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Autore: __Lily    28/09/2019    2 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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VENTIDUE







DAENERYS

Dopo la chiacchierata con Davos e ciò che aveva sentito Dany era corsa nelle sue stanze e aveva chiuso a chiave la pesante porta che recava il simbolo della sua nobile casa chiudendo fuori tutti, inclusa Missandei.
Si legò da sola i capelli come faceva quando era bambina, indossò un vestito un po’ più peso visto il vento che stava tirando, si asciugò le lacrime e si ricompose.
La regina dei Sette Regni uscì dalla stanza e raggiunse i suoi figli che la attendevano in cima a una collinetta, fece una carezza a Viserion e a Rhaegal e infine a Drogon, poco dopo il drago più grande piegò le sue ali e il suo corpo per permettere alla madre di salire su di lui.
«Maestà!» la chiamò Tyrion dal basso.
«Ho chiesto di non essere disturbata.»
«Lo so, ma non puoi volare è troppo rischioso.»
«Non mi accadrà nulla e sai bene che i miei figli sono in grado di proteggermi da chiunque e dall’alto se ci sarà qualche problema lo vedrò. Ora spostati.»
«No.»
«Tyrion ti ordino di toglierti da lì.»
«No» rispose il nano sfidandola «scendi mia regina. Qualunque sia il problema io lo risolverò.»
Daenerys rise.
«Questo non potresti risolverlo nemmeno volendo, te lo dico per l’ultima volta spostati» disse lei, sentiva la rabbia crescere dentro di se ed era certa in qualche modo che pure i suoi draghi la sentissero, Drogon cominciava ad essere inquieto e Rhaegal e Viserion emettevano suoni pericolosi per Tyrion Lannister.
«Bene» disse lei, poi si chinò su Drogon che iniziò a dispiegare le sue ali e ad agitarle, il lord di Lannister cadde a terra ma non si fece nulla e così Daenerys volò via per un po’ insieme ai suoi figli.
Voleva vedere nuovamente la sua isola dall’alto, il luogo nel quale aveva visto la luce in una delle molte stanze del primo avamposto costruito dai Targaryen prima ancora del disastro di Valyria.
L’aria era gelida e alcuni capelli fuoriuscirono dalla sua coda ma non le importava, il calore del suo sangue era tale che la riscaldò.
Volare la faceva sentire in pace, come se per qualche istante non fosse Daenerys Targaryen, come se non fosse nessuno, era semplicemente un drago.
Suo figlio atterrò poco dopo ma erano abbastanza lontani dalla fortezza e gli altri due lo seguirono.
Dany scese dal suo dorso e si sdraiò a terra mentre i suoi figli la circondarono.
«A volte più che una regina mi sento una prigioniera» confessò a loro con gli occhi rivolti verso un cielo grigio che prometteva pioggia, «Viserys diceva che i draghi sopravvivevano a coloro che li cavalcavano ma avevano altri cavalieri mentre io sono l’ultima della mia casa, cosa ne sarà di voi quando morirò?» si chiese osservando i suoi figli.
Erano cresciuti così tanto dal giorno in cui erano nati, ricordava ancora la prima volta che li aveva sentiti cantare proprio come nel suo sogno.
Chiuse gli occhi e in breve tempo si addormentò.
Sognò nuovamente la vecchia casa dalla porta rossa e vide una bambina dai capelli argentei correre in un prato verde colmo di alberi di limoni.
Ricordo ancora il loro odore.
Indossava un abito bianco e sorrideva correndo felice in quel bel prato verde illuminato dal sole.
Daenerys fece un passo verso di lei e la bambina le andò incontro.
«Ciao» le disse allungando la mano, quella di lei era così piccola.
Avrà quattro anni.
La bambina non rispose ma continuò a sorriderle.
«Sei venuta, ti aspettavo.»
«Mi stavi aspettando? Mi dispiace se ci ho messo tanto» rispose lei.
«Non importa ora sei qui, sei a casa» le rispose e poi la abbracciò.
Un calore immenso le bruciò dentro al petto e scese giù fino alla pancia e all’ombelico e oltre fino a raggiungerle i piedi.
Si svegliò di soprassalto ma il suo corpo contrariamente alla percezione che aveva avuto nel sogno era bagnato, alla fine aveva iniziato a piovere.
Si guardò attorno per un po’ spaesata poi si tirò suo e salì nuovamente su Drogon che la riportò alla fortezza.
I suoi lunghi capelli argentei erano sfatti e bagnati tanto quanto i suoi vestiti.
«Khaleesi!» la chiamò Jorah andandole incontro, si tolse subito il mantello e glielo posò sulle spalle, Dany rabbrividì e lo strinse.
«Daenerys» la chiamò Jon arrivando di corsa.
«Sto bene, ho solo bisogno di un bagno caldo. Dov’è Missandei?»
«Nelle tue stanze, andiamo dentro o ti ammalerai.»
Dany rivolse un solo sguardo a Jon anche lui bagnato dalla testa ai piedi e poi rientrò accettando l’aiuto di ser Jorah.
L’acqua calda e oli profumati la fecero sentire subito meglio, Missandei le fece un massaggio e questo la aiutò a rilassarsi.
«Come sta Tyrion?»
«Bene maestà, ma si è spaventato molto come tutti noi del resto.»
«Mi dispiace Missandei» rispose Dany «ser Jorah sta ancora aspettando?»
«Si, non vuole andarsene senza averti parlato.»
«Allora aiutami a finire di prepararmi.»
Missandei le intrecciò i capelli come sempre e Dany volle mettere pure una delle campanelle appartenute al suo sole-e-stelle, sembrava quasi un’altra vita; poi indossò abiti caldi e profumati e sopra il drappo rosso simbolo della sua regalità.
Jorah si alzò quando la vide entrare e il sollievo si espanse sul suo volto.
«Stai bene?»
«Si Jorah sto bene, non preoccuparti» rispose lei sedendosi e così pure il cavaliere tornò al suo posto.
«Non mentirmi Daenerys.»
In rare occasioni il cavaliere usava il suo nome, la chiamava sempre Khaleesi.
«Cosa vuoi che ti dica Jorah? Che dovrò dirti nuovamente addio e che dovrò dire addio pure a Jon? E non solo per questa missione che è un suicidio ma anche per ciò che avverrà un giorno» disse lei abbassando il volto, non voleva che Jorah la vedesse piangere.
Non servirono altre spiegazioni poiché lui sapeva a quale giorno Daenerys stava alludendo, lui l’aveva portata dalla maegi e come lei era stato toccato dalle ombre che danzavano in quella tenda.
«Khaleesi il passato va lasciato andare per quanto possa essere doloroso, Jon non è Khal Drogo e…»
«E cosa? Mirri Maz Duur potrebbe avermi mentito? Parli come Jon ma differenza di Jon tu eri con me Jorah, eri lì in quella tenda e hai sentito le voci e hai visto le ombre. Non vincolerò mai più nessun uomo a me.»
Jorah chinò il capo.
«Non avrei mai dovuto portarti in quella tenda.»
«Si era già presa mio figlio prima ancora che tu mi portassi lì, io ho stretto quel patto e mia è la colpa non tua» disse lei e poi alla fine le lacrime uscirono, incontenibili tanto quanto lo era il suo dolore e decise di non nascondersi da Jorah lui era suo amico nonostante tutto e nonostante il tradimenti.
Dany cadde in ginocchio e Jorah fece altrettanto e la abbracciò, strinse forte a se la donna che amava e la lasciò sfogare, la lasciò piangere e urlare.
Per qualche istante quella giovane regina poteva essere una semplice giovane donna colma di dolore e di rabbia per tutte le sofferenze e le ingiustizie patite.





 

 

JON

Jon l’aveva cercata come chiunque altro, il cuore che batteva talmente forte nel petto che per poco non gli era finito in gola.
Se c’era una cosa che non mancava a Daenerys Targaryen quelli erano i nemici.
Aveva scrutato il cielo sperando di scorgere almeno uno dei tre draghi ma a parte le nuvole scure che si stavano ammassando non vide nulla, nulla che potesse condurlo da lei.
Era improbabile un qualche attacco ma tutta la sua breve vita era stata costellata di attacchi e di uomini pronti a ucciderla, forse pure qualcuno a Roccia del drago sarebbe stato disposto a farlo per una bella sacca d’oro, non gli Immacolati di quello ne era certo e tanto meno i Dothraki ma altri avrebbero potuto come Varys il ragno o perché no Tyrion Lannister.
Jon sapeva bene che Tyrion odiava Cersei ma sapeva anche altrettanto bene che amava il fratello lo aveva capito dal modo in cui aveva difeso Jaime il giorno in cui aveva fatto ritorno sull’isola.
E poi l’aveva vista tornare, i capelli sfatti e bagnati, i vestiti zuppi ma almeno sembrava stare bene non aveva ferite, non ferite che si potessero vedere dall’esterno questo lui lo sapeva bene.
Quando l’aveva vista era ormai zuppo tanto quanto lei.
«Daenerys!» l’aveva chiamata ma la sua regina si era limitato a guardarlo con gli occhi rossi e gonfi di pianto, vederla in quello stato gli faceva male ancora più male delle coltellate ricevute al Castello Nero dai suoi fratelli.
L’aveva osservata aggrapparsi a Jorah Mormont ed entrare nella fortezza costruita dai suoi antenati secoli prima.
Jon aveva aspettato camminando irrequieto, si sentiva come prigioniero del suo stesso corpo.
A Roccia del drago non esisteva un Parco degli Dei così decise di uscire e andare fuori nel giardino, si mise il mantello asciutto e incurante delle gocce uscì dalla fortezza.
Pensò a suo padre e cosa avrebbe fatto o detto in un momento simile, pensò a Robb e all’abbraccio che avrebbe voluto ricevere da suo fratello ma il volto che vedeva più vivido era quello di Sansa, lei non sarebbe mai stata d’accordo non avrebbe mai approvato Daenerys.
A Jon sembrò quasi di udire il suo rimprovero e in qualche modo sorrise, sua sorella gli mancava così come gli altri fratelli e il padre e come Grande Inverno e il suo Nord, era quelle terre che apparteneva.
«Sta bene» disse all’improvviso una voce alle sue spalle.
Era Jorah Mormont.
«Ti conosco abbastanza da sapere che avresti cercato il luogo più simile al Parco degli Dei che hai a Grande Inverno.»
«Sei certo che sta bene?» domandò lui restando ancora di spalle.
«Fisicamente si, ma non il suo spirito. E’ quello a preoccuparmi.»
«Ho tentato di parlarle» rispose il re del Nord voltandosi verso Jorah.
«Lo so. Jon… Daenerys è una giovane donna ma è forte e determinata, io l’ho vista diventare la regina che tu hai conosciuto e purtroppo sono stato testimone delle sue sofferenze. Il giorno in cui fece di tutto per salvare la vita a Khal Drogo fu il giorno in cui io la portai nella tenda della maegi. Non ebbi scelta il bambino stava per nascere e le levatrici si rifiutarono di aiutarla credevano che fosse maledetta. Ha pagato un caro prezzo per riavere Drogo e in ogni caso l’uomo che era tornato non era più il Drogo che conosceva.»
Jorah rimase per un po’ in silenzio a osservare il giardino, l’erba era bagnata e sembravano tante piccole gocce di rugiada.
«Daenerys ti ama.»
«E io lei, non le farei mai del male.»
«Non di proposito questo lo so, Jon stare con te la rende felice ma al tempo stesso riapre vecchie ferite.»
«Io vorrei curare quelle ferite se solo me lo permettesse. Rinuncerei a tutto per lei.»
«Ma lei non vuole che tu lo faccia.»
«Allora dovrà dirmelo guardandomi dritto negli occhi.»
Jorah rise.
«Lo trovi divertente?»
«No perdonami, somigli davvero molto a Eddard Stark.»
Il cavaliere fece per andarsene ma Jon lo fermò.
«Tu la ami.»
«Da sempre e lei lo sa. Non posso pretendere di avere il suo amore non nel modo in cui io vorrei ma è comunque la regina che ho scelto di servire e che servirò fino alla mia morte.»

  
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