Lu Ten era morto lentamente, sepolto vivo dall’attacco di un dominatore della Terra. I suoi compagni avevano subito eliminato il nemico, ma senza riuscire poi a salvare suo figlio.
Iroh odiava quel soldato. Più di tutti, però, odiava se stesso. Era tutta colpa sua.
Suo figlio aveva partecipato a quella battaglia per colpa sua.
Suo figlio, che lui stesso aveva spinto a seguire gl’ideali della Nazione del Fuoco, si era battuto fino alla morte per colpa sua.
Quand’era piccolo, Iroh l’aveva iscritto in una buona scuola dove gli avevano ripetuto più e più volte che solo i codardi si arrendono, che un vero soldato si batte fino all’ultimo sangue. Iroh non aveva mai contraddetto quegl’insegnamenti e Lu Ten ora non c’era più.
Se avesse visto quella lotta, gli avrebbe urlato di scappare. Molto meglio un figlio codardo che un figlio morto, al diavolo l’onore e gl’ideali. Un ideale non ti abbraccia, non ti vuole bene, non ti rende veramente fiero.
Perché voleva conquistare il regno della Terra? Per essere il primo a passare oltre le mura della città inespugnabile? Che desiderio stupido e crudele.
Suo fratello poteva avere il trono che tanto desiderava. Non gl’importava ormai. Niente aveva più senso.