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Autore: Crystal25396    30/09/2019    2 recensioni
Tutti i demoni una volta sono stati angeli. Tutti. Ma mai nessuno bruciò come lui durante la caduta.
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Stette ad osservarlo per qualche secondo, in attesa che questo si decidesse ad alzarsi, ma quando si rese conto che molto probabilmente non aveva intenzione di muoversi, piegò leggermente le gambe esasperata, alzando gli occhi al cielo.
«Per amor di Satana, alza il culo da quel pavimento, non ho tutto il giorno. O vuoi rimanere a
strisciare lì per terra?»
Quelle parole sembrarono riscuoterlo improvvisamente e con estrema lentezza il nuovo demone, le braccia avvolte attorno al busto e i lunghi capelli rossi che gli ricadevano sugli occhi, ma non nascondevano una smorfia di dolore, si alzò.
Genere: Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belzebù, Crowley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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The fallen (arch)angel
 
 

 
 Gli era stato chiaro fin da subito che non sarebbe stato un demone come gli altri. Lui ricordava.
 
 Ricordava quel periodo, quando era un angelo. A dirla tutta, doveva anche ammettere che gli era piaciuto esserlo. Aveva dato una mano all’Onnipotente a creare alcune Galassie e ancora oggi era molto orgoglioso di aver contribuito alla nascita di Alpha Centauri.
 Ricordava la presenza di Dio accanto a lui, che gli poggiava una mano spalla, orgogliosa, mentre assieme guardavano ciò che avevano creato prendere vita. Gli era sempre piaciuto creare e, ad essere onesti, era anche molto bravo. Era meno dotato di Lucifero, questo doveva ammetterlo, ma senza dubbio era molto più bravo di quei due sbruffoni di Micheal e Gabriel. E, soprattutto, gli piaceva. Amava creare dal nulla qualcosa di unico, qualcosa di irripetibile, e ancora di più amava restare fermo ad osservarlo mentre questo prendeva vita e cresceva. Era qualcosa di meraviglioso.
 
 Micheal l’aveva sempre definito un sentimentale, e forse lo era sul serio. O almeno, lo era stato prima della caduta.
 
 Ricordava anche quello, il giorno in cui era stato bandito dal Paradiso.
 
 Era successo non molto tempo dopo la cacciata di Lucifero e a differenza di molti, poteva dire di aver vissuto la cosa in maniera molto meno drammatica. Non si era mai sentito tradito, ecco.
 Per dirla con parole sue, lui se ne era semplicemente Andato Giù a Zonzo, più che cadere. Per quanto amasse essere un angelo, la vita in Paradiso non faceva per lui. Era noiosa e priva di stimoli.
 
Ma la cosa che più gli stava stretta era la mancanza del libero arbitrio.
 
“Gli angeli non fanno domande, obbediscono e basta” diceva sempre Gabriel, e sembrava che la cosa andasse bene a tutti semplicemente perché era la parola di Dio. E la parola di Dio era legge. In realtà, quella frase era di Metatron, l’angelo che si era montato la testa solo perché era stato scelto dall’Onnipotente come suo scriba.
 “Parlare con me è come parlare con Dio”.
 Che gran pallone gonfiato…
 
 Lui non gli aveva mai creduto o dato peso, e aveva sempre continuato a fare domande, anche senza ricevere risposta. E tutto quel silenzio lo faceva infuriare.
 
 Cadere, lasciare il Paradiso e diventare un demone era stata una sua scelta, e non se ne pentiva.
 
 La ricordava.
 
 Ricordava il giorno della sua caduta. Non è che fosse stato accompagnato con gentilezza alla porta o spinto giù da una nuvola, no. Gli angeli avevano un altro modo per spedire qualcuno giù, nelle fiamme dell’Inferno. E lui ricordava ogni cosa.
 
 Lo avevano circondato brandendo corde di luce divina e con esse lo avevano immobilizzato, lasciando che queste gli si avvolgessero attorno a gambe e torace, bloccandogli un braccio dietro la schiena, mentre l’altro cercava disperatamente di allentare la presa ferrea che una delle corde aveva sul suo collo, soffocandolo.
 Agli angeli non serviva respirare, ma la corda attorno al suo collo lo soffocava ugualmente.
 
 
 Cadere era stato doloroso.
 
 Quando le corde manovrate dagli angeli, i suoi fratelli, lo avevano avvicinato alle fiamme demoniache, si era sentito bruciare dentro. Aveva avvertito distintamente il momento in cui la sua Grazia veniva corrotta, iniziando a tingergli le ali di nero. Aveva urlato dal dolore, agitandosi e pregando che tutto finisse alla svelta, perché faceva male. Faceva maledettamente male, e per un fugace istante quasi si pentì della sua scelta.
 Vedeva le luci del Paradiso allontanarsi sempre di più e avvertiva le corde calarlo sempre più in profondità.
 Giù, e ancora più giù.
 Quando la presa su di lui si allentò e le corde lo lasciarono cadere, le fiamme dell’Inferno lo avvolsero completamente.

 Fuoco che arde, carne che brucia, oscurità che cala.
 Il suo grido di dolore fu talmente forte da arrivare fino alle porte del Paradiso e quando finalmente riaprì gli occhi, di angelico in lui non era rimasto più nulla. Ciò che era stato era sparito, spazzato via dalle fiamme.
 Non era più quello di prima.
 Non era più uno dei tre grandi arcangeli del Paradiso. Non era più l’arcangelo Raphael.
 
 
- - - 
 
 
 «Ehi tu, benvenuto all’Inferno… Letteralmente, direi» disse una voce femminile e vagamente annoiata.
 «Ti sentirai un po’ bruciacchiato, ma passerà, almeno credo. Se senti dolore o ti fa male da qualche parte, sappi che qui la cosa non frega niente a nessuno, quindi arrangiati da solo. Io sono qui solo per fare il mio lavoro. In realtà dovrei essere da qualche parte a dare ordini, non qui ad accogliere i nuovi dannati come un demone qualunque, ma la maggior parte dei caduti non ricorda quasi nulla della nostra precedente vita, provano solo tanta vendetta per essere stati cacciati, e una volta caduti non fanno che creare casini, quindi il grande capo ha mandato me, Belzebub, il Principe dell’Inferno, a farvi da balia. Che palle.»
 La donna, se così si poteva definire, si accovacciò per guardare meglio quella creatura ancora rannicchiata su sé stessa.
 «Hai intenzione di rimanere così ancora per molto, novellino?» chiese, per poi rialzarsi con un sospiro.
«Muoviti» aggiunse tirandogli un calcio sulla spalla, come per accertarsi che fosse ancora vivo.
«Cavolo, sei ridotto davvero male. Le fiamme dell’Inferno devono averti bruciato per bene quando sei caduto. Devi aver avuto una grossa quantità di Grazia. Eri un pezzo grosso, per caso? Magari un Serafino o un Principato…» rifletté vedendolo contorcersi dal dolore.
 Doveva ammetterlo, quel nuovo demone la incuriosiva… E per qualche strana ragione, la intimoriva allo stesso tempo. Era ridotto uno straccio, aveva sofferto parecchio durante la caduta, segno che la sua Grazia doveva essere molta più del normale, e non riusciva ad inquadrarlo bene. In genere gli angeli caduti si dividevano in due categorie: quelli che avevano deciso di seguire ed emulare Lucifero e chi, invece, era caduto involontariamente. Alla fine, entrambe finivano per odiare il Paradiso per non averli accettati. Quel nuovo demone, invece, non sembrava appartenere a nessuna delle due categorie. Non si era alzato con un ghigno sul volto chiedendo subito cosa fare per soddisfare Satana, né pregava tra le lacrime di essere riammesso in Paradiso. Lui, semplicemente, se ne stava lì accucciato per terra, tremante di dolore, senza emettere un singolo suono. Inoltre, aveva qualcosa di strano, qualcosa che Belzebub non aveva mai visto negli altri angeli caduti: la bellezza. Nonostante le sue condizioni, quel corpo ora demoniaco e coperto da una tunica ormai lacerata e nera come le sue grandi ali, era bello. Era come se in tutto quel dolore, quel corpo ora circondato dall’oscurità conservasse in qualche modo ancora un briciolo di luce. Ma era impossibile, e questo Belzebub lo sapeva bene.
 
 Stette ad osservarlo per qualche secondo, in attesa che questo si decidesse ad alzarsi, ma quando si rese conto che molto probabilmente non aveva intenzione di muoversi, piegò leggermente le gambe esasperata, alzando gli occhi al cielo.
 «Per amor di Satana, alza il culo da quel pavimento, non ho tutto il giorno. O vuoi rimanere a strisciare lì per terra?»
 Quelle parole sembrarono riscuoterlo improvvisamente e con estrema lentezza il nuovo demone, le braccia avvolte attorno al busto e i lunghi capelli rossi che gli ricadevano sugli occhi, ma non nascondevano una smorfia di dolore, si alzò.
 «Era ora» esclamò lanciandogli un’occhiata curiosa.
 «Sai, io conservo ancora qualche vago ricordo del Paradiso e ora che ti osservo bene, hai un che di familiare. Come ti chiami te lo ricordi? Magari ci conosciamo…»
 
 «No» disse parlando per la prima volta e alzando finalmente lo sguardo. Gli occhi azzurri di Belzebub di colpo si scontrarono con quelli gialli, dalle iridi affilate e serpentine del nuovo arrivato, e le un attimo il Principe dell’Inferno trasalì.
 Il demone dai capelli rossi scosse la testa, raddrizzando le spalle e guardando serio il suo interlocutore. Poi, sorprendendola, sul suo volto ancora dolorante si dipinse un ghigno strafottente.
 Non c’era malvagità in quegli occhi brillanti o in quel sorriso sghembo, ma solo divertimento.
 
 Certo che ricordava il suo nome, così come ricordava di aver già visto Belzebub quando entrambi vivevano ancora in Paradiso. Nella sua mente, a parte alcuni piccoli dettagli, era tutto limpido come l’acqua dell’Eden.
 
 Lui ricordava tutto.
 Ma avrebbe ricominciato quella vita da zero, vivendo come più gli andava a genio.
 
 
 «Ciò che ero non ha più importanza. Da oggi in poi, il mio nome sarà Crawly.»
 
 
 
 
 
 
 

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Angolo dell’autrice
Non pubblico qualcosa qui su EFP da almeno un anno e mezzo. Spero di aver partorito qualcosa di quantomeno decente.
Ci tengo a precisare che, non so se alcuni di voi l'hanno notato, ma questa fanfiction è stata inevitabilmente contagiata da come gli angeli sono descritti e raccontati in Supernatural. Cose come la Grazia o la figura di Lucifero (che poi sarebbe Satana) sono spunti direti di quel telefilm. Colpa mia, ma dovevo assolutamente farlo, perché adoro fondere in queste piccole cose Supernatural e Good Omens!
L’idea per questa storia è nata a seguito di una fanart che ho fatto sulla caduta di Crowley, per la quale, a sua volta, mi sono ispirata ad una statua di Lucifer situata in una chiesa di Westminister realizzata dsll’artista Paul Fryer.
Siccome Tinypic, come tutti sappiamo, ha chiuso i battenti e ora non ho tempo per cercare un modo per inserire la fanart in questione per farvela vedere, se vi va potete vederla su mio profilo Instagram, dove mi trovate con il nome di Crystal25396. Appena ne avrò occasione, inserirò l'immagine anche qui nella storia
.
Beh, detto ciò, se vi va di farmi sapere cosa ne pensate lasciandomi una piccola recensione, a me farebbe solo che piacere.
E niente, spero di tornare presto a scrivere, specie se in questo fandom, perché Good Omens è diventata una vera e proprie droga per me <3

Alla prossima (spero)!
-Crystal-
   
 
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