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Autore: kunoichi_chan009    01/10/2019    1 recensioni
L’infanzia di Shang non era stata spensierata come quella dei suoi coetanei.
La sua famiglia si era trasferita dalla Cina in America quando lui aveva sei anni e, nonostante la facilità con cui riuscì ad imparare la lingua, non riuscì ad ambientarsi rapidamente allo stile di vita. I suoi genitori erano devoti alla tradizione quindi si impegnarono per crescerlo come avrebbero fatto nella loro terra natia, ciò comprendeva una rigidità non indifferente che il piccolo Shang non riusciva ad armonizzare con l’ambiente totalmente opposto che trovava una volta varcato l’uscio di casa...
...Tuttavia proprio al terzo anno arrivò una ventata d’aria fresca che lo fece tornare a respirare, una brezza leggera di nome Mulan.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fa Mulan, Li Shang
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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  Fanfiction legata a "I lati positivi"                                          Bella come sempre


 
 
L’infanzia di Shang non era stata spensierata come quella dei suoi coetanei.
La sua famiglia si era trasferita dalla Cina in America quando lui aveva sei anni e, nonostante la facilità con cui riuscì ad imparare la lingua, non riuscì ad ambientarsi rapidamente allo stile di vita. I suoi genitori erano devoti alla tradizione quindi si impegnarono per crescerlo come avrebbero fatto nella loro terra natia, ciò comprendeva una rigidità non indifferente che il piccolo Shang non riusciva ad armonizzare con l’ambiente totalmente opposto che trovava una volta varcato l’uscio di casa.  

Ad otto anni il padre lo iscrisse ad un corso di arti marziali e da quel momento Shang iniziò a sentirsi molto più a suo agio. La disciplina imposta veniva rispettata da tutti gli allievi e grazie a ciò il bambino riuscì a fare amicizia con meno sforzo rispetto che a scuola, per quanto la timidezza lo rendesse comunque schivo. Continuando ad allenarsi riuscì ad aprirsi di più, tanto che arrivato ad undici anni poteva ritenersi abbastanza soddisfatto delle sue capacità nello stare tra la gente anche fuori dal Dojo.

Alle le superiori si sentì nuovamente spinto in un angolo. Arrivato al terzo anno era riuscito a diventare il capitano del club, il più giovane nella storia della scuola, ma alla prima gara sportiva a cui parteciparono tutti gli allenamenti fatti non riuscirono a dare alcun frutto a causa di un’influenza che impedì a metà squadra di presentarsi. Il morale a terra dei suoi compagni e la delusione scritta negli occhi di suo padre lo fecero cadere in uno stadio di ansia feroce, tanto che da quel momento in poi si ritrovò a lottare contro tremendi attacchi di panico che si impegnò a tenere accuratamente nascosti.
Tuttavia proprio al terzo anno arrivò una ventata d’aria fresca che lo fece tornare a respirare, una brezza leggera di nome Mulan.
Se doveva essere sincero inizialmente non le aveva dato troppo peso, era solo una ragazza del primo anno (cinese come lui) che passava molto tempo a discutere con Chi Fu,  il responsabile del club, di qualcosa che non aveva intenzione di origliare.
La sola cosa che lo interessava era allenarsi e quella ragazza era la distrazione perfetta per tenere il responsabile e le sue urla isteriche lontano da loro. Quando un giorno Chi Fu arrivò in ritardo perché convocato in presidenza Shang venne chiamato in disparte e rimase senza parole nel sentirsi chiedere di radunare qualche componente del club per organizzare una selezione fuori stagione. In seguito scoprì che la ragazza, a cui finalmente riuscì a dare un nome, aveva cercato di entrare a far parte del loro club da quando era iniziato l’anno ma che Chi Fu l’aveva proibito alludendo a regole non esistenti sul divieto di avere donne nella squadra.
Quando poi Mulan era tornata da lui con il regolamento in mano aveva cercato di depistarla alludendo che, anche se non scritto in quanto tutti potevano avere le stesse possibilità in quella scuola, la presenza delle ragazze non era ben vista in quanto “beh, pensaci i calli alle mani impedirebbero di cucire e cucinare con comodità e quei club hanno ancora le iscrizioni aperte”. A quanto pare Mulan aveva cercato di convincerlo con le buone ma, stanca dei continui rifiuti ingiustificati, si era rivolta alla Preside che aveva preso a cuore la questione.
Anche senza conoscerla Shang iniziò ad ammirare quella ragazza e, al contrario, la poca stima che aveva per il responsabile diminuì ancora di più quando gli fece intendere che per risolvere la situazione aveva intenzione di darle contro i membri più forti della squadra. Inutile dire che Shang si rifiutò di assecondarlo e gestì la selezione di Mulan come avrebbe fatto per un ragazzo. Alla fine si rivelò idonea e passò.
Aveva sicuramente delle lacune ma riusciva a vederne il talento e la passione, tanto che non ci mise molto ad ambientarsi nel club (nonostante i tentativi di Chi Fu nello scoraggiarla) e a legare con tutti.
Inizialmente il loro rapporto si basava su semplici interazioni legate esclusivamente a temi riguardanti il club ma, complici gli allenamenti extra a cui si sottoponevano al mattino, iniziarono a sentirsi tanto a loro agio da conversare degli argomenti più vari.
Da lì in poi non ci volle molto per rendersi conto che c’era qualcosa di più in ballo e, più o meno a metà delle vacanze estive, si scambiarono il primo bacio.
Non fu come nei film, non si trovavano in riva al mare mano nella mano e con il tramonto alle spalle, ma nella palestra in cui si erano iscritti entrambi per non restare fuori allenamento durante l’estate. Sudati e stanchi per la fatica della lezione svolta si baciarono per il tempo di un battito di ciglia mentre tutti gli altri uscivano. Non ne parlarono mentre si incamminarono verso la fermata dell’autobus, né durante il tragitto, ma prima della sua fermata Mulan si sporse leggermente e lui la incontrò a metà strada per un altro bacio. Sembrò ad entrambi così giusto che non sentirono il bisogni di chiarimenti.

Durante il quarto anno Shang si rese conto di non aver più bisogno dei calmanti prima di una gara, bastava appartarsi qualche momento con la sua ragazza, per quanto segreta, per tranquillizzarsi ed affrontare al meglio le competizioni.
Fu proprio mentre era al culmine della gioia per una vittoria che il più tremendo attacco lo lambì, un momento dopo essere tornato a casa pronto a mostrare il premio ai genitori. Senza aspettare un istante venne a sapere del trasferimento imminente in un’altra parte dello Stato a causa del lavoro del padre e di conseguenza del suo allontanamento dalla scuola, dalla squadra che ormai considerava una seconda famiglia e, naturalmente, da Mulan.
Uscì di casa senza dire una parola, lasciando il premio sul tavolo ed ignorando la voce preoccupata della madre. Ignorò la macchina e si incamminò senza sapere dove andare, concentrandosi nel respirare regolarmente, e si fermò solo nel vedere un paio di piedi avvicinarsi nella sua direzione. Alzando il viso si ritrovò ad incrociare lo sguardo confuso della nonna di Mulan. Oltre allo zio della sua ragazza la vecchietta era la sola a sapere della loro relazione, li avevano beccati a baciarsi durante un Festival, e nel vederlo così pallido lo costrinse a sedersi sulla panchina più vicina. Nonostante la grande differenza di età Shang vedeva molte somiglianze tra Mulan e la nonna, forse per questo riuscì a parlarle con tanta sincerità.
Quando finì di sfogarsi trovò l’anziana donna intenta a guardare con aria severa il parco che avevano di fronte e quasi gli si strinse il cuore nell’immaginare che probabilmente gli stava per dire che doveva fare il bravo figlio e ubbidire ai genitori senza protestare, come la loro cultura richiedeva. Ma aveva scordato con chi stava parlando.
Con sguardo sereno la signora gli fece un discorso molto breve sul rendere orgogliosi gli altri ma soprattutto sé stessi, sul combattere e difendere ciò in cui si crede. Con una strizzatina d’occhio finale mise in mano a Shang una confezione di caramelle all’anice e se ne andò, dando conferma al ragazzo che la nipote aveva preso da lei lo spirito libero. Non volendo sprecare la forza che gli avevano trasmesso quelle parole si sbrigò a raggiugere il negozio dietro l’angolo per attuare il suo piano.
Tornò a casa al tramonto trovando la madre in cucina che fissava in ansia il telefono e il padre che guardava storto l’orologio. Senza dar loro il tempo di dire nulla si scusò per essersene andato in quel modo, chiarendo subito che non aveva alcuna intenzione di trasferirsi con loro. Vedendoli pronti a protestare gli spiegò che aveva dei doveri verso il club e se stesso, e che se davvero la loro educazione era stata utile a qualcosa era proprio il senso di responsabilità che tanto avevano cercato di coltivare in lui. Poi posò sul tavolo una serie di annunci per dei monolocali non troppo lontani dalla sua scuola che aveva intenzione di visitare per poi prendere in affitto con un lavoro che, ne era certo, avrebbe trovato entro la fine del mese.
Naturalmente i suoi non presero bene la sua decisione, ma quando a fine settimana tornò a casa annunciando che aveva trovato un lavoro part-time si resero conto che faceva sul serio. Quando la data del trasferimento si avvicinò il Signor Li si arrese, diede il suo benestare al figlio e, segretamente, ne fu anche molto orgoglioso per la tenacia.
La prima sera nella sua nuova casa non la passò da solo, Mulan si fermò da lui e dopo cinque mesi in cui si frequentavano fecero l’amore per la prima volta.
Da lì iniziò un nuovo tipo di routine. Shang dovette destreggiarsi tra gli studi, il club e il lavoro. Non poche volte si trovarono ai ferri corti per il poco tempo che potevano passare insieme come coppia, ma tutto si risolveva con poche parole e la visione di un film accoccolati sul divano di Shang.
La presenza di Mulan nel monolocale era chiara ai suoi occhi: la tazza gialla con sopra un drago cinese a suo uso esclusivo, il cassetto per i suoi vestiti nell’armadio, il suo spazzolino in bagno e i vari cerotti dai disegni assurdi che si ostinava ad infilare nella cassetta delle medicine.
La cosa che Shang amava di più era il sabato pomeriggio, una volta al mese lo aveva libero dal lavoro e lui e Mulan lo passavano insieme. Tornavano dagli allenamenti e si facevano una doccia non di rado contemporaneamente, per non sprecare acqua ovviamente, e dopo si ritrovavano a mangiare qualcosa d’asporto davanti alla TV; con Mulan che insisteva nell’incrociare le gambe sulle sue e Shang che le carezzava gentilmente mentre si lamentava perché, come ogni volta, anziché mettersi il cambio che aveva nell’armadio la sua ragazza insisteva con il rubare la sua felpa preferita e sgambettare in giro con addosso solo quella e le mutande.   

Al quinto anno Shang iniziò a trovare davvero snervante la segretezza della loro relazione, ormai Mulan era cresciuta ed era sbocciata bella come il fiore raro che era sempre stata. Sapeva che anche a lei dava fastidio ma decisero comunque di resistere fino al diploma.
Nonostante i loro sforzi vennero scoperti.
Il loro sabato sera insieme coincideva con il compleanno di Shang e lo stavano festeggiando baciandosi e stuzzicandosi in attesa che arrivasse il cibo, pronti a riprendere e ad andare più infondo dopo aver cenato. Nel sentire il campanello Shang si era dato una sistemata e aveva aperto la porta senza controllare lo spioncino con la mancia in mano, il tutto per trovarsi davanti Yao, Ling e Chien Po, tre membri importanti del club che sia lui che Mulan consideravano grandi amici. Era rimasto in silenzio nel vederli sorridenti e con un pacco dal fiocco enorme fra le mani che urlavano “Sorpresa!” pronti ad entrare in casa. Beh, era rimasto così sorpreso da non fermarli e le loro esclamazioni accorate gli confermarono che si, erano davvero nel suo appartamento e si, avevano appena visto Mulan sul divano con indosso la sua felpa. In quel momento di confusione si ritrovò a ringraziare la rara presenza dei pantaloni addosso alla ragazza. Chiuse la porta e scambiò una rapida occhiata con l’interessata che come lui era rimasta basita e sedeva scomposta sul divano in attesa che qualcuno reagisse.
Alla fine l’immobilità venne rotta da Chien-Po che, inchinandosi prima verso di lei e poi verso di lui, allungò le mani verso i due ragazzi ancora immobili al suo fianco col sorriso più divertito che avesse mai sfoggiato. Anche Yao e Ling si scossero e borbottando misero mano al portafogli per allungare una banconota all’amico sempre più sorridente. Dunque Shang e Mulan scoprirono che alcuni componenti del club avevano messo su una scommessa su una loro possibile relazione e, mentre una metà lo riteneva impossibile e l’altra probabile ma solo a scuola conclusa (in quanto entrambi troppo impacciati per fare il primo passo), Chien-Po era il solo ad aver pensato che la loro relazione potesse essere già in atto. Ci furono imbarazzo, borbottii e lamentele, ma alla fine tutti ci risero sopra. Dato che il cibo ordinato bastava solo per loro due gli altri fecero una corsa per pendersi qualcosa, mangiando poi tutti insieme chi sul divano e chi sulle sedie dividendosi infine la torta che avevano portato in regalo. L’intimità era saltata ma a nessuno dei due dispiacque, perché la libertà che provarono nello stare vicini senza dover nascondere nulla li fece sentire allegri come non mai.
Da quel momento smisero semplicemente di nasconderlo. I loro amici avevano assicurato il loro silenzio ma si accorsero di non desiderarlo più. Mulan presentò Shang al suo gruppo di amiche, un insieme di ragazze che non si capiva come facessero a stare insieme tanto bene visti i caratteri diversi, che lo accolsero con sguardi saputi e raggianti (il ragazzo era pronto a giurare che anche tra loro ci fosse una scommessa in atto). I restanti membri del club rimasero in silenzio per qualche istante poi, con sospiri un po’ tristi, si misero in fila per dare a Chien-Po la sua vincita, lamentandosi per non poter fare il terzo grado al ragazzo di Mulan come si erano ripromessi visto che era il loro Capitano.
Con Chi Fu la questione fu decisamente più fastidiosa, ma meno rispetto a come avevano immaginato. Inizialmente minacciò di portarli dalla preside ma si zittì subito nel rendersi conto che dalla donna non avrebbe ottenuto altro oltre ad un sopracciglio inarcato e uno sbuffo infastidito, quindi iniziò ad osservarli come un’aquila restando  con loro quando si allenavano fino a tardi per sorvegliarli.
Smise quando si beccò in piena fronte un flacone di shampoo lanciato con maestria dalla migliore amica di Mulan, una ragazza con indomabili capelli rossi e ricci, per essere entrato nello spogliatoio femminile convinto di aver sentito i due parlare insieme lì dentro.
Probabilmente la minaccia di una denuncia lo convinse a far pace con se stesso ed accettare la realtà.
Il passo finale fu presentarsi ai rispettivi genitori.
Shang scoprì che i Signori Fa erano cresciuti nella stessa città dei suoi, ma che non potevano essere più diversi nell’atteggiamento verso la crescita dei figli. Conobbe meglio anche Mushu che non perse un istante per prenderlo bonariamente in giro, con tanto di manforte da Nonna Fa (“chiamami così o per te niente ravioli alla griglia giovanotto”). I Signori Li non andavano a trovare spesso il figlio, così lui si limitò a mandargli una foto di Mulan per dargli la notizia e nonostante la descrizione accurata che gli aveva fatto (…è nel mio stesso club, spesso nei corpo a corpo riesce a battermi, non sa cucire ma cucina bene, anche se non prepara piatti cinesi perché è innamorata del ristorante che ho vicino casa, sa cantare molto bene, parla cinese fluentemente…) lei gli piacque. Shang sospettava fosse per la sua nazionalità ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo, se il fatto di essere cinese le evitava le critiche per tutte quelle qualità che per i suoi le ragazze dovevano e non dovevano avere allora ne era grato.
Alla fine arrivò il ballo di fine anno. Shang arrivò prima di Mulan perché lei era stata requisita dalle sue amiche nel pomeriggio e si intrattenne con i ragazzi di quest’ultime nell’attesa. Una alla volta alcune di loro arrivarono, con un’espressione estremamente soddisfatta in viso.
Mentre chiacchierava con alcuni componenti del club che nel frattempo si erano uniti alla conversazione Shang sentì distintamente le esclamazioni felici delle ragazze e sorprese dei ragazzi e si girò mentre intorno a lui era tutto un “oh”, “non ci credo” e “finalmente un sogno che si avvera, odio vedere come sprecano la loro bellezza”. All’entrata della palestra c’erano la rossa indomabile e Mulan. Shang si prese solo un istante per pensare che si, in effetti la rossa sembrava irriconoscibile, ma poi tutta la sua attenzione fu per la sua ragazza. Indossava un abito aderente con scollo all’americana sulle varie tonalità di rosa e bianco, tacchi e un pettinino con un semplice fiore che teneva ordinati i capelli che nell’ultimo anno si era decisa a far ricrescere.
 In quel preciso istante Shang ebbe la certezza di quanto l’amava,  perché nel vederla avvicinarsi vestita in quel modo pensò a quando la vedeva tutta scomposta dopo ore di allenamento, a quando si era presentata a casa sua con un’Onesia blu a forma di grillo come pigiama e a quando gli rubava le felpe acciambellata sul divano a guardare un film mentre mangiava e, sovrapponendo le varie immagini, la trovo sempre bellissima allo stesso modo.
Quando lo raggiunse non le chiese come mai era in ritardo (probabilmente stava facendo forza alla sua amica per entrare), non le disse che era bella e che si muoveva in maniera  estremamente sinuosa (perché sapeva benissimo che essere forte nel combattimento non doveva per forza significare essere poco femminile), non le disse neanche che fin troppi ragazzi si erano girati a guardarla. Non disse nulla.
Si limitò a baciarla per la prima volta in pubblico da quando stavano insieme.
E se nel farlo avesse mandato anche un chiaro messaggio a quelli che la stavano fissando beh, tanto di guadagnato.
 




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Ed eccoci qui.
Sono sincera: non volevo creare una storia legata alla fanfiction precedentemente pubblicata, in realtà è nato tutto dal fatto che io AMO la mia Onesia (okay perdonate l’ignoranza, ma su internet ancora non ho capito se è il nome ufficiale o meno) e volevo scrivere qualcosa che ne coinvolgesse una insieme a Mulan, in realtà doveva essere qualcosa in stile “pigiama party tra principesse Disney” ma Shang ha preso il sopravvento ed eccoci qui.
Inizio dal dire che si, il gruppo di amiche di Mulan sono proprio le altre principesse e che la sua migliore amica è Merida. Penso sia abbastanza chiaro anche senza spiegarlo, ma lo dico per sicurezza visto che ho preferito non mettere i nomi (altrimenti avrei dovuto metterlo nel fandom Disney generico). Quando riguardo il film mi fa ridere, ma da piccola odiavo Chi Fu e direi che è abbastanza chiaro da come l’ho descritto. Ho reso Mulan già idonea al club perché siamo in epoca moderna e in America, quindi non ha impedimenti nell’essere se stessa.
Un piccolo appunto: come ho già detto la scuola è in America e c’è anche il ballo di fine anno, ma ho aggiunto anche festival scolastici e club sportivi. L’ho scritto di getto pensando a quelli che vedo nei manga, ma spero vivamente ci siano anche in America.
Per quanto riguarda i genitori di Shang e la lista che lui gli ha scritto riguardo a Mulan dico “nonostante” perché anche se ci sono cose che loro approvano, come cucinare, cantare e parlare cinese, le altre non sono esattamente femminili secondo i loro standard.
Mi è piaciuto scrivere questa storia e sinceramente me ne ritengo soddisfatta, spero anche voi la apprezziate. Soprattutto perché certe volte provo molto piacere nello scrivere una storia scorrevole senza soffermarmi sui particolari.
A presto

Konny
 
 
p.s. forse si più pensare che cinque mesi prima di combinare “roba” siano troppi, ma sinceramente ce li vedo questi due a fare così, voi?
p.p.s. il titolo si riferisce a Mulan anche se il capitolo è più che altro di Shang, dite che va bene lo stesso?
  
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