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Autore: Freya Crystal    28/09/2019    11 recensioni
Tonks ricorda quel loro primo bacio come si ricorda un grido di dolore. Un graffio sulla pelle che si porta via anche il sangue, per cancellarlo. Sfiora il vetro della finestra con l'indice, lentamente. Sente freddo, adesso, ma il freddo è gentile, il freddo è giusto se non le fa dimenticare che è ancora viva.
Remus è una tela grigia, e Tonks si chiede se riuscirà mai a sporcarla con i suoi colori.
Non ne ha più nemmeno per se stessa.

La flash partecipa al contest "Il mio Babbo Natale segreto" indetto da Claire roxy sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ascolta la pioggia









Fuori piove e la casa è buia. Il legno delle travi al soffitto parla di un passato lontano, solcato da cicatrici profonde. Tonks si perde a seguirne le linee scure, in trappola, mentre la pioggia corrode i ricordi. È seduta davanti alla finestra, in silenzio, e sente il mondo urlarle contro le ossa. 
Il mondo è spento e grigio e triste. Il mondo sta morendo. 
Come lei. 


"Noi non... io non posso."
"A me non interessa, non me ne frega niente di quello che sei o di quanti anni hai!"
"Sono troppo vecchio per te. Troppo stanco. E... sbagliato."
"Chi ti dice che io voglia qualcosa di giusto?" 


Remus ha la bellezza di un tramonto sbiadito. Tonks ama il timbro roco della sua voce che s'ammorbidisce sul finire delle parole, imprimendovi quel conforto che a lui manca e che finisce sempre per donare agli altri. Sembra dire "resisti", ma adesso non c'è più. 
Tonks è sola e lo immagina a ingrigirsi sotto la pioggia, fradicio di rimpianto. 


"Non è tempo per noi."
"Non lo è per nessuno, mai."
"Dimenticami."
"Impossibile."


Ricorda il loro primo bacio come un livido. Un gesto affrettato, affamato, la disperazione sulle sua labbra. Remus aveva gli occhi socchiusi e tra le ciglia gli si leggeva "perdonami", echi distorti, da dimenticare. Remus l'aveva zittita all'improvviso e l'aveva baciata come se non avesse potuto impedirlo, come se fosse stato costretto. E le aveva chiesto scusa, perché non avrebbe dovuto farlo, perché non era riuscito a controllarsi. 
Tonks ricorda quel loro primo bacio come si ricorda un grido di dolore. Un graffio sulla pelle che si porta via anche il sangue, per cancellarlo. Sfiora il vetro della finestra con l'indice, lentamente. Sente freddo, adesso, ma il freddo è gentile, il freddo è giusto se non le fa dimenticare che è ancora viva. 
Remus è una tela grigia, e Tonks si chiede se riuscirà mai a sporcarla con i suoi colori.
Non ne ha più nemmeno per se stessa. 



"È stato un errore."
"Allora continua a sbagliare."
"Ninfadora..."
"Non chiamarmi così!"


Ma poi non c'era stato spazio per le parole. Erano finiti sul letto, a consumarsi e a morire di quell'amore che non aveva avuto pietà, come foglie cadute, trascinate dal vento. Tonks ripensa all'istante in cui lei e Remus sono diventati una cosa sola, e sente il mondo rovesciarsi. Aveva provato un dolore che era come una marea. E ora quel dolore è pioggia che cola al suolo, tra la polvere e i resti d'autunno. 


"L'hai voluto tu."
"Lo vorrei per altri cent'anni."


Per un istante crede di avere un'allucinazione. Ha passato così tanto tempo a inventarlo, mentre era disperso, che ora non riesce a credere di vederlo fuori casa, diviso da lei soltanto da una porta. Remus è fermo sotto la pioggia, più grigio che mai, le occhiaie a solcargli il volto pallido, le vesti trasandate. Sembra un bambino. Smarrito, impaurito.
Tonks si allontana dalla finestra e spalanca la porta d'ingresso. Non lo invita ad entrare, esce sotto la pioggia. Lascia che l'acqua la infradici insieme a lui, che lavi via la colpa, il vuoto, il buio.
È tornato
Restano così. A guardarsi negli occhi, le mani che si stringono le une al viso dell'altro, ai loro capelli gelati. 
Il freddo è gentile, il freddo è giusto perché ricorda loro che esistono.
Sanno che potrebbero non vedere la prossima alba. Non importa se sono imperfetti. Non importa se sono sbagliati.




 
"Hai vinto, Dora. Hai vinto."
Tonks gli prende la mano, la stringe tra le sue e la posa sul proprio ventre. 
"No, Remus. Abbiamo vinto."






 

~●~








Spazio dell'autrice
Non ho mai scritto su questa coppia, nonostante l'adori. Avevo in mente qualcosa di angst a rating rosso, ma non era il caso per il contest a cui partecipa (lo citerò a breve). Sappiamo tutti che alla fine Remus e Tonks muoiono, perciò ho voluto immaginare un finale che prevedesse, nella nascita di Teddy, un'altra battaglia e un'altra vittoria per entrambi.  "Non è tempo per noi" è la frase di una canzone di Ligabue, non lo digerisco come cantante, ma Rosmary aveva indetto un contest su questo tema che mi piace molto e siccome non sono riuscita a scrivere la OS per parteciparvi ho deciso di riprenderlo, in piccola parte, con quest'altra storia. 
La OS (che è più una flash che non ho voluto accorciare) partecipa al contest "il mio Babbo Natale segreto" indetto da Claire roxy sul forum di EFP. È un regalo per un partecipante, non posso svelare il suo nome finché non scade il contest. Grazie a chiunque abbia letto!
  
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