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Autore: Florafairy7    04/10/2019    1 recensioni
Sono passati due anni da quando le Winx e gli specialisti hanno sconfitto Zvonimir, ma ancora una volta le loro vite vengono scombussolate: mentre ognuno di loro raccoglie ancora le macerie dopo la guerra contro lo stregone, una nuova minaccia incombe sulla Dimensione Magica. Molte cose sono cambiate e non tutti sono pronti a mettersi in gioco; nel frattempo, Brandon e Flora fanno i conti con la profezia che gli Spiriti di Linphea hanno pronunciato e che cambierebbe non solo la loro vita, ma quella di tutti, per sempre.
Seguito di "Bocciolo d'Inverno"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Brandon, Flora, Nuovo personaggio, Specialisti, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'INVERNO DI LINPHEA
 
Caro diario,
È buffo, ma anche se il primo diario che ho tenuto è stato a dodici anni, ora che sono molto più grande sento ancora l'esigenza di scrivere per mettere in ordine i pensieri. E devo per forza: a quanto pare a volte i miei pensieri hanno la straordinaria capacità di ingarbugliarsi più di quanto dovrebbero.
Il punto è che sono preoccupata: sono passati due anni, eppure Tecna non sta bene. È chiusa in se stessa, triste, ed io non so cosa potrei fare...
Ci siamo consultate con Faragonda, con Eldora, con Daphne, con Ninfea, ma nessuno sembra avere una soluzione per lei. È possibile che Tecna non sia più una fata? Non riesco a capacitarmene... lei, che è la fata più brillante della sua età... non è possibile.
Timmy ci sta perdendo la salute per cercare di aiutarla, ormai nessuno lo vede più, soltanto Helia raramente.
E Musa... lei sembra aver allontanato tutti. Domani torna dalla sua tournée e saremo tutti qui per lei, ma nel corso di questi due anni ci ha raramente degnato di qualche parola, e quando l'ha fatto sembrava così forzato. Voglio starle vicino, so che l'esperienza che ha vissuto durante quella guerra l'ha segnata, ma a distanza è difficile... vorrei di più per loro, vorrei essere felice per loro, e il mio essere felice a volte mi fa sentire in colpa... avrei potuto compiere io quell'incantesimo, e invece...
"Flora!" La giovane sobbalzò, chiuse il diario davanti a sé nascondendoci la penna tra le pagine.
"Miele, che succede?" Chiese a sua sorella, che era entrata di corsa e si sbottonava il cappotto in fretta. La casa era calda, temperature insolitamente fredde per quell'autunno limpheiano di metà marzo li avevano costretti ad accendere il camino.
"Succede papà, che mi ha messo in imbarazzo davanti a Thomas Moore, ecco cosa succede!" Replicò la ragazzina, con le guance rosse e la punta del naso fredda. Flora scoppiò a ridere. Sua sorella, con le mani ai fianchi, sembrò infastidita. "Ti faccio davvero tanto ridere?" Chiese.
"No, tesoro, scusami." Rispose sua sorella, trattenendo la risata. "È solo che ci sono già passata anch'io, e so quanto papà possa essere imbarazzante, e quel che è peggio è che credo lo faccia apposta per allontanarli."
"È stato tremendo!" Aggiunse Miele, indispettita. Nel frattempo Flora ripose il diario in un cassetto della cucina. Sua sorella continuò a raccontarle mentre lei si preparava per uscire. "Cioè, non so, crede di essere simpatico o cosa? Thomas Moore non vorrà più saperne niente di me!" Esclamò, abbattuta, la giovane fata dell'aria.
"È una vera cotta quella di cui sento il profumo?" Insinuò la maggiore, mentre si infilava il cappotto.
"Forse. E non dirlo a Brandon o mi prenderà in giro per il resto della mia vita." Flora alzò gli occhi al cielo, con un sorriso.
"La solita esagerata... ti prenderà in giro soltanto per due, o tre anni..."
"Flora!" Protestò la ragazzina, storcendo le labbra.
"Sto scherzando! Non gli dico nulla, promesso! Su, abbottonati il cappotto che andiamo." Chiusero la porta alle loro spalle e si avviarono verso la Foresta dei Fuochi Fatui. Era consentito loro raramente andare a trovare la madre lì, per la quale invece il tempo ormai non era qualcosa di reale. Erano molti mesi ormai che non ci andavano, ma Martha aveva provveduto a dar loro il lasciapassare, ed aveva consigliato a Flora di andare da lei. E, mentre camminava con sua sorella, Flora non poteva fare a meno di pensare a quello che si era detta quella mattina con la melissa. Dopo i conti che si era fatta, era andata a palazzo e si era precipitata alla sua torre, ma Martha non l'aveva trovata. L'aveva accolta Daisy e, alla domanda su dove fosse la sua fata, la pixie rispose che era uscita con Helia.
"Si è finalmente deciso a chiederle davvero di uscire?" Aveva chiesto Flora, speranzosa, ma la pixie aveva scosso la testa, poco entusiasta.
"Sono soltanto andati nel bosco per delle radici che servono ad Helia per un incantesimo, a quanto pare..."
"Oh... beh, è comunque un evento che Helia sia alle prese con un incantesimo." Ma per Flora la questione era troppo urgente e aveva deciso di aspettarla. Dopo un po', la melissa era rientrata ed era stata entusiasta di vedere Flora. Helia aveva salutato Flora, ma non aveva menzionato il suo incantesimo e la fata non aveva chiesto. Con un bacio affettuoso sulla guancia l'aveva salutata e, congedatosi da Martha, era andato via.
"Helia ha i suoi tempi." Aveva detto Flora quando il giovane aveva ormai chiuso la porta. Martha aveva sospirato, contriarata.
"Ormai tutto il mondo l'ha capito che mi piace, tranne lui!" Aveva protestato. "Ma ora lasciamo perdere che sennò inizio a parlare e non la smetto più... a cosa devo l'onore di avere la keimerina sulla mia torre?" Aveva chiesto Martha con un sorriso. Sebbene fossero diventate ormai amiche, Martha continuava ad attribuire a Flora quel titolo e continuava a sentirsi in qualche modo privilegiata ad esserle amica.
"Martha, ho un dubbio..." Aveva ammesso la fata con un sospiro, preoccupata. La melissa le aveva fatto cenno di continuare ed entrambe si erano sedute. "Io... insomma, ho davvero pensato a tutte le possibili cause di un simile ritardo, e sto bene, non credo di avere nessuna strana malattia e quindi..." Era rimasta a pensarci, ma la melissa l'aveva esortata a continuare. "... credo di aspettare un bambino." Martha era rimasta allibita, aveva sgranato gli occhi e Daisy aveva assunto la sua stessa espressione. La pixie aveva lasciato cadere persino le foglie di tè che aveva fra le mani.
"C-come credi di... Flora, ne sei sicura?" Aveva balbettato la melissa. Flora, agitata, aveva replicato:
"Certo che non ne sono sicura! È praticamente impossibile, non credi? Insomma, Vymarna è stata chiara, e non sarebbe mai potuto succedere! Se Vymarna vieta qualcosa quella cosa non accade, punto." Tamburellando le dita sul tavolo aveva guardato la melissa, in attesa di una reazione.
"B-beh, hai almeno provato ad avere qualche conferma?"
"Ho preso uno di quei test su Magix, e beh... cosa vuoi che ti dica, era positivo... e allora sono venuta da te. Noi su Linphea non usiamo certe cose, mettiamo in conto che non li riteniamo esatti, che possano sbagliare, e io ho bisogno che tu... non potevo chiedere a nessun altro. Martha, nessuno lo sa, neanche Brandon."
"Hai fatto bene a venire qui." Le aveva assicurato subito la melissa. "Nessuno deve saperlo, neanche sospettarlo, almeno non per ora. E poi, perdona la poca modestia, ma credo di essere l'unica a poter eseguire un incantesimo del genere su di te, non credi?"
"Perché..."
"... perché sei la keimerina."
"Perché sono la keimerina, giusto, giusto... ma dev'essere sempre così pomposa la cosa? Perché non credo che..."
"Ssst!" L'aveva zittita Martha. "Vieni, vediamo cosa ci dicono i miei petali di pontetilla."
Dopo questa loro chiacchierata, e dopo ciò che aveva visto Martha nei suoi petali, la melissa aveva consigliato a Flora di recarsi da sua madre che ormai era tornata alla Natura e poteva avere delle risposte che loro non avevano.
"Flora, mi stai ascoltando?" Chiese Miele, in quel momento però entrambe si fermarono alle soglie del Bosco dei Fuochi Fatui.
"Scusa, mi sono distratta, ma ora andiamo. In silenzio, mi raccomando." Le due s'incamminarono, attraversando gli alberi le cui fronde si muovevano insieme al vento freddo. L'unico suono che sentivano era quello delle foglie secche e dei rametti che calpestavano e poi, se facevano attenzione, potevano anche sentire alcuni sussurri.
"Le mie bambine!" Esclamò Alyssa, piena di gioia, non appena le vide arrivare. Loro corsero ad abbracciarla. Era sempre la stessa, lo stesso viso, gli stessi occhi, lo stesso sorriso. Ma la sua pelle era diventata un po' più scura, simile alla corteccia del suo albero, e il suo vestito era quello di una driade, di grandi foglie verdi e sottili. "Che gioia vedervi."
"Anche per noi." Le disse Miele, con un sorriso. Alyssa guardò le sue figlie, adorandole in ogni istante, ma quando incrociò lo sguardo di Flora, sebbene lei le sorridesse, capì che qualcosa la turbava.
"Allora, come state?" Chiese, ed entrambe presero a raccontarle delle novità che c'erano state dall'ultima volta che l'avevano vista.
"E non sai l'ultima," Continuò Miele, che aveva smesso di parlare solo nei momenti in cui aveva preso fiato. "Papà è sempre il solito e oggi mi ha messo in imbarazzo davanti al ragazzo che mi piace! Oh, cielo, non posso crederci di averlo detto davvero!" Alyssa e Flora scoppiarono a ridere e la ragazzina raccontò ancora com'erano andate le cose. Poi Alyssa diede un'occhiata al cielo e vide che era quasi il tramonto, quindi disse: "Starei ore ed ore ad ascoltarvi, ma adesso, Miele, abbi pazienza, amore mio, ma credo che io e tua sorella dobbiamo parlare di qualcosa per cui tu non sei ancora pronta."
"Quando finirà questa cosa?!" Chiese contrariata la ragazzina e Alyssa, con un sorriso dolce, rispose:
"Tra un paio d'anni, tesoro, tranquilla." Sospirando amaramente, Miele acconsentì e si avviò lentamente prendendo il sentiero che portava all'uscita del bosco. Alyssa allora si rivolse a Flora: "Tesoro, cos'è che ti preoccupa?" Flora le sorrise dolcemente.
"Sei unica, davvero."
"Mi basta uno sguardo e lo sai."
"Mamma, prima vorrei chiederti... beh, Martha mi ha assicurato che Vymarna non può venire a sapere ciò che ci diciamo, vero?"
"Oh, no, tesoro. Le appartengo, ma non mi entra mica nella testa... ma così mi fai preoccupare. Cos'è che Vymarna non deve sapere?"
Flora raccontò a sua madre dei suoi dubbi, così come aveva fatto con la melissa.
"Così ho chiesto consiglio a Martha, ha usato i petali di pontetilla e pare che... che sia così: aspetto un bambino. Ma non è possibile..." Alyssa tenne lo sguardo acquoso su sua figlia e, sorridendo, non disse nulla per evitare di piangere. Flora notò la sua espressione e trattenne l'emozione.
"Non fraintendermi, sarebbe davvero fantastico, ma... Vymarna..."
"Oh, Vymarna, la solita guastafeste! Flora, hai avuto tutte le conferme possibili!"
"Ma hai una spiegazione per me?" Insisté Flora, ancora scettica.
"So che è stata pronunciata una profezia."
"Intendi quella dell'Inverno?"
"Proprio quella, e quando si tratta di profezie noi spiriti della natura siamo i primi a saperlo."
"Credi che riguardi noi?"
"Tesoro, sapevate che riguardava voi dal primo momento, certe cose si sentono. Vedi, so che Vymarna vi ha posto un limite, e capisco che tu sia scettica. Se Vymarna vieta qualcosa quel qualcosa non accade, punto, potevate amarvi quanto volevate, ma non sarebbe accaduto. Sappiamo entrambe quale magia ha usato su di te per impedire che accadesse. Ma c'è stata una profezia. Nemmeno Vymarna è padrona del destino. Un nuovo Inverno è destinato a nascere su Linphea, e per quanto Vymarna possa temerlo, non credo che possa fermarlo."
"Oh..." Fu tutto quello che disse Flora e creò una nuvoletta di vapore. Alyssa gettò uno sguardo al cielo.
"Tesoro, è quasi il tramonto, devi andare ora." Si abbracciarono.
"Vorrei non doverlo fare." Disse Flora, stringendola.
"Sentirò la vostra mancanza, ma tranquilla, quando vi vedrò sarà come se fosse domani stesso. So che non vi è consentito venire qui spesso. Tesoro, mi raccomando con tuo padre, e con Miele... e se hai bisogno di aiuto..."
"Non preoccuparti, mi occupo io di loro." La rassicurò la giovane con un sorriso.
"Salutami Brandon! E, vedrai, sarà felicissimo!" Flora annuì, abbracciò ancora sua madre e andò via, mentre quest'ultima tornò al suo albero.
Flora raggiunse in fretta Miele ed insieme lasciarono il bosco. Tenne un braccio intorno alle spalle di sua sorella per farla stare al caldo, ora che stava scendendo la sera faceva ancor più freddo.
"Non ti sembra strano che faccia così freddo? Insomma, tra un po' è primavera, e non mi pare di ricordare un autunno così..." Disse Miele, mentre entrambe percorrevano le vie di Linphea illuminate dai lampioni.
"Ma no... insomma, non è così strano. Sai che sulla Terra sta succedendo una cosa chiamata 'cambiamento climatico'? Pare che i terrestri abbiano combinato un disastro col loro clima ed ora è tutto cambiato..."
"Ma noi rispettiamo Linphea." Puntualizzò Miele.
"Beh..." Balbettò Flora, ma sua sorella chiese:
"Per caso c'entri tu?"
"Io?!" Esclamò la maggiore, sorpresa. "Perché dovrei?!" Chiese, allarmata, ma cercando di non darlo a vedere.
"Perché sei la fata dell'Inverno, forse?" Replicò Miele, stranita. Storse le labbra e aggiunse: "Sei strana, e credo che tu c'entri qualcosa con questo freddo... era di questo che parlavi con la mamma?"
"Miele, è..."
"... non dire che è complicato o... beh, non lo so che faccio, ma non dirlo! Puoi parlare con me, lo sai."
"Certo che lo so." Flora le rivolse un sorriso, salutarono qualcuno per la strada e finalmente intravidero casa. "Sei cresciuta, è vero, ma hai pur sempre solo tredici anni, non è giusto che tu porti pesi che non ti toccano." Disse la fata, aprendo la porta di casa.
"Ma..." Flora non le diede modo di replicare.
"Forza, che Brandon e papà arrivano fra poco. Posa il cappotto e va' a lavarti le mani." Sua sorella, seppur controvoglia, fece come le era stato detto. Flora sospirò, osservandola mentre lei andava al piano di sopra. Si scosse, obbligandosi a fermare tutti quei pensieri che le invadevano la mente, e si diede da fare. Gettò un'occhiata alla pila di compiti da correggere, anche se quello non era che il primo giorno della settimana di vacanze prevista per la terza settimana di marzo, festiva per i linpheiani in vista dell'arrivo della primavera. Si sforzò, ma non ci riuscì. Non poteva non pensare a quella profezia, alle conseguenze, al dolore che probabilmente ci sarebbe stato (per esperienza ormai sapeva che le profezie ne implicavano), a Miele, che avrebbe dovuto viverlo con loro... Sentì le voci e poi il rumore della porta che fu aperta e poi chiusa. Flora prese un respiro e forzò un sorriso non appena i due entrarono in cucina.
"Ehi, siete arrivati finalmente!" Esclamò la fata.
"Io ho trovato traffico." Si giustificò Brandon, dandole un bacio sulla guancia. Rodols sorrise e disse:
"Io sto cercando di proteggere quelle azalee dal freddo. Non mi capacito, davvero, non c'è mai stato un autunno..."
"... tanto freddo." Finì per lui Flora, sorprendendolo. "Ma non pensiamoci, papà, in fondo tra un po' sarà primavera, ce la godremo di più, non trovi?" Gli sorrise. "Miele!" Chiamò. "Vieni, forza!" Poi si rivolse ai due. "Su, mettiamoci a tavola." Brandon la aiutò a portare i piatti e, mentre andavano a sedersi, le sussurrò all'orecchio.
"Stai bene?" Lei gli rivolse uno sguardo che diceva 'non proprio, ma ne parliamo dopo', lui le fece un cenno.
Per il resto, la cena andò bene. Miele, come al solito, rimase padrona indiscussa della scena, provocando spesso il riso di tutti, ma quando menzionò l'incontro con Alyssa calò il silenzio. Lei si guardò intorno, confusa.
"Ho detto qualcosa che non va?" Chiese.
"Come sta?" Domandò Rodols a Flora, sua figlia lo guardò, sorridendo forzatamente.
"Sta bene, e vi saluta. Prima non..." Abbassò per un attimo lo sguardo, giocherellando con il cucchiaio sulla tavola, guardò suo padre. "... sta bene."
"Non mi avevi detto che saresti andata." Affermò Brandon, lei alzò le spalle.
"Beh, noi... è stata una decisione presa un po' all'improvviso, Martha stamattina mi ha detto che c'era la possibilità di andare e ho pensato che a Miele... sì, ho colto l'occasione."
"Ne sa qualcosa lei?" Chiese quindi Rodols, e Flora lo guardò voltandosi di scatto verso di lui, seria. Anche suo padre aveva il viso duro. "Del freddo, perché c'è qualcosa che non va, non è vero?"
"No, non è vero." Rispose Flora, forse un po' troppo animata. "Va tutto bene, non sta succedendo nulla, stiamo bene. Possiamo per favore continuare la cena senza pensare alla fine del mondo? Vi ringrazio." Ci fu silenzio, Brandon e Rodols si guardarono, Miele allora disse:
"Nessuno ha parlato di fine del mondo, l'hai fatto tu. Ne sai qualcosa?" Flora semplicemente la guardò, con il sopracciglio destro più alzato dell'altro, e solo questo bastò a sua sorella per aggiungere: "Va bene, scusa. Allora, vi ho detto di Heather Rowe?"
Non voleva essere sgarbata, ma era preoccupata, e non voleva farlo sapere per non preoccupare anche gli altri. Era questo ciò a cui pensava Flora mentre sparecchiava in silenzio. Miele le dava una mano gironzolandole intorno. Quando suo padre e sua sorella fecero per andare via, salutò Miele, che, come aveva preso a fare negli ultimi tempi, la salutò con estremo affetto, e poi suo padre.
"Domani mattina vengo a casa." Gli disse, con tono dolce.
"Se vieni per me va bene, ma non per risistemare, guarda che me la cavo bene." Replicò lui con un sorriso, Flora ridacchiò.
"Lo so, ti do solo un pizzico di aiuto... papà, mi dispiace per prima, non volevo alzare la voce."
"Sta' tranquilla." La rassicurò lui. Si chiedeva se quello fosse un tacito accordo o se lui fosse davvero bravo e Flora non si accorgesse che lui l'aveva capita: perché lei credeva di proteggerlo, ma suo padre la proteggeva ancor da prima. La baciò sulla fronte e andò via con Miele. 
La giovane fata sospirò e tornò in cucina, dove Brandon era intento a guardare fuori alla finestra. Lei non disse nulla, prese la giubba che lui aveva lasciato sulla sedia, con attaccate le medaglie del regno di Eraklyon, e guardò quelle stelline cercando di riflettere sulle parole da usare. "Brandon, devo dirti una cosa." Lui si voltò verso di lei.
"Non ci crederai, ma sta nevicando."
"Cosa?!" La fata corse alla finestra e, quando vide con i suoi occhi la neve cadere, si coprì la bocca con una mano, sconvolta. Si voltò verso di lui e, cercando di stare calma, disse: "Okay, questo è davvero più di quanto mi aspettassi. Brandon, ti devo dire una cosa importante."
"Sì, questo me l'hai già detto e così mi fai preoccupare... stai bene? Hai qualche problema con la tua magia? Sei stata strana tutta la sera, e sei andata da tua madre, normalmente non potresti accedere lì." Flora prese un respiro, aprì la bocca per dire qualcosa ma non ci riuscì. "Flora, ora sono preoccupato. Lo sai che puoi dirmi tutto, poi ne parliamo e capiamo cosa fare, e sai che ti amerò sempre..."
"Sono incinta." Confessò lei, tutto d'un fiato, interrompendolo. Brandon cambiò la sua espressione da preoccupata a perplessa.
"Cosa?" Chiese interdetto. "Ma... ne sei sicura? Com'è possibile?"
"B-beh... secondo Martha e secondo mia madre neanche Vymarna può fermare il compiersi del destino, e c'è stata una profezia e... Brandon, riguardava noi e lo sapevamo, e..."
"... aspettiamo un bambino?" Chiese ancora lui, guardandola negli occhi, accennando un sorriso. Flora annuì. Brandon allora, finalmente, sorrise e la abbracciò stretta fino a sollevarla da terra.
"Oh, non ci credo! Non ci credo!" Esclamò lui sorridendo, tenendole il viso fra le mani e guardandola come fosse la cosa più bella del mondo. La baciò tenendola stretta a sé, poi la abbracciò ancora. "Tu non immagini neanche io quanto ti ami." Lei lo baciò, felice. In quel momento però il vento forte aprì la finestra ed entrambi sobbalzarono. Brandon andò subito a chiudere, poi notò che il viso di Flora si era incupito.
"So a cosa stai pensando, ma non adesso. Ti prego, non adesso."
"Ci sto pensando da tutto il giorno in realtà..." Replicò lei con un sospiro, appoggiandosi al tavolo. Brandon le prese il viso con una mano.
"Flora, è il nostro bambino, lo abbiamo fatto noi."
"Ma non avremmo potuto, Vyamarna... beh, lei mi ha messo nelle condizioni di non potere, e lo sai."
"Sì, lo so, ed è per questo che non voglio dare a Lei e alle sue stupide profezie il merito di tutto questo. Flora, ehi, guardami: non è stato concepito soltanto perché compia una profezia."
"E se succedesse qualcosa di brutto? Le profezie portano sempre a qualcosa di brutto."
"Faremo in modo che stavolta non sia così!" Replicò Brandon, convinto.
"Sono preoccupata, ho paura, io..."
"Flora, non credevamo neanche di poterle pronunciare queste parole, e invece guardaci. Ce la caveremo anche stavolta, come abbiamo sempre fatto, e muoverò cielo e terra se sarà necessario, puoi starne certa." Flora gli sorrise accennatamente.
"Continuerò ad essere preoccupata."
"Ed io continuerò a rassicurarti."
"Probabilmente discuteremo."
"Non vedo l'ora." Replicò lui e la strinse a sé, baciandola dolcemente.
Flora riposava la testa sul suo petto mentre erano ormai a letto. Era notte fonda e continuava a nevicare, le strade di Linphea scintillavano al chiaro di luna, ricoperte di neve candida. A Flora era caduta qualche lacrima, pensando al fatto che la guerra contro Zvonimir si portava ancora dietro delle conseguenze e che probabilmente ora si presentava ancora una nuova difficoltà.
"Sono passati due anni da quella guerra eppure il prezzo delle perdite che abbiamo subito si fa ancora sentire." Disse Brandon, mentre con una mano le sfiorava il braccio. "Io... ti capisco. Davvero."
"Se penso a quello che Vymarna ci ha fatto passare... non voglio che gli faccia del male."
"Il fatto è che non possiamo pensarci già da ora. E non voglio dare il merito a Lei o alla profezia se aspettiamo questo bambino. È nostro, e nostro e basta."
"Brandon?"
"Sì?"
"Ti amerò per tutta la vita." Lui sorrise.
"Cosa ho fatto per meritarti?"
"Oh, beh, ti sei dato un bel da fare." Scherzò lei, lui rise. "Quando credi che dovremmo dirlo agli altri?"
"Magari domani alla festa per Musa, che ne dici?"
"L'avevo pensato, ma credo dipenderà un po' dall'atmosfera... ricordi come ci ha trattati Musa prima di partire?"
"Già... pensi che ora stia meglio?"
"Oh, non lo so... penso solo che Musa sia troppo orgogliosa per chiedere aiuto e che invece ne abbia bisogno..."
"Solo gli dei sanno cosa abbia vissuto davvero ad Obsidian." Disse lui amareggiato.
"Domani vado su Zenith, io e Tecna veniamo insieme a Gardenia. Ci vediamo direttamente lì?"
"Sì..." Sospirò. "Come sta?"
"Non la vedo dalla scorsa settimana, ma... non lo so, Brandon, pare che il tempo invece di guarire le sue ferite le abbia peggiorate. Sembra che sia finita in un baratro e non abbia la forza di tendere la mano." Brandon, istintivamente, la strinse più forte a sé.
"Tecna è forte, e vi state dando tutte da fare per lei, e Timmy..."
"Già..." Rimasero per un po' in silenzio, poi Flora disse: "Vuoi esserci anche tu per dirlo a mio padre e a Miele?"
"Li vedi domattina?"
"Sì."
"Puoi dirglielo tu, tranquilla... domani ho una giornata troppo piena e non è giusto farli aspettare."
Non voleva dirle il motivo per il quale aveva una giornata tanto piena il giorno dopo, avevano avuto una notizia fin troppo bella. Di solito si dicevano tutto, ed era sua intenzione farlo, ma quella sera si sarebbe aspettato davvero di tutto, tranne che di lì a nove mesi sarebbero diventati genitori.
Quando Flora andò a casa di suo padre quella mattina, lo raggiunse di fuori e sedette con lui mentre si occupava delle sue azalee. Quando gli diede la notizia, Rodols lasciò immediatamente ciò che stava facendo e la abbracciò e dopo, soltanto dopo lunghi istanti di gioia e commozione, disse: "Quindi questo vuol dire che..." Flora annuì e Rodols, in tutta risposta, si mise a ridere.
"Oh tesoro, non la smetterai mai di sorprendermi! Sapevo che fossi destinata a grandi cose, ma sei riuscita a persino a riportare l'Inverno su Linphea." Le disse, mentre le teneva le mani strette, con gli occhi pieni di goia mentre la guardava con un sorriso dipinto in volto. Ma la giovane fata aveva un'espressione più cupa, e replicò:
"Papà, io... ho paura. Brandon è così felice, ed io lo sono, ma ho come un brutto presentimento... quella profezia... sappiamo come sono le profezie..." Rodols annuì, diventando serio.
"Hai ragione, ma a mie spese ho anche imparato che per quanto possiamo temere il destino questo ci raggiungerà sempre, tutto quello che possiamo fare è accoglierlo con coraggio. Se c'è una profezia non potrai impedire a questa minuscola creaturina che ora porti in grembo di affrontare il mondo intero, ma ciò che potrai fare sarà stargli vicino. Ho capito che era la cosa migliore." Flora lo guardò per un attimo con le labbra che tremolavano dall'istinto di scoppiare a piangere, ma si trattenne e lo abbracciò stretto.
"Ti voglio bene." Gli disse Flora, tenendolo ancora stretto.
"Io di più." Replicò suo padre, accennado un sorriso malinconico.
Miele fu entusiasta e con lei Flora di certo non condivise i suoi timori. La ragazzina, che era già spesso allegra, saltava di gioia. Ma presto sua sorella dovette lasciarla per poter raggiungere Zenith, e Miele la salutò affettuosamente prima di andare, dopo la raccomandazione di non dirlo a nessuno lì su Linphea.
Mentre viaggiava fino al pianeta della tecnologia, Flora pensò alle parole di suo padre e quelle di Brandon. Decise quindi di scacciare quei brutti pensieri, quegli scenari catastrofici che le saltavano alla mente, e si concentrò soltanto sulla grande gioia che aveva nel cuore. S'incamminò verso casa di Tecna, e pensò a quanto fosse curioso che due sentimenti tanto contrastanti potessero convivere nel suo cuore. Era come se esso fosse un lago: una tavola d'acqua sempre calma, sempre ferma. E poi il vento l'agitava, e a volte le foglie ci si poggiavano sopra, ma niente poteva agitare le profondità di quelle acque.
"Ehi." Le disse quando entrò da lei. Tecna le fece un cenno, Flora chiuse la porta alle sue spalle e andò a sedere con lei davanti alla grande vetrata. "Ti ho portato delle margherite, ho pensato a qualcosa di semplice."
"Sono... belle." Replicò Tecna, poggiandole sul tavolo, dopo avergli gettato solo un'occhiata.
"Tecna, tu... tu ti senti scossa?" Chiese la keimerina, seguendola con lo sguardo quando lei sedette. La sua amica la guardò stranita. "Sì, intendo nelle viscere, nel profondo."
"Cosa vuoi che ne sappia?" Domandò lei perplessa. "Flora, non..."
"Come senti il tuo cuore? Lo senti calmo, con soltanto delle foglie che ci galleggiano sopra e un po' di vento che ne scuote la superficie, o ti senti agitata, come un mare in tempesta, dove nulla è mai fermo, ed anche se in superficie sembra che le onde siano piccole, nell'abisso vortici si agitano furiosamente?" Gli occhi di Tecna divennero lucidi.
"Credo tu conosca la risposta." Replicò guardandola e poi abbassando lo sguardo.
"Voglio sentirla da te." Ribattè Flora, tenendo lo sguardo su di lei.
"Mi vedi? Sono ferma, immobile. I giorni mi passano davanti, l'uno dopo l'altro, ed io non faccio neanche un passo, né avanti né dietro. Sono una superficie calma, Flora, ecco cosa sono." Ci fu silenzio, Flora non distolse lo sguardo da lei. "Ma sento di esplodere, va bene?! Prenderei a pugni ogni muro di questa casa! Mi prenderei a schiaffi! Prenderei a calci quel maledetto stregone! Urlerei contro tutto e contro tutti perché non sono felice! E all'inizo era questo, ed ora non lo so più! So solo che non lo voglio! Non voglio questi sentimenti dentro di me! Non voglio sentirmi attanagliata, oppressa, con la mente confusa e il cuore grosso che se tocchi scopri che è vuoto, come un pallone pieno d'aria! Non sono più nulla! La mia vita non significa più nulla! E niente ha più senso ed io sono terribilmente stanca!" Tecna era in lacrime, il suo viso era rosso così come i suoi occhi, sulla sua fronte poteva intravedersi una vena che pulsava. Flora non disse nulla. La giovane continuava a piangere, tenendosi la testa fra le mani. Flora rimase in silenzio, chiamando a sé tutte le sue forze per non piangere per il dolore che provava a vedere la sua amica così. Avrebbe voluto abbracciarla, ma sapeva che non le avrebbe fatto piacere avendo in passato già ricevuto dei rifiuti. Passarono i minuti e Tecna si calmò, si asciugò le lacrime con la mano e, dopo qualche singhiozzo ad occhi asciutti, riprese a respirare normalmente.
"Stasera vedremo Musa." Esordì allora Flora, guardando la sua amica. Tecna le rivolse il suo sguardo solo per un attimo, ma non rispose. "Cosa provi?"
"Oh, non ne ho idea." Rispose la sua amica, alzando gli occhi al cielo amareggiata, quasi come se gli chiedesse aiuto.
"Non vi siete salutate bene un anno fa." Puntualizzò Flora.
"Beh, nessuna delle due ne aveva molta voglia. Musa è cambiata, Flora, ed è ora che ve ne facciate tutte una ragione." Flora teneva lo sguardo su di lei, senza lasciarla da sola neanche un attimo, anche se non si sfioravano nemmeno.
"E tu? Già te la sei fatta una ragione?"
"Quel giorno stesso, ma le altre sono troppo impegnate e tu sei troppo ingenua. Avete tutte dei motivi per non farlo." Flora sospirò debolmente, poi disse:
"Timmy..." Ma non poté continuare perché Tecna la interruppe.
"Non voglio parlare di Timmy." Lo sguardo di Flora espresse il suo dolore, Tecna distolse lo sguardo.
"Beh, allora sarà ora che ti prepari, tra poco dobbiamo andare." Tecna non si mosse. La keimerina allora in quel momento lentamente, come per chiedere permesso, invase la sua zona di comfort e le prese la mano. "Tecna, so che preferiresti di gran lunga stare qui, ma credo davvero che venire ti farà stare bene. Saremo tutte lì e..."
"È quello il problema." Disse la zenithiana, cupa. "Sarete tutte lì, e voi... voi siete tutte delle fate. Non... non riesco a sopportarlo, Flora." Gli occhi le si riempirono di lacrime. Flora le cinse le spalle con un braccio.
"Ehi, ehi, ehi, tranquilla, va tutto bene. Ricorda sempre che prima di essere fate siamo tue amiche."
"Non lo so, io... sento tutte così distanti. Aisha l'ho vista solo un paio di volte, e non parliamo di Bloom e Stella, e Musa... non so se sono pronta a rivederla."
"Tecna," Flora le prese il viso fra le mani e la costrinse a guardarla. "so che credi di essere sola, ma non è così. Forse io e te ci siamo viste più spesso delle altre, ma siamo e saremo sempre tutte amiche. Loro ti vogliono bene tanto quanto te ne voglio io, non pensare neanche per un attimo che non sia così. Hanno dei regni da governare e non è sempre facile conciliare tutto, ma siamo le Winx, e questo non cambierà."
"Ho paura che sia già cambiato." Replicò la sua amica.
Flora rimase seduta in salotto mentre Tecna era in bagno a prepararsi. La grande vetrata le permetteva di vedere tutto Zenith, i suoi grandi edifici e le navicelle che sfrecciavano. Così diverso da Linphea. Lo sguardo di Flora fu rapito da quel caos tanto organizzato. Tecna non riusciva a vedere che lì c'erano persone che l'amavano, che tenevano a lei, perché aveva perso la sua identità, non riusciva a sentire il proprio valore. Ma, anche se le doleva ammetterlo, Flora sapeva che effettivamente con le sue amiche si vedeva molto poco. Le tre sovrane erano tutte estremamente impegnate, e raccontarsi le quotidianità risultava sempre più difficile. Era vero, le cose erano cambiate, ma Tecna aveva bisogno di loro e sapeva che, a modo suo, ognuna si stava impegnando per aiutarla.
-
"Sky, io non ho risposte, mi dispiace." Disse Brandon, abbattuto, sbuffando davanti a quel dossier. Erano nell'ufficio dell'armeria, dopo che ebbero mandato tutti via per poter parlare liberamente.
"Beh, a chi posso chiedere allora?" Replicò il suo amico, nervoso.
"Ehi, calma." Lo ammonì Brandon, rivolgendogli uno sguardo eloquente.
"Lo so, scusami, davvero, perdonami... ma è la seconda fata che viene trovata senza vita e senza ali ed io non posso permettere che questa storia vada avanti."
"Lo so, e sto facendo del mio meglio, devi credermi, ma fare tutto da solo è complicato." Spiegò stancamente.
"Credi ancora di non poterti fidare di nessuno?"
"In questa corte? Su Whisperia c'è gente più fidata... Sky, negli ultimi due anni è cambiato tutto. Sei in pericolo, costantemente, e dopo quello che ho scoperto il mese scorso su Sisley ormai mi rendo conto che nessuno è degno di fiducia. Vivi in un covo di lupi."
"Ma cosa posso fare?"
"Tu niente." Rispose Brandon, scuotendo la testa. "Devi continuare a fingere che vada tutto bene e che non sospetti nulla, prima o poi verranno allo scoperto, e credo di avere delle tracce, ma ora non so più dove guardare..."
"Sì, ma c'è qualcosa che non mi stai dicendo, Brandon." Lo guardò in attesa di una risposta. Lo scudiero, col viso duro, sostenne il suo sguardo ma poi crollò con un sospiro.
"E va bene... ma non è nulla di certo."
"Voglio saperlo lo stesso." Insisté il principe.
"Credo che dietro questa storia con le fate ci sia Barrera." Sky prese un respiro e si passò una mano fra i capelli.
"Cosa te lo fa pensare?" Brandon sospirò e, sbottonandosi i primi bottoni della giubba, rispose:
"Il fatto che è libero già da due anni, e che a queste fate siano state strappate prima le ali e poi siano state uccise. È così che agisce..."
"Beh, allora..." Stava dicendo Sky, ma qualcuno bussò alla porta.
"Un momento!" Esclamò Brandon che in fretta fece sparire i dossier dalla scrivania e coprì la tabella dove teneva i dati appuntati, quindi diede il permesso di entrare.
"Vostra altezza." Salutò il soldato che entrò. "Capitano." Entrambi fecero un cenno.
"Che succede?" Chiese Sky, cercando di mostrarsi calmo.
"La principessa Bloom vi cerca, pare sia urgente. Dice che dovete andare e non riusciva a trovarvi."
"Oh..." Il principe tirò un sospiro di sollievo. "V-va bene, dille che arrivo subito."
Il soldato annuì, batté i tacchi e salutò entrambi prima di lasciare la stanza chiudendo la porta davanti a sé. Sky e Brandon si guardarono.
"Sarà meglio se vada adesso..." Guardò l'orologio. "... caspita, è davvero tardi... ehi, ascolta: sei l'unico di cui mi fido, e so che riuscirai a venire a capo di questa storia. Non ti avrei dato questo peso se non avessi saputo che ne eri in grado, e qui su Eraklyon ormai mi è impossibile pensare a qualcun altro che non sia tu per risolvere questa storia."
"Sta' tranquillo." Replicò Brandon, accennando un sorriso ma con l'aria crucciata.
"Non dimenticare di chiudere a chiave la porta, nessuno deve sapere nulla."
"Non preoccuparti. E prendete la scorta, per favore, io devo prima andare a casa a cambiarmi... se venissi in uniforme Flora non me lo perdonerebbe." Sky annuì con un sorriso e lasciò l'ufficio ma, prima di andare, Brandon diede un'ultima occhiata a quei dossier.
"Ragazze!" Esclamò Flora quando vide le sue amiche entrando nel Frutti Music Bar. La sala era già preparata grazie a Roxy e a suo padre, le amiche si abbracciarono. Tecna però si scostò, le ragazze si gettarono un'occhiata. "Ehm... allora, di Musa sapete niente?" Chiese. Aisha rispose, anche se un po' in imbarazzo:
"Mi ha detto che sarà qui per le otto e mezzo."
"Bene, perfetto." Replicò la keimerina, annuendo con un sorriso. Arrivò anche Martha e lei la salutò, poi però si allontanò per raggiungere Sky, che chiacchierava con Nex ed Helia.
"Ehi." Salutò Sky con un bacio sulla guancia reciproco, poi gli altri. "Perché non è ancora qui?"
"Tranquilla, mi ha detto che sarebbe passato a casa a cambiarsi." Flora sospirò.
"Non credete di star lavorando troppo?"
"Flora," Le disse il principe, con aria serena, poggiandole le mani sulle spalle. "non preoccuparti." Lei scosse la testa, rassegnata ma poco convinta.
"Va bene," Disse la fata. "scusatemi ma vi rubo Helia." Gli fece un cenno, lui la seguì di fuori.
Con un sorriso pieno d'affetto, il bach le chiese:
"Come stai?"
"Sto bene." Rispose Flora, con le mani poggiate sul parapetto in legno del ballatoio del bar; di fronte a loro, dopo una grande distesa di sabbia fredda, il mare. "Sto molto bene. E tu?"
"Me la cavo. Fonterossa è da gestire e la natura... beh, se devo esserti sincero ieri ho trovato una Linphea insolitamente fredda..." La guardò, cercando di decifrare la sua espressione. "Tu...?"
"Ne parleremo dopo. Ma prima volevo chiederti di Timmy." Helia prese un respiro, la guardò. "Helia, hanno bisogno l'uno dell'altra, e così..."
"Timmy non vuole certo allontanarsi da lei." Ribatté Helia, poggiandosi una mano dietro la nuca. "Ma ci sta perdendo la testa per cercare di aiutarla... ormai Judy e Alexander ci hanno rinunciato, e lui si è rintanato nel suo laboratorio."
"Hanno rinunciato?" Chiese la keimerina, dispiaciuta. Helia, amareggiato, strinse le labbra.
"Le vogliono bene, ma ormai sono due anni che fanno ricerche su ricerche e non possono aiutarla... Flora, credo sia il momento di cominciare ad accettare la cosa."
"Ma... sto dando un'occhiata a dei libri che Avalon mi ha dato e magari..."
"... aggrapparsi a delle false speranze potrebbe essere persino più doloroso." Flora abbassò lo sguardo, poi dopo qualche istante, asciugandosi in fretta la lacrima che le stava scendendo lungo la guancia, guardò il suo amico.
"B-beh, e Timmy? Arriva o no?"
"Sì, ora lo chiamo..." Flora annuì e fece per andare, ma prima si fermò e si voltò verso di lui.
"Helia, se... se avessi bisogno di aiuto, se ci fosse anche un solo modo per aiutare Tecna, io..."
"... lo so." Continuò lui quando lei lasciò cadere la frase. Accennò un sorriso, lei strinse le labbra, amareggiata, e tornò dentro. Raggiunse le sue amiche, ma Tecna dopo poco andò a sedersi in disparte. Quando Brandon arrivò, dopo circa mezz'ora, Musa ancora non si era vista, mentre Timmy arrivò quasi in contemporanea al suo amico.
"Ho fatto tardi, lo so, mi dispiace..." Disse a Flora, dandole un bacio sulla guancia. "... ma Musa?" Chiese poi, alzando lo sguardo verso gli altri, tenendo Flora stretta con un braccio intorno alle spalle.
"Le abbiamo mandato un messaggio, dice che ha fatto tardi." Borbottò Bloom. Il tempo passò, e gli amici lo impiegarono a chiacchierare, e poi mangiarono qualcosa. Timmy e Tecna si dissero poco, e la giovane rimase in silenzio per il resto del tempo, mentre Timmy fu completamente preso dai suoi amici che ultimamente lo vedevano troppo poco. Notarono come Morgana non fosse stata menzionata da Roxy in alcun modo e che ancora non era tornata al Frutti Music Bar, quindi dedussero che gli attriti tra lei e sua figlia erano ancora presenti. Gli amici si aggiornarono sulle novità, e poi, quando ormai qualcuno cominciava a sbadigliare, si resero conto che ormai era tardi.
"Oh, è Musa!" Esclamò Aisha, guardando il telefono. Non disse altro, ma rimase a fissare lo schermo.
"Allora?!" La incalzò Stella, impaziente.
"Dice che non verrà... pare che abbia avuto un contrattempo." Spiegò Aisha, basita. Guardò i suoi amici, tutti erano stupiti e amareggiati.
"Diciamo che questa poteva risparmiarsela." Disse poi Nex, rompendo il silenzio. "Oh, non guardatemi così: lo state pensando tutti! Non la vediamo da più di un anno, e prima che partisse non è stata certo miss Simpatia, ma ora addirittura darci buca così!"
"Beh, io direi di andare, non credete? Si è fatto tardi." Disse Sky, gli altri furono d'accordo e raccolsero le loro cose.
"Aspettate!" Li fermò Flora, con un sorriso, emozionata. "Prima che andiate Brandon e io dobbiamo dirvi una cosa." Gli amici dunque prestarono loro attenzione. Brandon, con le mani poggiate sulle spalle di Flora, disse:
"Volevamo aspettare che ci foste tutti, ma la serata è andata come è andata..." Flora alzò lo sguardo verso di lui. "Muori dalla voglia di dirlo tu, quindi dillo tu." Disse Brandon, a cui era impossibile trattenere quel sorriso.
"Aspettiamo un bambino." Rivelò quindi Flora, eccitata. Furono tutti stupiti e andarono subito ad abbracciarli. Aisha, con le lacrime agli occhi, chiese:
"Com'è possibile?"
"Beh, sai, tutta la faccenda delle api e dei fiori..." Scherzò Nex, ma Flora scosse la testa e rispose:
"È destino, e neanche Vymarna può impedirlo." Gettò un'occhiata a Martha e questa le sorrise.
"Ragazzi, una cosa importante," Disse Brandon, serio. "non deve saperlo nessuno, o almeno non per ora. Lo sanno solo Rodols e Miele, ed ora voi, ma non dovete farne parola, neanche per sbaglio, neanche per pettegolezzo, va bene?"
"Va bene, ma perché?" Chiese Stella.
"Perché potrebbe essere pericoloso." Rispose Brandon, e Flora lo guardò con riconoscenza. "Lui è l'Inverno, e non sappiamo se questa cosa, beh... c'è una profezia e fin quando non ne capiremo di più non vogliamo che la prima strega di turno faccia qualche malsano pensiero."
"Quindi la profezia sull'Inverno... e voi... oh..." Borbottò Stella, unendo i punti.
"Beh, siete una keimerina e un umano la cui essenza appartiene alla Natura, non so perché ma non mi sorprende che l'Inverno nasca proprio da voi." Affermò Martha, divertita. "Ma Flora e Brandon hanno ragione: ragazzi, questa cosa per ora non si deve sapere."
"State tranquilli." Assicurò Bloom.
"Non ci credo che sarò zia!" Esclamò però Aisha, abbracciando ancora Flora.
Tornarono tutti a casa e la notizia che avevano ricevuto dai loro amici permise loro di essere gioiosi nonostante il risvolto della serata. Mentre erano in auto, Brandon si accorse del troppo silenzio della sua fata e capì che qualcosa la impensieriva.
"Cosa c'è?" Chiese, gettandole solo uno sguardo veloce. Lei si voltò verso di lui.
"Credo che Helia stia preparando un incantesimo per aiutare Tecna."
"Oh... e...?"
"E non lo so, ho provato a fargli capire di mettermi al corrente ma non l'ha fatto e la cosa mi preoccupa."
"Magari lo sta preparando da solo perché la sua magia è abbastanza e non vuole farti preoccupare... dopotutto sei quella che è stata vicina a Tecna più di tutte."
"Sono sua amica."
"Sai cosa voglio dire."
"Sì, lo so, ed è curioso che tu lo dica perché Tecna oggi mi ha parlato: dice che non sente le ragazze vicine come prima."
"Vedi? Già so cosa pensi di dirmi prima che tu me lo dica." Flora rise. Arrivarono a casa, il vialetto era ricoperto di ghiaccio. I due si gettarono un'occhiata e sorrisero. Mentre si preparavano per la notte, la keimerina, con un sospiro amareggiato, disse:
"Mi dispiace molto per Musa."
"Chissà cosa la spinga a tanto, e chissà dov'è ora... non aveva proprio voglia di stare con noi, e siamo suoi amici... spero che almeno sia in buona compagnia." Rifletté Brandon, stringendo le labbra, dispiaciuto. Seguì Flora con lo sguardo, poi lei lo raggiunse.
"Cosa c'è?" Chiese la fata, notando quello sguardo su di lei e un sorriso appena accennato.
"Sei bella. E ha ripreso a nevicare. E sei bella, tanto, tanto bella." La keimerina gettò un'occhiata di fuori, notando la neve che cadeva, con un gesto spense le luci e si lasciò andare tra le braccia del suo soldato.
Musa, dal canto suo, era su Calidium, senza alcun rimorso per aver dato buca ai suoi amici. Beveva qualcosa in solitudine, in un locale molto più squallido di quelli che aveva frequentato durante la sua tournée, ma non le importava. In realtà, non sapeva esattamente cosa le importava. Non le sembrava che poi l'universo le chiedesse di tornare dai suoi amici, né che passasse al lato oscuro. Non lo sapeva, non lo capiva. Poi però, in quella confusione, il suo orecchio fu attirato da una conversazione che faceva il nome di una persona che conosceva: Logan Bravo.
Musa si voltò per un attimo, erano degli uomini che parlavano e il suo sguardo si posò per un attimo su uno di loro, il cui viso era segnato da una cicatrice. Ebbe paura e in fretta andò via senza dare nell'occhio. Nessuno l'aveva notata, erano troppo impegnati a parlare d'affari. 
Un uomo di mezz'età, così come Musa aveva sentito quel nome e la sua attenzione era stata catturata. Si alzò e andò a sedersi con loro: era chiaro che quella sera avrebbe concluso un buon affare.


Coucou mes merveilleux germogli di lullabea!! Finalmente ci ritroviamo!!💗💗💗💗
Oh, sono così felice di poter pubblicare questa nuova storia e davvero emozionata! Stiamo intraprendendo una nuova avventura e voi siete i miei compagni di viaggio più amati!
Innanzitutto, grazie per essere qui, grazie per come avete voluto continuare con me quest'avventura, e grazie per le recensioni sulla precedente, così come i numerosi messaggi privati che hanno riempito il mio cuore di brillibrilli!!💗💗💗💗💗💗💗
Quindi, eccoci qui, come da voi richiesto e per piacere mio!
Sono passati due anni dalle vicende di "Bocciolo d'Inverno", ma è chiaro che le conseguenze di quella guerra sono ancora pesanti.
Vediamo una Tecna ancora troppo abbattuta e con troppa poca speranza, lontana da Timmy e dalle sue amiche, mentre una Musa confusa più che mai, con un cuore che non sa da che parte stare.
Lo so, non abbiamo approfondito bene per tutti, ma questo è solo il primo capitolo.
Nel frattempo però, come ogni buon primo capitolo che si rispetti, ecco lanciate le nostre bombe: un cacciatore di fate si aggira su Eraklyon, e Brandon e Flora aspettano un bambino!
Beh, c'era da pensarlo con tutta la faccenda della profezia...
Non dico altro o rischierei di fare spoiler, ma muoio dalla voglia di sapere cosa ne pensate! Sono troppo impaziente, spero davvero che come primo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete nella lettura!❤
Gli aggiornamenti ci saranno ogni due settimane e non vedo l'ora che leggiate il resto: ci saranno... beh, non posso dire cosa, ma credo apprezzerete, spero...
Okay, giuro che è tutto. Vi voglio bene, davvero bene, e sono trepidante sperando che apprezziate questo capitolo e questa nuova storia!
Vi mando un bacio,
Vi strAmo,
xoxo Florafairy7 


 
   
 
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