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Autore: MusicAddicted    28/09/2019    13 recensioni
Perché a volte si ha solo voglia di sentirsi dire ‘Sì, lo voglio!’
Sequel di 'Not so bad...'
Questa storia partecipa all’iniziativa de ‘Il Giardino di EFP ‘Angst vs Fluff, The War’ … e io ovviamente sono per #TeamFluff. Prompt 33: "Un giorno lo sposerò"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A tutto fluff!/A tutto prompt! (Perché a volte...)'
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Disclaimer: niente di tutto ciò mi appartiene, è tutta proprietà indiscussa di quegli straordinari angeli o demoni sotto mentite spoglie che siano di Neil Gaiman e Terry Pratchett (R.I.P. :’( )
Chiedo scusa ai due eccelsi se continuo a profanare così indegnamente le loro creature!!

 
holywatercover
 
Holy water

“Oh, andiamo, Rachel, non puoi partire per Parigi!” urla contrariato Crowley contro lo schermo. “Eh tu, Ross, vedi di raggiungerla in tempo all’aeroporto! Già mi hanno fatto penare un sacco Monica e Chandler, non vi ci mettete anche voi, adesso!”

Nel corso degli anni finalmente il demone ha da poco trovato una degna rivale di ‘The Golden Girls ’  come sua serie preferita.
Ha cominciato una manicale maratona di visione di tutte le puntate che ha trovato in streaming.
Lo streaming, un’altra geniale invenzione per cui lui è grato agli esseri umani.
Gli ci è voluta meno di una settimana per raggiungere la decima e ultima stagione della serie.
Tutto questo di nascosto da un certo angelo, perché, si sa, lui ha una reputazione da duro demone malvagio da difendere!
Fatto sta che ormai quell’angelo passa sempre meno tempo nel retro del suo negozio di libri – una volta chiuso ai clienti – e sempre più a casa del demone.

Non che a Crowley la cosa dia fastidio, non ha arricciato il naso nemmeno quando ha iniziato a personalizzare la sua parte del letto, aggiungendo sul comodino una pila di libri, qualche snack da sgranocchiare se gli viene fame – e che molto spesso condivide con un demone non poi così restio – e una loro foto insieme, precisamente uno dei selfie fatti sulla London Eye quella notte che li ha avvicinati indissolubilmente.

Dall’alto della sua comoda sedia dorata, una sorta di vero e proprio trono, dove gli piace guardare la televisione quando è solo, Crowley getta un’occhiata al divano poco distante, un acquisto che risale a qualche giorno prima.
Aziraphale ha insistito tanto su un posto comodo che non sia il letto dove stare accoccolati la sera, a guardare la tv insieme o a farla guardare a lui, mentre lui legge un libro, con magari una bella coperta che li avvolge da far comparire al momento giusto, nelle fredde serate di autunno inoltrato che ormai stanno arrivando.

E a Crowley quella prospettiva non è affatto dispiaciuta. Ecco perché quel divano lo hanno scelto insieme e sono andati a prenderlo in negozio, facendoselo portare nell’appartamento, come una qualsiasi coppia gay umana.
Poi una volta andati via gli addetti, hanno subito aggiunto quel tocco magico che mancava, schioccando le dita nello stesso momento.
Una metà del divano ha assunto un tenue celeste, seppur molto brillante, mentre l’altra si è tinta di un rosso vermiglio, dalle varie sfumature.
Perché fra loro è così: un continuo compromesso perché una metà non prevalga mai sull’altra.

Phoebe, guidando come la pazza che è solita essere, è riuscita a portare Ross all’aeroporto, ma Crowley sa che dovrà attendere per vedere come andranno le cose, perché sente qualcuno trafficare con le chiavi nella serratura.
Con un piccolo ringhio di protesta spegne a malincuore il televisore, ma poi con un sorriso raggiante si precipita alla porta, perché sa già di chi si tratta.

Infatti non solo gliela apre per facilitargli le cose, ma si prepara anche ad aiutarlo coi due borsoni che giacciono ai suoi piedi.

“Caro, ti ringrazio, ma non serve. Sono solo un po’ ingombranti, ma non pesano affatto.” lo informa l’angelo salutando l’amato con un bacio, prima di recuperare i borsoni per portarli in casa.
“Hai svaligiato un negozio, Azi?” lo guarda scettico il suo millenario ragazzo.
“Non un negozio, ma il negozio!” precisa il biondo, con un sorrisone soddisfatto. “Sono tornato dove abbiamo preso il nostro divano e, non lo so, mancava ancora qualcosa…” spiega, estraendo qualcosa dal primo borsone “E appena ho visto questi, ho capito cosa!” continua, mostrandogli soddisfatto un cuscino a forma di fetta di torta, uno a forma di nuvola e uno a forma di cupcake.
“Non ti azzarderai a mettere sul divano quella robaccia!” ringhia Crowley.
“Per quel che riguarda la mia parte, sì!” replica Aziraphale, con tono di sfida, adagiando i suoi preziosi acquisti sulla sua metà di divano.

Un piccolo, grazioso angolo di Paradiso.

“Purtroppo non ne avevano a forma di crepes!” si imbroncia il biondo.
“Aziraphale, fattene una ragione, non è che il tuo piatto preferito ispiri granché l’industria del merchandising!” gli fa presente il demone, mentre continua a guardare malissimo quei nuovi arrivati sul loro divano.

 “Ah, guarda che ho pensato anche a te!” ammicca il biondo, calciandogli l’altro borsone nella sua direzione.
Nell’ordine Crowley estrae un cuscino a forma di mela rossa, uno a forma di serpente e uno quadrato, ma con una raffigurazione delle fiamme così realistica che una volta accostato alla sua metà di divano dà proprio l’impressione che stia andando davvero a fuoco.
“Ma… sono bellissimi!” mormora il rosso, facendogli un sorrisone, mentre li sistema con più cura di quanta dovrebbe mettercene sulla sua parte del divano.

Un piccolo, spaventoso angolo di Inferno.

L’equilibrio tra di loro è di nuovo ripristinato. Come sempre.

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Il tempo passa e a quel primo mese insieme se ne aggiungono altri quattro e mezzo.

Certo, sono mesi intrisi di amore, ma anche di qualche sana litigata, come ‘è  giusto che sia, c’è anche un famoso detto fra gli umani che sostiene questa tesi.
Per non parlare di come quell’angelo gli abbia scombussolato la vita e minato alcune sue certezze.

Un primo esempio è l’invasione di libri che ha subito la casa di Crowley.
O meglio, no. Ormai casa loro, Aziraphale gli ha fatto riconoscere che ormai la loro è una vera e propria convivenza e questo nel corso del terzo mese.
Ad ogni modo, il povero demone si è visto inondare la casa da volumi sempre più numerosi che lo hanno costretto a raccogliere gli unici pochi libri di astronomia che possiede e riporli in un cassetto.

Certo, qualche volta, incuriosito, uno di questi volumi lo prende e ne legge alcune pagine, ma questo a quell’angelo invasore di spazio non lo dirà mai.

Un altro aspetto è che Crowley ha vissuto per oltre un ventennio in quell’appartamento ignorando totalmente qualsiasi rapporto di vicinato… e così ha continuato ad essere finché un certo biondino affabile coi suoi metodi impossibilmente gentili non è riuscito a far amicizia con tutte le persone dei dintorni, trascinandolo con sé.
Risultato? Ogni due per tre i due si ritrovano ospiti a casa di qualcuno o restituiscono il favore a casa loro.
Eh sì, la Signora Woodworth fa una torta di mele insuperabile, i pettegolezzi della Signora Flicker sono sempre molto intriganti, il Signor Saleman ha degli aneddoti di guerra assai interessanti, è uno spasso giocare coi bambini di due e quattro anni dei Clamberts, dare consigli (e istigare a un po’ di sana violenza) il loro figlio dodicenne per farsi rispettare dai bulli a scuola e ascoltare le paranoie della più grande sui suoi innamoramenti un giorno di un ragazzo e l’indomani dell’altro; di certo lui approva questa sua volubilità ma lei preferisce Aziraphale come interlocutore.
Il punto è che, insomma, lui è un demone, non è certo fatto per socializzare, no?

Crowley è appena rientrato da una passeggiata.

 “Azi, dove ti sei cacciato? Ho incontrato Georgia, è stata invitata al ballo di fine anno da Michael, ma per come la conosciamo potrebbe andarci all’ultimo momento con David!” ridacchia il demone, mentre cerca il compagno, aggirandosi per casa. “Comunque vuole che tu l’aiuti a scegliere l’abito adatto e…”

Si interrompe, sentendo una voce in lontananza. Ed è proprio quella di Aziraphale.

Avendo già capito dove possa trovarsi, silenzioso come il serpente che è, oltrepassa la parete rotante e lo trova proprio nella stanza delle piante, tutto intento a far loro un discorso.

“Sì, magari a volte ha maniere un po’ brusche… ma si capisce quanto ci tenga a voi, altrimenti non sareste così belle!” commenta l’angelo, mentre cammina attorno a tutte le piante.

- Eh, no, questo è troppo! – considera Crowley, rimasto ben nascosto in un angolo.

“Angelo!” esclama, uscendo allo scoperto,  con tono così autoritario che assieme alle sue piante anche Aziraphale stesso trema.

“Cro-Crowley, caro, non ti aspettavo di ritorno così presto…” cerca di fare il casuale il biondo, sperando che il suo partner non noti un certo libro.

“Quante volte devo dirti che devi lasciare in pace le mie piante?” sbotta Crowley.

“Lo so, ma, poverine, tremavano così tanto che ho pensato di tener loro un po’ di compagnia, per tranquillizzarle un po’…” replica Aziraphale, cercando di catturare la sua attenzione su di sé per far in modo che non si guardi troppo in giro.

- Mi ricorda un po’ quando il Signor Shadwell voleva esorcizzarmi e a me importava solo tenerlo lontano da quel cerchio magico ancora carico… e quella volta non ho avuto fortuna! – pondera l’angelo, mentre cerca nuovi modi per distrarlo.

“E questo?” si accorge Crowley del libro che ha lasciato vicino a uno dei vasi e l’esclamazione di disappunto del biondo è la stessa di allora.

“Cazzo!” impreca, con tono un po’ capriccioso.

“Dimmi che non hai letto ancora ‘Jack e la pianta di fagioli’ alle mie piante, lo sai che poi vengono loro manie di grandezza!” lo rimprovera il rosso, agitandogli il libro di favole davanti alla faccia.
“Solo un pezzetto…” si difende Aziraphale.
“Secoli di integrità, disciplina ferrea e terrore che incuto… rovinati da un muffin su due gambe che gioca a fare la mammina premurosa!” ringhia Crowley.
“Hey!” protesta Aziraphale, contrariato, ma si ricorda che non è nella posizione di obiettare, soprattutto quando Crowley gli porge un’altra domanda.

“Almeno dimmi che non hai loro cantato di nuovo… vero?”
“Beh… io…” tentenna Aziraphale, ma Crowley lo sta fissando da vicino con quelle grandi iridi serpentine che ogni volta non possono che estorcergli ogni verità.
“Solo ‘Truly, Madly, Deeply’ e ‘To the Moon and Back’…” confessa il biondo. “Non è colpa mia se amano così tanto i successi dei Savage Garden… sarà per il nome del gruppo!”

“Vi dovrei gettare via tutte nel bidone dell’immondizia e sostituirvi con altre che mi diano almeno un segno di apprezzamento se io canto loro i Queen, non come voi!” minaccia le sue piante Crowley, facendole tremare ancor di più. “Sono circondato da traditori!” si lamenta, con il suo classico atteggiamento da prima diva melodrammatica. “Soprattutto tu!” indica Aziraphale, prima di andarsene a grandi falcate.

L’angelo gli corre appresso e lui odia correre.

“Crowley! Ti prego, caro, non fare così!” lo chiama, già affaticato e mosso da chissà quale pietà il demone si ferma, guardandolo.
“Cos’hai da dire a tua discolpa?” lo interroga.
“Che hai ragione, ho sbagliato… ma posso anche farmi perdonare.” ammicca l’angelo.
“E come?” lo scruta diffidente il demone.

“Infrangendo qualche piccola regola…” mormora Aziraphale, mentre lo conduce verso il loro divano, sdraiandolo sotto di sé, sulla parte infernale.
“Mi piace…” sorride Crowley. “Continua…”
“Pensavo che, anche se non è il nostro mesiversario … potremmo comunque fingere che lo sia e studiare un altro capitolo del libro.” continua Aziraphale, calcando bene l’ultima parola, con la bocca a un solo millimetro da quella di Crowley, mentre struscia il proprio corpo contro quello del compagno, cercando di risvegliargli una certa parte del corpo.
E ci sta riuscendo.

Il libro, per la cronaca, è quel famoso manuale del Kamasutra che Crowley gli ha sgamato nella Wish List.
Anche se quel manuale potrebbe averlo scritto Crowley stesso, anzi, no, lui sa anche qualche posizione in più – senza contare quelle che comprendono l’uso delle ali, per poterlo fare in volo -; per diletto ha lasciato che il suo angelo lo ordinasse per davvero sul proprio Kindle.
E ad ogni mesiversario, per festeggiare, Crowley gli svela una posizione del libro, per poi metterla in pratica a dovere con lui.
Il che significa che per ora Aziraphale ne ha conosciute cinque.

Crowley sta per cedere a quella vicinanza e a quelle labbra che chiedono solo di essere baciate, ma poi il suo orgoglio ha la meglio.

“Pensi davvero che io ssssia cosssssì coglione?” sbotta, spingendolo via da sé.
“Caro, ma…”
“E non provare a ussssare il tuo ‘caro’ con me, non adesssssssso! Davvero credi che quello ssssarebbe farsi perdonare? Eh no, angelo lusssssssurioso ; non funziona cosssssì, lo sssai meglio d me che quello sarebbe ssssolo un premio per entrambi!” prosegue la sua sfuriata, alzandosi dal divano e andando verso la porta.

“Io esssssco di nuovo, che è meglio!” lo avvisa, rimettendosi gli occhiali. “Tu pensa davvero a un modo per farti perdonare!” aggiunge, prima di sbattere la porta alle sue spalle, con forza.

“Insolente di un angelo che crede di fare come se fosse a casa sua!” fa sbollire la rabbia Crowley, camminando con passo svelto, prima di giungere a una conclusione che gli strappa un sorriso.
“Beh, ma ormai è casa sua!”

È un pensiero che dovrebbe mettergli un campanello di allarme, invece continua a sorridere.
Perché la verità è che adora quei piccoli bisticci con Aziraphale, il modo in cui lui prima vuol aver ragione a tutti i costi, poi si imbroncia, poi ricorre alle moine più subdole

- Adoro tutto del mio angelo, anche quando mi fa saltare i nervi!-

Ha aspettato seimila anni perché i loro sentimenti venissero allo scoperto e ora gli bastano quei quasi sei mesi per capire che c’è soltanto una cosa da fare a riguardo.

E quando, lasciando passare un po’ di tempo, il demone torna a casa e il suo angelo lo accoglie festoso dicendogli che per farsi perdonare ha cantato alle piante una canzone dei Queen, il demone capisce ancora di più quanto sia giusta la decisione presa.

“Ho scelto ‘Under Pressure’ e , sai, loro hanno gradito molto, forse perché un po’ ci si identificano…” prosegue il suo resoconto Aziraphale.
“Vieni qui, angelo!” lo tira a sé Crowley, per un bacio impetuoso, per poi spingerlo contro la parete. “Niente posizione nuova, dato che non è il nostro mesiversario, ma che ne dici di un ripasso di quelle che già ti ho mostrato?” ammicca, prima di spingersi contro un angelo tanto ridacchiante, quanto consenziente.

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Crowley ha organizzato ogni cosa nel dettaglio.
Del resto, la primavera ha da poco fatto capolino e si rivela un periodo meravigliosamente adatto per quello che ha in mente.

Il loro sesto mesiversario ricorre il giorno seguente, manca solo un dettaglio: portare Aziraphale dove vuole lui, quando vuole lui, come vuole lui.

“Azi, un tempo ci vestivamo da veri elegantoni, non trovi?” commenta casuale mentre fanno colazione.
“Io, mio caro, il mio buon gusto l’ho mantenuto nel corso dei secoli!” ribatte sfrontato Aziraphale, fingendo di togliere polvere dalle spalle della sua giacca color ocra. “Non si può dire lo stesso di te!” aggiunge, guardando con finta aria di sufficienza i suoi jeans neri strappati, abbinati a una maglia con una scollatura a V fin troppo pronunciata.

- Anche se sei sexy da morire! – pondera l’angelo, sperando che l’altro non noti il suo sguardo affamato… non certo per i croissant che ci sono sul tavolo.

“Pensavo ad esempio, ti ricordi com’eravamo vestiti nel 1862?” continua il demone.

Sentendolo l’angelo finisce per versare parte del tè sul piattino anziché nella tazza.
1862.
Una data che non gli piace affatto, il solo ricordo fa ancora male.

Tuttavia, sa che al suo bel demone non può negare nulla.

“Certo che me lo ricordo, perché?”
“Mi piacerebbe vestirci ancora così e farci un giro a St. James’ Park. Magari domattina.” azzarda Crowley.

Aziraphale, non visto, tira un sospiro di sollievo.

- Allora si tratta soltanto dei vestiti!-

“Per me si può anche fare, solo che… non daremo un po’ nell’occhio vestiti a quel modo?” gli domanda, un po’ dubbioso.
“E anche se fosse? Se c’è gente e ci guarda strano al massimo penseranno che stiamo facendo un cosplay!” fa spallucce il rosso.
“Un cos-che?” aggrotta le sopracciglia il suo compagno, assai confuso, strappando un sorriso a Crowley.

“Niente, amore, voglio dire che penseranno a un travestimento!” gli chiarisce, divertito.
“Oh!” si accende di improvviso interesse Aziraphale. “Come quando siamo andati lì di notte, tu vestito da taglialegna integerrimo e io da ambientalista convinto, incatenato all’albero?”
“Proprio così. E te lo ricordi com’è finita?” gli sorride malizioso Crowley, accarezzandogli il dorso della mano.
“Che il taglialegna accetta di non tagliare l’albero e l’ambientalista gli dimostra la sua gratitudine… e poi abbiamo fatto l’amore contro la corteccia, senza nemmeno liberarmi dalle catene!” ricorda estatico l’angelo.

- Chi lo avrebbe detto che sarei riuscito a iniziare il mio angioletto ai giochi di ruolo in così poco tempo e che lui ne sarebbe stato così entusiasta a riguardo? – sorride tra sé e sé il demone.

“Che poi, visto e considerato il tuo attaccamento per le piante, sarebbe stato più appropriato se l’ambientalista lo avessi fatto tu!” lo provoca Aziraphale con una linguaccia.
“Angelo, non ti permetto!” finge di rimproverarlo Crowley, catturando quella lingua esposta in un bacio veloce, questo prima di ribadire il suo concetto.
“Allora siamo d’accordo: fatti trovare domattina alle undici alla ringhiera che costeggia il laghetto!” lo istruisce, con fare misterioso.
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A quell’appuntamento Aziraphale si presenta con una puntualità impeccabile, come il suo abbigliamento, identico a quello di allora in ogni dettaglio, con un continuo variare di crema e sabbia e un foulard in tartan che raccoglie entrambe le tonalità, riproposte anche dall’elegante cilindro.
Anche la pettinatura è la stessa, con le basette portate lunghe.
Proprio come ce le ha Crowley, che gli viene incontro con incedere deciso nel suo completo nero, così come il cilindro. Ha il suo elegante bastone in legno di mogano e i guanti di pelle nera, con la stessa camicia azzurra di allora e un fiocco anarchico di un blu così scuro da sembrare nero.

Senza dire una parola, Crowley si accosta ad Aziraphale, guardando tranquillo i cigni e le anatre.
Anche Aziraphale imita il suo esempio, apprezzando soprattutto il fatto che ci sia pochissima gente che nemmeno sembra badare a loro.
Tuttavia sorride un po’ meno quando vede Crowley allungargli un bigliettino ripiegato più volte.
Il déjà-vu è troppo forte e doloroso.
E aprire il biglietto e leggere quanto vi è scritto sopra peggiora solo le cose.

Acqua Santa.

Proprio come nel 1862.
Un incubo che ricomincia.

“Se è uno scherzo, non è divertente!” sbotta Aziraphale, innervosito.
“Mai stato più serio!” è l’implacabile risposta che riceve.
“Crowley! Di nuovo?” domanda con tono secco, ma c’è solo silenzio dall’altra parte.
Per Aziraphale può significare solo una cosa.

- Oh, no! È talmente orribile vivere con me che ha scelto un modo così drastico per porvi fine? Ma… non è necessario, se non mi vuole più possiamo anche lasciarci, come fanno le coppie umane. Certo, io morirò un pezzetto alla volta, di giorno in giorno, ma almeno lui resterà vivo! – pondera l’angelo, disperato, con le lacrime che minacciano di scendergli dagli occhi.

Si appresta a parlare a Crowley, ma il demone lo precede.

“Angelo,” sussurra, con una dolcezza che per Aziraphale mal si addice a quel momento così amaro.
“S..ì?” risponde, con la voce spezzata.
“Perché non giri il biglietto?” gli domanda Crowley, visibilmente agitato.

In fondo per lui quello è un momento solenne. E vuole che lo sia anche per il suo angelo.
Pur non capendo bene il senso della sua richiesta, l’angelo la esegue, sorpreso di vedere che c’è qualcos’altro scritto e apprestandosi a leggerlo.

Ti chiedo di portarmela ancora, ma solo se non accetti di rendermi il demone più felice dell’universo e diventare il mio ineffabile marito. Angelo, vuoi sposarmi?

Ora Aziraphale non può più impedire alle lacrime di scendere, la differenza è che sono di gioia, una gioia irrefrenabile.
Stringendo nella mano il biglietto come se fosse la cosa più preziosa al mondo, il biondo si volta in direzione del rosso, che già gli sta sorridendo, con un sorriso ancora più raggiante.

“Oooohhhh, Crowley! Certo che accetto!” gli getta le braccia al collo, per poi sigillare le labbra alle sue, per un lungo bacio.

“Davvero credevi che volessi l’acqua benedetta per non stare più insieme a te?” ridacchia Crowley, quando si separano.


Aziraphale capisce tutto.

“Tu, brutto serpentaccio ficcanaso! Ti sei miracolato per leggermi nel pensiero!” lo accusa, ma la verità è che è troppo felice per arrabbiarsi.
“Dovevo capire cosa passasse per la tua testolina…” si giustifica Crowley, baciandogli una tempia.
“L’hai messa davvero a dura prova la mia testolina…” borbotta l’altro.

“Lo so, ma volevo ricreare tutto questo per rimpiazzare quel brutto ricordo che avevi con uno molto più felice. Proprio come tu hai fatto con me al palchetto musicale. Così siamo pari, angelo.”
“Oh, caro, tu ed io saremo sempre pari!” lo stringe forte a sé il biondo.

“Aspetta, però, forse posso renderti questo ricordo ancora più memorabile…” fa un sorriso furbetto Crowley. “Non ti sembra manchi ancora qualcosa?” aggiunge, con un alone di mistero.
“Io…” bofonchia incoerente Aziraphale.
“Duck, ora, vieni qui!” grida Crowley, in direzione del laghetto.


Una delle anatre comincia a nuotare verso di loro, salendo sull’erba e avvicinandosi tanto da poter farsi toccare.
Aziraphale nota che porta al collo una scatoletta blu, che miracolosamente non si è bagnata.
Crowley si china verso l’anatra per toglierle il laccetto e recuperare la scatoletta, che apre, rigorosamente inginocchiato, in direzione di Aziraphale.

E quando l’angelo vede cosa c’è all’interno potrebbe smaterializzarsi dalla gioia: è un anello in oro bianco, ma al posto di un brillante c‘è una composizione fatta con parte di una piuma di Crowley e una piuma di Aziraphale, in un continuo intrecciarsi di nero e bianco.
Proprio come loro due.

“Oooohhh, Crowley, è bellissimo!” mormora l’angelo, visibilmente commosso.
“Lo credo bene, l’ho fatto realizzare personalmente!” replica il demone, con un sorriso arrogante, prima di infilargli l’anello all’anulare. “Questo è quello che chiamo fare le cose con stile, ci ho messo due settimane ad addestrare Duck!” spiega, facendo una carezzina a quell’anatra che è stata così diligente.
“A proposito… Duck?!” lo punzecchia il biondo.
“Beh, cos’è? Soltanto ad Adam è concesso dare nomi ovvi?” lo fa ridere Crowley con la sua risposta.
“Ma come facevi a riconoscerla fra tutte le altre?” gli domanda l’altro, incuriosito.
Crowley indica il testino di Duck, dov’è visibile un simbolo molto simile a quello che lui ha vicino alla tempia.
“Non che sia un doloroso e perenne marchio da demone come il mio… è più come una specie di henné…” si affretta a precisare.
“Oh, caro, ma quanto posso amarti?” lo ricopre di baci Aziraphale, con particolare attenzione al punto dove ha quel marchio.

Ovviamente Crowley va in brodo di giuggiole, ma non può certo darlo a vedere.
“Basta con le smancerie, adesso!” si separa, cercando di darsi un tono, ma tutto ciò diverte e basta Aziraphale, che ormai lo conosce meglio di chiunque altro.

“Piuttosto, stasera ho prenotato al Ritz, quindi vedi di tenere quell’anello in bella mostra, così quando il caposala ci vede capirà una volta per tutte che tu sei off-limits!”
“Ancora con questa storia?” ridacchia Aziraphale.
“Sì, finché non la finirà di guardarti in quel modo ogni volta che entriamo al ristorante!” ringhia Crowley.
“E in che modo mi guarderebbe?” si diverte a stuzzicarlo l’altro.
“Come qualcuno che vuole ordinarti come dessert!”
“Mi spiace per lui, ma rimarrà a digiuno, perché questa deliziosa e succulente portata è solo per te, da più di seimila anni!” sorride al suo amato, rubandogli un altro bacio.

“Piuttosto, Crowley, stavo pensando. In questo modo oggi non solo è il nostro sesto mesiversario, ma è anche il primo giorno di fidanzamento…” riepiloga il biondo.
“E quindi?” fa il finto tonto Crowley, che in realtà ha già capito dove sta andando a parare l’angelo e sogghigna già all’idea, ma vuole sentirselo dire apertamente da lui.

E il suo angelo lo accontenta, dandogli così l’ennesima prova di quanto sarà meravigliosa la loro eterna vita insieme.

“Non sarebbe il caso di provare ben due nuove posizioni del libro, anziché solo una?”
 
--

FINE

* canticchia nella mente ‘Ti sposerò’ di Nesli (cercatela, se non la conoscete, assieme a tutto il resto della discografia e innamoratevi di quell’artista/poeta come ho fatto io <3 ) poi si ricorda che deve lasciare le note*

- Dite pure quello che volete, ma secondo me Crowley che si appassiona a ‘Friends’ è canon da morire!!

- Così com’è canon che Aziraphale voglia mantenere rapporti di buon vicinato, spero non vi sia dispiaciuto questo spaccato di vita un po’ casalinga che ho dato ^^’

- Quei cuscini esistono davvero e sono uno più bello dell’altro (quello con le fiamme poi <3 ) … le ricerche che non faccio per dare un minimo di senso ai miei deliri, lol!

- La scena con le piante… scusate, non ho resistito, sapete che è una delle mie debolezze, ancor di più se potevo aggiungerci anche Azi!

- Volete bene a Duck? Io tantissimo

Tra il libro e i giochi di ruolo, direi che Azi ce lo siamo giocati ^^' … sorry not sorry


Un grazie speciale a Khaleesi_Mhysa96 per aver postato nel gruppo quella foto (che poi è la cover che ho usato) che è stata così ispirante. Io avevo in mente solo di far consegnare a Crowley quel bigliettino, ma quella foto con quei loro meravigliosi sorrisi è stata la perfetta occasione per farli anche vestire, quindi, graaazieee <3

La miniserie termina qui, il matrimonio lo lascio alla vostra immaginazione, anche perché ci sono così tante splendide fanfic a riguardo, una su tutte, quella della mia adorata socia Lory <3

Io ci tenevo a scrivere la proposta, perché mi è venuta in mente quest’idea particolare (almeno credo) che spero tanto vi sia piaciuta ^^

appuntamento con ‘Run, baby, run!’ per chi la segue, che arriverà entro il weekend, probabilmente nel cuore della notte, come la  maggior parte delle cose che creo, lol

Momento disperazione: sappiate che questa fic l’avevo già conclusa tipo due ore fa, ma Word infame mi ha cancellato tutto il pezzo finale (per capirci, da quando gli allunga il biglietto) non so come… volevo piangere ma con mooolta pazienza ho cercato di ricreare tutto quello che avevo scritto, per non farvi aspettare oltre ^^’ spero lo apprezziate


Pero, pleeease, fosse anche solo una parola, fatemi sapere cosa ne pensate, altrimenti penserò di aver scritto un disastro… come sempre! ^^'
‘notte notte anche se ormai  è più l’alba.. argh
   
 
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