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Autore: ghostmaker    03/10/2019    1 recensioni
In meno di un anno sono morti due Imperatori, c’è stata la più grande guerra mai vista in tutta la Storia, un re deposto, amori nati, distrutti e impossibili, omicidi e tragedie, complotti e tradimenti, e infine mostri mitologici e magie impossibili. Com’è possibile che in meno di un anno le regole della magia siano state aggirate? Seguitemi e troverete le risposte nella terza serie della saga!
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
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L’Imperatore dei Cinque Regni – Magie





– Volando nel passato –



Il capitano Goj, dopo aver letto il messaggio spedito da Sipestro, grazie alla pronta consegna di Agisto, corvo messaggero fedelissimo dell’ammiraglio, scrisse la risposta affidandola allo stesso volatile. L’animale, raggiunto il Mare del Nord, non trovò il vascello del suo padrone, continuò a volare per ore su quel mare fino a raggiungere le coste di Metel e lì vide una persona, che conosceva da anni, mentre consegnava la sua spada a una ragazza. Per innata intelligenza, Agisto decise di tornare a casa, sorvolò il Mare dell’Ovest e finalmente raggiunse una delle casettine, fatte apposta per lui e i suoi simili, posta in una caserma di Tan.
Agisto rimase inattivo per molti mesi, ma un giorno, un'altra persona conosciuta lo portò su un’isola affidandogli il compito che sapeva fare meglio. Gli legarono il cartoccio alla zampa e lui, senza fermarsi mai, raggiunse un uomo che stava seduto su una roccia.
Quest’uomo gli dette in premio una ciliegia e Agisto lo ringraziò gracchiando felice poi, con la risposta di quella persona tornò indietro. Aveva fatto bene la sua parte e gli diedero altra frutta da beccare mentre lo misero nella sua gabbietta.
Il suo nuovo padrone, salito su una barchetta insieme con altre tre persone, lo portò con sé ancora una volta ma Agisto capì subito che non avrebbe più lavorato per quella notte perché gli misero il solito telo scuro sulla gabbietta. Il corvo continuò a mangiare senza prestare ascolto alle parole che dicevano le quattro persone, era troppo occupato a degustare ogni frutto dolce che gli aveva dato da mangiare.
Agisto rimase coperto per qualche ora, poi, un uomo che non aveva mai visto, tolto il telo, gli aprì lo sportellino della gabbietta. Il corvo guardò senza capire cosa avesse dovuto fare, ma quella persona scosse così forte la sua gabbietta che decise di volare via per raggiungere quell’uomo che gli aveva fornito tanta frutta. Proprio mentre era in volo, sentì qualcosa entrare nel suo corpo e chiese: «Chi sei?»
«Un’anima errante, e ti chiedo il permesso di usare il tuo corpo.»
«Ah, mai io ti conosco, eri sulla barchetta. Come mai sei diventato un’anima errante soldato di Tan?»
«Purtroppo mi hanno ucciso, ma mentre il mio corpo affondava nel lago ero ancora vivo e desideravo ardentemente di poter aiutare ancora il mio comandante. Non so chi sia stato, forse il Leggendario ha deciso di farmi entrare nel tuo corpo.»
Agisto era un semplice corvo, non conosceva queste cose, però riconosceva che tutte le persone di Tan, come il suo vecchio padrone Sipestro, erano sempre state buone con lui, allora rispose: «Sì, usa il mio corpo finché ti sarà permesso, anche fino alla fine della mia vita. Sono solo un corvo messaggero, ma farò il possibile per aiutarti nel tuo compito perché, come te, sono nato a Tan e amo la mia terra.»


§   §   §


Ten si siede sull’altra poltrona, impugnando il bastone appoggiandone l’estremità inferiore a terra, la luce riempie completamente la stanza. Il ragazzino riapre gli occhi e si accorge che sta volando, vede qualcosa che assomiglia a un’isola mentre segue il movimento delle nuvole e raggiunge un luogo che conosce solo per averlo scoperto attraverso i libri del maestro. Atterra appoggiando le sue zampe su un legno, guarda davanti a sé e assiste a un combattimento. Sette persone si sono scagliate contro la terribile creatura chiamata Golem e la sconfiggono in pochi minuti. Uno di loro vede qualcosa ricoperta per metà dalla sabbia e chiede a uno dei compagni: «Siete sicuri?»
Una donna risponde: «Sì, rappresenta l’ultima speranza, per tutti.»






1° capitolo – I Cinque Regni





Una luce intensa, pensava che la morte fosse buia, o al massimo rossa, dato che era nel deserto di Koraha per scontare una colpa non sua. Apre gli occhi e si sorprende di trovarsi in un comodo letto e si pizzica una guancia per capire se si tratta solo di un bel sogno. Ma mentre si palpeggia l’intero corpo una donna entra nella stanza.
«Potresti almeno farlo sotto le coperte, non che mi dispiaccia il corpo nudo di un giovane, ma piuttosto che guardare preferirei toccare io stessa.»
Fajro arrossisce e si butta sotto le coperte dicendo: «Dove sono?»
«Ti spiegheranno tutto più tardi, ora è importante che ti riposi completamente» risponde la donna sorridendo. «Dormi ancora un poco, ti sveglierò io quando sarà il momento, e chissà cosa inventerò di scabroso per svegliarti.»
Lo sguardo malizioso della donna fa arrossire ancora di più Fajro mentre lei, prima di uscire dalla stanza, dice: «Perdonami, ho dimenticato le buone maniere, il mio nome è Kasai e, dato che te lo stai chiedendo, non sei morto.»

Fajro non riesce più a dormire, ha troppi pensieri per la testa; la morte dell’imperatore e quella del fratello, la madre malata rimasta sola, e il suo unico amore, Aarde, probabilmente in pericolo. Apre una finestra per tentare di fuggire, ma davanti a sé non c’è nulla, tutto è bianco, prova ad allungare un braccio fuori ma è come se scomparisse. Fajro ritrae velocemente l’arto scoprendo che è ancora al suo posto e questa nuova sorpresa lo disturba perché ricomincia a pensare di essere morto. Si siede su una sedia e attende che Kasai lo chiami perché le domande che ha da farle sono moltissime.

§   §   §

Kasai ha portato i vestiti ripuliti per bene dalla sabbia a Fajro, attende che sia pronto e poi gli fa cenno di seguirla. Usciti dalla stanza, Fajro trova davanti a sè un lunghissimo corridoio e ai suoi lati molte finestre dalle quali si vede soltanto il colore bianco. In fondo al corridoio c’è una porta ma prima di oltrepassarla Kasai dice: «Ascoltami bene Fajro, quando entreremo dovrai fare tre passi avanti e poi metterti in ginocchio abbassando lo sguardo a terra. Non fare domande se non sei interpellato, non parlare se non ti fanno domande, non alzarti se non ti danno il permesso.»
«Mi stai portando dal mio vero carceriere?» chiede Fajro stizzito per tutti gli ordini che la donna gli ha dato.
«Sei un graditissimo ospite Fajro, ma ci sono regole che devono essere rispettate» risponde Kasai sorridendo.

La donna apre la porta e oltrepassa l’uscio per prima, poi fa un gesto e Fajro esegue il primo passo. Il ragazzo, prima di procedere guarda la stanza. I suoi piedi sono su un lungo tappeto blu che arriva fino in fondo alla sala, ai fianchi ci sono cinque persone, due a destra e tre a sinistra, tutte con lo sguardo rivolto verso il basso. Sul fondo del tappeto ci sono tre gradini e su questi sono poste in fila altre quattro persone, due per ogni lato, che lo guardano con attenzione e in ultimo, sul fondo della sala, c’è un’altra persona vicino a baldacchino oscurato da un tendaggio nero che ha una’apertura centrale, ma dalla quale non filtra nessuna luce.
Kasai compie gli ultimi due passi, si sposta sulla destra e prima di abbassare la testa guarda Fajro sorridendogli. Anche il ragazzo esegue gli ultimi due passi e s’inginocchia a testa bassa attendendo in silenzio come gli è stato richiesto.

Troppi secondi di silenzio per Fajro; ha ubbidito ma se lo faranno attendere ancora ha deciso di correre verso il baldacchino, sta per alzare la testa quando sente dietro di lui dei passi. Pensa che in quel posto perderà la vita e la persona che sta arrivando sia il carnefice invece, è proprio quell’uomo il primo a parlargli.
«Ben fatto Fajro, resisti ancora qualche istante e tieni la testa bassa.»
L’uomo si mette davanti al ragazzo e parla con le persone che sono nella sala. «Vi ringrazio per avermi dato la possibilità di mostrarmi al giovane in carne e ossa. Egli troverà più conforto parlando con qualcuno del suo mondo.»
«L’Imperatore ha ritenuto giuste le vostre richieste» risponde uno dei quattro sugli scalini.
Fajro si trattiene, vorrebbe vedere chi sta parlando perché hanno nominato l’imperatore. Si domanda chi sia la persona che ha occupato il posto di Atua, CCXVI del suo nome, dopo solo due giorni, o se invece è rinchiuso in questo posto da mesi per colpa di quella malattia che ha già avuto e che i medici chiamavano “coma”.
«Giovane ragazzo, puoi sollevare il capo» dice la donna più vicino al baldacchino.
Fajro ubbidisce mentre una delle persone sui gradini, una donna, parla: «Hai sicuramente moltissime domande da fare, ma ora non è il momento di chiedere. Conosciamo il tuo impeto, lo apprezziamo ma anche lo detestiamo. Ci sono momenti in cui serve, altri in cui si deve domare. L’uomo che sta davanti a te e che ha ottenuto il permesso di seguire il tuo apprendistato ti spiegherà ogni cosa. Ora potete andare, ciò che volevamo vedere abbiamo visto, ciò che volevamo sentire abbiamo sentito.»
L’uomo davanti a Fajro s’inchina, fa dei passi all’indietro affiancandosi al ragazzo e gli dice: «Adesso alzati, riabbassa la testa e torna sui tuoi passi. Concludi bene la tua presentazione e tutti diventeranno per te padri, madri, fratelli e sorelle.»
Fajro è ancora confuso, ma il tono della voce di quell’uomo è così simile a quello di suo padre da fargli fare ciò che ha chiesto senza neppure fiatare. I due escono dalla sala, la porta é richiusa e tutto sparisce come se non fosse mai esistito; l’uomo e Fajro sono nel mezzo di un prato.
«Non stai sognando, eravamo proprio nella grande sala cerimoniale, e non è sparita lei, ma siamo stati noi a spostarci in un altro posto. Seguimi, ho tante cose da dirti e da farti vedere dell’isola.»
Fajro è ammutolito, ogni cosa che ha visto e sentito è fuori dalla sua comprensione, eppure segue quell’uomo senza dire nulla e continua a guardarlo per ricordare dove ha già visto il suo viso.

Durante la passeggiata Fajro non parla ma osserva ogni cosa. Il cielo è limpido, neanche una nuvola, solo un corvo che svolazza sopra di loro; il prato non è grandissimo e la terra sembra instabile, intorno ci sono alcune casette sparse, una struttura più imponente e un'altra cosa impossibile: un piccolo veliero ormeggiato con tanto di catena dell’ancora che scende verso il basso come se sprofondasse nel terreno.
L’uomo e Fajro entrano in una specie di locanda e si siedono a un tavolo imbandito. «Mangia fino a che sarai sazio, tutto è stato preparato solo per te» dice l’uomo sorridendo.
«Voi non mangiate?» chiede Fajro mentre mette mano sul pane.
«Purtroppo il tempo del cibo e delle bevande per me è finito da migliaia di anni» risponde l’uomo continuando a sorridere ma sconcertando ulteriormente il ragazzo.
«Sono proprio uno stolto, ti rispondo senza pensare che le mie parole possono turbarti» dice l’uomo grattandosi la testa.
Fajro osserva meglio quell’uomo: capelli lunghi e biondi, occhi verdi e pizzetto curato. Lui, prima che il ragazzo gli faccia la domanda, dice: «Sì.»
Per poco Fajro non s’ingozza con il pane che stava deglutendo, prende un respiro e poi chiede per conferma: «Siete Atua? Il primo? Il Leggendario?»
L’uomo scuote il capo confermando e Fajro esclama: «Allora ho ragione! Io sono morto e voi mi avete portato nel vostro regno celeste!»
Atua inizia a spiegare mentre Fajro, per capire tutto, smette di abbuffarsi, anche se il cibo che sta mangiato è tipico di Tan e buono come quello di casa sua.

«La mitologia scritta dagli uomini non è completamente esatta e il mio vero passato è stato adeguato in modo da divinizzarmi. È vero che sono caduto dal cielo nel Mare del Nord, ma non perché era stata una scelta. Mi vergogno a dirlo, ma ero soltanto caduto dal veliero per l’impazienza di tornare a casa. Io ero un uomo come tanti altri, nato in un piccolo paesino situato su quello che oggi è il Confine Ovest, tra Tan e Apen. È tutta vera la storia delle mie battaglie con i mostri, magari non così semplice come è stata descritta, ma purtroppo ero rimasto su quest’isola per tanto, troppo tempo e durante la guerra che c’era nel mondo il mio piccolo paese fu distrutto. Decisi, grazie alle mie nuove abilità, di unificare i regni senza l’uso delle armi, chiesi al re di Apen di seguirmi in questa mia avventura e pian piano riuscimmo a creare l’attuale statuto dei Cinque Regni. Per il mio comportamento mi assegnarono il posto da Imperatore, mi sposai con una bellissima donna di Tan di nome Amara, suggellando l’alleanza tra i due popoli che dura da quel giorno, ebbi dei figli e una bella vita da passare con loro. Come per ogni uomo giunse il momento della mia morte, le famiglie reali decisero di divinizzarmi e inventarono un Regno Celeste in modo che ogni persona credesse che ci fosse un luogo in cielo in cui sarebbero andati dopo la morte nel quale poter vivere di nuovo in pace sotto la mia guida.»
«Nella sala stavate ringraziando qualcuno per avere ottenuto un corpo in carne e ossa per parlarmi, quindi ciò che vedo non è reale?» chiede Fajro stranamente attento a ogni parola che sente pronunciare da Atua.
«Sì e no. Mi vedi, mi senti e mi puoi toccare, sono fatto come te, però questo corpo è creato per un tempo limitato. La mia forma reale è quella di un globo di luce formato da una sostanza chiamata “energia” e in esso risiedono i miei ricordi e la mia anima, ma non posso parlare ed è per tale motivo che mi hanno creato un corpo reale uguale a quello che avevo in vita. Fin dall’antichità onoriamo i nostri defunti bruciandoli, giusto? Ebbene la cenere si compatta e forma il globo di luce che raggiunge questo luogo di ultimo riposo. Ogni essere vivente nasce con questa energia, ed è la materia primaria da cui si acquisisce il potere della magia.»
Fajro ha un sussulto. «Ma allora tutti possono fare magie?»
«I futuri Saggi sono individuati da piccoli perché il loro potere si manifesta inconsciamente, magari proprio davanti ai loro genitori, però chiunque può imparare se ha un buon maestro che insegni loro non solo come utilizzarla ma anche come gestirla.»
«Capisco, però non so cosa c’entro io e perché sono qui, e dove sia il “qui”» chiede Fajro perplesso.
«Usciamo, ti faccio vedere una cosa e ti spiego dall’inizio così capirai meglio perché ti hanno portato fin qua.»

I due escono dalla locanda e mentre camminano Atua dice: «Ti sei accorto che calpestando il terreno sembra muoversi sotto i tuoi piedi?»
«Sì, pensavo che fossi io a traballare perché sconvolto da tutte queste cose strane cui sto assistendo» risponde Fajro tastando nuovamente il terreno con la punta delle scarpe.
«In realtà quest’isola non è bagnata dal mare e… »
Atua smette di parlare bloccando per un braccio Fajro. Il ragazzo stava per cadere in un burrone, o era ciò che credeva prima che Atua dicesse: «E neppure su una montagna.»
Il ragazzo guarda in basso e si spaventa vedendo delle nuvole.
«Conosci di certo cosa si dice nel Mito sull’Albero del Cielo» chiede Atua sorreggendo il ragazzo.
«Sì, Hyperion, chiamato l’Albero del Cielo perché si dice che la cima superi anche le nuvole.»
«Esatto, quest’isola è sorretta dai rami della cima di Hyperion, quindi senti il terreno instabile perché stai camminando sulle foglie di quest’albero gigantesco che ha le sue radici sul fondo dell’isola di Dwr.»
«Sto impazzendo con tutte queste novità» dice Fajro sconcertato.
«Siamo solo all’inizio, ma adesso andiamo laggiù» risponde divertito Atua.

In due raggiungono la più grande struttura del posto, ma entrano in una delle sale più piccole. Il soffitto è a forma di cupola e all’interno della saletta ci sono soltanto due sedie particolari. Si accomodano e Atua indica i braccioli dicendo: «Spingili in avanti e ti troverai quasi sdraiato in modo da guardare bene il soffitto.»
Entrambi eseguono quel movimento, lo schienale si abbassa all’indietro mentre la parte inferiore si alza in avanti. Atua inizia a parlare.
«Il mondo degli uomini è costituito su una base più o meno solida e mutata poco nel corso dei millenni. Cinque Regni dominano; ogni tanto nasceva qualche nuovo stato indipendente, ma finiva per essere inglobato dal regno vicino, purtroppo, attraverso delle guerre. Ma esistono altri Cinque Regni, invisibili e visibili dagli uomini.»
«Non capisco, cosa vuol dire che li vedo ma non li vedo» chiede Fajro incuriosito.
«Noi li vedevamo attraverso le terribili creature che calcavano le nostre terre distruggendo tutto ciò che incontravano, ma non vedevamo che fossero tutte guidate da un proprio regnante. Conosci la mia storia mitologia, sai che ho affrontato Kwakhala, la regina del Regno del Mare, così come molte altre creature, ma per nessuna di queste avevamo pensato che appartenessero a razze diverse fra loro e ben definite. Per esempio nelle cronache si parla di Foresta Proibita, ma in realtà è anch’essa un regno.»
«Nei testi si dice che i mostri sono nati con il mondo stesso, questo vuol dire che loro c’erano prima di noi?»
«Esattamente Fajro. I primi Cinque Regni erano di queste creature e l’uomo è giunto più tardi reclamando con la forza i terreni per sopravvivere. Nessuno sa chi ha creato i mostri e poi l’uomo, neppure l’imperatore di quest’isola, ma è certo che ci fu una terribile guerra tra queste due genti scatenata per un motivo: la magia. E fu proprio la magia ha porre termine alla guerra ancestrale, anche se non ci fu pace fino al mio ritorno nel mondo.»
Fajro si accorge che il soffitto ha iniziato a illuminarsi, mentre Atua parla, e delle immagini sembrano sovrapporsi in modo da fargli vedere le cose che sta spiegando il primo imperatore degli uomini.
«Magia, come funzionano queste cose?» chiede Fajro stupito.
«Ora è importante che tu conosca i primi Cinque Regni con i loro nomi reali e la loro ubicazione. Conosci già il Regno Sea di Kwakhala, ma non sai che si trova attaccato al fondale di Dwr e vicino alle radici di Hyperion, come non sai che non sta a nord ma a ovest. I mostri uscivano a nord per non svelare la loro vera posizione e quando attaccavano le navi dei pescatori, scendevano nell’abisso prima di tornare a ovest. La Foresta Proibita, in realtà, è il Regno di Hout, così come quello che chiamiamo deserto in realtà, è il Regno di Koraha. Dalle cronache sai che esiste il Gigante e che vive da solo sulle montagne di Metel, ma nella realtà tutte le montagne a est, quindi anche quelle di Tera, formano il Regno di Sliabh. Il quinto Regno è quello che nessun uomo, neppure io, ha mai potuto vedere, il Regno Heru, il luogo che nel Mito accoglie le anime delle persone malvagie e cacciate dal regno del Leggendario, che come ho detto è frutto solo di fantasia.»
«Ma allora noi dove siamo?»
«Ecco un punto importante. Se esistono Cinque Regni dei mostri e Cinque Regni degli uomini, ci deve essere un posto che garantisca la pace tra tutti. Questo concetto è proprio la base su cui si è costruita l’idea dell’Imperatore dei Cinque Regni. Tra il reale e il fantastico esiste il posto in cui siamo ora: il Regno Wuxing.»
«Ecco perché mi sembravano diversi dagli altri uomini quelli persone che c’erano nella sala cerimoniale e perché sono rimasto colpito da Kasai» dice Fajro sempre più sorpreso.
Atua ridacchia dicendo: «Vero, però sei stato attirato da Kasai soprattutto perché sei un maschietto e lei è molto bella e notevolmente spigliata.»
Fajro arrossisce, i suoi pensieri sono per Aarde, ma non può negare che una bella donna attiri ugualmente la sua attenzione.
«In realtà c’è anche un altro motivo per cui sei attratto, ma te lo spiegherà proprio lei più avanti. Adesso andiamo in un'altra sala.»
Fajro ormai segue Atua come un animale domestico, immagazzina le informazioni, osserva gli ambienti, e spesso ha quella piacevole sensazione di sentirsi protetto.

Hanno raggiunto una nuova sala, leggermente più grande di quella precedente e completamente vuota. Le pareti sono bianchissime e Fajro sente dei brividi, ma capendo che non sono causati dal freddo, chiede: «Che cosa sta succedendo qua dentro?»
«La tua domanda dimostra che potresti usare la magia. Quella che senti è energia ed è in questa stanza che è purificata. Ti ho portato qui perché è il momento che forse attendevi con più impazienza.»
«Magia» esclama Fajro.
«Iniziamo da ciò che sai. Come ho detto ogni essere vivente è formato di energia e questa particolare cosa è definita anche come Elemento. Sai che gli elementi che producono magie sono quattro, ma che ogni Saggio ne possiede uno soltanto e può utilizzarlo una volta al giorno, e che l’unica persona a poterla usare di nuovo senza morire è l’Imperatore.»
«Esatto, le Regole che avete fissato voi con le Leggi.»
«Sbagliato tutto e soprattutto quelle regole sono state scritte dai miei successori in modo che nessuno usasse la magia per proprio tornaconto. È vero che chi usa la magia due volte può morire. Ho detto “può” perché non è una regola, ma una causa. Ci sono tantissimi motivi perché sopraggiunga la morte, ma è soprattutto una questione di meditazione e di obiettivo. Per esempio un giovane saggio potrebbe usarla anche ogni ora della giornata ma senza addestramento perirebbe, mentre a un vecchio saggio manca la gioventù e a decretarne la morte sarebbe la fatica. Ma su tutto c’è l’obiettivo. Una magia nasce dall’energia, si forma con l’Elemento e fuoriesce in modo adeguato se l’obiettivo è ben focalizzato. Purtroppo non esistono solo obiettivi di pace e tu sei stato vittima di una magia negativa sul ponte Nord/Ovest durante la Grande Guerra.»
«Come immaginavo non ci possono essere solo Saggi buoni!» esclama nervosamente Fajro mentre ricorda com'è morto il Saggio Saga.
«Ecco la verità. Gli elementari magici sono sette, divisi in tre categorie: gli Elementi Primari sono Fuoco, Terra e Acqua; gli Elementi Secondari sono Aria, Metallo e legno; infine c’è l’Elemento Neutro chiamato Etere. I primi sei rappresentano l’equilibrio e la pace e la loro armonia giova al settimo elemento. Esiste anche un ottavo Elemento che è usato solo da due persone e che possono prestarlo ad altri. Ma cosa succede se un Elemento Secondario prende il sopravvento? Lo squilibrio porta uno o più degli Elementi Primari a soccombere mentre uno o più Elementi Secondari acquistano maggiore potere creando instabilità che di conseguenza nuoce al settimo elemento. I riflessi di questa instabilità si ripercuotono su tutto il mondo e creano disordine nell’ordine: il caos.»
«State dicendo che la Grande Guerra è nata da questa instabilità?»
«Non solo, ma anche il riapparire delle bestie mitologiche che erano rimaste nascoste, fino a ora, nei loro regni. E purtroppo, mi spiace ammetterlo, ma a causare questa instabilità è sempre e soltanto una persona del mondo umano. Uno stregone oscuro così potente da utilizzare il suo Elemento per creare il caos e gli altri elementi per eliminare chi lo intralcia.»
«Quindi voi, alla vostra epoca, siete stato portato qui per imparare a gestire la magia per poi utilizzarla contro questo stregone oscuro?»
«Esatto. Ho affrontato i mostri per sigillare il loro passaggio e acquisito il potere necessario per sconfiggere quell’anima corrotta che aveva causato la penultima guerra.
«Sapete chi è quello attuale?» domanda Fajro.
«No, sappiamo solo che si nasconde dietro una maschera e non possiamo vedere quando la indossa perché utilizza una magia così oscura da cancellare completamente la luce. L’unica certezza che abbiamo è che si fa chiamare Inquisitore. Ma non è finita: anche sapendolo non potremmo nominarlo ne indicarlo perché gli apriremmo la strada verso il Regno di Heru e lì entrerebbe in contatto con la forza più negativa mai conosciuta. Il mostro che si cela a Heru è stato visto soltanto dal primo Imperatore di Wuxing che l’ha affrontato e sconfitto alla nascita del mondo. La persona che oggi sta camminando nell’oscurità ha già aperto i sigilli per liberare i mostri, ma sta anche aprendo i quattro sigilli per entrare a Heru.»
C’è qualcosa che Fajro ha chiesto e la risposta di Atua gli ha lasciato nella testa una domanda. «Imperatore Atua, per quale motivo sono stato portato a Wuxing?»
«Prima di rispondere dobbiamo raggiungere il grande salone» dice Atua indicando a Fajro di seguirlo.

Il grande salone è uno spiazzo molto ampio all’interno della struttura e quando entrano notano Kasai e un uomo che combattono tra loro con spade che Fajro non ha mai visto prima. I duellanti, notando la presenza di Atua e di Fajro, smettono la lotta; l’uomo si allontana mentre Kasai raggiunge i nuovi arrivati.
«Tante parole, ma manca il finale, vero?» dice la donna a Fajro.
«Scusami, vi stavate allenando?» chiede Fajro mentre continua a guardare quella strana spada che impugna Kasai.
«Sì, e da domani ti divertirai con tutti noi!»
«Domani? Quindi io…»
Atua interviene: «Proprio così, da domani inizierai il tuo allenamento fisico e mentale. Le sei persone che hai visto poste sui lati della sala cerimoniale t’insegneranno a usare quest’arma e molte altre che non conosci, mentre i quattro che erano sui gradini ti aiuteranno a concentrarti sulle tue capacità mentali.»
«Che ora sono le più scadenti» interrompe Kasai ridendo.
«L’insegnamento durerà degli anni e solo la tua capacità di apprendere determinerà il tempo che passerai a Wuxing. Io avevo dieci anni quando sono venuto qua e ho impiegato ventuno anni per affrontare l’oscurità» dice Atua mettendo maggiore agitazione in Fajro che esclama: «Ma non posso stare qui! Devo tornare a casa, mia madre è malata e sola, e poi c’è lei, devo salvarla!»
Atua, per la prima volta, assume un tono completamente serioso. «Fajro, se torni ora condanni tutto il mondo alla sofferenza perpetua e non riuscirai a salvare nessuna delle persone che ti sono care. Io non posso obbligarti, la scelta deve essere tua.»
«Perché io?» chiede Fajro.
«Hai sentito che molta gente ipotizzava che io fossi un antenato di tua madre; senza saperlo avevano ragione e tu sei l’ultimo discendente del casato nato dall’unione tra Amara e me. Purtroppo anche lo stregone ha scoperto questa verità e si è adoperato in modo che Explodon e Torcon morissero e quasi stava riuscendo a farti decapitare. Per fortuna hai ricordato la Legge, ti sei assunto la colpa e sei stato spedito a Koraha a scontare la pena.»
«Dove noi ti abbiamo prelevato prima che il Golem ti schiacciasse» dice Kasai.
«Oggi ti ho detto tutto ciò che dovevi sapere, adesso tocca a te decidere. Domani mattina sarai convocato nella sala delle cerimonie e fornirai la tua risposta» dice Atua fiducioso.

§   §   §

È un nuovo giorno a Wuxing, Fajro ha dormito poco ma è pronto a scegliere. Kasai lo chiama e insieme ripetono lo stesso rituale del giorno precedente con la piccola variante che questa volta il ragazzo è interpellato.
Uno dei quattro sugli scalini domanda: «Fajro, principe ed erede del trono di Tan, discendente diretto di Atua, comunicaci la tua volontà.»
«Il mondo che conosco ha già iniziato a crollare, forse non comprendo ancora bene i motivi, ma ho imparato da mio padre a non evitare le responsabilità e se mi avete scelto per questo compito io non mi tirerò indietro e cercherò di fare il mio meglio.
Improvvisamente tutti s’inginocchiano volgendo il capo verso il baldacchino mantenendo lo sguardo rivolto verso il basso. Da dietro il tendaggio, una voce maschile dice: «Giovane Fajro, il compito che ti affidiamo è difficoltoso, impervio e pericoloso, e senza nessuna certezza di riuscire a portarlo a termine. Noi dell’Impero Wuxing ti forniremo qualsiasi aiuto possibile, ma sarà decisiva la tua volontà.»
Tutti i presenti nella sala si alzano in piedi, Kasai e Atua s’inginocchiano vicini a Fajro e l’uomo che all’inizio ha interpellato il ragazzo dice: «Kasai e Atua saranno i tuoi Maestri principali. Iniziate subito.»

L’uscita dei tre dalla sala si ripete nei modi del giorno precedente, però questa volta non si ritrovano nel prato ma all’interno della struttura d’allenamento.
«Vediamo giovanotto a che punto sei con l’uso della spada» dice Kasai lanciando nelle mani di Fajro un lungo spadone.
«Io non ho mai usato questo…»
Senza attendere che Fajro finisca di parlare, Kasai attacca sferrando un colpo deciso sullo spadone che cade dalle mani del ragazzo con facilità.
«Prima lezione: quando si combatte, non si parla» dice la donna, questa volta senza sorridere. «Anche se non hai mai usato un arma devi essere pronto a difenderti utilizzando ciò che trovi, anche un sasso lanciato bene fa dei danni. Sono utili agilità e prontezza di riflessi e lavorando sui pescherecci conosci l’importanza di queste due peculiarità.»
«Ora proviamo a vedere il tuo livello energetico con la meditazione. Chiudi gli occhi, devi dimenticare ogni cosa, liberare la mente da tutti i pensieri e lasciare che i cinque sensi si addormentino» dice Atua con fermezza.
Fajro chiude gli occhi e pochi secondi dopo Kasai gli chiede: «Tutto bene?»
«Non so» e alla risposta del ragazzo lei lo colpisce con un bastone di bambù sul sedere.
«Ma che fai, Kasai?» chiede Fajro stizzito.
«Se rispondi a una domanda, vuol dire che senti e in pratica significa che hai ancora attivi i cinque sensi» risponde Atua con un sorrisino beffardo.
Fajro riprova e per altre quattro volte subisce la bastonata sul sedere senza mai evitare le trappole che gli tendono a turno Kasai e Atua.
«Siamo messi davvero male» dice la donna scuotendo la testa.
«Pazienta, è la prima lezione» risponde Atua.
«Io non capisco…» sta dicendo Fajro ma Kasai gli rifila un'altra bastonata.
«Ma cosa ho fatto?»
«Seconda lezione: non si parla durante le lezioni se non si è interrogati» dice Kasai ridendo. «E poi, se ti fa male, dopo passo io a metterti un unguento sul tuo sederino» aggiunge la donna facendo ridere Atua.
In quel momento entra nella struttura di allenamento l’uomo che aveva interpellato Fajro nella sala cerimoniale e Kasai s’inchina immediatamente.
«Vedo che hai già iniziato a colpirlo con lo shinai» dice l’uomo sorridendo.
«Maestro, sono contenta che abbiate accettato di passare qualche minuto insieme con noi» risponde Kasai con estremo rispetto.
«Fajro è importante per tutti noi ed essere invitato a partecipare al primo giorno di addestramento è un onore» risponde l’uomo facendo un inchino.
«Il Maestro Natsu è uno dei quattro generali di Wuxing» dice Atua presentando questa persona importante a Fajro che immediatamente s’inchina in segno di saluto.
«Splendido giovanotto» grida esaltato Natsu. «Poco più di un giorno e hai già imparato le nostre usanze. Non come il tuo Maestro! Atua era indisciplinato in tutto, anche nelle piccole cose.»
«Sei gentile Natsu» dice corrucciato Atua.
«Visto? Ormai mi chiama per nome!» dice Natsu scoppiando a ridere.
«Maestro Natsu, vorrei che testasse la capacità di resistenza di Fajro» chiede Kasai.
«Benissimo. Fajro, per favore, potresti colpirmi con un pugno?»
Il ragazzo guarda stupito il generale, ma l’uomo lo invita facendogli segno di colpirlo alla mascella. Fajro serra il pugno e lo scaglia con violenza contro Natsu ma non arriva neanche vicino al viso del generale perché lui lo ha bloccato con un solo dito.
La mano di Fajro inizia a congelare, il dolore è intenso, anche se dura una manciata di secondi.
«Bene, ora prova a darmi un calcio allo stomaco!»
Fajro si rimette in posizione, sferra il calcio, ma anche questo colpo è fermato da Natsu con il palmo della mano. Al ragazzo gli sembra che la gamba si stia bruciando, però si è avvicinato al corpo del generale di più che con il pugno.
«Infine, prendi lo shinai e prova a colpirmi in testa.»
Fajro esegue, si lancia con tutta la foga possibile ma è addirittura sbalzato via senza che il generale lo tocchi.
«Ecco fatto. Grazie Fajro per la tua determinazione, è un ottimo segnale» dice Natsu.
«Grazie a voi Maestro» risponde Fajro con un inchino.
Il generale prende sotto braccio Kasai e con lei si sposta poco più lontano da Fajro e Atua, poi le dice: «Kasai, non ci sono dubbi, hai ragione tu. Però il ragazzo è proprio “pieno del nulla” e la sola determinazione non basta. Dovremo fargli fare un grande lavoro mentale per metterlo in equilibrio.»
«Maestro Natsu, vi ringrazio nuovamente per il tempo che ci avete concesso.»
«Mia cara, non erano soltanto convenevoli le mie parole; siamo tutti nelle sue mani e ogni momento che possiamo dedicargli dobbiamo sfruttarlo. Avrei voluto aiutarvi di più, ma come sai devo incontrare la bella Yuly e non sarà un piacere per nessuno dei due quest’appuntamento.»
Natsu si allontana mente Kasai torna da Fajro che chiede incuriosito: «Stavate parlando di me?»
«Anche, ma soprattutto della missione che il Maestro sta per iniziare» risponde preoccupata Kasai, sia per il fallimento dei test sia per il viaggio di Natsu a Koraha.

§   §   §

I test del mattino sono andati molto male, Fajro è sdraiato sul suo letto, fissa il soffitto quando si apre la porta ed entra Kasai con in mano una boccetta.
«Forza, spogliati che ti guarisco… o vuoi che ti faccia tutto io?» dice la donna maliziosamente.
Fajro è arrossito e quasi balbettante dice: «Pensavo che scherzassi»
«Infatti è così, anche se… ma parliamo un poco tra noi» risponde Kasai con un lieve rossore sulle gote. «Dimmi qual è il problema Fajro.»
Il ragazzo non sa bene cosa rispondere però dice: «Tempo di non essere adeguato.»
«Ascoltami; tu hai soltanto diciassette anni e ti trovi in un posto e in una situazione difficile anche per un adulto. So che sei in grado di apprendere ogni cosa, ma proprio come nei test, devi imparare a lasciarti dietro le preoccupazioni. Pensare al passato per immaginare il futuro è il tuo errore. Sono dura, ma pensare alla morte dei tuoi cari non li riporta in vita e se non vivi il presente, non sarai in grado di proteggere tua madre e la ragazza che ami.»
«Ma se succede qualcosa di brutto mentre io sono qui? Come posso perdonarmi di non averle aiutate.»
«E se tu fossi lì, nelle condizioni attuali, e morissi? Loro come potrebbero perdonarsi di averti messo in pericolo? Atua diceva bene, ciò che accade non è mai frutto del caso e se sri qui c’è un motivo che scoprirai nel futuro.»
«Fatico a ragionare in questo modo» risponde Fajro abbattuto.
«È normale che sia così, hai vissuto in un certo modo fino a ieri e non è facile cambiare prospettiva in poche ore. Adesso sono qui con te, non penso a quando ho combattuto il Golem per salvarti e non immagino cosa farai domani; mi godo questi momenti in tua compagnia.»
«Mi vergogno a farti questa domanda, ma quando ti guardo, sono… come dire…»
«Attratto da me» risponde Kasai sorridendo.
Fajro arrossisce, lei ride e dice: «Ovvio, sei un maschietto ed io una bella donna notevolmente spigliata!»
«Ha detto la stessa cosa Atua. Mi prendete in giro!»
«Lo ammetto, un poco sì, però c’è un motivo importante per cui ti senti così vicino a me. Facciamo una prova.»
Kasai prende la mano di Fajro tra le sue dicendo: «Chiudi gli occhi, fai dei respiri profondi e dimmi cosa vedi.»
Fajro tentenna, poi accetta di fare l’ennesimo test. Bastano pochi secondi e il ragazzo inizia a parlare: «Vedo una luce, è molto lontana ma sembra avvicinarsi veloce. È di colore rosso, sento il calore, è fuoco. Mi ha raggiunto ed io sono dentro il fuoco ma non mi brucia.»
«Apri gli occhi.»
Fajro apre gli occhi e trova Kasai abbracciata a lui. Imbarazzato, non riesce a chiedere per quale motivo sia in quella posa, e per sua fortuna è lei a parlare mentre scioglie l’abbraccio. «Ciò che hai visto è il mio Elemento magico e tu non hai sofferto perché è uguale al tuo.»
Fajro, come spesso gli è accaduto a Wuxing, è sbalordito.
«Anche tu hai l’Elemento Fuoco dentro di te, ho percepito la tua piccola fiammella accesa ma che non riesce a svilupparsi. Ma ti prometto che faremo di tutto per farti “incendiare”» dice la donna tornando a sorridere.
«In realtà sono già tutto un fuoco» dice Fajro soprapensiero e Kasai risponde subito: «Sei un birbante giovanotto! Se vuoi, te le lascio anche toccare.»










N.d.A.

Ben ritrovati.

- Con questo primo capitolo fatto più che altro da lunghi “spiegoni”, inizia la terza serie della saga e come avevo annunciato, si apre anche il secondo arco narrativo che sarà quasi interamente dedicato al personaggio protagonista.
- In questa prima parte della terza serie ci saranno pochi riferimenti al mondo degli uomini che avete conosciuto nelle prime due serie quindi non vi proporrò la mappa (il motivo è assolutamente spoiler ^^), mentre i personaggi del cast saranno quasi tutti nuovi.
- Insieme alla mappa e al cast ho pensato di inserire le spiegazioni che sono scritte nel testo ma in modo schematico. Una utility che spero vi sia utile come lo è sicuramente per me.  
- A Wuxing siamo nel mondo della magia, ma non mancherà l’azione con armi e lotte a corpo a corpo (oltre a dosi massicce di Magie) per questo motivo ho scelto di scrivere tutto con il tempo verbale “presente” fin dall’inizio (vero) di questo capitolo.
- Per chi non lo sapesse, Wu Xing sono i Cinque Elementi della tradizione cinese (anche se nella mia storia questo Regno è sfacciatamente vicino al Giappone Medioevale).
- Come curiosità: il bastone di bambù, lo shinai, è l’arma utilizzata nell’Arte Marziale chiamata Kendo.

Come sempre v’invito al commento, alla critica costruttiva e se ne avete voglia a segnalare i sicuri errori che troverete nel mio scritto.

Grazie a tutti










CAST
Agisto – Corvo messaggero appartenuto a Sipestro di Tan
Ten – Bimbo che vede gli avvenimenti attraverso gli occhi del corvo
Atua – Primo Imperatore dei Cinque Regni Umani
Fajro – Principe di Tan

- Regno Wuxing
? – Imperatore (si è sentita solo la voce)
Natsu – uno dei quattro generali
? – una dei quattro generali (si è sentita solo la voce)
? – Elemento di Equilibrio (si è sentita solo la voce)
Kasai (Fuoco) – una dei tre Elementi Primari
? – uno dei tre Elementi Secondari (soltanto intravisto mentre si allenava con Kasai)

- Regno Sea
Kwakhala – Regina (soltanto nominata)

- Regno Koraha
Yuly - ? (soltanto nominata)

- Altri personaggi nominati o apparsi nel capitolo
Goj – capitano dell’esercito di Tan deceduto nella Grande Guerra per colpa del Kraken
Sipestro – ammiraglio di Tan deceduto nella Grande Guerra nella battaglia nel Mare del Nord ucciso in duello da Oceanya, principessa e comandante in capo dell’esercito di Dwr
Vecchio Maestro – è l’uomo che aiuta il piccolo Tan nell’apprendimento di una qualche arte magica ancora non definita
Atua, CCXVI del suo nome – Imperatore dei Cinque Regni assassinato da Fajro secondo la sentenza del Tribunale
Aarde – principessa ed erede di Tera
Explodon – Re di Tan deceduto nella Grande Guerra nella battaglia sull’isola imperiale di Ngahuru per mano degli Immortali e di Cristalya, regina di Dwr
Torcon – principe di Tan deceduto durante la rivolta di Tan per mano di Eas, ufficiale dell’esercito di Dwr, ma il cui corpo già morto è stato manipolato dall’Inquisitore




SCHEMA DELLA MAGIA
- Ogni Essere Viventi è costituito di Energia
- Con la morte fisica l’energia si tramuta in un globo di Luce o in uno Oscuro
- Il globo di Luce raggiunge il Regno Wuxing (il bene) mentre il globo Oscuro raggiunge il Regno Heru (il male)
- L’Energia di ogni Essere Vivente è la base per la creazione degli Elementi Magici

SCHEMA ELEMENTI
- Esistono Due Elementi Dominanti: Luce, Oscurità
- Esistono Tre Elementi Primari: Fuoco, Acqua, Terra
- Esistono Tre Elementi Secondari: Metallo, Legno, Aria
- Esiste Un Elemento Neutro: Etere
- se uno o più Elementi Secondari acquistano potere crea/creano squilibrio.
- con lo squilibrio uno o più Elementi Primari soccombe/soccombono e l’Elemento Etere diventa Caos
- L’Elemento Caos dona maggiore potere all’Elemento Dominante Oscurità
  
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