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Autore: Germano    02/10/2019    0 recensioni
Un viaggio onirico nella realtà del web.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La signorina mi indicò un binario e io mi avviai incuriosito, apparentemente si trattava di un normale treno, ma intuii che probabilmente era la mia mente a dare forma a quel concetto perché quando attraversai l'entrata mi ritrovai direttamente al centro di una piazza, un ragazzo incappucciato mi diede una spallata e senza nemmeno guardarmi proseguì oltre.

La piazza era enorme, gremita della gente più diversa, maschi e femmine di ogni età, dai 6 ai 70 anni con una maggioranza di ragazzi, vestiti tutti in modo diverso era un'esplosione di colori e voci, musica, risate e un suono che non sapevo individuare ma che mi metteva una certa tristezza. 

Accanto a me il cartellone con la mappa di Lonelinet. Mi trovavo al secondo piano, il luogo di ritrovo delle persone. La piazza si estendeva fin oltre l'orizzonte.

Mi ci volle un po' per abituarmi, pian piano cominciai a notare che il flusso di alcune persone non era casuale. Alcuni si riunivano in gruppi, altri seguivano altri ancora, molti si affollavano intorno a stand organizzati con quadri, foto, immagini per la maggior parte di pessima qualità, ma alcune di una bellezza che smuoveva l'animo.

Mi avviai quasi automaticamente verso una ragazza, bellissima e provocante, parlava a un folto gruppo di persone con grande decisione, sembrava nata per trascinare la gente. Non che fosse dotata di un particolare eloquio, ma la gente la seguiva e lei, inabiti succinti, riusciva a tenere alta l'attenzione. Mi guardai intorno, ce n'erano altre. 

Cominciai a rendermi conto che tutta quella gente, era attratta dalla bellezza come insetti dalla luce, e non serviva che fosse una bellezza di genio, un qualcosa che riesce a far scattare una scintilla nella mente e ad elevarci verso l'incompreso, quella bellezza che non è materia ma idea, ma, soprattutto da quella bellezza che non dà nulla, la bellezza spicciola che attrae l'attenzione con l'attrazione di un impulso semplice: una ragazza provocante, un'affermazione facilmente condivisibile, alcune volte anche vera arte, inadeguata, incompresa, ma utile all'apparenza.

Animali tecnologici e non uomini.

La mia curiosità non era comunque saziata, c'era ancora qualcosa che mi sfuggiva di quel luogo ed ero sicuro che non fosse solo ciò che l'apparenza mostrava. Mi avvicinai a un altro gruppo e ascoltai un uomo che declamava una poesia a gran voce; sembrava scritta da un bambino ma pochi sembravano accorgersene. In un altro gruppo invece c'era un pittore e poi ancora moralisti, cantanti, musicisti, scrittori, attori, giornalisti, liberi parlatori.

Mi avvicinai a un comico che aveva appena finito il suo spettacolo e decisi che era il momento di addentrarmi e sistemare la faccenda una volta per tutte, cosìlo chiamai con un gioco scherzoso a cui fu naturale seguito il malinteso. Il comico infatti, era in realtà un politico di gran caratura che si offese della mia insinuazione, si rifiutò di parlarmi e concluse la discussione pregandomi di andare in un paese non ben definito.

Mi guardai intorno per l'ennesima volta un po' spaesato e mi accorsi che la prima ragazza che avevo osservato, adesso era sola. La folla che l'aveva circondata si era dispersa. 
Lei si era rivestita.

Mi avvicinai con cautela, la donna sicura di sé era scomparsa e mi sembrava di avere davanti una bambina, disperata e sola.

Parlai con lei, per ore ed ore e la aiutai a reggere un po' il peso della vita,la solitudine del nuovo mondo, accattivante e attraente ma fallace e traditore. La sua solitudine era la solitudine di tutti, del mondo intero, una forza oscura che non tutti sanno come prendere nel giusto modo. Qualcuno dice che nasciamo e moriamo soli. A me non sembra una buona scusa per vivere soli, per rinunciare all'amore o all'amicizia, ché se fossimo solo carne e piacere saremmo ancora una volta solo animali.

C'è un momento giusto per ogni cosa, a parte i problemi. 

Lei era me, insomma, ed io ero lei e allo stesso tempo ero tutti gli abitanti della piazza e con la comprensione di lei arrivai alla comprensione di quel luogo che non era altro che un mercato, dove non si vendeva musica o poesie o quadri, no. 

Quello era un mercato di schiavi e ognuno faceva tutto il possibile per vendere sé stesso. 

 

   
 
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