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Autore: DarkSideOfTheMoon_95    01/10/2019    3 recensioni
Finalmente Grande Inverno.
Erano settimane che viaggiava per raggiungere Westeros e la dimora degli Stark.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daario Naharis, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Finalmente Grande Inverno. 

Erano settimane che viaggiava per raggiungere Westeros e la dimora degli Stark.

Dopo la morte di Daenerys tutto era diverso. Ora era il protettore delle città liberate da Dany ad Essos ed erano mesi ormai che era iniziato un rapporto commerciale con Grande Inverno guidato da Sansa Stark. 

Era un viaggio d’affari, eppure Daario era molto curioso di conoscere la nuova Regina del Nord.

 

***

 

Seduto in una stanza, Daario stava aspettando la regina alla quale un servitore era andato ad annunciare il suo arrivo.

La stanza, come il resto del castello, era molto spartana. Un fuoco acceso nel camino, un tavolo di legno molto rustico, un paio di arazzi alle pareti ma nulla di più. L’esatto opposto dello sfarzo a cui era abituato e di cui gli piaceva circondarsi ad Essos.

Sentì la porta aprirsi e scattò in piedi come una molla.

Entrò una ragazza, non avrà avuto più di venticinque anni. Daario capì all’istante che si trattava di Sansa Stark per via della corona che portava, semplice anch’essa come tutto l’ambiente circostante, aveva solo alcune pietre trasparenti incastonate che ricordavano il ghiaccio della Barriera. 

Sulla bellezza di Sansa giravano numerose storie, alcune delle quali erano giunte fino alle orecchie di Daario ad Essos ma, quando la vide, pensò che nessuna le dava veramente giustizia. 

<< Maestà >> disse Daario inchinandosi.

<< Daario Naharis, è un onore fare finalmente la Vostra conoscenza >> replicò Sansa inclinando leggermente la testa.

<< Vi prego, accomodatevi >> continuò lei facendo un cenno in direzione delle sedie ed avvicinandosi. La sua voce era dolce e vellutata ma anche forte e decisa.

I due parlarono a lungo, discutendo di affari per ore.

La bellezza della Regina del Nord non era la bellezza classica ed eterea che ci si poteva aspettare, non era banale. 

Il suo viso non aveva tratti prettamente dolci, poteva risultare anche molto duro e spigoloso se osservato da alcune angolazioni o se esposto a luci taglienti. I suoi occhi blu cobalto erano occhi che avevano versato molte lacrime, Daario lo sapeva. Vi si poteva ancora vedere riflesso il dolore che aveva provato. Ogni parte di lei contribuiva alla sua bellezza: il suo corpo, dono degli dei e il suo vissuto, lascito della crudeltà degli uomini. 

Dal canto suo Daario era un uomo di circa trant’anni che conosceva bene quella crudeltà, l’aveva vista numerose volte nelle guerre a cui aveva preso parte come mercenario. Con Daenerys, però, era stato diverso, aveva creduto veramente in quella donna potente come un drago, l’aveva anche amata, ma sapeva bene che lei di lui aveva amato solo il suo corpo e il piacere che le dava. Erano passati anni ormai e Daario ci ripensava con un sorriso come ad un’avventura di gioventù. 

 

***

 

Era passata una settimana da quando Daario era arrivato a Grande Inverno. Fuori era notte e lui si trovava nella sua stanza.

Appoggiato al camino osservava il fuoco sperando di ricevere un consiglio dagli dei. Da quando aveva avuto la prima conversazione con Sansa Stark, alcuni giorni prima, non poteva fare a meno di pensare alle sue labbra carnose, rosse come le rose di Alto Giardino. Le labbra che lo avevano incantato per tutto il pomeriggio mentre esponevano i piani per quello che poteva essere un futuro commerciale florido. Gli tornano alla mente i suoi capelli fulvi abilmente intrecciati e non riusciva a trattenersi dal pensarli sciolti e scombinati. 

La Regina del Nord lo aveva incantato, ma non come le danzatrici che poi entravano a scaldare il suo letto ad Essos. Lo aveva colpito più nel profondo. Durante la conversazione c’erano stati dei momenti in cui aveva sentito il suo cuore saltare dei battiti e il respiro venirgli meno. Erano anni che non provava quelle sensazioni e l’indomani sarebbe partito.

Doveva fare qualcosa o lo avrebbe rimpianto per tutta la vita.

Uscì dalla stanza e s’incamminò verso gli appartamenti reali. Davanti la porta c’erano due guardie.

<< Sono qui perché desidero parlare alla regina urgentemente >> disse tutto d’un fiato.

Una delle due guardie bussò alla porta. 

<< Avanti >> rispose la voce pacata di Sansa dall’interno.

La guardia entrò.

<< Sua Maestà, perdoni il disturbo. Daario Naharis chiede di essere ricevuto da Lei urgentemente >> spiegò. 

<< Fallo entrare >> replicò la regina.

Daario sentì l’ansia travolgerlo.

La guardia uscì e lo fece entrare chiudendo la porta alle sue spalle.

<< Maestà >> Daario si inchinò a testa bassa. Appena alzò lo sguardo e la vide tutta l’ansia svanì in un istante.

Sansa era in piedi vicino al camino bella come non mai.

<< Daario, cosa succede? Domani torni a casa. Dovrai sopportare il clima rigido della mia terra solo per una notte ancora >>. Sorrise.

Lui le si avvicinò << Vorrei che non fosse l’ultima >> disse fissandola negli occhi.

<< Mia regina… >> continuò e le sfiorò lentamente la guancia con le dita. 

Sansa sgranò gli occhi e scattò all’indietro d’istinto.

Nessun uomo l’aveva più toccata dopo Ramsey. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più rivissuto quei momenti terribili. 

In tutta la sua vita non aveva mai provato la dolcezza e la sincerità dell’amore. I suoi sogni di bambina erano stati ripagati con violenza e odio e lei negli anni si era chiusa in una torre fatta di solitudine, paura, disprezzo e tristezza. 

Daario aveva avuto molte donne nella sua vita, ma mai nessuna con trascorsi simili; eppure, quando vide quella reazione capì immediatamente a cosa era dovuta e seppe subito cosa fare. Amava Sansa come non aveva mai amato nessun’altra. Amava tutto di lei: la sua intelligenza, la sua fermezza, la sua dolcezza e la desiderava ardentemente. Desiderava ogni centimetro di lei. Desiderava cullarla tra le sue braccia e proteggerla dal mondo. Voleva farla sentire amata, importante e apprezzata come meritava.

<< Scusami… >> le disse.

Lei deglutì rumorosamente.

<< Io ti amo. Non posso andare via senza dirtelo. Voglio solo vederti felice e proteggerti…>> continuò Daario.

Sansa a quelle parole sentì qualcosa nel cuore. Il rumore di catene che si rompevano. 

In realtà era da quando aveva visto Daario la prima volta che cercava di soffocare i suoi sentimenti per paura. La vita le aveva insegnato a non fidarsi.

Fece un passo verso di lui.

Prese la mano di Daario, chiuse gli occhi e respirò a fondo. Quando li riaprì vide le sue labbra e l’unica cosa che desiderava era baciarlo. Fece un movimento lieve verso di lui. 

Daario capì all’istante. Sorrise.

Le mise una mano sul viso e avvicinò il suo volto fino a che non sentì le loro labbra sfiorarsi. 

Avvicinò ulteriormente le sue labbra a quelle di Sansa e iniziarono a baciarsi lentamente. Un bacio morbido e dolce ma carico di desiderio. Era solo la calma prima della tempesta. 

Daario fece scivolare la mano libera sulla schiena della donna che amava e la tirò a sé portando i loro corpi perfettamente a contatto. Il bacio si faceva sempre più energico e carico di aspettative. Sansa portò la sua mano tra i capelli di Daario e iniziò a farli scivolare tra le sue dita. 

Lo desiderava. 

Quel bacio, quelle sensazioni che Daario le stava facendo provare erano completamente nuove e sentiva che non ne avrebbe mai avuto abbastanza.

La mano di lui era dietro la sua nuca e la teneva stretta in una presa salda e forte. Iniziò a baciarla al lato della bocca, sulla guancia, sul collo, dietro le orecchie. La desiderava. La desiderava più di qualsiasi altra cosa. Sansa non riuscì a trattenere un gemito.

Il giovane uomo iniziò a sfilarle i lacci che le chiudevano il vestito fino a scoprirle i seni turgidi che iniziò a baciare e ad accarezzare.

Sansa non aspettò oltre e tolse la maglia al suo amante che continuò a baciarla facendo scivolare le sue mani sui fianchi di lei fino a dove, poco prima, le si era fermato il vestito.  Indugiò un attimo, poi lo spinse ancora più giù e lo lasciò cadere al suolo, seguito immediatamente dai suoi pantaloni.

Presi da quel momento di desiderio iniziarono entrambi ad abbassarsi fino a sdraiarsi sul tappeto di pelo che si trovava davanti al camino.

<< Sei bellissima mia Regina… >> Sansa era davvero bellissima illuminata dalle fiamme del fuoco.

Lei abbassò lo sguardo.

<< …Sansa >> disse alzando gli occhi e puntandoli in quelli neri di Daario.

Sorrise e rincominciò a baciarla.

Le sue mani correvano insaziabili sul corpo della donna che amava mentre l’odore della sua pelle gli annebbiava la mente.

In un attimo diventarono una cosa sola avvolti dal tepore del camino. I loro corpi non facevano altro che cercarsi scossi da brividi di piacere. Nelle loro menti convivevano pensieri dolci come l’ambrosia e oscuri come il mare di notte che giravano instancabili in una vorticosa danza febbrile. 

 

***

 

<< Resta >> quella di Sansa era quasi una supplica. 

La sua testa, adagiata sul petto di Daario, quasi cercava un nascondiglio per non sentire la risposta che già conosceva bene.

<< Vorrei, ma non posso e tu lo sai. Lascerei tutto subito per avere un vita qui con te e penso che anche tu faresti lo stesso se potessi scegliere. Purtroppo però siamo incatenati, Sansa; tu per nascita, io per scherzo del destino >> gli occhi di Daario erano persi nel vuoto del soffitto.

Entrambi avevano trovato nell’altro ciò che cercavano da anni. 

Però, crudele è il destino: far incontrare due facce della stessa medaglia solo per un attimo, farli accorgere dell’esistenza dell’altro e di come si completino per poi far ricordare ad entrambi il loro posto, ognuno alle spalle dell’altro; impossibilitati a vedersi, a viversi ma sempre a completarsi.

Sansa salutò Daario in una giornata di Gennaio abbastanza soleggiata.

Prima di dirsi addio firmarono un contratto commerciale secondo il quale si sarebbe dovuti incontrare per rinnovarlo ogni cinque anni. 

Posso solo dire che entrambi cercarono più volte conforto tra le braccia di un altro uomo o un’altra donna o anche di entrambi contemporaneamente ma niente era mai abbastanza; niente, tranne quella settimana ogni cinque anni. 

 
   
 
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