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Autore: Marra Superwholocked    30/09/2019    0 recensioni
(Ispirazione presa dalla creepypasta "Canale Infinito".)
Steven, 37 anni, attende come la sua famiglia il ritorno a casa di sua sorella gemella Amy, al tempo 23enne, scomparsa nel nulla durante una serata con alcune amiche. Dopo alcune ricerche, Steven scopre l'esistenza, per lo meno nella teoria, di un canale chiamato Canale 999, il quale può trasportare i suoi spettatori all'interno di un mondo parallelo senza nome. Steven decide quindi di ripercorre i passi di Amy per cercare di riportarla a casa.
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CANALE 999
SECONDA PARTE


Non immaginavo che sarei arrivato a compiere un gesto del genere, fino a questo punto. L'idea del diario era ottima, ma ho dovuto abbandonarla. Ora mi sento bene, ho uno scopo. Finalmente, dopo quattordici anni, so cosa devo fare, ma la polizia, purtroppo, non può aiutarci. Sarà un viaggio difficile e solitario. Tenere tutto a mente esattamente come un diario sarà utile per quanto complicato. Voglio memorizzare tutto.
Allison e Margaret sembrano ancora spaventate. Dico loro che se mai mi dovesse succedere qualcosa e non dovessi far ritorno entro massimo quarantotto ore (credo quarantotto, facendo un'analisi delle azioni da svolgere, a meno che di là il tempo scorra diversamente), dovranno dire tutto a mia madre e diffondere sul web, anonimamente, un messaggio che possa porre fine a questo fenomeno, al gioco. Annuiscono e si tengono per mano. È la prima volta che si tengono per mano davanti a qualcuno.
Comincio a raggruppare l'occorrente come descritto dalle due donne e dal blog.
1. La vecchia tv a tubo catodico che non usavo da un decennio.
2. Un elemento di valore affettivo: il mio bracciale uguale a quello di Amy.
3. Due specchi portatili.
4. Una pistola.
5. Un coltello preso dalla cucina.
6. Lo Hobbit, il mio libro preferito di quando ero piccolo
7. Il mio telefono cellulare
8. Una chiave trovata in cantina
9. Un piccone.
Lascio uno zaino capiente vicino a questi oggetti e attacco la vecchia tv alla presa accendendola su un canale qualsiasi, ovviamente statico, senza segnale e lascio la stanza. Quando esco dalla stanza sono le nove del mattino, per cui dovrò rientrare non prima di mezzogiorno. Allison e Margaret sono in sala ad aspettarmi. Saranno tre ore molto lunghe.


Le tre ore passano lente come mi aspettavo, durante le quali parliamo di Amy e cuciniamo della pasta con quello che abbiamo trovato in casa. Una scatola di sugo, olive e mozzarella. Mangiamo molto presto, così da poter avere il tempo di ripulire ed entrare nella stanza.


Rientrando, sento un brivido, ma forse è solo suggestione e vedendo lo schermo della tv, mi ricordo dell'uomo con la silhouette strana. Ho come la sensazione che quell'uomo sia qui con me e che mi stia guardando, guidando. Come da istruzioni, chiudo bene la porta e mi siedo sul letto, di fronte alla tv, fissandola. Poco dopo, forse qualche secondo, forse di più, i miei occhi si appesantiscono e lo statico comincia a distorcersi assumendo forme a spirali oppure onde. Faccio quindi entrare Maggie ed Allison. Mi sfilo il bracciale e lo consegno ad Ally poiché mi sento più affezionato a lei piuttosto che a Maggie. Le faccio uscire nuovamente, salutandole con un abbraccio.
Una volta uscite, non posso tornare indietro.
Sospiro qualche istante, ma sono deciso ad andare fino in fondo.
Posiziono i due specchi in modo tale che riflettano lo schermo della tv e attendo. Dovrebbe apparire una domanda sullo schermo, ma passano circa dieci minuti e non succede nulla. Comincio a dubitare della veridicità di questo rito...


Okay, credo stia comparendo qualcosa. Mi sembra che lo statico si stia muovendo e accumulando per creare delle lettere. Continuano a cambiare, non si fermano, non riesco a capire. Secondo il blog ed Ally e Maggie dovrei vedere delle domande di carattere filosofico oppure personale...
Eccola. La prima domanda è: Credi in Dio?
Rimango un po' a fissare lo schermo. Devo essere sincero in questo rito, altrimenti ne andrebbe della mia vita. Prendo quindi il telecomando e rispondo di sì alzando il volume.
Subito dopo lo statico produce una seconda domanda: Hai mai rubato?
Abbasso il volume per rispondere no.
Ti piace ballare?
Abbasso il volume.
Per la quarta domanda sembra che la tv faccia fatica. Ha qualche ripensamento, come se avesse vita propria. Vuoi davvero rivedere Amy?
Mi si gela il sangue. Ha davvero una vita propria. Qualcosa è entrato davvero, si è davvero aperto una sorta di portale come prometteva il blog, non è solo immaginazione!
Premo forte sul tasto per alzare il volume e subito dopo la tv si sintonizza su un vecchio programma per bambini. Non ricordo il nome del programma, ma ricordo che mi piaceva molto guardarlo da piccolo. Il protagonista era un pirata molto goffo che cercava di recuperare un tesoro perduto, non riuscendoci mai. Lo accompagnavano un poeta distratto, una scimmia spelacchiata e il fantasma di un cantante. Comparivano anche molte sirene in questo programma, ma quella che vedo ora è strana. Non mi ricordavo che avessero chele giganti al posto delle mani e... Giusto: Allison mi aveva detto che ciò che avrei visto sarebbe stato leggermente diverso dal solito programma. Ora la sirena, infatti, stava tagliando le teste dei protagonisti. Sono morti tutti quindi devo procedere veloce: tiro su da terra la pistola e sparo alla tv.
La stanza cade nel silenzio più assoluto. Mi chiedo come abbiano fatto i vicini di Kate a non sentire lo sparo fatto da Amy. In piena notte, una tv in frantumi, un rumore così forte... È una cosa che voglio chiarire non appena tornerò da questo viaggio.
Vedo la parete di fronte a me brillare di una luce oscillante. Mi giro. Ciò che vedo mi lascia a bocca aperta. È un vortice? Sembra risucchiarmi! Scivolo verso il vortice con i piedi, faccio resistenza, aiuto!, ma no, devo lasciarmi andare. Faccio un respiro profondo ed un passo in avanti e sono di nuovo in casa mia, nella mia camera da letto.
Accanto a me ci sono ancora lo zaino, il coltello, il mio libro, il mio telefono, la chiave e il piccone. Metto i cinque oggetti nello zaino ed esco.
Sì, Ally e Maggie mi avevano avvertito su cosa mi sarei trovato di fronte, ma non ero pronto a viverla di persona. L'atmosfera sembra quella di un videogioco horror, con cielo rosso sangue e sole grigio, spento. La nebbia verde mi fa venire il voltastomaco, come se in realtà siano sostanze nocive, scarti di qualche industria nei paraggi.
Di corsa, come se avessi i minuti contati, dopo un breve sguardo attorno, mi dirigo verso l'edificio pubblico più vicino. Si tratta di un bar. Qui è tutto abbandonato, quindi anche questo negozio. Non c'è nessuno in giro per queste strade, è come se questa realtà fosse stata creata solo ed unicamente per me. Davanti alla porta d'ingresso, mi ricordo della chiave: la tiro fuori dal mio zaino stando attento al piccone e la infilo nella serratura. Incredibilmente, così come assicurava il blog e come mi hanno detto le due ragazze, la serratura si apre senza alcuna difficoltà. Apro la porta.
È tutto buio e non voglio entrare, ho un po' paura. Quello che accadrà dopo non ha senso e forse è per questo che mi sento così vulnerabile. Do uno sguardo alle mie spalle e il sole grigio come la tristezza è ancora alto.
Mi chiudo la porta alle spalle e non posso fare a meno di notare le strane piante all'interno del bar. Quelle che conosco essere pothos, qui sono delle piante identiche nella forma, ma diverse nel colore: sono arancio scuro, come un tramonto sul mare. Ma ora è meglio non perdersi in queste piccolezze; come predetto dal blog, mi sarei trovato in un locale con una sola entrata, e così è. Mi siedo ad un tavolo e leggo il mio libro. Aspetto.


Sono passati svariati minuti e il sole comincia a spostarsi, solo che non ha una direzione precisa. Prima sembra scendere, poi andare verso destra, infine scende nuovamente. Mi sembra sia passata circa un'ora, infatti ecco che sento dei passi fuori dall'ingresso del bar. Non devo alzare lo sguardo, continuo a ripetermi. Eppure la tentazione è così forte. Non devo. Assolutamente. No.
Chiudo gli occhi sperando che i passi vadano oltre, il tempo non passa più, riapro gli occhi tenendo lo sguardo basso. Ecco, ora non li sento più. Chissà chi era? O cos'era?
Svelto, Steven, comincia a contare!
Uno... Due... Tre...
Venticinque...
Trentasette...
Cinquantanove...
Novantanove...
Centosettantacinque...
Duecentocinque...
Duecentotrentasette...
Duecentoquarantasette... Duecentoquarant'otto... Duecentoquarantanove... Duecentocinquanta.
Dovrebbe bussare qualcuno, a questo punto, eppure c'è ancora un gran silenzio. Nessuno ha detto che io non debba alzarmi in questa fase, quindi mi rimetto in piedi lasciando il tavolo su cui mi ero fermato a leggere. Comincio ad estrarre il piccone dallo zaino e a rimetterci dentro il libro, non si sa m-
QUALCUNO HA BUSSATO. Una volta. Due volte. Tre volte. Se fa anche il quarto colpo, sarò in pericolo!
Quattro volte.
PR0I8I5C0, 4RO1B1SCO! Avrò urlato abbastanza forte? Panico, non ho mai provato così tanta paura in vita mia! Devo aprire la porta, subito. So già cosa mi si parerà davanti e di questo ho paura. Perché dovrei distruggere la testa di Amy?
Apro la porta e difatti ecco la statua rappresentante la persona a cui tengo di più: Amy. In questo caso devo rompere col piccone sia la testa che la mano sinistra. Non ne capisco il motivo, ma seguo le istruzioni, sperando di non far del male alla vera Amy. È bellissima, liscia come la seta. Sembra lavorata dal Bernini in persona. Perfetta in ogni dettaglio, sembra respirare. Mi guarda con occhi tristi e io le ho appena mandato testa e mano sinistra in frantumi. La guardo per qualche istante, poi scivolo tra un suo fianco e la porta ed esco dal bar.
Come scritto sul blog, ora è notte. Il cielo è privo di stelle. A questo punto non penso esistano nemmeno in questa realtà. La nebbia verde è sparita, ma in alto c'è la luna. Ed è verde. Non vedo molto bene da lontano, ma...
Quello cos'era?
Strizzo gli occhi e guardo meglio la luna.
Quella che ha trovato Kate era piena. Questa è a metà fase. Non credo che mai qualcuno l'abbia trovata di colore rosa, il che implicherebbe il dover fare una chiamata o al terzo contatto più recente o ad un numero qualsiasi. Il gioco sarebbe finito e questa realtà non avrebbe nessuno con cui divertirsi.
Essendo verde e mezza, la mia luna, mi strappo la maglia che indosso e comincio a correre verso casa come da istruzioni.
Dietro di me sento correre qualcuno, ma non devo voltarmi. Se lo faccio, sarò spacciato.
Qualcuno urla il mio nome. È AMY! Sono sicuro sia lei, ma mi sta rincorrendo e io non posso voltarmi! Amy, perdonami! Mi sento come Orfeo.
Spalanco la porta di casa e la trovo occupata dall'uomo visto al parco.
Indossa un camice da dottore e ogni tanto emette qualche interferenza. Indica alla sua destra. Giro la testa e trovo Amy contro il muro. Sta piangendo, nasconde il viso tra le mani. L'uomo mi si avvicina.
GAMEOVER, dice.
Gameover? Cosa vuol dire?
AMY! Amy, mi senti? Chi è quest'uomo? Perché ha detto gameover? Amy? Amy!
Amy, perché piangi?
Okay, calma, l'uomo mi sta passando dei fogli, forse fa parte del rito, forse non è ancora finito, forse è una prova. Okay. Ci sono varie scritte. Il senso della vita. Il valore della nostra esistenza. Le religioni umane. Non voglio andare oltre, mi basta così. Ho trentasette anni, eppure mi sembra di averne molti di meno. Mi sento strano. Ora vedo anche mamma. Mamma! Mamma, mi senti? Perché nessuno mi sente?
Quella volta al parco. Te lo ricordi? L'uomo parla senza aprire bocca. Non stavo scappando da nessuno. Cercavo di farmi vedere da te. Voglio dirti una cosa.
Lo guardo spaventato. Cosa?, gli chiedo.
Indica alla sua sinistra. V3do un letto d'osped4le. E sopra quel letto... ci sono io? Impossibile! Lì sono solo un bambino, io ho trentasette anni! Lo guardo confuso e l'uomo emette un'interferenza. Voglio urlare, ma n0n ri3sco. Voglio scappar3, ma n0n r1esc0. L'uomo si avvicina a me da bambino. Mi accarezza una guancia e mi prende una mano. Dall'altro lato di quel letto compare anche mamma, che mi prende l'altra mano. Anche lei sta piangendo.
COSA SUCCEDE?
L'uomo emette un'altra interferenza e mi dice Non aver paura, Steven. Sei stato un bravo bambino e lo vedo spegnere un macchinario. Stacca un tubo dalla mia gola.
E ora vedo solo buio.

   
 
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