QUELLO STATO, PERCHÉ NON RIESCO A VIVERE SENZA DI TE!! IO....” mi blocco. La guardo che mi sorride con quel suo sguardo gentile e pieno d'affetto e solo allora, mi rendo conto di cosa provo per lei

“Io...ti amo” dico con un ultimo respiro prima di svenire.

Di nuovo quel buio, quell'odioso buio che mi ha sempre accolto fra le sue braccia ma che vorrei non vedere più. Voglio solo rivedere Leyha, almeno una volta, che mi sorrida. Voglio proteggere quel sorriso.

Mi risveglio sdraiato sul pavimento di marmo della sala del trono, tutto sudato. Mi guardo in giro lentamente, ancora con le idee confuse e gli occhi spenti. Sarà un altro di quelle scene, non voglio più vederle, sono stanco, voglio solo dormire e non svegliarmi più. Mi alzo a sedere, mentre guardo un punto vuoto della stanza. Degli stivaletti entrano nel mio campo visivo e alzo lo sguardo, incrociando quello sorpreso di una ragazza-gatta. Non perdo nemmeno tempo a cercare di capire chi sia per quanto sia stanco della vita. Mi manca. Mi manca lei

“Mi hai sorpresa Akuma, finora...nessuno ha mai fatto così tanto per la persona che ama. Di solito, gli umani e i demoni desiderano uscire dall'incubo per salvarsi la pelle, anche in cambio della vita dell'amante o dei suoi sentimenti ma tu...tu hai continuato a pensare a lei, hai pensato al sentimento che ti fa andare avanti, nonostante non sapevi cosa fosse. Hai versato lacrime per lei, anche all'ultimo momento, hai pensato solo di proteggerla. Io...credo di iniziare a capire...cosa aveva provato mio padre per Alice, fino ad arrivare a sacrificare la sua vita per lei” dice, sussurrando le ultime parole e stringendo le labbra, cercando di trattenere il pianto. Stringe i pugni e con uno schiocco di dita, la barriera in cui ero sparisce. Sento dei passi correre verso di me da dietro. Mi giro lentamente e delle lacrime scendono dagli occhi, lacrime di felicità. Guardo la figura che si avvicina e si china davanti a me, abbracciandomi e ripetendomi

“È finita Akuma, va tutto bene, sono qui”. La guardo e incrocio quegli occhi color cioccolato che ho sempre voluto tenere per me e che in questo momento sono lucidi per via del pianto

“Leyha...L-Leyha...” ripeto scoppiando in un pianto e affondando il viso nel suo petto

“Leyha io...io....” singhiozzo, stringendola a me

“Sono qui Akuma, guardami” mi dice sollevandomi il viso e vedo il suo sorriso, rivolto a me soltanto. Non ci penso due volte e mi sporgo leggermente, lasciandole un leggero bacio sulle labbra

“Sono così felice che tu sia qui, prometto che ti proteggerò a qualunque costo” le sussurro a un centimetro dal suo viso. Nemmeno il tempo di riprendermi da quel che avevo appena fatto che due piccoli demoni mi saltano addosso in lacrime

“A-AKUMAAAA” piangono

“L-lì dentro u-urlavi e-e piangevi, ti trasformavi e-e svenivi e poi d-di nuovo urlavi e” dicevano tra un singhiozzo e l'altro. Li stringo a me mentre affondano le lacrime nelle mie spalle. Anche Krisea si avvicina e mi abbraccia, mostrando tutta la preoccupazione che aveva ma io guardavo lei, leggermente rossa in viso ma che mi sorrideva felice.

In quel momento, l'ambiente sparisce e torniamo nella stanza del villaggio. Starax si siede delicatamente sul letto e ci guarda con sguardo dolce e confuso a braccia incrociate

“Perdonami Akuma se ti ho fatto soffrire in questo modo ma, sappi che hai superato la prova eccellentemente e come promesso, verrò con voi” annuncia infine, continuando a sorridere a quella scena.

   
 
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