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Autore: Nephertiti    01/10/2019    2 recensioni
* Sequel di "Girl of light"
E' trascorso un mese da quando Mitsuko ha varcato la soglia d'ingresso di villa Sakamaki.
Il suo rapporto con i sei fratelli sembra aver raggiunto un equilibrio.
E mentre la ragazza si gode le vacanze estive, qualcuno la osserva nell'ombra.
L'arrivo di una nuova famiglia di vampiri porterà a galla nuove verità sul conto di Mitsuko.
Lei è molto più di una sposa sacrificale e lo scoprirà ben presto a sue spese.
***
Non è necessario aver visto entrambe le stagioni dell'anime, tuttavia sarebbe il caso di leggere la mia prima fanfiction.
La trama si intreccia appena con le vicende di "Diabolik lovers more blood"
Ma non tutto è come sembra.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 14 - ... Unsolved affairs -

 

 

 

Mi svegliai quando il sole splendeva alto nel cielo e, nella magione, regnava il più assoluto silenzio.
Essendo mezzogiorno, neppur un vampiro sarebbe uscito dalla sua stanza, se non per un valido motivo.
Mi stiracchiai lentamente e poi mi infilai nel bagno.
Volevo dedicare la giornata a me stessa, nessuno sarebbe venuto a reclamare il mio sangue prima di qualche ora.

Decisi di fare un bel bagno e aprii un bagnoschiuma che avevo comprato settimane prima.
Aspettavo di usarlo per qualche occasione speciale, ma non avevo alcun appuntamento per cui profumare particolarmente.
Ne versai una piccola quantità nella vasca e, mescolato al getto d'acqua, si creò una patina di schiuma.
Mi spogliai e mi immersi nell'acqua tiepida.
Sebbene fosse estate, non gradivo l'acqua fredda sulla pelle.

Rimasi attimi interminabili con gli occhi chiusi, il solo rumore delle piccole bolle di sapone che scoppiavano di sottofondo.
Era da tempo immemore che non riuscivo a rilassarmi così: mi sembrò di essere in un sogno, un mondo parallelo popolato da creature fantastiche, tra cui vampiri.
Quando aprii gli occhi, mi resi conto che non era questo il mondo surreale, ma la quotidianità a cui ero abituata prima di trasferirmi qui,
sembravano trascorsi anni dall'ultima volta che avevo visto mio padre 1.
I ricordi iniziavano a sbiadire.
E non l'avrei permesso.

Mi avvolsi nell'accappatoio e contattai le mie due amiche, chiedendo se avessero impegni per il pomeriggio.
Uscire sarebbe servito a divagare un po' la mente.

Yuki rispose subito, dicendo di essere disponibile.
Tornai in camera ed indossai un abitino bianco ed aderente.
Lasciai i capelli umidi e mi accomodai sul letto, aspettando la risposta di Natalie.
Forse per noia, pensai a cosa stessero facendo in quel momento i Mukami.

Guardando l'orologio, immaginai che fossero raccolti a tavola per pranzare.
Potevo vedere Kou rubare dei gamberetti a Yuma e quest'ultimo borbottare stizzito.
Azusa avrebbe assistito alla scena con un piccolo sorriso, mentre Ruki li avrebbe rimproverati severamente.

Il telefono vibrò e sussulati. Poi lessi il messaggio di Natalie.
Sono felice di sapere che tu stia bene! Questo pomeriggio sono liberissima, incontriamoci al parco Ueno 2

Sorrisi gioiosa: ci saremmo incontrate alle tre e sarei tornata alla magione alle sette, nessuno si sarebbe accorto della mia assenza.
Tuttavia era ancora mezzogiorno e sentivo lo stomaco brontolare, per cui decisi che sarei uscita prima.

Trascorrere del tempo con me stessa avrebbe giovato alla mia salute, in fondo, avevo perso di vista i miei spazi, i miei bisogni e i miei hobby.
Canticchiando sottovoce, presi una borsetta e ci buttai dentro il cellulare, un pacco di fazzoletti ed il portafoglio.
Dipendere dai Sakamaki era spiacevole: mi dissi che, una volta finito il liceo, avrei cercato un lavoro.

Sempre che te lo permettano.
Scossi il capo, avevo ancora un anno di tempo per preoccuparmene.

Scesi le scale in punta di piedi, sperando che non vi fosse anima viva in giro.
Ma quando passai davanti allo studio di Reiji, la sua voce mi fece sobbalzare.
"Dove stai andando, esattamente?"
Mi affacciai nella stanza, notando che sedeva alla scrivania, con una tazza di qualcosa fra le mani, tè probabilmente.
"Dovrei vedermi con Yuki e Natalie."
Il vampiro corrugò la fronte: "Vale a dire?"
Lo fissai interdetta.
"Le mie compagne di classe, nonché le uniche amiche che ho qui!", spiegai come fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Non avrai intenzione di andare dai Mukami?"

Ruotai gli occhi al cielo ed entrai nella stanza, estraendo il cellulare dalla borsa.
Mostrai i messaggi che ci eravamo scambiate qualche minuto prima.
"L'appuntamento è alle tre del pomeriggio, adesso è solo mezzogiorno."
"Mezzogiorno e mezzo - lo corressi - e comunque ho fame."
"C'è del cibo in frigo."
Riposi il telefono nella borsetta e sbuffai.
"Tranquillo, andrò dai Mukami accompagnata da uno di voi!"
Reiji mi osservò qualche momento, soppesando se stessi dicendo la verità, infine annuì.
"Vai pure, ma in cambio ho un favore da chiederti."
Mi preparai ad essere morsa e decisi che, se proprio doveva farlo, gli avrei offerto l'incavo del collo, per nascondere il morso con i capelli.

"Accomodati, per favore."
Avrei voluto gridargli che mi stava facendo perdere tempo, ma tutto quel mistero mi incuriosiva.
Presi posto di fronte a lui.

"Vorrei chiederti di portare Shu con te, quando andrai dai Mukami."
"Se il tuo obiettivo è di non lasciarmi da sola con loro, credo che Shu sia il meno indicato per farmi da guardia del corpo."
Commentai, immaginando che quel biondo non si sarebbe mosso dal divano, neppure se i Mukami mi avessero morsa tutti e quattro, contemporaneamente.
La scena si delineò nella mia testa e rabbrividii.
"Non è per quello, vorrei che incontrasse uno dei fratelli.", confessò Reiji, destando il mio interesse.
"Perchè mai dovrebbe..."
"Lui non lo sa - mi precedette il vampiro - ma uno di loro è un suo vecchio amico di infanzia, ai tempi si chiamava Edgar."
"Qual è il suo nome ora?"

"Yuma."
Puro stupore si dipinse sul mio volto.
Shu e Yuma erano vecchi amici d'infanzia?
"E tu come lo sai?"
Reiji sorseggiò il suo tè e poi riprese a parlare.
"Quand'eravamo piccoli, come sai, io studiavo tutto il tempo. Mentre Shu si divertiva con quell'umano."
Dunque Shu aveva conosciuto Yuma quand'era un bambino ed ancora umano.
Ricordai che quando eravamo piccoli, Shu aveva citato Edgar, delle volte.

"Ero invidioso, così diedi fuoco al suo villaggio."
Rimasi allibita.
"Shu pensava che Edgar fosse morto nell'incendio - proseguì Reiji - ma lui aveva solo perso i genitori... e la sua memoria, quindi fu portato in orfanotrofio."

Sapevo che avrei dovuto contenermi, rimproverarlo sarebbe stato rischioso, avrei potuto suscitare la sua collera, avrebbe potuto infliggermi chissà quale tortura, ma non riuscii a trattenermi.
"Reiji è terribile! - sbottai - hai raso al suolo un villaggio solo per invidia, quando avresti potuto, semplicemente, unirti a loro."
Mi aspettavo che il vampiro tentasse di giustificarsi o si arrabbiasse con me, incapace di ammettere le sue colpe, ma si limitò ad annuire.
"Sono stato egoista."
Si massaggiò le palpebre e indossò gli occhiali rettangolari, spingendoli sul naso.
Non potevo credere che lo avesse ammesso.
"Ma sto cercando di rimediare."
Sospirai.
"E sia, chiederò a lui di accompagnarmi... Ma voglio che sappia la verità."
Stavolta Reiji mi fissò truce.
"Non ne sarà contento."
"Certo che no! - risposi - non è stato un bel gesto, il tuo, ma l'importante è sistemare le cose."
"Ci devo pensare."
"Lo faremo stasera.", sentenziai.

Il vampiro non disse nulla ed io mi alzai dalla sedia, pronta ad uscire.
Per la prima volta, ero stata io ad impartire ordini, persino ad uno tosto come Reiji Sakamaki.
Mi complimentai con me stessa.
Forse, dipendeva dal fatto che fossi una discendente di Eva e i vampiri avevano, involontariamente, un debole per me.
Almeno per adesso.

***

Dentro la limousine ritrovai la busta che conteneva l'abito rosa, quello che mi aveva comprato Kou.
Lo estrassi per un istante, carezzando la stoffa, e mi immaginai con quel vestito il giorno del mio compleanno.

Avrei festeggiato su una spiaggia, ci sarebbe stata della musica, avremmo ballato un po' e io avrei cantato una canzone, insieme alle mie amiche.
Perfino Sakura sarebbe tornata dal suo viaggio, pur di non perdersi il mio diciottesimo.
Mukami e Sakamaki si sarebbero dati tregua per un giorno e anche loro avrebbero festeggiato assieme a me.
Poi, sotto un cielo puntellato di stelle, lontano dagli altri, avrei pensato a mia madre e successivamente alla mia famiglia adottiva.
Avrei chiuso gli occhi e sorriso, e su quelle mie labbra ridenti, Raito avrebbe posato le sue.

Scossi il capo, ancora una volta la mia immaginazione aveva fantasticato fin troppo, tornai alla cruda realtà.
Non ci sarebbe stato alcun compleanno, nessuna tregua tra i vampiri e, soprattutto, nessun bacio.

Arrivata al centro della città, scesi dalla limousine, con gli occhi dei passanti puntati addosso.
Probabilmente, credevano che fossi la figlia di qualche ricco impresario giapponese.
Mi guardai intorno e notai un piccolo locale, piuttosto affollato, dal quale proveniva un piacevole profumo, dunque vi entrai, affidandomi all'olfatto.
All'interno era ben più spazioso di ciò che avevo immaginato, aveva uno stile vintage, con tavoli di legno e foto in bianco e nero di vecchi attori.

Un cameriere mi venne incontro, chiedendo se aspettassi qualcuno.
Mai, come quel giorno, ero tanto felice di poter stare un po' da sola.
Mi fece accomodare ad un tavolo per due e sparecchiò il posto di fronte, lasciandomi un menù.
In fondo alla sala vi era un palcoscenico e un gruppo di ragazzi, vestiti con camice e bretelle, tiravano fuori i loro strumenti.
Chi una trombetta, chi un sassofono.
Osservai con interesse, prima che il cameriere venisse a prendere l'ordinazione.
Decisi di ordinare una grigliata di carne, ne avevo bisogno, se non desideravo diventare anemica, con tutto il sangue che perdevo quotidianamente.

Il cameriere schizzò via tra i tavoli ed io tornai a guardare il gruppo che era ormai pronto ad esibirsi.
Uno di loro iniziò ad accarezzare i tasti del piano, il secondo attaccò con la tromba, creando una melodia bellissima seppur malinconica.
Appoggiai il viso alla mano e rimasi ammaliata da quella musica.
Si trattava di jazz, ecco spiegato lo strano abbigliamento.

Cominciai a mangiare la mia bistecca e la musica, man mano, si trasformò: il ritmo divenne sempre più incalzante e travolgente.
Alcuni commensali si alzarono per andare a ballare nel piccolo spazio vicino al palco.
Quando la canzone finì, scattai in piedi, unendomi alle altre persone che applaudivano.
Finii lo spiedino di carne che avevo nel piatto e domandai al cameriere se quei musicisti venissero ogni giorno.
Mi spiegò che si esibivano tutti i giovedì alle nove di sera e che, occasionalmente, ripetevano lo spettacolo il venerdì all'una.
Proprio com'era successo oggi.
Lo annotai mentalmente, di sicuro avrei partecipato a qualche altra esibizione, mi erano proprio piaciuti.
Pagai il conto e decisi di fare una passeggiata, prima di incontrare le mie amiche al parco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Saaalve gente! Eccoci qui, mi faccio sentire per farvi un piccolo appunto.
Padre 1
Ho voluto sottolineare questa parola poiché come sapete, nel prequel, la nostra protagonista (Mitsuko) dice di avere entrambi i genitori.
Quando avevo iniziato a scrivere questa fanfiction, non immaginavo che avrei continuato così a lungo con la storia, ma capitolo dopo capitolo, la trama ha iniziato a prendere una forma più precisa, per questo motivo sono costretta a “cancellare” la madre adottiva di Mitsuko.
Riprenderò la prima stagione per apportare alcune modifiche, sia a livello lessicale che a livello di trama.
A presto, Nephy-

 

Parco Ueno2 Parco esistente a Tokyo, nel quartiere di Taitõ.
Il locale in cui pranza Mitsuko è inventato.

 

 

 

 

 

 

   
 
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