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Autore: meggie681    01/10/2019    1 recensioni
[Norman Reedus]
Jeffrey Dean Morgan e Norman Reedus, sono una coppia affiatata, sul set di TWD, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni.
Vicini di casa, legati da un rapporto unico, hanno innescato la ship Neffrey, ma, per me, restano un mondo da esplorare, un'amicizia da analizzare e sulla quale fantasticare. Sempre. Grazie per la lettura e per le recensioni. Meg XD
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LASOLITUDINEDEINUMERIPRIMIONESHOT

One shot - La solitudine dei numeri primi

Morgan esita.
Poi bussa, anche se ha il badge della camera 508, assegnata dalla produzione a Norman Reedus.
E' un mini appartamento, in realtà, come quello riservato a JDM e sua moglie Hillarie.
Arrivare, tra alti e bassi, alla decima stagione, per una serie come The Walking Dead, è davvero un successo e quindi i protagonisti vanno coccolati e assecondati.
La premiere è appena finita, ma ci sono ancora alcuni appuntamenti di rito; incontri con i fans, interviste.
Una delle tante, tra un paio d'ore, rimugina il nefasto Negan, un personaggio, che ha risollevato le sorti del telefilm, da almeno tre stagioni, con il volto ed il fisico smagrito di Jeffrey Dean Morgan.
Un uomo bellissimo, Norman glielo dice da un pezzo.
Il suo uomo, in tutti i sensi, ma non da un anno a questa parte.
Lo hanno deciso insieme.
Di smetterla.
Di accontentarsi del tanto, che già avevano, senza più trascendere, in un'esistenza parallela, che sapeva di bugie e di rimpianti insanabili.
Essere amici sì, intimi certo, ma sino ad un certo punto.
E quel punto si era fissato circa dodici mesi prima.
Per non morirne, di un amore capito e vissuto tardi, ma imprigionato troppo presto, in una scelta amara.

Norman alla fine apre, senza chiedere chi possa essere.
JD vorrebbe rimproverarlo, ma non esita ad entrare.
"Ehi, ma non hai il"
L'abbraccio del più anziano gli fa morire le parole in gola.
Le labbra di Morgan, anche il respiro, che sa di tabacco e menta.
"Jeff ..." - è un sussurro, Reedus non si divincola, non ne ha alcuna voglia.
Lui ci sta bene lì, su quel petto ampio, rivelato fino allo sterno, da una camicia aperta a metà.
I pantaloni, anch'essi neri, che un po' scivolano.
"Smettila di dimagrire Jeff" - ed abbassa lo sguardo tagliente di azzurro e tenerezza, gli aggiusta quell'indumento sui fianchi, Morgan sorride.
"Scusa"
Fronte contro fronte, le sue ali ancora salde al corpo muscoloso dell'altro.
Del suo Norman.
Del suo compagno.
JDM non smetterà mai di considerarlo tale.

Lo stringe ancora - "Quando siamo in giro, dormiamo ancora insieme ... Mi sei mancato troppo Norman, ho bisogno" - deglutisce, un po' in affanno - "ho bisogno di farlo ... C'è poco tempo"
"Cos'hai Jeff? Hai litigato con Hillarie?" - chiede perplesso ed ansioso.
A lui non piace vedere Morgan in quello stato.
Si sente in colpa.
"No"
"No?" - quasi insiste, ma sa che è quasi impossibile, JD e consorte sono una coppia straordinaria, legati da un sentimento solido.
Indissolubile.
Forse.

"Dai vieni" - propone timido ed il suo Jeff lo segue, tenendosi per mano.
Reedus era già in boxer e t-shirt, JD rimane svestito così, dopo pochi secondi.
Si buttano sul letto sfatto, si intrecciano.

"Che pace ... Finalmente" - respira Morgan, la barba curata, a pungere il collo di Daryl Dixon, protagonista storico di TWD.
Ci affonda, ci annega, in quel buon profumo di shampoo, Reedus si lava i capelli molto spesso.
Sembra incasinato, ma è la persona più pulita ed in ordine, che JD conosca.

"Sei comodo?" - Norman ride piano, baciandogli la tempia sinistra.
L'uomo, che ama più della sua stessa vita, annuisce, tirando su dal naso.
JD si commuove spesso; è fatto di dolcezza e presenza.
Di sorrisi sconfinati, quando parla agli altri di Reedus, del loro rapporto singolare, scherzandoci certo, ma, soprattutto, sforzandosi di non urlare al mondo quanto sia grande il suo amore per lui.
Da sempre.

Il contatto è totale, difficile restarne indifferenti.
Impossibile.
I loro corpi, sono stati centinaia di volte, un'unica cosa, un groviglio di sudore, di estasi, di piacere ruvido e simbiotico.
Eppure ci sono riusciti, a non farlo, per un anno.
Cazzo, un anno, sta pensando il più giovane, contraendo la mascella, appiccicata a quella di Morgan, dopo un secondo bacio, sulla sua guancia pungente.

"Che c'è?" - sussurra JD.
"No, nulla" - e torna a guardarlo, appoggiati allo stesso cuscino.
La stanza è in penombra, sono le undici di mattina.
All'una colazione con manager e produttori, poi giro di domande, dai cronisti accreditati.
Le solite cose, Hillarie andrà a fare shopping con le assistenti, pomeriggio libero e serata ancora da decidere.
Diane Kruger, la compagna di Reedus dovrebbe raggiungerli.
Cambia idea ogni cinque minuti, lei è fatta così.

"Bugiardo" - JD sorride malinconico.
"Il fatto è che io non ci riesco Jeff"
Bruciano la stessa aria, baciandosi di nuovo, perché le parole non servono, quando è tutto il resto a parlare, a reclamare, a protestare.
"Solo una volta Norman" - e a chi lo stia dicendo, Dio solo lo sa: a sé stesso o al biker HD, che gli ha mandato il cuore in fiamme, come in quell'attimo, in cui le loro carni collidono, un po' brutali nell'impatto, ma ad entrambi piace anche così.
Devono farsi un po' di male, come a punirsi, per qualcosa di sbagliato.

Il loro impossibile amore.


JD è troppo, da sempre; virile, protettivo, instancabile, tantrico, nell'assaporare ogni secondo di loro, tra quelle lenzuola madide e stropicciate, oppure in un'area di servizio, senza riuscire neppure ad arrivare alla camera del motel, perché la voglia di appartenersi era ingestibile, la prima volta.


Il primo viaggio in moto, la prima scopata; Norman l'aveva sputata come una sentenza, quell'opinione, facendo incazzare Morgan, distesi a fissare il soffitto, scioccati da come erano perfetti, compatibili, ricettivi.
Tenendosi per mano, mentre Reedus sparava "stronzate! Per chi mi hai preso, eh?!"
Forse l'unico litigio, no, di sicuro l'unico, visto che JD l'aveva strattonato, sino alla sponda laterale, poi un capitombolo, sul tappeto optical, quindi una risata liberatoria, mentre si baciavano, mordevano, cercavano di nuovo.
E ancora.
E ancora ...
Per due anni e poi ...

Poi il vuoto di loro.
La solitudine dei numeri primi; divisibili unicamente per sé stessi e per uno.
E quell'uno, per Norman era Jeff.
Per Jeff era Norman.



La tavola è imbandita di ogni cosa si possa desiderare.
In compenso, nessuno dei due ha fame e Diane è in ritardo; Hillarie mostra un nuovo orologio al consorte, che sorride, spiando i movimenti del suo "socio"
"Ah lo hai rimesso ..." - bisbiglia la mora, fissandolo.
"Cosa Hilly?"
"Il tuo lingotto d'oro" - ride - "... Il vostro, lingotto d'oro" - sottolinea, ma senza astio, persino simpatica, scrutando Norman e il suo prezioso cronografo, identico a quello di Jeffrey.
Reedus annuisce - "Un ottimo acquisto, ci hanno fatto pure lo sconto" - racconta, per la trentesima volta.
"Cosa festeggiavate?" - la Kruger arriva, cogliendo le loro battute e si rivolge a Morgan, che ha come un senso di oppressione allo stomaco.
Che sta succedendo?
Sembra che, di colpo, l'armonia globale, tra le loro famiglie, si sia incrinata o stia per implodere.
Eppure gli ammiccamenti delle signore, sembrano deviare la conversazione sullo scherzo.

"Un anno insieme" - sbotta "Negan" e, se avesse la mazza da baseball, Lucylle, forse la sbatterebbe tra cristalli ed argenti, giusto per fare casino e stravolgere la situazione.

"Wow! Ciao tesoro" - la bionda bacia Reedus - "Bene arrivata Diane" - sussurra lui, il cuore pulsante nella nuca, dove, poche ore prima, JDM aveva posato baci e lacrime.

Hillarie cambia discorso, parla di bimbi e scuola, nessuno le dà retta, anche se gli altri tre fingono magistralmente.

Norman scatta in piedi, dopo un aperitivo ghiacciato - "Vado alla toilette" - ed afferra il polso destro di Morgan, seduto accanto a lui, come d'abitudine - "Mi accompagni, vero, se no mi perdo" - ed il tono è giocoso, come in precedenti occasioni, dove quella era più una gag, per divertire anche i figli piccoli.

JD risponde più con gli occhi, che con la voce, la salivazione azzerata, da un senso di malessere generale.

Reedus spalanca le ante dei cessi di lusso, come bofonchia, transitando tra specchi, led e marmi, poi afferra per le spalle il compagno e lo sbatte contro al primo muro a tiro.

"Cosa ti prende Jeff, cazzo?!"
"Ma che ti inventi?" - e lui vorrebbe davvero tranquillizzarlo, ma l'idea è quella di fuggire, sulle colline di Los Angeles.
"La storia dell'anniversario e"
"Ma è vera!" - lo zittisce.
Norman abbassa quel suo azzurro intenso e ipnotico - "Lo so che è vera, Jeff, miseria schifosa" replica sommesso.
Stanco.
Il più vecchio lo abbraccia forte.
Da incrinargli le costole, da soffocarlo.
Si baciano, perché è così bello scontrarsi e fondersi, senza neppure preoccuparsi di essere scoperti.


Tornando al tavolo, esultare per gli antipasti appena serviti, sembra un bel modo, per dirottare la serata su argomenti innocui.
Diane ed Hillarie parlano già del prossimo Natale, di chi invitare, di come addobbare le rispettive abitazioni.
Norman e JD intervengono a singhiozzo.
Sono esausti e l'unico spunto di interesse, sul quale accordarsi, è l'uscita per il giorno seguente: lo show di un amico.
Loro due e basta.
"I piccioncini vogliono stare da soli" - la Burton è allegra, non obietterebbe mai, tanto il coniuge trascorre più tempo con Reedus, che con lei.
La Kruger fa spallucce - "Devo ripassarmi un copione, sai quel lavoro, Norman, quel"
"Sì, sì, un progetto fantastico" - Reedus snocciola dettagli a Morgan, che deglutisce a vuoto, sporgendosi un secondo dopo, sino al suo orecchio, approfittando del rumore in sala - "Muoio dalla voglia di baciarti e scoparti su questo tavolo" - confessa in un tono roco, che sa di dopobarba costoso, del fumo delle loro sigarette, del sesso, che hanno consumato non da molto.
Norman ha perso il filo del discorso, ma intanto le commensali stanno già puntando il carrello dei dolci.
Per un giorno, la dieta, vada "a farsi fottere" - decreta "Daryl" - palpeggiando il cavallo dei pantaloni del suo vicino, al sicuro sotto ad una tovaglia ingombrante, ma utile, a quel punto.
Un punto di non ritorno.




Le sue labbra sanno di popcorn, quelle di JDM di burbon; lo spettacolo è stato esilarante.
I fans su Instagram hanno plaudito per il loro "date night", testimoniato da un bel selfie, scattato e pubblicato da un Morgan, sorridente e felice.

Ora, il loro mondo è l'abitacolo del van, noleggiato da Reedus per l'occasione.
Il luogo, un parcheggio, sul retro di capannoni semi abbandonati.
Quasi mezzanotte, lampeggia il cruscotto, tremolando, nelle iridi di Norman, mentre l'altro gli si spinge dentro, così tanto, da poterlo frantumare; ma le sue ali calde, robuste e sincere, come l'animo di Jeffrey Dean Morgan, sapranno come ricostruirlo, il seme di lui come rimetterlo al mondo, il suo respiro a farlo rinascere, il suo sguardo triste ed altrettanto lucido, infine ucciderlo.
Anche questa notte.

Seminudi, sudati e in crisi di ossigeno, non riescono a sciogliere il loro groviglio vitale.
Norman è schiacciato dal peso dell'altro, ma gli piace quella coperta di carne, ossa, muscoli e pulsazioni accelerate.
JD gli succhia i capezzoli, dopo essersi riposato un po' sul suo cuore.
"Co così mi fai venire di nuovo" - balbetta, accarezzandogli i capelli brizzolati.
Morgan non riesce a fermarsi e, restatogli dentro, ricomincia a muoversi.
"Mioddio Jeff, mi farai morire se" .- ma con le labbra leccate e baciate dall'amante, è difficile esprimere concetti logici, quando anche il tuo cervello è in orbita, verso costellazioni, che nessuno raggiungerà mai.



La colazione dei campioni.
La radio gracchia il saluto del dj di turno, con un repertorio fuori moda, secondo i commensali della sera prima.
Diane chatta con qualcuno, Hillarie spalma burro ed esita sulle marmellate, JDM spezza l'ennesima fetta biscottata, che davvero non vuole saperne di restare intera.
Ride, mentre Norman, sempre incollato a lui quanto un francobollo, gli passa la sua, pronta e perfetta, dandogli una gomitata - "Ma sei proprio un disastro"
Morgan lo guarda, il suo smeraldo screziato di quarzo vivido, il suo tono un misto di fanciullesco, devoto, adorante - "Hai ragione, scusami Bubba"
Quel nomignolo, così amato, quanto Sugar, come lo chiama spesso Reedus, un qualcosa di loro, che aggiungono sempre acqua, ad un bicchiere rotto sul fondo.

Norman lo fissa ed è un fotogramma dinamico, dentro ad un contesto, che sembra cristallizzarsi.
La sua mano, all'aroma di lamponi, gli regala una carezza ampia.
JD avvampa.
E' troppo tardi.
"Io ti amo Jeff"
Quindi di alza, scrutando Diane e Hillarie, rimaste silenziose - "Scusatemi".
Si allontana, le gambe pesanti, la confusione più totale nella testa spettinata e selvaggia, anche in quel momento.
"Torno subito" - Morgan si affretta a seguirlo, fino al giardino esterno.
Siepi, fontane, oleandri, palme, tutto curato, multicolore, quanto le panchine in acciaio, su una delle quali, Reedus, sembra crollare.
JD gli si affianca, senza riuscire a guardarlo.
Meglio puntare il vuoto, concentrarsi su roseti o statue, pur di non affrontare la purezza dei cristalli cerulei, di chi gli è più caro al mondo.

"Ti ho amato da subito Jeff. La passione è arrivata un attimo dopo ... E credevo di amarti, di amarti e basta, ma mi rendo conto che mi innamoro di te ogni fottuto giorno e sempre di più. Sei la persona che amo, sei ... Tu sei l'altra parte di me, sei identico a me, sei ... Tu sei l'unico e sei ciò che voglio, ma non potrò mai averti, anche se ci sei, ma vorrei ci fossi sempre e sempre e" - la commozione è ingestibile.
Solo l'abbraccio di JD potrebbe consolarlo ed arriva puntuale, senza incertezze.
"Siamo stati dei folli a non fare l'amore per un anno, continuando a dormire insieme, appena possibile, sai Norman?"
"E' stato questo il problema?"
"Noi due non lo saremo mai, un problema intendo, ok?" - afferma determinato, asciugandogli con i pollici le lacrime, rassicurandolo come d'abitudine.
JDM è fatto in quel modo, è solido, quando serve.
E a Reedus, serve di continuo.



Sul tavolo un biglietto, con due faccine sorridenti, siglato sia da Diane, che da Hillarie.
"Vi aspettiamo a NYC ..."
Sorridono e si stanno tenendo per mano.
Un ragazzino scatta una foto con il proprio smartphone, ma non si azzarderebbe mai a pubblicarla, senza il loro consenso.

"I Neffrey, siete fantastici!"
Morgan lo focalizza, con un'occhiata torva, alla Negan; il sedicenne diventa viola.
Norman ridacchia - "E' il nome della nostra ship, hai presente, Jeff?"
"Ship? Ah sì ... Ehi tu, come ti chiami?"
"Steven signor Morgan ... Signore" - e diventa minuscolo, vorrebbe sparire.
"Vuoi dell'altro materiale?" - e, dopo un occhiolino di sfida, bacia Reedus, che non se lo aspettava proprio.

Un sacco di gente, là fuori, vivrà il tutto come l'ennesimo scherzo, da parte di un paio di amici, best friends forever, secondo la moda dei social, dove si è diventati soli, come non mai, in mezzo a miliardi di persone connesse, ma a distanza di sicurezza per tutti.


"Andiamo via Norman"
"Ok ... A casa Jeff?"
"Sì, a casa amore."



The End


   
 
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