Crossover
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Autore: UlquiorraSegundaEtapa    30/09/2019    4 recensioni
Dal capitolo 4:
"Il ragazzo dovette fare i conti con una verità che era stata ovvia per lui in passato, ma che ora cominciava ad apparirgli stranamente scomoda: tutti duellavano. Era come fumare, arrivi al liceo e tutti fumano. Ecco, alla loro età tutti duellavano. Erano la generazione dei duellanti. Alan si sentiva come un pesce fuor d'acqua. Peggio.
Si sentiva come un uomo che aveva fatto voto di castità ad Amsterdam"
La storia di Alan, dei suoi amici e della lotta con i suoi demoni, immaginari e reali. In un mondo dominato dal Duel Monsters, diventato sport nazionale, non c'è pace per chi vuole ritirarsi dalla scena. Il passato torna sempre a bussare alla porta, e quando lo fa non ammette rifiuti.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10: Creature dagli abissi
 
 
Come si sente un condannato a morte? O uno la cui vita dipende dal giudizio degli altri?
Alan pensava di essersene fatto un’idea in quel momento. Gli occhi di tutto il Parco, di tutte quelle persone che lui aveva salvato duellando un mese prima contro il Pinguino, erano ancora una volta su di lui. Le luci della ribalta puntavano i loro fasci crudeli, e lui non poteva scappare. Ma questa volta, Alan aveva un’argomentazione incontrovertibile.
- Non so perché tu abbia voluto mettere su questo spettacolino – rispose, tenendo testa a Lance, che lo guardava con una faccia di pietra – ma non starò al gioco. Non stavolta.
Mosse un passo, calciando inavvertitamente un sassolino in acqua. Fece un paio di cerchi sul posto e affondò lentamente, andando a fare compagnia agli altri sul fondo.
- O hai forse dimenticato – proseguì – quello che ti ho detto quella sera?
Il non detto dei loro sguardi caricava l’aria di tensione. Si sfidarono così, con tutti che li guardavano ammirati. Nonostante neanche Lance avesse voluto rischiare il culo con Cobblepot – era solo un ragazzo, non diverso da loro – al Campo aveva fama pari a quella di una divinità. Nessuno osava sfidarlo, alcuni avevano persino timore a guardarlo negli occhi, come quando in Pokemon non vuoi iniziare lo scontro con un altro allenatore e allora cerchi di evitare il suo sguardo. Le ragazze, invece, se lo mangiavano solo con quelli, tanto gli sbavavano dietro.
Ma nessuno prima di allora aveva osato sfidarlo così apertamente. – Pare che la gente qui abbia una certa considerazione di te – disse Alan, che voleva giocare proprio su quello. – Perché non la sfidi tu, Mera? Avrebbe più senso che sconfiggesse te, che sei rispettato da tutti, piuttosto che un novellino venuto dal nulla.
Fece scorrere lo sguardo sui presenti. Nessuno aveva qualcosa da ridire, a quanto sembrava. E di certo, nessuno voleva azzardarsi a sfidare neanche Mera.
La sottoscritta li guardava trattenendo il fiato, così come Serena, anche se lei lo dava più a vedere. Dopotutto, era direttamente coinvolto suo fratello. Mera, anche se era la diretta interessata, era comunque leggermente più composta. Aveva una mano appoggiata al fianco e l’altra lunga, ma ogni tanto la chiudeva e apriva, come a saggiare la forza della sua stretta.
Lance, finalmente, rispose con un sorriso privo di allegria. – Lo farei volentieri, ma purtroppo stasera ho dimenticato il deck a casa.
Alan rispose con una risatina poco convinta e una faccia di bronzo. – Oh, ma che peccato: anch’io.
E si vuotò le tasche per dimostrare che non stava mentendo. Qualcuno fra il pubblico cominciò a mormorare. Una ruga comparve sulla fronte di Lance, e la sua non era affatto un’espressione piacevole. Alan stava sorridendo sornione; stavolta ce l’aveva fatta, l’aveva spuntata e niente e nessuno avrebbe potuto cambiare le cose. Insomma, non è che si potesse materializzare un deck così dal nulla, no?
Ma la sfiga ha tanti nomi, e a volte uno di essi è Barney. Il biondo si tirò in piedi, lisciandosi i bei calzoncini estivi – riusciva ad essere elegante anche in bermuda, incredibile, pensò Alan – e barcollò un attimo. L’amico lo guardò terrorizzato: non farlo, era la sua tacita supplica; qualsiasi cosa tu stia pensando di dire o fare, ti supplico, non farla.
Ma Barney la fece lo stesso. Si ficcò una mano nelle tasche, e gli occhi di Alan si spalancarono perché aveva già intuito cosa stesse per estrarre.
No… non può essere vero…
- Be’ – esordì il ragazzo, nel momento peggiore in cui avrebbe potuto farlo – sì da il caso che qui abbia qualcosa per te.
Lo mostrò a tutti. Non c’erano dubbi, come non ne aveva avuti quando l’aveva trovato nel suo armadietto l’ultimo giorno di scuola. Quello era il suo deck!
Afferrò Barney per la maglietta mentre il deck, fermato da un altro elastico, stavolta verde, cadeva sull’erba. Lo guardò dritto negli occhi, aspirò il suo fiato che sapeva di birra e comprese che anche il suo aveva lo stesso sentore. Una luce omicida si accese nel suo sguardo.
- Da ora in poi – gli promise, parlando a bassa voce – dedicherò il resto della mia vita a portarti via tutto ciò che ami. Non importa da oggi in poi quante ragazze conoscerai, non importa quali cose la vita ti regalerà, dove andrai o cosa farai, sappi che in ogni, singolo istante della tua vita, io ci sarò. Tu non mi vedrai, ma saprai che sarò sempre al tuo fianco. Vivrò nella tua ombra, sarò presente ogni giorno, come un revenant che non vuole saperla di smettere di tornare.
Si avvicinò ancora di più a lui, quasi come se volesse baciarlo; non notò che le guance di Barney erano paonazze, perché socchiuse ancora di più gli occhi. – Lascerò che tu abbia successo, che ottenga tutto ciò che hai sempre sognato. Ma poi, quando le tenebre caleranno e ti ritroverai nel tuo loculo domestico, io apparirò. E ti costringerò a guardare mentre trasformo la tua vita in un inferno e ti tolgo tutto, tutto.
Lo lasciò infine andare, e Barney per poco non cadde all’indietro. – E poi ti ucciderò – concluse. La folla era talmente scioccata che non volava una mosca. Tutti lo guardavano a bocca spalancata, tranne Sapphire, che mostrava solo una leggera sorpresa. Persino Lance aveva perso la sua compostezza.
- Maan… - mormorò Shaun, rompendo il silenzio – competition is on. And is savage.
- Bro, che cazzo c’era in quella birra? – domandò Barney. – Sicuro che abbiamo bevuto la stessa marca?
Non sembrava affatto preoccupato.
Alan sbottò: - Maledizione a te, Barney! Non sono qui per farmi coinvolgere in un qualche teatrino del cazzo. Ho chiuso col Duel Monsters. Chiuso!
Fece un gesto a spazzare con le braccia. In quel momento, qualcosa scattò dentro Mera, qualcosa che le fece stringere i pugni e infiammare gli occhi.
- Scusate, dovrei dire anch’io la mia, se permett… - stava giustamente facendo notare Luvia, visto che era lei tecnicamente a essere in pareggio con Mera. Ma quest’ultima la interruppe con un deciso: - NO!!
Tutti si voltarono verso di lei, Alan compreso. La gente mormorava il nome della ragazza, che ora avanzava sul ciottolato verso la sponda. I suoi capelli rossi ondeggiavano come fuoco, i suoi occhi erano carichi di una determinazione che prima non aveva, e puntavano Alan. A lui venne subito in mente la sera in cui si erano conosciuti. Se quella sera le era sembrata bella, seduta al bancone con quella camicia arrotolata e la spruzzata di lentiggini sul viso, che era così vicino al suo da poterla baciare, ora le sembrava semplicemente divina.
I due si guardavano negli occhi.
- Tu non hai chiuso un cazzo finché non lo dico io – annunciò la rossa, per poi guardare a lato verso il suo compagno alla pari.
- Lance ha ragione – annunciò alla folla. – Colei che vuole essere regina dovrebbe provarlo come proviamo qualsiasi cosa qui: con un duello!
Un paio di persone applaudirono, altre la incitarono. Lei sollevò il pugno: - Vi dimostrerò che la vostra Mera è degna del titolo di regina, sconfiggendo l’uomo che ci ha salvati!
E puntò il dito contro di lui. – Alan!
Lance ora sorrideva soddisfatto. E ora che farai, Alan?, pensò. Sarai coerente con te stesso, scappando stasera sapendo che non potrai fare ritorno qui, e disonorando te stesso e Mera al contempo, oppure accetterai, scendendo a patti con te stesso?
Spostava lo sguardo dall’uno all’altra, e attendeva paziente, le braccia nuovamente incrociate. In ogni caso, non penso che cambierebbe molto, rifletté poi, perché con il deck che ti ritrovi… non hai alcuna possibilità contro Mera!
- Ohi! – si intromise Luvia. – Bella, guarda che devi prima vedertela con me!
Si portò una mano al petto. – Voglio dire, sono campionessa da diversi anni, ormai, e…
- Luvia – la interruppe spietatamente lei – questa giuria ti ha ormai squalificato.
- CO-COSA?! – esclamò quella, incredula. – E CHI L’AVREBBE MAI DECISO?! QUALE GIURIA?!
In quel momento, volarono fischi di disapprovazione verso di lei. – Mera ha ragione! – gridò qualcuno. – Duellate con onore!
- La nostra regina non può essere solo bella!
- Deve anche essere forte!
Mera sorrise, convinta. Alan, invece, era allibito, tanto quanto lo era Luvia.
- Non… non potete farlo – biascicò. Mera le puntò il dito contro: - C’è un solo modo in cui puoi dimostrare di essere la vera regina, ed è sconfiggendo chi di noi due prevarrà stasera!
Ritirò il braccio. – Perciò mettiti in fila, cocca…
I suoi capelli sventolarono quando fece un’elegante piroetta per girarsi. Luvia aveva gli occhioni blu spalancati e increduli. Quella doveva essere la sua serata, il momento in cui avrebbe nuovamente dimostrato di essere superiore a tutti gli altri. Perché lei era Luviagelita dalla famiglia Edelfelt, lei era la migliore, doveva esserlo. Che fosse sfilare in costume in qualche ridicolo parco pieno di gente arrapata o vincere la finale dell’Altopiano Vittoria. Lei era Luviagelita Edelfelt.
E invece erano bastate poche parole da parte di Lance e Mera per metterla in ombra. Era inconcepibile.
- Temo che stiate tutti facendo i conti senza l’oste – s’intromise Alan, spostando lo sguardo con fare deciso dalla rossa a Lance. – Il semplice fatto che Barney abbia portato quel deck qui non significa che mi presterò ai vostri giochetti.
- Tu li chiami giochetti? – sbottò Mera. Alan non l’aveva mai vista così indispettita, neanche la prima sera per via di Cobblepot. C’era qualcosa di particolare nella sua rabbia, qualcosa che non riusciva bene a identificare ancora.
Sospirò, sconsolato. – Sentite – fece, mettendo le mani avanti – pensate quello che volete. Stasera sono qui solo perché mi hanno invitato, ma se le cose stanno così, toglierò il disturbo.
Winona lo guardava a braccia conserte, l’espressione indecifrabile. Al suo fianco, Sapphire sembrava molto interessata a seguire gli sviluppi di quella discussione; sembravano dei predatori che si stavano azzannando a vicenda, e lei sarebbe stata pronta a colpire il vincente, esausto, per raccogliere le carcasse di tutti e tre. O questo era quello che traspariva dal suo sguardo; che fosse una tipa strana, lo si era già capito.
Serena fu l’unica di loro a esprimersi: - Lance, ora basta! Non potete costringerlo!
Aveva parlato con le mani racchiuse sul petto, come se fosse in preghiera. Sembrava ancora più minuta, sotto ai riflettori.
In quel momento, una scintilla si accese negli occhi di Lance, una luce strana, che lei non gli aveva mai visto, e che la inquietava. Era come se davanti a sé, in quel momento, suo fratello fosse stato sostituito da un altro. Quella luce, quel ghigno, dicevano che lui poteva costringerlo eccome. Aveva esattamente il mezzo per costringerlo, e la cosa ironica, la fottuta ironia del tutto, era che era stato proprio Alan a consegnarglielo.
- Duella – ordinò perentorio – o preferisci che io riveli a tutti il tuo segreto?
Calò il gelo. Il tono dei mormorii si abbassò al rumore di fondo che fa una televisione spenta; nessuno osava fiatare ad altra voce. Segreto, si domandavano, quale segreto?
Alan fissava Lance con gli occhi talmente spalancati che sembravano dovergli rotolare via dalle orbite e sull’erba da un momento all’altro. Nella sua espressione c’era un misto di incredulità, rabbia e amarezza. Sì, perché lui aveva aperto il suo cuore a Lance, gli aveva confidato quel segreto mortale, che nessuno sapeva tra loro, e ora lui lo ripagava con la stessa moneta? E per cosa? Perché Alan lo aveva privato della sua possibilità di rivalsa?
No, si rifiutava di credere che quello fosse lo stesso Lance che lo aveva salvato da Surge un mese prima. Quale uomo poteva cambiare così repentinamente?
Strinse i pugni. – Non lo faresti mai… - azzardò.
Ma Lance era stoico e inamovibile. – Oh, puoi giurarci. Disonoreresti Mera e te stesso più di quanto non abbia già fatto, rifiutando questa sfida. È finito il tempo della fuga, Alan.
Gli puntò un dito accusatorio. – Combatti! Altrimenti rivelerò a tutti di Lucius, e del terribile segreto che ti porti dentro!
Al riparo nella sua postazione sopraelevata, Gary fece un fischio divertito. – Ohoh, e così c’è qualcun altro che sa.
Alan strinse i denti talmente forte che per poco non se ne spezzò qualcuno. Gli tremavano i pugni. In quel momento, non voleva duellare con Mera, non voleva duellare affatto; voleva riempire Lance di botte, urlargli che era un codardo a voler usare quei mezzucci per costringerlo a fare qualcosa che non voleva fare, urlargli che non era così che si ripagava la fiducia altrui.
Ma nulla di tutto quello sarebbe servito, così rilassò i pugni e abbassò le spalle. In quel mondo parallelo, all’ombra di quelle fronde, nel fragore di quella cascata, con le luci che si riflettevano nel laghetto, c’era una sola legge che valeva: la legge del più forte. Del più forte duellante, ovviamente.
Così, ormai rassegnato, guardò Lance e ammise la sconfitta. – E sia, duellerò.
Il rosso si permise un sorriso soddisfatto. – Saggia decisione – convenne.
- Ma io e te faremo i conti un’altra volta – stabilì perentorio Alan, prima di avviarsi a raccogliere il proprio deck. Il tutto sotto la supervisione di Lance, il quale poi gridò a Rob: - Prepara due duel disk, e qualcuno porti qui il deck di Mera!
Il barista non sembrava convintissimo dell’atteggiamento di Lance, ma non fece domande.
- Coraggio, tra cinque minuti si va in scena! Diamoci da fare – sentenziò, come se fosse un regista.
Alan, ormai arresosi all’ineluttabilità dei fatti, ora si sentì pervadere da una sensazione nuova, che aveva sostituito in parte la rabbia di prima, ma senza snaturarla. Sì, quella che provava ora era una rabbia calma, come un vasto oceano pronto a incresparsi e infuriarsi al primo segno di tempesta. Un mare enorme, pronto a inghiottire chiunque.
Se non poteva farli ragionare con le parole, sarebbe sceso a compromessi ancora una volta con sé stesso, e avrebbe accantonato la sua morale per zittirli tutti nell’unico linguaggio che conoscevano: quello del Duel Monsters. Dopotutto, pensò stringendo con forza le piastrine, non avrebbe avuto problemi a far fuori un branco di cocciuti duellanti amatoriali, anche quel deck.
Perché lui sarebbe dovuto essere il campione dell’Altopiano Vittoria, se tutto non fosse andato a puttane.
 
Duellanti, in posizione!!
La voce del cronista era risuonata per tutto lo stadio, seguita dal roboare di spettatori frementi per l’inizio della semifinale. Ai due lati dell’arena, Alan e Lucius si guardavano negli occhi. Il ragazzo era ancora sconvolto per quanto successo prima nel corridoio, ma cercava di non darlo a vedere, nonostante il sudore che gli imperlava la fronte.
Dagli spalti, Gary si stava certamente chiedendo che cosa avesse. Conosceva l’amico fin troppo bene per sapere che non era uno che si faceva prendere dal panico così. Che cosa gli aveva detto quel nero?
D’altro canto, negli occhi di quest’ultimo era scomparsa qualsiasi traccia di supplica, e invece c’era una fiera determinazione.
PRONTI?!
Chi poteva dire se lo erano davvero.
COMBATTETE!!
- Mi hai costretto tu a fare questo, ragazzo! – sentenziò l’uomo. – Pesco!
Guardò le sue carte e ne prese subito una. – Evoco Servitore del Teschio in posizione d’attacco!!
Uno scheletro coperto da un sudario viola e con un’aura inquietante si posizionò dal suo lato del terreno. Le sue orbite vuote sembravano fissare Alan. Ma invece di lasciarsi inquietare, alla vista di quel mostro l’altro riacquistò coraggio e rise sprezzante.
- Dovrai fare molto di meglio che buttare sul terreno un misero Servitore del Teschio, se vuoi sconfiggermi!
- Questo lo so bene – disse l’altro, con voce priva di inflessione. Alan fece una smorfia infastidita. Quell’uomo lo stava mettendo in difficoltà sul piano psicologico.
- Ti chiuderò molto presto la bocca, vedrai! – sentenziò. Pescò la sua carta e sorrise: - E prima di quanto immagini, a quanto pare!
Mostrò la sua carta. – Ora evoco…
 
La folla chiedeva a gran voce un duello, e a quanto pareva anche quella sera l’avrebbero ottenuto. Portarono un duel disk ad Alan; fu Serena a farlo. La ragazza lo guardò con aria apprensiva, per poi spostare lo sguardo sul fratello.
- Ti chiedo scusa a nome suo, Alan – disse in tono colpevole. – Ultimamente non so davvero cos’abbia…
Alan si agganciò il duel disk al braccio, poi estrasse il portafoglio; nella bustina plastificata c’era la sua solita carta, Drago da Richiamo, che aggiunse al deck per completarlo.
- Lo so io – disse alla castana. – Ma non importa. Immagino che non si possa sfuggire al proprio destino, giusto?
Si sistemò meglio l’apparecchio, e poi vi inserì il deck. Il duel disk si accese.
- E il mio destino è questo – concluse.
Serena non sembrava più tranquilla. – Se vuoi posso trovare un modo per…
L’altro la interruppe. – Il modo è questo. È l’unico modo.
Le fece un sorriso di tenerezza. – Ti ringrazio per la tua preoccupazione. Ma me la caverò.
Ancora una volta, lei non sembrava convinta.
- Ehi. – Alan si sentì una mano sulla spalla. Si volse ed era Winona; i loro occhi si incontrarono. La ragazza gli fece un cenno col capo, ad indicare Mera, che si stava preparando a sua volta. Avrebbero combattuto sul ciottolato del laghetto; c’era il rischio di finire in acqua, quindi avrebbero dovuto avere i piedi ben saldi. Qualsiasi colpo preso per la distruzione di uno dei loro mostri avrebbe potuto significare la fine. Non importava che fossero ologrammi, l’effetto che avevano sul corpo era psicosomatico. Sarebbe stata una battaglia di resistenza.
- Ascoltami – gli disse la ragazza dai capelli lilla – non so che tipo di avversari eri abituato ad affrontare…
- Tu pensa al peggio – le suggerì l’altro.
Quella lo guardò intensamente. – Lo spero – gli disse – perché Mera non è niente di simile a quanto hai affrontato fin’ora.
Indicò Sapphire, che era al fianco dell’altra e stavano parlando di qualcosa. – Dopo Lance, Mera è la duellante più forte del Parco. E non sono sicura che con quel deck che hai riuscirai a tenerle testa.
- Non ho scelta – si risolse Alan. – Grazie a entrambe.
Si avviò. Barney gli venne in corso e gli fece: - Bro, qualunque cosa accada, farò il tifo per te.
Alan lo guardò, e non poté fare a meno di sorridere. Realizzato che, volente o nolente, il suo destino era quello di duellare in quelle circostanze, la rabbia nei confronti dell’altro si era dissipata come nebbia al mattino.
- Ti ringrazio, Barney – gli rispose. – Ne avrò bisogno.
Guardò Mera, che lo aspettava a braccia conserte. Era di una bellezza mortale, e altrettanto pericolosa. Non avrebbe dovuto farsi distrarre dal seno prospero e dalle sue curve invitanti, né dalla bellezza dei suoi occhi o del suo viso. Avrebbe dovuto vederla per ciò che era quella sera; un’avversaria. E gli avversari vanno sconfitti.
Così si avviò, ma non poté fare a meno di sentirsi al patibolo. Le piastrine che aveva sul petto ripresero a scottare, immancabile monito del fatto che stava venendo meno alla sua promessa.
Lucius, lo so che è egoista, si disse, mentre lasciava la terra ferma per muovere passi incerti sui ciottoli. Erano più scivolosi di quanto avesse pensato. Si tolse le scarpe prima di proseguire.
Ma dovunque tu sia ora, spero che farai il tifo per me!
Sentì una morsa allo stomaco dopo aver pronunciato mentalmente quella blasfemia. A quanto pareva, Lucius non l’avrebbe aiutato. Oh be’, pazienza; era anche giusto così.
Finalmente raggiunse Mera. I due si guardarono, mentre tutto attorno a loro taceva. Erano stati immersi in un silenzio irreale, erano finiti in un mondo in cui esistevano solo loro e i loro deck.
Alan sentì il bisogno di spezzare quella calma innaturale, perché cominciava ad agitarsi.
- E così, finalmente ci incontriamo ai due lati dell’arena – disse, con una leggera risatina. – Chi l’avrebbe mai detto, eh?
Mera era seria come lui non l’aveva mai vista. – Voglio dirti una cosa: anche se in questo periodo ho simpatizzato per te, stasera non avrò alcuna pietà!
Simpatizzato, pensò. Mera aveva simpatia per lui; non erano neanche definibili amici.
La rossa gli puntò contro un dito. – E tu non osare andarci piano con me solo perché sono una ragazza, hai capito?
La sua voce si era alzata di un tono con quella raccomandazione. – Non tollererò un simile comportamento. Stasera io sono una duellante, è chiaro? Non sono Mera, sono una duellante!
Alan la ascoltò senza fiatare. – Quindi ecco cosa faremo – proseguì l’altra - stabiliremo le nostre condizioni. Alan…
Misurò il suo nome sulle proprie labbra, una lettera dopo l’altra che scorrevano come carrelli su montagne russe. – Se vinco io stasera, sarò la Regina del Parco. E nominerò te mio cavaliere!
Versi di disapprovazione e gelosia si levarono dalla folla, in una cacofonia assordante.
- Quel gran figlio di puttana! – sentenziò Barney. Ma Shaun, al suo fianco, era se possibile ancora più infuriato: - MA IO… MA NON… MA COME SI FA… MA TUTTE LUI?! CIOE’, NON E’ CHE… QUESTA… E’… UNA STANZA!! NON E’ UN CANTIERE!!
- Come hai detto? – il biondo era confuso.
Il moro si risedette a gambe incrociate come un monaco buddista. Barney lo sentì mormorare qualcosa che non riuscì a identificare; qualcosa del tipo: - Ma va sto patagarroso di un uomo…
Alan, dal canto suo, era confuso. – Come… scusa?
- Hai sentito benissimo – disse la rossa, che aveva preso la cosa molto sul serio. – La Regina può nominare un cavaliere, e sarai tu.
- E… e che dovrei fare? – era questo che sfuggiva ad Alan.
- Be’… - l’altra era leggermente disorientata dalla sua reazione – dovresti… semplicemente venire al falò di fine estate come mio accompagnatore.
- Ah. Tutto qui?
- TUTTO QUI?! – sbraitarono alcuni. Winona soffocò una risatina: - E’ adorabile – commentò.
- C’è gente in questo Parco che ucciderebbe pur di avere una serata con Mera - commentò acido Shaun. Barney, al suo fianco, fischiettava disinvolto guardando il cielo.
Mera ritrasse la mano e la chiuse a pugno. – Tch… c’è anche un’altra condizione che voglio porre, comunque.
- E sarebbe? – domandò Alan paziente.
- Se vinco io, mi rivelerai finalmente il motivo per cui non vuoi duellare!
Un brivido percorse la schiena e le spalle del ragazzo. Effettivamente, doveva aspettarselo. Oramai il suo segreto era più ambito del Sacro Graal. E pensare che sarebbe bastata fare una ricerca su Google, cercare le notizie di cronaca relative al torneo dell’Altopiano Vittoria di due anni prima, e tutte le loro richieste sarebbero state esaudite. Almeno in parte, comunque; c’era sempre la versione di Alan, del resto, che la stampa non riportava. C’era quello che lui aveva discusso con Lucius nel corridoio, c’era il loro duello, e le sue conseguenze. E c’erano le piastrine che portava al collo.
- D’accordo – acconsentì infine. – Se vincerai, esaudirò le tue richieste. Verrò con te, e sarai informata sui fatti.
Mera rilassò i muscoli facciali in un sorriso soddisfatto. Sorriso che scomparve l’istante dopo, quando il ragazzo aggiunse: - Ma ho anch’io delle condizioni da porre, visto che vogliamo giocare così.
- Sta bene – disse l’altra, prudente. – E quali sarebbero?
- Tre anche le mie – spiegò, e cominciò a enumerarle sulle dita della mano. – Se dovessi invece vincere io, come prima cosa sarà Luvia ad essere proclamata Miss Parco dei Duelli.
L’altra, che era stata forzata a ritirarsi in disparte, e si stava mordendo nervosamente un’unghia, sbiancò come tutti a quelle parole. – COME?!
- Certo – disse pacifico Alan, scambiando poi un’occhiata con la bella bionda nel suo trikini blu. – Visto che avevate lo stesso numero di voti, ma è stata brutalmente accantonata così, per stavolta mi farò suo rappresentante.
Guardò Mera con serietà, poi spostò lo sguardo sulla folla. – Qualcuno ha qualcosa in contrario?
Guardò Lance mentre lo diceva. Molti si scambiarono sguardi, ma nessuno disse nulla. Dopotutto, a parlare era l’eroe del Parco dei Duelli.
Gary non poté fare a meno di sorridere. – Questo è l’Alan che conosco.
- Secondo – riprese lui. – Smetterete di coinvolgermi nei vostri duelli. Vi riconsegnerò questo mazzo una volta per tutte, e la faremo finita. Questa cosa sta diventando una presa per il culo, e non lo sopporto; se vinco, questo sarà davvero il mio ultimo duello.
Di nuovo, nessuno fiatò.
- E infine – e stavolta parlò in tono più greve del solito – se vincerò io, Mera, tu getterai il tuo deck in questo lago.
Silenzio di tomba. Mera era allibita, così come le altre ragazze; persino Sapphire aveva la bocca spalancata e gli occhi enormi. Alan aveva appena pronunciato una sentenza terribile. Il deck rappresenta tutto per un duellante, specialmente per una duellante orgogliosa come Mera. Gettarlo in acqua significa perdere il proprio onore e, in alcuni casi, anche la propria ragione di vita.
Era una richiesta terrificante.
- Che cosa ti prende? – la schernì ora lui. – Troppo spaventata? Dopotutto, sei tu ad aver voluto mettere una posta in gioco.
La fulminò con uno sguardo torvo e serissimo. – Io non gioco mai per giocare; io gioco solo per vincere.
Dalla sua posizione, Lance scoprì leggermente i denti, una piccola goccia di sudore che gli rigava una guancia per poi scomparire. Alan, non puoi davvero farle questo?
Ma poi ripensò all’Alan di un tempo, a quello che gli aveva raccontato, e non ne era più tanto sicuro. Credeva di avere davanti una persona molto diversa da ciò che era stato, ma forse avrebbe dovuto cominciare a ripensarci quella stessa sera.
L’impulso a intervenire fu irrefrenabile. – Aspetta – disse – non puoi chiederle una cosa del…
Ma Mera lo bloccò. – No, Lance, va benissimo.
- Cosa?! – Il rosso era incredulo. – Mera!
L’altra non lo stava guardando. I suoi occhi erano fissi in quelli di Alan. Si poteva quasi vedere l’elettricità intorno a loro.
- Non perderò – giurò, più a sé stessa che a loro. – Qualsiasi cosa accada, io non perderò.
Sulle sue labbra comparve un sorriso di sfida. – Temo tu stia sopravvalutando le tue capacità, ragazzino.
- Ragazzino? – ripeté Alan, con una punta di divertimento. – Io temo invece che tu stia sopravvalutando le tue. Vuoi sapere chi sono, Mera?
L’altra rimase interdetta.
- Dico bene? – insistette l’altro. – Sì, perché se sapessi chi sono davvero, non correresti dei rischi così alti a cuor leggero!
Gary, dall’alto, allargò il suo sorriso. – Oh sì, eccolo che torna. Ecco l’Alan che conoscevo… il duellante prodigio, il mio unico e degno rivale.
Afferrò la polo sul petto e la strinse.
- Basta chiacchiere! – sentenziò Mera. – Non scelgo di sacrificare il mio deck a cuor leggero! Ti ho detto di non sottovalutarmi! Ora pesca le tue carte e…
Scattò la sincronia.
 
COMBATTIAMO!!!
 
- Ci siamo – osservò Winona, a braccia conserte.
Serena si stava stringendo le mani così forte da farsi male. In disparte, ora Luvia stava sorridendo leggermente.
Kukuku, non mi interessa che un ragazzino qualsiasi mi faccia da portavoce, pensò, ma nulla stasera potrà eguagliare la soddisfazione di vedere Mera ricevere una bella lezione.
Socchiuse gli occhi, e il suo sorriso si incupì leggermente. Spero solo che ne sia davvero capace
- Apro io le danze, se permetti – disse la ragazza. – Pesco!
Guardò il ventaglio di carte, e senza esitare ne posizionò una. – Evoco Kaiser Cavalluccio Marino in posizione d’attacco!!
Una luce brillò sotto la superficie dell’acqua, che si increspò in un vortice. Dai flutti emerse poi un guerriero coperto da un’armatura di squame celeste e viola. Due occhi rossi brillavano nel suo elmo. Portava uno scudo che sembrava una manta e una lancia dorata a doppia punta. (Attributo: Luce; Lvl: 4; Tipo: Serpente Marino/Effetto; ATK: 1700; DEF: 1650).
Alan sgranò gli occhi di fronte a quel mostro. No… lui no, lui no, lui no…, si ripeté. La forza dei ricordi lo colpì con la violenza di un fiume in piena. Un lampo di dolore si accese dietro al suo occhio. Si portò una mano al volto e premette, soffocando un gemito, mentre la sua retina confondeva nuovamente il presente con il passato…
 
- Ora evoco… Kaiser Cavalluccio Marino!!
Un guerriero in armatura marina munito di lancia e scudo fece la sua apparizione al fianco di Alan. I miseri 300 punti di Servitore del Teschio non potevano competere con i 1700 del mostro di Alan.
- Vai Kaiser, spazza via la sua inutile creatura! Attacco con Lancia Marina!!
Kaiser fece roteare la propria lancia, per poi abbatterla con un micidiale affondo sullo scheletro, che andò in frantumi. Lucius si parò con un braccio mentre i suoi life points scendevano di millequattrocento punti.
Alan rideva. – Se utilizzi mostri così deboli, mi domando come tu abbia fatto ad arrivare fin qui!
L’altro fece una smorfia mentre pescava. – Lo scoprirai, te l’assicuro!
 
- Alan? – Qualcuno lo stava chiamando. – ALAN?!
Lui si riebbe. A chiamarlo dalla riva era stata Serena.
- Che ti succede? – gli stava urlando.
- Non è… - mormorò lui – non è nulla.
Mera lo guardò impietosa. – Che c’è? Il mio mostro ti ha terrorizzato?
C’era una vena di scherno nella sua voce. Alan la guardò seria, e al contempo mortalmente divertito dalla crudele ironia della sua situazione.
- Ohhh, se solo sapessi…
- Prestò saprò tutto ciò che c’è da sapere – gli assicurò l’altra, e riprese il proprio turno. – Ora posiziono due carte coperte, e termino il mio turno. A te la mossa, se non hai troppa paura per farla.
Alan avvicinò la mano al vano del deck. Prima di pescare, fece un bel respiro.
Coraggio, Alan, calmati, si disse. Conosci molto bene Kaiser, non c’è motivo per farsi prendere dal panico. Puoi batterla!
Con quella carica di motivazione, pescò la sua carta. Non riuscì a trattenere un gemito di sorpresa.
Drago Tricorno e Drago da Richiamo alla prima mano?!
Guardava incredulo la combinazione di carte che gli era capitata. Quelle sei carte erano probabilmente le migliori di sempre.
Fantastico, pensò come un sorriso, metterò a tacere Mera ben prima di quanto immaginassi.
- Come prima cosa, attivo la carta magia Torna all’Inizio! – Mostrò la carta con lo strano gioco dell’oca sopra. – Scartando una carta dalla mia mano, posso far tornare un mostro sul tuo terreno in cima al tuo deck! E io scelgo l’unico mostro che possiedi!
Puntò il dito, e Kaiser scomparve in un vortice di luce. Senza fiatare, Mera lo rimise in cima al deck; la sua prossima draw phase sarebbe andata a vuoto. Alan scartò Drago Tricorno con un sorrisino.
- Ora posiziono un mostro coperto in difesa, e termino il mio turno.
Incrociò le braccia. E ora mostrami di cosa sei capace, Mera, pensò, spostando poi lo sguardo alla sua carta coperta. Anche se nessuno ha mai sconfitto il mio Drago da Richiamo.
E quell’affermazione suonò ineluttabile nella sua mente. La certezza di cui aveva bisogno.
- Pesco! – dichiarò Mera, anche se sapevano entrambi quale carta avrebbe pescato.
- La tua mossa non ti è servita a nulla – gli disse l’altra. – Ora il mio Kaiser torna sul terreno!
Evocò di nuovo il suo mostro in armatura, ma stavolta Alan era pronto ad accoglierlo.
La mia mossa è stata inutile? Questo lo dici tu.
Mera chiuse il pugno. – Vai Kaiser, attacca il suo mostro coperto! Attacco con la Lancia Marina!!
Kaiser si mise in posizione, in un tetro deja vu, ma stavolta i ricordi di Alan non fecero altro che scalfire una corazza impenetrabile. Il ragazzo stese il braccio: - Mera, pensi davvero di potermi sconfiggere attaccandomi senza pensare?? Sei caduta dritta nella mia trappola.
Scoprì il suo mostro coperto. – Vai, Drago da Richiamo! Segna la sua disfatta!!
Il dolcissimo drago fece la sua ennesima comparsa sul terreno, lanciando versi simili a cinguettii. (Attributo: Fuoco; Lvl: 2; Tipo: Drago/Effetto; ATK: 300; DEF: 200)
- Drago da Richiamo? – disse Lance fra sé e sé. – Ma questo significa che con la carta di prima…!
Lo realizzò all’improvviso. Alan allargò il proprio ghigno soddisfatto.
- La mia mossa non serviva davvero a far tornare il tuo mostro nel deck – spiegò, indicandola – ma serviva a darmi la possibilità di scartare un mostro al cimitero. E tu sai perfettamente chi sta per arrivare, vero?
Spalancò le braccia. – Risorgi, DRAGO TRICORNO!!
Il terrificante drago imperfetto si sollevò dalle acque e lanciò un poderoso ruggito. La folla era in visibilio. (Attributo: Oscurità; Lvl: 8; Tipo: Drago; ATK: 2850; DEF: 2350).
- Grande! Alan ha già evocato il suo mostro più forte! – esclamò Barney, stringendo il pugno.
- Ah, è il mostro più forte che gli abbiamo dato? – Shaun l’aveva realizzato solo in quel momento. – Messo bene…
- Ehi, non fare il disfattista? – lo rimproverò il biondo. Ma l’altro era serio mentre fissava il campo da gioco.
- Mera non è tipo da farsi fregare così – rivelò. Barney e Serena si volsero verso di lui.
- Vuoi dire che…? – mormorò la sorella di Lance.
Shaun socchiuse gli occhi. – Ho paura che Alan sia in guai seri…
- Ora sei costretta a spostare l’attacco di Kaiser sul mio Drago Tricorno! – stava esclamando Alan. – E il tuo mostro non può competere con lui!
Ma a quel punto, Mera sorrise. Alan, che era già sicuro di avere la vittoria in pugno, sentì il proprio sorriso spegnersi nello stesso istante. – Cosa stai…?
- Penso tu stia dimenticando un paio di fattori decisamente importanti – lo riprese Mera, paziente. – Primo, il tuo drago è un mostro senza effetto. Il che vuol dire che è anche privo di protezioni.
- Protezioni da cosa? – domandò l’altro, ora più teso.
- Lo scoprirai subito! – gli promise l’altra. – Scopro la mia prima carta coperta: Teletrasportatore!
Scoprì la stessa carta che Lance aveva usato nel suo duello con Surge. – Grazie ad essa, il mio Kaiser viene rimosso dal gioco fino alla fine del turno!
- Tch, ti sei salvata per ora – le concesse Alan, mentre Kaiser veniva incapsulato e rimosso dal gioco. Ma Mera non aveva finito: - Salvata? Ma io non sto giocando per salvarmi, io sto giocando per batterti!
E detto questo, scoprì la sua seconda carta coperta: - Non ho rimosso Kaiser dal gioco per difenderlo dal tuo drago, ma per proteggerlo dalla mia trappola: Tributo Torrenziale!
- Cos’hai detto?! – fece Alan, sgranando gli occhi. La carta di Mera raffigurava un devastante getto d’acqua, e nulla di più; perché nulla sarebbe rimasto dopo la sua attivazione.
- Quando viene evocato un mostro, non importa in che modo, Tributo Torrenziale si attiva e spazza via qualsiasi mostro sul terreno!
Fece spallucce. – Io non ne ho, ma temo che i tuoi draghi stiano per farsi un bel bagnetto. E sarà l’ultimo della loro vita!
Dopo quella promessa, dalla carta scaturì un violentissimo getto d’acqua. Si riversò sul terreno, e i due draghi di Alan ne furono travolti. Il ragazzo li guardò incredulo venire trascinati via da quella corrente olografica, e lui stesso dovette puntare i piedi con tutte le sue forze per non esserne trascinato via. Non era reale, ma vedere tutta quell’acqua che gli arrivava addosso aveva comunque un effetto devastante.
Quando il getto si esaurì, e tutti quanti erano ancora asciutti, i mostri di Alan non c’erano più.
- No… - mormorò incredulo – non è possibile…
Cadde in ginocchio. Mera lo guardava con le braccia conserte, altezzosa come una regina.
- Davvero pensavi che utilizzare sempre la stessa strategia ti avrebbe permesso di vincere contro di me? Per favore.
Cominciò a giocare con uno dei suoi ricci rossi. – Ho visto il tuo duello con il Pinguino, e Sapphire mi ha raccontato del vostro duello. Ero perfettamente preparata all’eventualità che giocassi Drago Tricorno; non me lo aspettavo certo nei primi turni, ma come vedi non ha fatto alcuna differenza.
I suoi occhi di bronzo lo fissarono implacabili. – Sono in grado di contrastare ogni tua mossa, e tu dovresti imparare a bluffare. Quando hai fatto quel sorrisino, avevo intuito che avessi in mano la tua combinazione vincente, e così mi sono premunita.
Mentre Alan era ancora in ginocchio, allibito che qualcuno avesse, per la prima volta, sconfitto il suo Drago da Richiamo, l’altra fece una risatina. – Il Duel Monsters è come il poker. Nel poker devi saper bluffare, perché i tuoi avversari non devono assolutamente capire che tu abbia in mano la combinazione di carte più alta. E non puoi pretendere di vincere con solo una combinazione; non si può sempre puntare al poker, ma esistono il Full House, il Royal Flush…
Lo puntò. – Tu invece sei più simile a un pessimo giocatore di burraco, che cerca di arrivarci con solo una combinazione, e non si apre molteplici strade.
Alan si riebbe, infine, e la guardò senza più sorridere. – Oh, ti ringrazio per la lezione sui giochi di carte, Mera.
A malincuore, posizionò Drago da Richiamo nel cimitero; un po’ meno a malincuore Drago Tricorno. Il suo proprietario originale lo guardava ora soddisfatto: Che ti serva da lezione, Alan. Affidarti alle solite carte non ti porterà lontano.
- Ti devo ringraziare – disse poi il ragazzo, e il sorriso morì sul volto dei due duellanti più forti in contemporanea.
- Come? – disse la sua sfidante.
- Ho detto che ti devo ringraziare – ripeté. – Non so perché mi fossi fissato solo su quello. Si vede che sono davvero arrugginito.
Fece un sorriso mesto, e poi la guardò. – Il vero duello comincia ora, Mera!
- Me lo auguro per te! – gli rispose pronta lei.
A riva, Serena espresse le sue preoccupazioni. – Ma come farà Alan, ora? Drago Tricorno era il suo mostro più forte, e l’ha già perso.
- Be’, il Duel Monsters non è solo questione di numeri – le rispose Winona – ma anche di strategia. Sono sicuro che caverà fuori qualcosa.
Oltretutto, c’è un modo in cui potrebbe sconfiggere Mera. Ma gli servirà la mia carta per farlo.
Ma questo se lo tenne per sé.
- Termino il mio turno, e ora Kaiser torna sul mio terreno – disse la rossa. – A te la mossa, Alan.
- Con piacere. Pesco!
Diritto di Nascita??
La carta che aveva appena pescato gli avrebbe potuto permettere di recuperare Drago Tricorno dal cimitero, e spazzare via il mostro di Mera, che non aveva più carte coperte a cui affidarsi. Ma poteva avere ancora magie rapide in mano. E ora aveva imparato la lezione. No, non avrebbe fatto ancora affidamento su Drago Tricorno, non per il momento almeno.
- Evoco Kong Voltaico in posizione d’attacco!
Il mostro di Alan era uno scimmione dal pelo rosso, e percorso da scariche elettriche che rilasciava ogni volta che si batteva i pugni sul petto, lanciando versi e grida mentre la pelliccia gli si rizzava. (Attributo: Luce; Lvl: 4; Tipo: Bestia/Effetto; ATK: 1800; DEF: 1000).
- Vai Kong Voltaico, distruggi Kaiser Cavalluccio Marino!!
Lo scimmione non se lo fece ripetere e sbatté i pugni sull’acqua. Le folgori danzarono illuminando il laghetto, per poi colpire Kaiser, che lanciò un verso di dolore prima di esplodere in pezzi. E il primo era andato.
 
LIFE POINTS ALAN: 8000
LIFE POINTS MERA: 7900
 
- Ora si attiva l’effetto di Kong Voltaico – spiegò prontamente Alan. – Quando infligge danno da battaglia all’avversario, quest’ultimo deve scartare carte dal suo deck pari al numero di mostri di attributo Luce che controllo.
- Va bene, allora scarterò una carta – disse Mera, facendo come appena annunciato.
- Ora posiziono una carta coperta, e ti passo la mano.
Alan poté respirare di nuovo. Se l’era cavata, ma non le aveva inflitto che cento, miseri punti di danno. Ne aveva ancora quasi ottomila da azzerare, ma era meglio che niente.
Mera, tuttavia, era pronta ad un’offesa spiazzante. – Pesco!
Non appena vide la carta appena presa, il suo sguardo si piegò in una maniera che voleva dire tutto o nulla. Senza poi esitare, scoprì subito gli altarini: - Ora sono io a ringraziare te, Alan, perché altrimenti avrei dovuto attendere ancora un turno per poter giocare questa!
Alan deglutì.
- Gioco la magia terreno Umi!! – Alle parole di Mera, il livello dell’acqua si innalzò all’improvviso, raggiungendo anche la riva. Più di qualcuno si lasciò suggestionare, e cominciò a ritrarsi più in alto. Ma era tutto finto; o così si ripeteva Alan, mentre vedeva l’acqua arrivargli alla vita. Ora sembrava di galleggiare davvero nell’oceano; qualcuno aveva solo la testa fuori.
- Ehi, ma che succede?! – Barney non si raccapezzava. – Mi si bagnerà la camicia!
Aveva una splendida camicia hawaiana.
- Tranquillo, la tua camicia è al sicuro – gli rispose Shaun. – Ora però Mera ha iniziato a fare sul serio.
- Ah, perché prima scherzava? – domandò l’altro.
Già, prima scherzava, pensò Winona, che era rimasta completamente immobile, nonostante l’acqua le arrivasse, letteralmente, alla gola. Con Umi sul terreno, Alan dovrà pensare in fretta a qualcosa. O il vantaggio sarà sempre della sua rivale.
Alan si controllò i pantaloni, e naturalmente erano asciutti; ma era del parere che non ci si abituava mai davvero alle magie terreno. E questa era molto più invasiva di quella giocata da Sapphire. La carta raffigurava soltanto una distesa d’acqua che si estendeva a perdita d’occhio sotto a un cielo sereno; era stata disegnata in diagonale, per mostrarne la vastità.
- Umi conferisce un bonus ambiente alle mie creature – spiegò Mera con un sorriso. Ad entrambi gli sfidanti, l’acqua arrivava alla vita. – Adesso, i miei mostri sono più forti di 200 punti.
Alan fece una smorfia. – Duecento punti in più non faranno la differenza.
Mera gli rispose con un sorriso provocatorio. – Ah no?
Abbassò lo sguardo su una delle carte che aveva in mano e la colse, come il petalo di una margherita. – Perché non provi a dirlo al mio Pesce dai 7 Colori?
Il mostro che balzò fuori dall’acqua era esattamente un pesce le cui squame viravano fino alla coda nei sette colori, dividendolo in sezioni, simile a una barriera arcobaleno. Aveva due zanne che gli fuoriuscivano ai lati della bocca, piena di denti affilati. (Attributo: Acqua; Lvl: 4; Tipo: Pesce; ATK: 2000; DEF: 1000).
Alan vide i valori sul display del suo duel disk, e le parole di Mera cominciarono a concretizzarsi. Ora quel pesce era più forte del suo Kong Voltaico. E Mera non esitò un istante: - Vai, Pesce dai 7 Colori, distruggi il suo mostro!
La creatura dell’altra si immerse, la sua ombra che correva sotto la superficie. Riapparve poi per saltare alla gola dello scimmione, affondando le sue terribili zanne. Il mostro esplose e il pesce si inabissò di nuovo.
 
LIFE POINTS ALAN: 7800
LIFE POINTS MERA: 7900
 
- Cominci ad avvertire la tensione, Alan? – gli domandò spavalda l’altra. Quello riabbassò le braccia, che aveva usato per difendersi dall’attacco del mostro, e le rispose: - Non esaltarti per duecento, miseri punti di danno.
- No, hai ragione – convenne lei divertita. – Il meglio deve ancora venire.
Prese un’altra delle due carte che aveva in mano. – Attivo la carta magia Grande Onda Piccola Onda!
La carta magia raffigurava dei mostri marini e dei goblin travolti da quelle che sembravano onde di lava all’interno della bocca di un vulcano; in lontananza, era vagamente visibile un cielo stellato dai tratti violacei. – Con questa carta, posso distruggere un qualsiasi numero di mostri di attributo acqua sul mio terreno, e poi evocarne altrettanti dalla mia mano.
Il mostro di Mera venne inglobato da un’onda, e scomparve. – E siccome ho rimasto una sola carta in mano, ti presento la mia Sirena Cavaliere!!
Dalle profondità degli abissi riemerse una fiera sirena dai capelli rossi, come la sua proprietaria. Era abbastanza robusta, ma quello non era grasso; erano muscoli. Era coperta da un’armatura, che le rivestiva anche parte della coda, al termine della quale aveva un fiocco rosso. Impugnava anche una spada corallina e un pesante scudo di metallo. (Attributo: Acqua; Lvl: 4; Tipo: Acqua/Effetto; ATK: 1700; DEF: 900).
- Coraggio Sirena, attaccalo direttamente!
La terribile guerriera pesce si fece avanti.
Che fare? Se lascio che mi attacchi, perderò altri life points…
Guardò la sua carta coperta. Ma se ora uso Diritto di Nascita, e recupero Drago Tricorno, rischio di fare nuovamente la figura del dilettante che si affida a un solo mostro…
Strinse i pugni. Era ormai troppo tardi per decidere, così la sirena sferrò il suo fendente. Alan dovette reggersi saldo sulle gambe, mentre la spada olografica lo attraversava, facendolo tremare.
 
LIFE POINTS ALAN: 6100
LIFE POINTS MERA: 7900
 
- Non fa nulla – disse il moro, cercando di farsi coraggio. – Dovrai fare anche di meglio!
Mera rise con le mani sui fianchi. – Oh, caro Alan, tu continui a provocarmi, e io non posso non rispondere.
La sua voce era melodiosa, ma nascondeva significati terribili. – Immagino tu non conosca il potere speciale della mia Sirena Cavaliere – e nel dirlo, le sue labbra si piegarono in un sorriso, e i suoi occhi si socchiusero.
- Potere speciale? – ripeté Alan.
- Già – disse l’altra. – Quando Umi è presente sul terreno, Sirena Cavaliere può attaccare due volte nella stessa Battle Phase.
- Cosa?! – Lo sgomento di Alan fece posto all’attacco violento della sirena, che guizzò con la sua coda di pesce e la spada che brillava sotto ai riflettori. Lì non c’era tempo per pensare, e non c’era tempo per i moralismi. Il danno rischiava di diventare troppo consistente, e di incrementare il vantaggio dell’altra.
- Non te lo lascerò fare! – esclamò. – Scopro la mia carta trappola: Diritto di Nascita!
Mera batté velocemente le palpebre, mostrandosi sorpresa. – Con questa carta, posso riportare in vita un mostro senza effetto dal mio cimitero…
Alan puntò il dito. – E io scelgo Drago Tricorno!!
Il gigantesco drago bipede blu fece la sua seconda apparizione in quell’incontro! La Sirena Cavaliere di Mera si arrestò bruscamente di fronte al colosso, la cui ombra si estendeva ora fino a raggiungere la rossa. Poi si arretrò, e ritornò dall’altra parte del campo di gioco.
- Per stavolta ti è andata bene – gli concesse Mera – ma vedo che continui a fare affidamento sulla stessa carta.
Incrociò le braccia, ora sprovvista di carte in mano. – Un errore da principianti – commentò.
- Da principianti o meno – la rimbeccò lui – finché un mostro è efficace, continuerò a usarlo.
Ma non era convinto fino in fondo della veridicità delle sue parole. Tuttavia, doveva continuare a mentire, se non a sé stesso almeno a chi aveva di fronte. Mera aveva una determinazione incrollabile, non si era minimamente spaventata neanche un istante e aveva avuto il controllo del duello sino a quel momento.
Cinque turni erano passati, e lei aveva subito appena cento punti di danno. Ma le cose stavano per cambiare. Sapeva di essere sotto lo sguardo accusatorio di Lance, di star abusando della carta che lui gli aveva donato, ed era il primo ad essere convinto che un duellante non dovrebbe affidarsi ad una e una sola carta. Ma col deck che si ritrovava, quella sembrava essere praticamente l’unica alternativa.
Perciò ce l’avrebbe messa tutta. – Dato che non hai altre carte in mano o sul terreno, suppongo sia il mio turno. Pesco!
Guardò la carta appena presa. Una Spada di Bamboo Spezzata? A che diavolo dovrebbe servire??
Meglio non pensarci. La aggiunse alle altre, poi ne prese un’altra e la posizionò sul duel disk. – Gioco Pterodattilo Nero in posizione d’attacco!!
Un dinosauro volante nero, il collo irto di spine e la bocca piena di denti affilati, planò sulla cresta dell’acqua, per poi sospendersi in aria e lanciare uno stridio contro Mera, creando onde olografiche sulla superficie di Umi. (Attributo: Vento; Lvl: 3; ATK: 1000; DEF: 500).
L’altra fece appena una smorfia, socchiudendo leggermente un occhio; Alan pensò che era terribilmente sexy nel farlo.
Ma non doveva farsi distrarre. – Vai Drago Tiranno, distruggi Sirena Cavaliere!!
Il drago lanciò una sferzata d’artiglio che fece a pezzi la Sirena, la quale uscì di scena con un grido di dolore.
 
LIFE POINTS ALAN: 6100
LIFE POINTS MERA: 6750
 
- E ora è il tuo turno, Pterodattilo Nero!! – Non appena Alan ebbe steso il braccio e lanciato il comando, lo pterodattilo volò contro Mera, dando poi un colpo d’ala che generò dei mulinelli sull’acqua. Le correnti d’aria investirono Mera, che si difese con le braccia mentre perdeva altri mille punti.
 
LIFE POINTS ALAN: 6100
LIFE POINTS MERA: 5750
 
- Evvai, Alan ha di nuovo il vantaggio! – esultò Barney.
- Posiziono una carta coperta, e termino il mio turno. – Alan aveva ritrovato un vago sorriso. Ma quando la sua avversaria riabbassò le braccia, si accorse che sul suo volto non c’era traccia di preoccupazione. Anzi, Mera stava sogghignando. Quella cosa non piacque affatto all’altro.
E se avesse potuto sentire i suoi pensieri, gli sarebbe piaciuta ancora meno.
Esulta pure per il tuo amico, Barney, pensò con una punta di malizia. Strinse il pugno, facendo tintinnare leggermente il braccialetto di vetri di mare. Credi di avere la vittoria in pugno perché sei riuscito a distruggere un paio dei miei mostri? Ingenuo.
Il suo sogghigno si distese in un vero e proprio sorriso. Sto per insegnarti una lezione che non dimenticherai, Alan: il mio deck nasconde insidie alle quali neanche tu sei preparato. E se ti avventuri troppo a fondo negli abissi, rischi di non riuscire più a tornare in superficie!!
E mentre lo pensava, dietro alle sue spalle si proiettavano le spire e gli occhi di fuoco di un imponente drago marino.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Hola, popolo di EFP!
Ben ritrovati con questo capitolo, e in questo angolo abbiamo cose di cui parlare. Lo scorso capitolo è stato pubblicato in maniera frettolosa – tornavo da una laurea, avevo avuto una settimana piena – e non è venuto come volevo. Non dico di non essere arrivato anche oggi con l’acqua alla gola – perdonate la battuta, vista la situazione – ma non ho tutta l’ansia e la stanchezza addosso dell’altra volta.
Quindi ora possiamo fare due chiacchiere, e posso dirvi anche un paio di cose sullo scorso capitolo. Anzitutto, questo è il secondo di un trittico di episodi dedicati al duello tra Alan e Mera, il che significa, come avrete già intuito, che il loro duello si concluderà nel prossimo capitolo. Mera ha ancora parecchi assi nella manica, e Alan dovrà sfoderare tutta la sua bravura contro un avversaria che, fin’ora, si è dimostrata praticamente inscalfibile.
Originariamente, l’idea era invece di far duellare Mera e Luvia per il primo posto. Non so se ve l’ho già detto, non ricordo quel che ho scritto nello scorso Angolo dell’Autore. Ma siccome questo trittico di capitoli è ispirato ai capitoli del manga di “Yu gi oh GX” in cui Jaden e Alexis combattono per la prima volta – nell’anime è molto diverso – ho preferito alla fine far duellare i due. Era da tempo che volevo trovare la scusa per far combattere Alan e Mera, e sono felice di esserci riuscito.
Luvia invece è stata messa in disparte, ma avrà anche lei la sua occasione di rivalsa. A proposito, lei è un personaggio dell’universo di Fate creato da Nasu. Mentre Winona è il nome inglese di Alice, la capopalestra di Forestopoli nella terza generazione di Pokemon. Lei e Alan ci hanno dato giù a quanto pare, e fra i due si è creato uno strano legame. Bisogna vedere a cosa porterà. Dopotutto, Winona ha detto che per vincere Alan avrà bisogno della sua carta. E che carta sarà? Per ora, il ragazzo sta di nuovo facendo affidamento su Drago Tricorno, ma conoscendo Mera forse avrà qualche altro asso nella manica per sbarazzarsi nuovamente di quel mostro.
Sono particolarmente contento di com’è venuto l’inizio del duello, perché volevo mostrare un piccolo trivia del Duel Monsters: non è chiaramente possibile affidarsi a una sola combinazione di carte, proprio come dice Mera, per vincere. Gli esempi degli altri giochi di carte mi sono derivati dalle ultime serate, e sono ottimi per smontare la strategia messa in atto da Alan. Mera ha infatti trovato il modo di counterare all’istante il suo Drago Tricorno, e come ho appena detto, è molto probabile che ci riesca di nuovo.
Ora, concludiamo parlando del futuro di questa fan fiction, in due sensi. Finito il prossimo capitolo, avremo l’ultimo arco della prima stagione, composto da cinque-sei capitoli. Non ho ancora ben deciso come suddividerò il tutto. Non vorrei farne di più, ecco. Quest’ultimo arco ci aprirà poi le porte a quella che sarà la seconda stagione, ma prima di pubblicare anche quella mi prenderò una pausa, per poter staccare un po’, lavorarci con calma e cominciare a mettere le basi anche per altri progetti. Non voglio portare solo questa fan fiction, ho un mio piano, devo solo vedere se riesco ad attuarlo.
Ad ogni modo, questo significa che Yugi ci terrà compagnia ancora per più di un mese! Però, e qui viene il secondo punto, da adesso non posso più garantire l’uscita settimanale. Oggi sono cominciate le lezioni dell’ultimo anno di magistrale, e tra lavoro, devo iscrivermi in palestra, studio e tesi, sarà veramente dura riuscire a incastrare tutto. La fan fiction non si interromperà! Questo è importante. Però magari pubblicherò a quest’ora, magari pubblicherò in altri giorni della settimana, o magari salterà una settimana.
Io ce la metterò tutta per continuare ad essere regolare! A voi chiedo solo di avere pazienza; vi giuro che sarete ricompensati.
Detto questo, direi che possiamo salutarci. Alla prossima, quando sarà!!
 
Nel prossimo capitolo: “Il Drago degli Abissi”
Il duello tra Alan e Mera prosegue sotto gli occhi di tutti! Il ragazzo pensa di averla finalmente messa alle strette, ma la rossa ha in serbo per lui ancora diverse sorprese. Riuscirà Alan a fronteggiare il mostro più forte della sua avversaria, o sarà costretto a rivelare il suo inconfessabile segreto?
 
Ciao ciao da UlquiorraSegundaEtapa!!
 
 
  
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