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Autore: Shadow Eyes    04/10/2019    3 recensioni
[...] «È una questione delicata, seccatura che non sei altro.» Bender roteò gli occhi, riavvitandosi il capo. «E tu sei troppo… Tu. Quindi no comment.»
Punta nell’orgoglio, la mutante drizzò le spalle, frustando l’aria con la sua coda di cavallo.
«Che stai insinuando?», lo aggredì, mentre una serie di urla presero a levarsi dalla strada parallela alla loro. «Pensi che non sia all’altezza di essere tua complice? O di darti una mano con… Be’, qualsiasi cosa stia accadendo?»
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bender, Leela Turanga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BL
66. Dangerous Territory
[100 Themes Challenge Writing Prompts]




Your crazy smile, digital dial
I hate ya, every bolt and screw
I don’t like anything about you
The Lemonheads ft. Kate Moss, “Dirty Robot”





«Bender?»
La testa del robot roteò nella sua direzione, gli occhi schizzati in fuori e frementi.
«Ah. Sei tu.»
Sibilando, i bulbi cilindrici gli si ritrassero nel visore con un piglio talmente deluso che Leela quasi rischiò d’offendersi; ma Bender era Bender, e non aveva senso prendersela per il suo atteggiamento apertamente menefreghista.
«Che ci fai qui?», gli chiese invece, sollevando il mento con aria inquisitoria.
«Smamma, ciclopa!» Il robot le fece sciò con la mano. «Non è il momento per le prediche!»
«“Smamma”? Io ci abito, qui, razza di rincitrullito!»
Leela accennò col pollice al palazzo davanti al quale stavano discutendo. Sotto il cielo rossastro che stava accogliendo la sera, sembrava quasi in fiamme.
«Ah.»
«Bender, che diavolo hai combinato? Hai tracce di rossetto… Be’, ovunque!», continuò lei, incapace di controllare l’arricciamento progressivo della sua narice sinistra. La quantità di cosmetico che il robot sfoggiava attorno all’antenna era a dir poco ripugnante.
«Secondo te?»
«Oddio.»
Nauseata, Leela sentì una filippica sull’amore e i buoni sentimenti risalirle, prorompente, su per la gola ma, da mutante di mondo qual era, sapeva bene che non avrebbe avuto alcun impatto su Bender, così si costrinse a rimandarla giù assieme al resto delle sue emozioni represse. Dalla sua espressione, tuttavia, trapelò lo stesso un certo disappunto ipocritamente moralista.

Sì, be’, non era mai stata brava a contenersi.
Uno stridio acuto dal quartiere accanto li fece sobbalzare entrambi. Bender prese a guardarsi attorno, impanicato.
«Oh, no…»
«Cos’è stato?»
«No, no, no n onono—»
«Riprenditi, idiota!», abbaiò Leela, mollando all’amico un sganascione che lo fece tintinnare come una lattina vuota, svitandogli la testa per metà. «Vuoi spiegarmi che succede?»
Intimamente, sperò ci fosse da menare un po’ le mani. Menare le mani la metteva sempre di buon umore.
«È una questione delicata, seccatura che non sei altro.» Bender roteò gli occhi, riavvitandosi il capo. «E tu sei troppo… Tu. Quindi no comment.»
Punta nell’orgoglio, la mutante drizzò le spalle, frustando l’aria con la sua coda di cavallo.
«Che stai insinuando?», lo aggredì, mentre una serie di urla presero a levarsi dalla strada parallela alla loro. «Pensi che non sia all’altezza di essere tua complice? O di darti una mano con… Be’, qualsiasi cosa stia accadendo?»
«Non lo penso, in realtà.», le spiegò Bender, aprendo lo sportello che aveva sulla pancia per frugarci dentro. Ne estrasse un sigaro e se lo accese con tutta calma. «Lo so
E le soffiò una nuvola di fumo acre in pieno viso.
«Ah, sì?», ringhiò ancora Leela, così decisa a fissarlo torva e a non tossire, che il suo occhio prese a lacrimare. «Farai meglio a spiegarti, ammasso di ferraglia.»
«Non sei creativa. Non sai mentire.», le elencò lui tra una boccata e l’altra, come se l’avesse fatto milioni di volte nella sua testa, «E, quel che è peggio, hai una morale. Non fraintendermi, so che sai essere flessibile in base al caso, ma non lo sei mai abbastanza da soddisfare le esigenze del grande Bender… Se capisci che intendo.»
«Il doppio senso potevi anche risparmiartelo.»
Il robot scoppiò a riderle in faccia, abbracciandosi la pancia come se temesse che lo sportello potesse esplodergli dallo spasso.
«Giusto. Sei anche una bacchettona, grazie per avermelo ricordato.»
«Non è vero!», sbottò Leela, arrossendo. «Sono solo… Selettiva. Per certe cose.»
Bender la fissò in silenzio con il sigaro stretto tra i denti. La cenere cadde a terra.
«Ah-ha.»
«Senti, adesso non hai alternative. Perché non provi a darmi una possibilità?»
Appena finì di dire quella frase, la mutante batté ciglio interdetta, mentre dal vicolo arrivava un fracasso di pattumiere fatte a pezzi e travolte. Non aveva senso. Perché continuava a insistere? Non sapeva nemmeno più che volesse dimostrare, esattamente— dannata lei e il suo orgoglio.
«Te l’ho già spiegato. Tu, mia cara, sei una pessima idea.» Bender spense il sigaro contro il muro del palazzo e l’afferrò per i fianchi, rovesciandola in un casqué che le tolse in fiato. «Ma, dopotutto, a me piacciono le pessime idee.»
E si piegò su di lei, premendole contro le labbra quella griglia luminosa che avrebbe dovuto essere la sua bocca. Era gelida e sapeva di sigaro, ma il trasporto che ci mise nel gesto fece comunque chiudere l’occhio a Leela sotto la luce soffusa dei lampioni. Bender baciava sicuramente meglio di Zapp. E di Sean. Pure di Adlai, a volerla proprio dire tutt—
«Lo sapevo!»
Qualcosa di enorme fece vibrare il marciapiede sotto i loro piedi e Leela vide un lampione oscillare pericolosamente verso di loro, prima di staccarsi dal suolo e abbattersi su una Beta Romeo lì accanto. Ci fu un urlo straziante.
«Due rate mi mancavano da pagare! Due!»
«Mi scusi, signore!»
Sconvolta, la mutante interruppe il bacio e si voltò appena in tempo per vedere una robot-prostituta cingolata fermarsi davanti a lei, oscurando quel che restava del sole. Diavolo, se era massiccia! … Le ricordava quasi la Spalmatrice— solo che la robot lunare non le aveva mai puntato una pistola contro il naso.
«Oddio!»
«Piccola!», esclamò Bender con estro drammatico, strizzando Leela a sé. I due fissarono guancia a guancia la robot furiosa.
«Non chiamarmi piccola! Il mio nome è 6-1-SK-1-ANT-0!»
«Sobrio.»
Con cuore le rullava nelle orecchie, la mutante si guardò attorno, tentando di elaborare una strategia per disarmarla, ma non fece in tempo a mettere a fuoco la situazione, che Bender la lasciò andare, facendola schiantare di schiena a terra.
«Ahio!»
«E lei chi è, Bender? … La ami? O è solo una delle tante baldracche con cui mi tradisci?»
«Ehi!»
«Non è come credi, piccol—»
«È finita.»
«No, ti prego!» Bender fece un paio di passi verso di lei, prostrato, le mani giunte sul petto come un consumato attore di soap-opera. «Posso cambiare!»
«No.» La porn-bot fece una lieve retromarcia, la pistola vibrante tra le dita. «Il mio disco rigido non può supportare altro dolore!»
«Piccola?», disse Bender e Leela quasi si commosse, per il modo patetico con cui allungò un braccio verso la prostituta. «… 6-1-SK-1-ANT-0?»
«È tutto inutile, Bender. Non farò lo stesso errore due—»
«Tre.»
«Giusto, tre… Aspetta, tre volte!?»
Fu allora che Leela balzò in piedi, proiettandosi verso la 6-1-SK-1-ANT-0 a denti scoperti. Rapida come una saetta, le calciò via di mano la pistola, spedendola dritta contro il finestrino della macchina accartocciata sotto il lampione.
«Ma allora lo fate apposta!»
«Scusi ancora!»
«Tu… Lo hai difeso.» Gli occhi della prostituta glicharono per un istante, le linee della griglia della bocca tremolanti. «Allora lo ami!»
«Chi, lui? Non esageriam— ahio.» Bender si era precipitato alle sue spalle per tirarle un pizzico d’ammonimento sul braccio. Lentamente – molto lentamente – Leela si girò verso di lui, prima roteare l’occhio e capitolare. Quanto l’odiava. «Sì, lo amo con tutto il cuore.»
6-1-SK-1-ANT-0 chinò il capo, sconfitta.
«Prenditi cura di lui, allora. Perché io non ci sono riuscita.» Poi si voltò verso di l’ex amante. «Addio, Bender. Schifoso maiale.»
E, schizzando olio dai dotti lacrimali, gli sparò contro uno dei suoi due seni conici, centrandolo in pieno in un occhio, che esplose in una pioggia di vetro.
«Senza offesa…» La porn-bot tornò ad osservare Leela tra le lacrime. «Ma puoi trovare di meglio.»
«Hai ragione.»
«Ehi!»
Ululando di dolore, 6-1-SK-1-ANT-0 si allontanò da loro, abbattendo i bidoni della spazzatura sul suo cammino.
«… Wow.»
«Già, gli Oscar a Calculon li lascio per capriccio.»
Leela si rassettò le vesti.
«Quindi tutto qui? Dovevi solo levarti dal groppone l’ennesima squinzia?»
Quando gli aveva offerto la sua cooperazione, intendeva più una scazzottata in stile western, che una parte da femme fatale. Non che fosse delusa, eh. Per essere un martedì sera, non era andata poi così male.
«Guarda che ci vuole talento per fare credere alla squinzia che la rottura sia reciprocamente dolorosa.»
«Be’, avresti potuto dirmelo. Poveretta…»
Bender si cavò il seno dall’occhio con una nonchalance surreale.
«Hah! La beota mi ha sparato contro la tetta in cui nasconde i soldi!»
Leela lo guardò mentre si rigirava tra le dita un malloppo di banconote tenute insieme da un elastico. Dopo averle sommariamente contate, il robot si gettò la protesi alle spalle, che atterrò sul marciapiede con un sonoro clang.
«Dai, Leela, non guardarmi con quell’occhio! … Ehi, adesso ho un solo occhio anch’io! È come se fossimo parenti!»
Lei incrociò le braccia sotto il seno con uno sbuffo, scuotendo il capo.
Ma sentilo… Una porn-bot di una tonnellata e mezza ha appena tentato ucciderci entrambi, e lui se la ride.
«Vieni, capitano mio capitano, prendiamoci qualcosa da bere al bar.», proseguì Bender, prendendola sottobraccio di prepotenza per trascinarsela dietro. «Offri tu.»
«Cosa? Sei impazzito? Hai appena trovato centinaia di dollari!»
«Ehi, è il minimo che tu possa fare per ringraziarmi, bella. Il bacio di Bender, la passione latina, il retrogusto di scotch invecchiato di cinquant’anni… Non ti capiterà più niente del genere per il resto della tua triste vita.»
Oltraggiata oltre ogni dire, Leela boccheggiò, indecisa se fargli saltare qualche bullone a suon di pugni o— lo sguardo le cadde sulla bocca luminosa del robot. Forse era stato l’elemento sorpresa, forse era semplicemente sola da fin troppo tempo, ma quel bacio le aveva risvegliato qualcosa dentro. Qualcosa di microscopico e doloroso, che la fece sentire persa. In una scala da Zoidberg a Zapp, quanto era patetico il fatto che aveva considerato elettrizzante l’essere stretta tra le braccia metalliche di un robot latin lover?

E che non le sarebbe dispiaciuta una replica dell’evento? … Magari in seconda serata?
Bender sembrò leggerle nel pensiero, perché piegò il braccio e l’avvicinò a sé, rivolgendole uno dei suoi distintivi sorrisi sornioni.
«Non c’è di che










.:~*~:.

Mi è venuta l’idea e l’ho scritta a scazzo questo pomeriggio. Solo qualità™, su questo profilo. ✧*。٩(ˊᗜˋ*)و✧*。
Qui c’è la lista dei prompt.

See ya,

Shadow Eyes
  
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