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Autore: bathtubreadings    03/10/2019    4 recensioni
[1325 parole]
[#writober2019]
[Jongdae/Minseok]
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Minseok avvicinò la sigaretta a Jongdae, chiedendogli silenziosamente se volesse un tiro, ma il più piccolo rifiutò: se si fosse messo a fumare in quel momento avrebbe perso pure l’altro polmone.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chen, Chen, Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'WRITOBER 2019'
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“Uh”

 

“Già”

 

“Beh potremmo avere un problema”

 

“Non necessariamente”

 

“Non ho soldi per chiamare un taxi”

 

“Sì nemmeno io”

 

“E allora cosa pensi di fare?” Jongdae guardò il suo migliore amico incrociando le braccia al petto. Erano fermi sotto un balcone che cercavano di ripararsi dalla pioggia che aveva deciso di scendere inaspettatamente a secchiate quella notte. Non avrebbe dovuto piovere, era solo nuvoloso, e al meteo non avevano detto niente.

 

Minseok stava guardando in alto con le mani sui fianchi, come se si aspettasse che una soluzione scendesse dal cielo insieme alla pioggia. Ovviamente non successe niente. Minseok girò la testa verso Jongdae, poi guardò la via che avrebbero dovuto imboccare per arrivare a casa.

 

“Non ci resta che correre e sperare di fare in fretta” sospirò il più grande, sistemandosi meglio il cappuccio della felpa sulla testa. Erano già fradici entrambi in realtà, stavano passeggiando tranquillamente quando furono investiti da ottocentomila litri d’acqua in mezzo secondo, quel riparo sotto a quel balcone era solo una formalità mentre cercavano di capire come risolvere la situazione.

 

“Stai scherzando, spero. Non penso di farcela a correre così tanto, siamo lontanissimi da casa” Jongdae guardò Minseok incredulo: sapeva che Jongdae non era per niente portato per la corsa, non faceva in tempo a fare cinque passi che già aveva il fiatone, se si fossero messi a correre per quel paio di chilometri che li dividevano dalla palazzina dove abitavano, Jongdae avrebbe perso la milza e un polmone.

 

“Hai altri suggerimenti?” domandò Minseok alzando le sopracciglia. Jongdae sbuffò. Sapeva che il più grande aveva ragione, sapeva che correre verso casa era la loro unica opzione, visto che l’unico pullman che c’era in giro sarebbe passato dopo più di mezz’ora, e aspettare in fermata sotto la pioggia e congelarsi ancora di più non era esattamente una buona idea.

 

Il problema di Jongdae, inoltre, era che era perdutamente e irrimediabilmente cotto di Minseok. Si conoscevano da più di dieci anni ormai, convivevano da tre, erano praticamente inseparabili. E, ovviamente, Jongdae doveva prendersi una cotta per lui. Non ci stava male però, nonostante qualcuno avrebbe potuto pensare il contrario, era stranamente sereno riguardo alla cosa. Certo, non aveva alcuna intenzione di confessare i suoi sentimenti, non aveva desideri di morte, però stava bene così. Quello che era ancora più certo era che avrebbe fatto qualsiasi cosa per Minseok. Anche correre.

 

Quando Minseok non ottenne risposta sorrise sghembo verso Jongdae, poi scattò in avanti senza preavviso.

 

“Hey! Non vale! Aspettami!” gli urlò dietro Jongdae rincorrendolo. Minseok era pochi metri davanti a lui, stava andando chiaramente piano per non abbandonare Jongdae troppo indietro. Jongdae, che già correva con una mano sulla milza, senza fiato, con le gambe che gli gridavano di smetterla di torturarle in questo modo.

 

Jongdae iniziò a rallentare sempre di più, fino a fermarsi con le mani sulle ginocchia, cercando di regolare il respiro. Minseok tornò indietro di qualche passo, poi prese Jongdae per un braccio e lo trascinò sotto un altro balcone. Ancora una volta si trattava di un riparo inutile: i loro vestiti erano zuppi, persino le mutande che ormai gli si erano appiccicate alle chiappe, fastidiosissime – chissà se anche Minseok ha problemi con le mutande?

 

“Come fai a essere già stanco?” domandò Minseok appoggiandosi al muro del palazzo. Jongdae era ancora piegato in due dalla fatica. Con la coda dell’occhio vide Minseok raggiungere con la mano la tasca posteriore dei pantaloni e prendere il pacchetto di sigarette che, stranamente, era meno bagnato del previsto. Si accese una sigaretta e inspirò, buttando fuori il fumo verso l’alto. Non aveva ancora smesso di piovere, anzi, sembrava stesse aumentando. Minseok avvicinò la sigaretta a Jongdae, chiedendogli silenziosamente se volesse un tiro, ma il più piccolo rifiutò: se si fosse messo a fumare in quel momento avrebbe perso pure l’altro polmone. Rimasero là per pochi minuti, il tempo per Minseok di finire la sigaretta e spegnerla per terra con il tacco della sua scarpa. Jongdae aveva ancora un po’ di fiatone.

 

“Dovremmo continuare a correre” Minseok si passò una mano tra i capelli bagnati e fece una smorfia di disgusto.

 

“Ma non possiamo camminare? Tanto ormai non è che possiamo evitare di bagnarci, fradici come siamo” ragionò Jongdae, pregando che Minseok gli desse un po’ di tregua.

 

“Correndo ci mettiamo molto meno però” affermò Minseok “dai, pronto?”

 

Iniziarono a correre di nuovo, fermandosi solo a un semaforo rosso. Jongdae non ce la faceva più: era stanco, fradicio, infreddolito e sudato, sicuramente gli sarebbe venuta la febbre.

 

Non appena scattò il verde, Minseok ripartì, lasciando di nuovo Jongdae indietro. Riprese a correre anche Jongdae, anche se probabilmente quella che stava facendo non era classificata come corsa, forse più come un misto di marcia e saltelli, il tutto dettato dalla stanchezza che sentiva nelle gambe.

 

Andarono avanti così ancora per un po’: ogni volta che Jongdae non ce la faceva più a correre si fermavano sotto al primo balcone che trovavano, per poi ripartire qualche minuto dopo. Non abitavano così lontani, non in apparenza, almeno, eppure ci stavano mettendo un sacco di tempo per tornare a casa.

 

Erano finalmente nella loro via, Jongdae poteva vedere il suo palazzo, mancava davvero pochissimo. Minseok aveva preso a correre al suo fianco, cercando di tenere il suo stesso passo.

 

Successe tutto molto in fretta.

 

Jongdae non aveva mai avuto dei riflessi tanto pronti.

 

Il marciapiede era pieno di foglie bagnate, cortesia degli alberi d’autunno che avevano deciso di spogliarsi completamente in quegli ultimi giorni, creando una distesa di foglie marroni, rosse e gialle che, se non fosse che in quel momento erano tutte rovinate, avrebbero creato davvero un bel tappeto colorato. Minseok scivolò su una foglia. Un attimo era vicino a Jongdae che correva, l’attimo dopo stava per finire con il culo per terra.

 

Jongdae riuscì a salvarlo quasi all’ultimo, infilandogli un braccio sotto la schiena e afferrandogli una mano, evitando che cadesse.

 

Rimasero a fissarsi per quelli che a Jongdae parvero minuti interminabili, entrambi con il fiatone e i petti che si alzavano e abbassavano velocemente. Non erano messi in una posizione comoda, era una specie di casquet, e la pioggia cadeva ancora fastidiosa sulle loro teste.

 

Poi Minseok allungò la mano libera, la posò sulla guancia di Jongdae e lo tirò verso di sé, baciandolo. A Jongdae ci volle un secondo per capire cosa stesse succedendo – Minseok lo stava baciando! – per poi rispondere con altrettanta forza. Le labbra di Minseok erano screpolate, e il suo alito sapeva di fumo, ma a Jongdae non importava, c’erano solo lui e Minseok, nient’altro.

 

Interruppero il bacio quasi subito, entrambi ancora senza fiato. Jongdae aveva sicuramente uno sguardo indecifrabile. Minseok ridacchiò, cercando di tirarsi su. Prese entrambe le mani di Jongdae nelle sue.

 

“Non pensavo di sconvolgerti così tanto”

 

Jongdae non sapeva ancora cosa rispondere. Non si capacitava di quello che era appena successo, ma soprattutto, cosa significava? Anche lui piaceva a Minseok? O lo aveva baciato solo per scherzo? Minseok non avrebbe mai fatto una cosa del genere, vero?

 

“Inoltre pensavo di piacerti? Ho interpretato male la situazione?”

 

Jongdae scosse la testa.

 

“No. Cioè, sì, mi piaci” sorrise Jongdae “Perché mi hai baciato?”

 

“Perché mi piaci anche tu, mi pare ovvio!” Minseok spostò una ciocca bagnata dalla fronte di Jongdae. Il motivo per cui stavano avendo questa conversazione sotto la pioggia rimaneva un mistero “E anche da parecchio, aggiungerei” borbottò poi.

 

Jongdae iniziò ad aprire e chiudere la bocca come un pesce, sorpreso e senza parole, sicuramente era una scena ridicola da vedere.

 

“Mi piaci, e ti ho baciato perché volevo fartelo sapere, tutto qui” spiegò Minseok avvicinandosi a Jongdae e cingendogli la vita con le braccia. Jongdae ricambiò l’abbraccio.

 

“Come facevi a sapere che non ti avrei respinto?” chiese Jongdae alla fine.

 

“Non lo sapevo” Minseok alzò le spalle “ho solo avuto fortuna” gli sorrise, poi si sporse in avanti e catturò le labbra di Jongdae in un altro bacio. La pioggia passò in secondo piano.


 


 



ECCO LA SECONDA FIC PER IL WRITOBER!
Probabilmente è una delle cose più brutte che io abbia mai scritto, perdonatemi, ma soprattutto, complimenti se siete arrivati fin quaggiù! Chiedo inoltre perdono per aver pubblicato ancora una volta in ritardo nonostante ieri mi fossi ripromesso di postare in orario, sono un clown, lo so.
Vi lascio il mio account di
 facebook, vediamo quanto ci metto a imparare a usarlo sdfjkdgshl.
Potete trovare il thread con tutte le fic del writober sul mio
twitter.
Un bacio!

   
 
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