Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Francis_03    01/10/2019    2 recensioni
Salve a tutti,questa e una fiction Horror (Non proprio quel horror che vi aspettate ma sempre horror è) di a tutto reality,spero vi piaccia
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alejandro, Duncan, Gwen, Trent
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gwen: ragazzi siamo al 3500 likes su fb!!!! Duncan: Ma tu alle sei e mezza controlli facebook? Gwen: eh sai mentre mi preparo per scuola.. Alejandro: Spacchiamo ;) è grazie al singolo Duncan: Certo bro, coi tuoi riff di chitarra... Trent si maledisse per l'ennesima volta; aveva dimenticato di mettere in silenzioso il cellulare e ora l'avviso di una serie di messaggi su WhatsApp gli stava facendo perdere le staffe. E chi poteva essere se non quei pazzi dei suoi compagni di band? Erano le sette meno cinque, decisamente troppo presto. Del resto il pullman sarebbe passato alle otto meno dieci, quindi lui voleva sfruttare tutto il tempo che aveva a disposizione per crogiolarsi nel caldo accogliente delle coperte. Trent era un ragazzo di diciotto anni che amava suonare la batteria; la sua pigrizia cronica era ormai famosa in tutto il continente, e di conseguenza il suo ritardo per ogni cosa. Per evitare che la suoneria disturbasse ancora il suo dormiveglia dovette afferrare il cellulare e, dato che ce l'aveva in mano, lesse i messaggi. Si ritrovò a sorridere tra sé e sé: da pochi giorni era stato pubblicato il loro primo singolo accompagnato da un modesto videoclip e bisognava ammettere che stava riscuotendo un discreto successo. Non era facile emergere per un gruppo rock qualsiasi di un paesetto qualunque degli Stati Uniti, ma per il momento Trent e i suoi amici pensavano a divertirsi e diffondere la loro musica più che potevano. Mezz'ora più tardi il batterista fu costretto ad alzarsi. Aveva impostato come sveglia proprio il nuovo brano della band, Voices In Your Head, che cominciava con un colpo secco sul rullante e un grido della chitarra distorta al massimo; si può solo immaginare quanto fosse traumatico il risveglio del ragazzo ogni mattina, però quel metodo funzionava e lui non poteva fare a meno di lasciare il suo letto. Mentre Trent si trovava – miracolosamente – in pullman e tentava di calmare il fiatone provocato dalla corsa, aprì l'applicazione di facebook e constatò che la pagina degli Evil Hunters aveva raggiunto 3502 likes. Era un grande traguardo per loro. Era un freddo pomeriggio di febbraio e gli Evil Hunters al completo si trovavano nella mansarda della casa di Trent per le prove. “Stamattina quando ero al lavoro mi è venuto in mente questo giro. Sentite!” esclamò Duncan, imbracciando il suo basso e concretizzando l'idea che gli frullava in testa da ore ormai. Duncan aveva diciannove anni,era un punk con la cresta verde e lavorava in una piccola impresa edile e appariva come il classico ragazzo svampito. “Aspetta... fammi sentire di nuovo... secondo me per la prima nota ci starebbe meglio un do. Prova” gli consigliò Alejandro, facendo volare il suo plettro in aria e riprendendolo tra pollice e indice. Il bassista ritentò e gli altri tre convennero sul fatto che quella linea di basso fosse una buonissima base per una nuova canzone. Trent quindi impugnò le sue amate bacchette e prese a improvvisare un ritmo finché i due non furono in sintonia. “Cazzo, ma che ha questo coso?” inveì Gwen, cantante e chitarrista ritmica del gruppo, armeggiando con il suo cellulare e sbattendolo ripetutamente sul bracciolo della poltrona in cui stazionava. Gwen aveva quasi diciannove anni era una gotica e non esitava a portar fuori il suo carattere forte e in certe occasioni per niente femminile. Senza quel suo carattere non sarebbe potuta sopravvivere altrimenti in una band formata da soli maschi. “Cosa ti ha fatto adesso?” s'informò Alejandro, avvicinandosi a lei. “Dovrebbe uscire la nostra pagina qua, di lato, dato che sono amministratrice... ecco, per qualche strano motivo non compare!” spiegò la ragazza spazientita. “Magari il sito ha dei problemi. Riprova più tardi” tagliò corto Alejandro con la sua solita aria serafica e rilassata. Alejandro, l'hacker del quartetto,era un ispanico dal bel aspetto aveva vent'anni e quando si esibiva dava un'immagine totalmente sbagliata di sé: nonostante abbia l'aria di chi è sempre sistemato quando si esibiva cambiava completamente. “Un attimo! Non c'è neanche sul mio profilo!” intervenne Duncan, grattandosi la testa. “E chi se ne frega adesso? Non stavamo suonando?” fece notare Trent, lanciando un'occhiata annoiata ai suoi amici da sotto la visiera del cappellino che indossava. “Okay. Ricordate che, quando ho creato la pagina, ho impostato un'email e una password a sé stanti in modo che si potesse accedere anche senza entrare nei nostri profili? Adesso provo ad aprirla così” decise Alejandro, ignorando del tutto il batterista. Il chitarrista prese posto sul bracciolo della poltrona accanto a Gwen e tirò fuori un cellulare talmente grande che si sarebbe potuto scambiare per un tablet. Sapeva utilizzarlo con una rapidità e un'abilità impressionanti. “Non mi fa entrare nella pagina” affermò con un sospiro, cercando di mantenere la calma. “Come sarebbe a dire? Cazzo, ci hanno fottuto la pagina?!” esplose Duncan. “Non vorrei giungere a conclusioni affrettate, magari facebook non funziona bene in questo momento, ma mi sembra strano. Se non dovesse ricomparire, c'è solo una spiegazione: un hacker se n'è impossessato, ha tolto la gestione a tutti e quattro e cambiato la password” spiegò Alejandro, alzandosi e poggiando il suo monumentale telefono su una sedia. “Quindi ci hanno fottuto la pagina” concluse Trent con aria esasperata. “Ma adesso non pensiamoci, dai! Che ne dite di suonare?” tentò poi di risollevare l'umore ai suoi amici. “E dire che avevamo raggiunto 3500 likes con molta fatica... ma questi nerd rincoglioniti non hanno altro da fare tutto il giorno? Perché non si fanno una vita al posto di rubare pagine altrui?” continuò a borbottare Gwen con cipiglio irritato. “Grazie per il complimento eh...” le fece notare Alejandro. Lei in tutta risposta gli regalò una smorfia e gli tirò una ciocca di capelli. “Hai birra?” Alla domanda di Duncan, Trent si fermò a riflettere; dopodiché si alzò dal suo posto dietro la batteria e lasciò la stanza. “E se provassi dal pc?” propose Alejandro in tono rassegnato, con uno sbuffo. “Cosa cambia?” ribatté Gwen in tono nervoso. “Non ho birre!” annunciò Trent, rientrando nella stanza dopo una breve incursione in cucina; in compenso stringeva tra le mani un pacco di patatine. “Ci hai messo trenta secondi, come è possibile?” si domandò Alejandro tra sé, mentre portava fuori da una borsa nera il suo portatile. “Grazie al mio metro e sessantotto. Sono agile, ma non lo dimostro perché sono pigro! Cosa state facendo? Non avete risolto niente?” s'informò, mentre gli altri tre si fiondavano sulle patatine come se non toccassero cibo da giorni. Per circa un minuto nella stanza risuonò solo il ruminare dei ragazzi e il ticchettio dei tasti che Alejandro premeva a una velocità impressionante. “Cos'era quella?” sbottò Trent, indicando lo schermo. “Quale?” domandò il chitarrista perplesso. “Là, dove in genere appare la nostra pagina, qua di lato... c'era una scritta, poi è scomparsa, non ho fatto in tempo a leggere!” “Le scritte non scompaiono nel nulla, devi essertela immaginata” tagliò corto l'altro. “Ha ragione Trent, l'ho vista anch'io per un attimo” intervenne Duncan, che nel frattempo aveva già fatto fuori almeno mezzo pacco di patatine. I quattro si lanciarono occhiate perplesse; proprio in quel momento il cellulare di Gwen prese a squillare, spaventando tutti con un assurdo stridio di chitarre. “Mia sorella” constatò la ragazza, per poi portarsi il telefono all'orecchio. “Bridgette... sì, siamo tutti qui, perché?... In effetti abbiamo problemi con la pagina, è come se un hacker ce l'avesse... Cioè? Ti è apparsa una pagina che non conosci nella home di facebook... Un nostro post? Come cazzo è possibile?” “Cos'è successo?” si intromise Alejandro. “Bri, aspetta un attimo. Si è ritrovata nella home di facebook un post di una pagina dal nome strano che non conosceva, l'ha aperta e ha trovato tutti i likes dei nostri seguaci e un post che avevamo scritto noi tempo fa in cui pubblicizzavamo un evento.” “Come si chiama la pagina?” chiese allora lui, scattando davanti al pc come farebbe un soldato prima di una battaglia. “Bridgette, come si chiama la pagina?... Maya- che? Spelling, per favore!” “Aspetta, forse l'ho trovata! Dovrebbe essere questa: Mayanetsuradoki. Oddio, ma che nome è? C'è anche il mio like” esclamò Alejandro. Gwen salutò la sorella e tutti si precipitarono davanti allo schermo, curiosi. “Oh merda, quello l'abbiamo condiviso noi mesi fa! È l'unico post presente?” fece Duncan. “No, l'hacker ha già modificato l'immagine del profilo e di copertina. Immagini di vari anime e manga... però il bastardo si è dimenticato di eliminare questo nostro post. Poco furbo, devo dire” replicò l'altro. “Tutti i likes, tutti i progressi... andati a puttane così, per colpa di uno stronzo qualunque!” si disperò Gwen, nascondendo il viso tra le mani. “Alejandro, tu che sei cresciuto davanti a un computer, illuminaci: si può scoprire chi è stato? Si può recuperare la pagina?” chiese Trent con lo sguardo pieno di fiducia. “Posso scoprire chi è stato, penso di riuscirci. Non so se potremo recuperare la pagina, ma le informazioni sì. Mi metterò al lavoro stanotte, tanto non ho nulla di meglio da fare.” “E se invece lo facessimo tutti insieme domani qui da me? Almeno parteciperemmo anche noi allo svolgimento delle indagini. Sono curioso!” propose Trent. “Domani tutti qua! Ne approfittiamo per mangiarci un cheeseburger tutti insieme, che ne dite?” aggiunse Duncan, stravaccandosi sulla poltrona. “Ma tu pensi solo a mangiare? E va bene, domani al crepuscolo invaderemo la mansarda di Trent!” accettò la ragazza con aria teatralmente solenne. I quattro si separarono con l'umore a terra: certo, la perdita della pagina facebook non avrebbe compromesso la loro carriera di musicisti, ma era un bel problema e soprattutto non sarebbe stato facile raggiungere nuovamente tutti quei likes. Gwen era distesa sul suo letto e chattava con diverse persone; la perplessità per quanto riguardava la pagina degli Evil Hunters si era ormai propagata tra amici e conoscenti, al che aveva deciso di aggiornare il suo stato per spiegare la situazione. A un tratto lasciò andare il telefono e si alzò per raccattare i suoi auricolari; quando tornò a stendersi sul materasso, si rese conto di un insistente lampeggiare sul display. Era infatti apparsa, nella home del suo profilo, una finestra sospetta che riportava la scritta: Clicca qui per Mayanetsuradoki. Non ignorare questo messaggio. Gwen, tra un'imprecazione e l'altra, provò in tutti i modi a chiudere quel fastidioso riquadro, ma non voleva saperne di andare via. Tentò di uscire dall'applicazione di facebook e di spegnare il telefono, ma quest'ultimo sembrava non rispondere ai comandi; intanto il display continuava a lampeggiare e Gwen non lo sopportava più, la infastidiva e le faceva girare la testa. Infine, in preda alla disperazione, decise di cliccare su quella scritta. Un abbagliante flash bianco, poi tutto nero come pece. La ragazza sobbalzò e si strofinò gli occhi accecati da quell'istante di luce tanto intensa. Soppesò lo smartphone tra le mani per qualche secondo, poi prese a sibilare: “Ti prego, un virus no... 'fanculo! Cazzo, cos'era quella cosa?” Prese qualche respiro profondo per calmarsi: il cuore le martellava come impazzito nel petto e un'ondata d'ansia si era impossessata di lei, facendole provare un leggero senso di nausea. Quella faccenda non le piaceva per niente. “Okay, okay... per scoprire che sta succedendo devo riaccenderlo” si disse, stringendo forte l'apparecchio tra le mani e fissando l'ipnotico vuoto dello schermo in cerca del coraggio per premere il tasto di accensione. Mentre scrutava il nero, le parve quasi di scorgere un punto luminoso, simile a una stella, che pian piano si espandeva fluidamente, quasi avesse vita propria. Gwen scaraventò l'oggetto sul materasso e fece un balzo indietro, scuotendo la testa e incapace di aprir bocca. Probabilmente stava impazzendo: il suo cervello non faceva altro che elaborare e rielaborare le informazioni su quell'hacker misterioso e questo le stava facendo perdere la testa, la stava suggestionando. Ma quella scritta non l'aveva immaginata, ne era sicura. Dopo qualche minuto, quando riuscì di nuovo a respirare regolarmente, si avvicinò con cautela al suo letto. Il display mostrava la sua home page di facebook, senza nessuna traccia di strane finestre. Come se nulla fosse accaduto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Francis_03