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Autore: Mozaik    03/10/2019    3 recensioni
“Il Professor Lumacorno ha deciso di ritirarsi dall'insegnamento… e mi ritrovo a dover cercare un nuovo professore di pozioni per il prossimo anno.” E, oh, adesso Regulus ha capito dove il preside stia cercando di andare a parare – ed è forse la soluzione migliore, una per lui completamente inaspettata, ma favorevole. “Sono sicuro che Lord Voldemort smanierebbe all'idea di avere un uomo fidato ad Hogwarts.”
Scritta per il Writober di #Fanwriterit, Blanklist 2019, con il Prompt N°2, "Insegnante".
Basata su un'idea di @professorsparklepants su Tumblr
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Little King of the sky'
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Quando Regulus mette piede in quella dannata grotta, un falso medaglione stretto fra le mani e un elfo domestico fedele accanto a sé, sa di non aver pensato a un dopo. Non è mai stata sua intenzione sopravvivere, non quando la morte arriverebbe comunque subito dopo, dalle mani del Signore Oscuro.

Ma poi gli Inferi lo afferrano, lo tirano, quasi lo trascinano sott’acqua, e quando sente i denti di uno dei quei mostri imprimersi sulla sua spalla il ragazzo comincia a lottare contro la pozione che gli scorre nelle vene, urlando a Kreacher di portarlo via da lì, subito.

Si materializzano in una delle tante tenute della Famiglia Black, lontano da Grimmauld Place. Kreacher non lascia il suo capezzale per tre lunghi giorni e tre lunghe notti, materializzando qualsiasi cosa possa servire a salvargli la vita – acqua per l’arsura, un depurante magico per il veleno nel suo colpo, e poi pozioni su pozioni per restaurare la sua salute, per riportarlo al massimo delle sue forze. Il quarto giorno Kreacher lo prende in braccio e lo smaterializza in un altro luogo, e poi ancora, di nuovo, pur di far perdere le loro tracce – perché Regulus è sicuro che si siano accorti della sua assenza, e quando scopriranno che gli Auror non lo hanno catturato o ucciso, sarà facile capire cosa è successo davvero.

Ci vuole una settimana solo perché Regulus riesca ad alzarsi a sedere sul letto, tre perché ritorni alla normalità. Quattro perché decida di cercare aiuto, perché non c’è alcuna possibilità che il Signore Oscuro abbia fatto solo un Horcrux, che abbia deciso di affidare la sua sopravvivenza solo ad un oggetto e non di più. Non è nel suo stile, non è nella sua paranoia.

Così Regulus, nonostante le proteste di Kreacher che lo vorrebbe solo a casa al sicuro, bussa alla porta di Albus Silente con il mano il medaglione di Serpeverde ed il segreto per sconfiggere Lord Voldemort.




“Hai portato alla luce qualcosa di davvero preoccupante, signor Black.” Dice Silente, ripassandosi fra le mani il medaglione. Lo ha chiamato signor Black, come se fosse ancora un suo studente, e Regulus per un attimo ha la tentazione di chiedere quanti punti abbia guadagnato per Serpeverde con questo atto. “E temo che i tuoi sospetti possano essere giusti: non vedo come Voldemort possa aver deciso di fermarsi a solo uno, di questi oggetti maledetti.”

“Tre, almeno.” Afferma Regulus, e ne è certo. “O qualche altro numero magico. Pensavo che sette, dodici o tredici potessero essere troppi, ma col Signore Oscuro...”

La sua voce si rompe, si costringe ad abbassare lo sguardo per un attimo. Col Signore Oscuro sembrano essere solo il minimo, vorrebbe dire, ma poi si rende conto che anche lui, sotto i suoi ordini, si è macchiato degli stessi crimini, di stragi ed omicidi. E si rende conto anche che era stato così entusiasta all’idea di farlo, fino a quando non si era trovato per la prima volta davanti a un Nato Babbano con una bacchetta in mano ed era stato costretto a farlo.

Silente gli lascia un attimo di pace, rimanendo in silenzio per farlo riprendere. Una piccola gentilezza che Regulus apprezza, anche se una parte di lui vorrebbe soltanto sentirsi urlare dietro la verità, che è anche lui un assassino. Poi, però, il Preside posa il medaglione sulla scrivania e lo guarda fisso, negli occhi. “Cosa hai intenzione di fare, adesso?” E la domanda è così innocente, così normale, che per un attimo lo spiazza. Regulus non sa cosa fare. Regulus pensava di dover morire. “Il Mondo Magico al momento piange la scomparsa del giovane erede della Casata dei Black. Avevi in mente come giustificare la tua assenza per tutti questi giorni?”

“...No.” Risponde sinceramente il ragazzo, passandosi una mano fra i capelli. Se li vorrebbe strappare tutti per lo stress e per la disperazione. “Anche se potrei sempre inventarmi qualcosa. Il Signore Oscuro non ci richiama giornalmente, certe volte può passare anche più di una settimana – e non ho sentito nulla.” Il suo braccio è rimasto in silenzio per tutto il tempo della sua convalescenza, una piccola consolazione durante quel periodo di inferno. “Se fossi stato intercettato da qualche membro dell’Ordine e fossi scappato appena in tempo, e mi fossi nascosto lontano da tutti per non essere scoperto...”

“Sei sempre stato un ragazzo sveglio, a scuola, un ottimo studente.” Silente gli sorride, e per un attimo Regulus pensa davvero che stia per far vincere a Serpeverde la Coppa delle Case… “Sono sicuro che riuscirai a trovare una solida scusa.” L’uomo incrocia le mani davanti a sé, lo guarda quasi innocentemente, come se si tratti davvero un vecchio rimbambito, un nonnino che fa i complimenti al suo caro nipote, e non uno dei più grandi maghi di tutti i tempi. “Ma devo chiedertelo… perdonami forse l’ardire… cosa intendi fare come Mangiamorte.” Regulus corre ad afferrarsi il braccio sinistro, quasi a voler nascondere con la mano il simbolo tatuato su di esso, anche se al momento è impossibile notarlo sotto la lunga manica di lana. “Vorrei presumere che le tua azioni di un mese fa vogliano significare la tua perdita di lealtà per Lord Voldemort.”

Regulus arrossisce di vergogna. “E’ ovvio.” Doveva anche essere specificato. “E’ mia intenzione, se le scuse reggono, fare di tutto per scoprire le località di qualsiasi altro Horcrux il Signore Oscuro possa aver creato e nascosto.”

“Una missione decisamente pericolosa, seppur nobile.” Insiste il Preside, e Regulus nonostante la sua intelligenza non capisce dove voglia andare a parare, perché sembra quasi volerlo convincere a fare il contrario, a lasciar perdere, ma è impossibile no? “Anche se questo vorrebbe dire la morte?”

“Ero pronto a morire in quella grotta.” Confessa Regulus, a testa alta. “Non vedo quale sarebbe la differenza.”

Il preside lo guarda da sopra gli occhialetti a mezzaluna, e sta sorridendo. “I tuoi voti in Pozioni sono sempre stati alti, non è vero?” Dice pacato, come se l’argomento centrasse qualcosa. “Se non ricordo male… Eccezionale, sia ai G.U.F.O. che ai M.A.G.O.” Regulus annuisce, confuso, e qualcosa brilla negli occhi dell’uomo, qualcosa che Regulus non riesce a riconoscere. “Il Professor Lumacorno ha deciso di ritirarsi dall’insegnamento… e mi ritrovo a dover cercare un nuovo professore di pozioni per il prossimo anno.” E, oh, adesso Regulus ha capito dove il preside stia cercando di andare a parare – ed è forse la soluzione migliore, una per lui completamente inaspettata, ma favorevole. “Sono sicuro che Lord Voldemort smanierebbe all’idea di avere un uomo fidato ad Hogwarts.”

Vuol dire protezione. Vuol dire redenzione, quando tutto finirà. Vuol dire un posto più in alto nei ranghi dei Mangiamorte, con un ruolo del genere. Vuol dire essere costretto a Hogwarts per nove mesi all’anno, lontano da omicidi, torture e maledizioni senza perdono. Regulus sogghigna, si aggiusta meglio le vesti. “Sì, sono sicuro di poterlo convincere.” Afferma, un po’ spavaldo, e Silente gli sorride di nuovo in quella maniera un po’ criptica, che gli fa pensare di essere appena finito nella tana di un lupo.




Il Signore Oscuro è sospettoso, sia della sua assenza che dell’offerta lavorativa, ma alla fine sembra che la possibilità di avere una spia al fianco di Silente lo convinca. Era qualcosa che cercava di fare da tempo, e a quanto pare Severus Piton stesso aveva intenzione di provare il colloquio con lo stesso obiettivo – una cosa impossibile, perché Regulus sa benissimo che tutti gli Auror sospettano di Piton, mancano solo le prove a suo sfavore. Sua madre storce il naso, insegnare ai Mezzosangue e ai Sanguesporco per lei è un disonore, ma forse si rende conto che ciò lo terrà lontano dall’azione e dal rischio di morire senza discendenza, quindi alla fine acconsente con disdegno.

Regulus si trasferisce a Hogwarts immediatamente – e l’accoglienza non è delle più calorose. Nessuno ha effettive prove che sia un Mangiamorte, ma sa che Sirius l’ha riconosciuto in uno scontro, quindi chiunque faccia parte della “cricca” di Silente, del suo gruppetto di vigilantes senza macchia e senza paura, sospetta di lui. Metà del corpo insegnanti è guardingo, forse anche freddo con lui. Rubeus Hagrid si rifiuta di sedersi accanto a lui, al tavolo degli insegnati. Sono anche professionali, tuttavia, e nonostante lo guardi con espressione sospetta, Minerva McGranitt irrompe nel suo nuovo ufficio la prima sera con una lista di tutti gli studenti e tanti consigli da dargli per l’insegnamento.

E’ strano, insegnare: Regulus è giovane, sta per compiere diciannove anni, e nelle sue classi dei M.A.G.O. trova ragazzi anche più alti di lui. La prima volta che entra in aula, una dei suoi studenti Serpeverde nonché Caposcuola, Arianna Bourgeois, gli chiede perché non sia in divisa e sopratutto cosa ci faccia con quelli del settimo anno.

Ma stranamente… Regulus scopre che gli piace insegnare. E’ sempre stato quello paziente, in famiglia, non ha problemi a rispiegare più e più volte un concetto, non si annoia a correggere lunghi temi sulle proprietà, ad esempio, degli artigli di Lavellan uniti all’erba fondente. Le classi del settimo anno lo mettono a disagio, e ha nello stomaco sempre un po’ di genuino terrore quando riesce a impedire a un primino di farsi esplodere insieme al suo calderone, ma Regulus apprezza genuinamente il suo lavoro.

Grazie al suo nuovo ruolo, può passare intere serate a parlare con Albus Silente – a capire che informazioni poter passare a Voldemort per mantenere viva la menzogna, a ragionare sugli Horcrux, a proporre piani, azioni, idee. Kreacher lo ha seguito a Hogwars, e quando Regulus torna nelle sue stanze accanto al suo ufficio l’elfo lo aspetta sempre con una tazza di tè e una porzione di pasticcini alla menta, i suoi preferiti.

I mesi passano, poi gli anni. Non ci sono progressi sugli Horcrux, ma i due lavorano comunque bene – su informazioni da passare all’Ordine, sulle intenzioni di Voldemort. Alcuni omicidi vengono sventati grazie alle informazioni di Regulus, dei Mangiamorte vengono arrestati o uccisi, i Potter si nascondono appena in tempo e la guerra continua.

Fino al 31 Ottobre, quando cambia tutto.









 



In ritardo, sempre di ore. Ugh. Mi sa che diventerà un'abitudine di questo Writober.
Ho deciso questa volta di dividere la storia a capitoli - questo perché la storia doveva andare in tutta un'altra direzione all'inizio, ma sarebbe stata troppo simile alla prima della raccolta, e non mi andava bene. Prendendomi un po' più di ore di scriverla, allora mi son detto: "comincio a pubblicarla adesso, così almeno sono un po' più in orario." Lo so che non funziona così ma shhhhhhhhhhhhhh let me dream"
L'idea originale della storia è di @professorsparklepants. La potete trovare qui!

 

  
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