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Autore: Anna3    02/10/2019    1 recensioni
Una nuova sposa sacrificale arriva a casa Sakamaki, ricevendo la solita fredda accoglienza, però questa volta non saranno i simpatici vampiretti ad essere la preoccupazione principale della nuova arrivata, bensì la scuola. Come reagiranno i sei fratelli alla sua totale indifferenza nei loro confronti? Ma soprattutto... riusciranno a non diventare ancora più sclerati di quello che sono già?
Prima long in questo fandom, tutta dedicata a Reiji!
(accenni Reiji x Nuovo personaggio, ma niente OOC, quindi niente Reiji-pezzo-di-pane)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ayato Sakamaki, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Reiji Sakamaki, Shuu Sakamaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV

Fortunatamente, i due vampiri avevano deciso di dissanguarla il sabato, quindi la domenica ebbe tutto il tempo di riprendersi dormendo. Nessun vampiro le si era avvicinato per bere il suo sangue quel giorno: evidentemente, avevano capito di aver esagerato.
Tuttavia, ciò che più preoccupava la ragazza era che non era riuscita a studiare molto in quei giorni, anzi non ci era proprio riuscita, a causa della debolezza causata dalla quantità di sangue che le era stata tolta: convivere con i Sakamaki stava risultando più difficile di quanto aveva preventivato. In fondo però, che cosa mai si poteva aspettare da dei vampiri? Non avevano di certo la sua stessa concezione di tempo e di certo le sue ambizioni risultavano patetiche e inutili per i sei fratelli.
Noriko sospirò scoraggiata, cercando di concentrarsi sul libro che aveva davanti, mentre, come ogni giorno, la limousine li portava a scuola: non poteva di certo perdere tempo a pensare a quattro succhiasangue! Così, si immerse nella lettura fino all’arrivo a scuola e stranamente nessuno dei vampiri la disturbò: che fosse la calma prima della tempesta? A Noriko non importava. Si diresse verso la sua aula, questa volta senza Ayato, dato che, anche se si era vendicato per tutte quelle volte che lo aveva fregato, era ancora offeso con lei e si sedette al suo posto. Tuttavia, pochi istanti dopo entrò l’insegnante e chiese di lei: si alzò dal proprio banco e andò dalla professoressa.
“Non ricordi? Sei stata trasferita di classe: ora ti trovi in terza C”.
Noriko si diede della stupida: con quello che era accaduto con i Sakamaki, si era completamente dimenticata dei test che aveva superato per cambiare anno. Che la mancanza di sangue stesse compromettendo anche le sue capacità di memorizzazione?
“Se vuoi ti posso accompagnare” disse l’insegnante con gentilezza.
La ragazza annuì e prese le sue cose, seguendo la donna, che la portò nella nuova classe.
Nel frattempo, la campanella suonò e tutti gli altri studenti si riversarono nelle rispettive aule, con grande schiamazzo. Quando Noriko entrò, la prima cosa che notò furono due ben noti occhi violetto: era in classe con Reiji. Mentalmente, tirò quasi un sospiro di sollievo: tra tutti i fratelli di certo le sembrava il più tranquillo e stare in classe con Ayato era piuttosto rischioso, dato che l’aveva fatto arrabbiare diverse volte. In più, con lui le sembrava di avere una buona affinità, anche se qualcosa le diceva di non fidarsi troppo di questa sensazione: d’altronde, in tutte le cose istintive se l’era sempre cavata male e preferiva i dati scientifici, concreti… soprattutto quelle parole che le aveva detto in corridoio la inquietavano alquanto. Ma cos’era poi tutto questo pensare a Reiji e i Sakamaki? Doveva concentrarsi!
Intanto, la professoressa la aveva presentata alla classe e la aveva invitata a sedersi nell’unico banco vuoto che restava, ossia quello in ultima fila vicino alle finestre. Andò a sedersi dove indicato e solo in quel momento si accorse che il suo vicino di banco era anch’esso una faccia ben nota: quella del pervertito dormiente, nonché Shu, che stava bellamente dormendo/ascoltando la musica stravaccato.
Noriko fece un profondo respiro e ignorò lui e il disagio che provava nell’averlo nuovamente vicino e ascoltò la lezione: questa volta ciò che l’insegnante le stava spiegando le era nuovo e così fu, tutto sommato, felice di aver cambiato classe. Eppure, non poteva fare a meno di sentirsi osservata per tutto il tempo…
Finalmente, le lezioni terminarono anche quel giorno e proprio mentre stava per tornare in classe dopo una capatina in biblioteca per prendere in prestito un libro, incrociò un’altra faccia non ignota. A dire il vero, all’inizio non lo aveva nemmeno riconosciuto, però improvvisamento questo la prese un lembo della giacca e disse in tono neutro:
“Ho sete”.
“E così il giorno di tregua è finito...” pensò Noriko “Però forse mi posso ancora salvare...”.
“Beh se vuoi al piano di sotto ci sono delle macchinette… un caffè?”.
Manco a dirlo, Kanato iniziò a urlarle addosso qualcosa sul fatto che lei non lo capisse e fosse un inutile oggetto senza valore e... tutto questo per dire che, a quanto pare, non aveva voglia di un caffè. Il cervello di Noriko smise volontariamente di concentrarsi sulla conversazione con il vampiro e la solita faccia impassibile le tornò sul volto, finché il vampiro non si stancò e biascicando qualcosa se ne andò. In fondo, a quei vampiri importava soltanto lo sguardo di terrore che riuscivano ad ottenere: bastava non dare loro quella soddisfazione e si stancavano… pregando che non si arrabbiassero. Naturalmente, immaginava che prima o poi tutti i vampiri di quella casa la avrebbero morsa, ma se lo avessero fatto, per lo meno, lo facevano perché avevano seriamente sete. In definitiva quindi, quella poteva definirsi la tattica migliore per non perdere troppo sangue. Doveva soltanto riprendersi dallo smacco subìto da Shu… e sapeva che quello era un suo errore: li aveva sottovalutati, pensando che non arrivassero a tanto. Però era palese che, non essendo uomini, non si facessero gli stessi scrupoli… d’altronde erano soltanto dei cadaveri. Doveva soltanto trovare il sistema di continuare a mantenere la sua impassibilità: era l’unica arma che possedeva contro di loro, dato che dubitava che non fossero immuni a crocifissi e acqua santa.
Così, mentre pensava e ripensava alla tattica migliore contro quei sei predatori, tornò a casa con loro. Appena arrivata, si mise a studiare: aveva perso fin troppo tempo con quei vampiri. Stette ore a studiare sui libri, ricopiare appunti e fare esercizi, quasi fino all’alba, unico momento in cui si fermò e fece una pausa per prendersi uno spuntino.
Uscì dalla propria stanza guardinga e andò in cucina: non c’era nessuno per i corridoi e non potè che essere lieta per questo evento. Probabilmente, erano già andati a dormire tutti quanti o forse erano semplicemente impegnati per i fatti loro (e non ci teneva a sapere poi così tanto cosa stessero facendo).
Mangiò qualcosa, bevendo insieme due o tre brick di succo di mirtilli rossi e (a quanto pare Reiji se lo era procurato dopo la loro discussione) succo di kiwi, ma poi la calma venne interrotta da una voce proveniente da una delle due porte della cucina:
“Il succo di kiwi è di tuo gradimento?”.
Noriko guardò il vampiro e annuì.
“Desidero che tu venga nella mia stanza”.
Qui subito Noriko lo guardò in allerta:
“Posso sapere il motivo di tale invito?”.
“Purtroppo non è un invito” precisò Reiji “ma un ordine” disse guardandola negli occhi.
Che fare? Andare avrebbe significato essere dissanguata viva, mentre non andare avrebbe significato essere dissanguata viva e farsi un nemico in più… e poi, in fondo Reiji non aveva ancora bevuto da lei e perdere quella specie di alleato (che pur sfrenato da solo, era controllato con gli altri) forse era meglio non fare arrabbiare anche lui.
Noriko allora annuì semplicemente e andò nella tana del lupo, mentre Reiji, sorridendo sadico, disse:
“Ma come siamo obbedienti… Mi piacciono le ragazze obbedienti”.
“Al momento mi pare l’alternativa migliore” ribattè freddamente la ragazza, mentre Reiji si leccava le labbra deliziato. Gli piaceva come non disubbidisse, ma al tempo stesso non cedesse agli istinti: era decisamente una donna intrigante. Ma fino a che punto sarebbe riuscita a mantenere il controllo?
I due entrarono nella stanza, che più che essere una camera da letto, sembrava un laboratorio segreto di uno scienziato pazzo e la prima cosa che fece la ragazza fu esaminare attentamente l’ambiente in cui si trovava, cercando di capire le possibili vie di fuga. Si ricordava ancora bene delle minacciose parole del vampiro: non gli piaceva avere spettatori quando succhiava il sangue, quindi quello era sicuramente uno di quei posti in cui gli piaceva farlo.
Reiji intanto si era seduto sulla poltroncina e la fissava: Noriko non potè fare a meno di sentirsi a disagio sotto quello sguardo, che le sembrava stesse leggendo la mente.
“Ti piace quello che vedi?” chiese notando, con un certo fastidio, che la ragazza non gli prestava più molta attenzione.
“Sì, ci sono molti libri interessanti...” disse la ragazza avvicinandosi alla biblioteca dal lato opposto della stanza.
“Ovviamente. Li ho scelti personalmente” disse e calò un momento di silenzio, mentre i due si studiavano attentamente.
“Ora potrei sapere il motivo della mia presenza qui?” chiese quindi la ragazza, innervosita dal silenzio.
“Avrei piacere di discutere con te riguardo una cosa… Però prima lascia che ti faccia un tè” disse e alzandosi dalla poltrona iniziò ad armeggiare con la teiera, mentre Noriko restava rigidamente in piedi, osservando i libri, le piante e gli oggetti da laboratorio con aria distratta.
Quando infine finì la preparazione, la fece sedere e le porse una tazza, mentre lui, appoggiandosi a uno dei banconi restò lì ad osservarla bevendo il tè.
Noriko guardò Reiji e poi la tazza: qualcosa le diceva che bere non era la cosa più sicura, anche perché le pareva di aver letto ‘digitalis’ in uno dei tanti vasetti del laboratorio e sapeva che l’estratto di quella pianta era altamente tossico. Tuttavia, se avesse rifiutato probabilmente Reiji si sarebbe arrabbiato, quindi ricorse al metodo più vecchio del mondo: far finta di bere, sperando che la sostanza non si sarebbe diffusa anche mediante l’aria.
Reiji sorrise un po’ vedendola bere e quella fu l’ennesima prova per Noriko: era nei guai.
Appoggiò quindi la tazza e guardò Reiji, chiedendogli nuovamente di che cosa dovessero parlare e non potè fare in modo di cogliere un lampo di insoddisfazione, rimpiazzato poi da un sorriso radioso. Non capendo, Noriko guardò la direzione dello sguardo di Reiji e notò che le stava fissando la mano, che iniziava ad assumere un colore poco rassicurante.
Provò a muovere la mano e notò che tutto il braccio non rispondeva più ai suoi comandi, sembrava come… essere paralizzato.
“No, non ci posso credere” pensò spaventata Noriko “Come ha fatto? Per inalazione?” non potè che fare a meno di chiedersi, sentendo le forza delle braccia abbandonarla.
Quasi come in risposta alla domanda che si stava porgendo la ragazza, il vampiro disse:
“Ti devo i miei più sinceri complimenti: è la prima volta che una sposa sacrificale evita così abilmente il mio tè, ma quello che non hai calcolato, non è l’inalazione… è che anche la tazza poteva essere avvelenata” sorrise sadico Reiji, che godeva del fatto di essere riuscito, come suo fratello, a disarmare la ragazza.
Noriko guardò le proprie braccia e d’istinto fece per alzarsi per cercare una cura, però poi ci ripensò: non poteva ucciderla, quindi in teoria non era nulla di mortale. Mantenne la calma, anche se non potè evitare al suo battito cardiaco di accelerare e al suo corpo di sudare. Reiji sorrise, beandosi di quella sensazione e continuò:
“Ahh voi esseri umani siete così fragili… una piccola porzione di veleno e subito vi bloccate”.
Noriko allora decise di non dargli altra soddisfazione e chiese melliflua:
“Era tutto questo quello che dovevi dirmi?”.
Il vampiro fece una smorfia per la sua domanda:
“In realtà, questa è una punizione”.
“Per che cosa?”.
Reiji le si avvicinò:
“Perchè ti sei comporta molto, molto male con me”.
Noriko lo guardò senza capire:
“Se è per quella volta che mi hai vista in corridoio, era perché Ayato...”.
“Sta’ zitta!” la zittì improvvisamente il vampiro, alzando improvvisamente tono “In fondo anche tu non fai che preferire mio fratello a me!”.
Noriko lo fissò, però iniziava a sentire il suo corpo sempre più pesante e formulare dei pensieri stava diventando sempre più difficile.
“Shu...” cercò debolmente di dire, ma il vampiro, fraintendendo di nuovo, la sbattè al muro.
“Quel nome è un insulto per le mie orecchie!”.
Noriko lo guardò bloccata tra il vampiro e la libreria, ma si sentiva sempre più stanca… non voleva morire così! Per cosa poi? Per una colpa che neanche aveva!
“Reiji..” disse, ma poi sentì le forze abbandonarla e svenne. Il vampiro la guardò e subito le piantò un ago nelle vene del braccio con l’antidoto: se fosse andata avanti così, sarebbe probabilmente rimasta in coma come minimo e avrebbe rischiato di morire d’infarto.
Attese qualche minuto e poi, per controllare che il veleno fosse stato neutralizzato, la morse sul collo e le succhiò un po’ di sangue. Aveva un buon sapore, quindi questo significava che aveva reagito positivamente all’antidoto. Quindi si staccò, prima di berne troppo, e le leccò il sangue che fuoriusciva dalla ferita: doveva ammettere che era molto buono, sebbene l’odore del fratello lo avesse un po’ guastato. Certo, non che fosse il miglior sangue che avesse mai assaggiato… se dovesse dargli un voto sarebbe stato un otto e mezzo, che comunque per lui era alto, ma non perfetto. E lui non aveva interesse per le cose imperfette.
Dopodichè, portò Noriko nella sua camera e la mise con malagrazia sul letto: per colpa della sua debolezza, non era neanche riuscito a bere tanto sangue, ma per lo meno aveva avuto la sua punizione. Tornò nella sua stanza e continuò a lavorare.

§§§§
NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 4:
Buonasera a tutti!
Anche se dopo un bel po’ di tempo, ecco a voi il quarto capitolo! Che ne pensate?
Finalmente Reiji passa all’azione in prima persona!
Kanato: Ehi! Guarda che c’ero anche io nel capitolo!
Seh, certo Kanato, torna a giocare con il tuo peluches…(sì, io sono incapace di scrivere di lui, però giuro che mi sforzerò di farlo interagire di più, abbiate fede!).
Non ho niente da aggiungere… spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto e che Reiji non sia OOC, ma soprattutto che abbiate passato una buona festa dei nonni!
Anna3

   
 
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