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Autore: daniverse    04/10/2019    3 recensioni
⤿ { vaniglia!centric ❀ modern au ❀ scritta per il #writober 2019 indetto da Fanwriter.it }
«Ora posso aprire gli occhi?» chiese ridendo, nell’attesa che le dita del ragazzo abbandonassero il suo viso in una carezza leggera.
«Non ancora» decise Jim, che aveva altri piani per lei.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Burium, Vaniglia Periwinkle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a mia sorella,
soprattutto la parte finale.
Lei capirà.

Celebrando successi,
conserva nel cuore il ricordo

Con la mano di Jim a impedirle di sbirciare, Vaniglia riconobbe lo scatto sobbalzante della serratura. A passo incerto si lasciò guidare, percependo la morbidezza di uno zerbino sotto i piedi e il tintinnio cristallino del sonaglio a vento contro la porta: erano a casa, e quella situazione la divertiva parecchio.
«Ora posso aprire gli occhi?» chiese ridendo, nell’attesa che le dita del ragazzo abbandonassero il suo viso in una carezza leggera.
«Non ancora» decise Jim, che aveva altri piani per lei. Con delicatezza, prendendola piano per il polso, la condusse per lo stretto tinello senza preoccuparsi delle scarpe e delle impronte che avrebbero lasciato alle loro spalle; fuori pioveva ma nei loro cuori splendeva il sole, e il sorriso che danzava sulle labbra di Vaniglia valeva quel piccolo inconveniente.
Jim si fermò dopo qualche passo, forse all’ingresso del salottino: quando lasciò la presa, sfiorando con la punta delle dita il dorso della sua mano, Vaniglia sentì il cuore balzarle in petto – non ci aveva ancora fatto l’abitudine, a quell’amorevole devozione nei suoi confronti, nemmeno dopo tutti quegli anni. «Che succede?» domandò curiosa, percependo Jim avvicinare i loro volti prima di lasciarle un bacio veloce sulla guancia.
«Abbi pazienza», sembrò sorriderle, «e non guardare.»
Vaniglia sbuffò bonariamente. Proprio non riusciva a rimanere seria, tantomeno innervosirsi per tutta quella segretezza. «Per quanto ancora? Jim, cos’hai combinato?»
Lo sentì ridacchiare a pochi passi da lei mentre accendeva la luce, ma fu l’improvvisa eco di un movimento brusco e l’improperio mormorato a mezza voce che subito ne seguì a dirigere l’attenzione di Vaniglia verso un punto preciso della stanza; con le sopracciglia corrugate nonostante gli occhi chiusi inclinò il capo. Che fosse…
Presto le mani di Jim tornarono a posarsi sulle sue palpebre, questa volta spuntando da oltre le sue spalle. L’aveva raggiunta in silenzio e ora la sospingeva piano verso il centro della stanza.
«Cosa sta—»
«Ora!»
Quando i palmi di Jim scivolarono leggeri sui suoi avambracci e il fragore di battiti di mani e coriandoli sparati in aria riempirono le sue orecchie, Vaniglia spalancò finalmente gli occhi: Pervinca e i loro genitori, Grisam, Shirley e Flox insieme alle rispettive famiglie se ne stavano stipati nel piccolo salotto, radiosi ed entusiasti per qualcosa che solo Vaniglia sembrava non capire.
«Ma—» obbiettò confusa, pur sorridendo quando Flox corse ad abbracciarla, «Ragazzi, che succede? Cosa mi sono persa?»
Pervinca le si avvicinò con il suo miglior ghigno sul volto, dunque le diede una bella pacca sulla spalla. «Congratulazioni per la pubblicazione del tuo libro, sorellina!»
In quel momento Vaniglia capì, e ammutolita si voltò verso Jim. Lui se la rideva, l’orgoglio evidente nello sguardo bruno. «Glielo hai detto!» esclamò lei, rossa in volto per l’imbarazzo (e commozione, forse mista a sorpresa?). «Tu… glielo hai detto!»
Jim alzò le mani in segno di resa ma fu Grisam, appoggiandosi a lui in una posa comicamente cameratesca, a parlare.
«Pensavi sul serio che avrebbe mantenuto il segreto, Babù?» lo stuzzicò con aria complice, «E poi, volevate davvero festeggiare senza di noi?»
A quel punto Shirley s’avvicinò e Vaniglia, libera dalla stretta di Flox, si lasciò abbracciare anche da lei. «Sono molto felice per te» mormorò la ragazza, «Mi lascerai illustrare qualcuno dei tuoi racconti, vero?»
Se non fosse stato per il clima di allegria che animava il salottino, Vaniglia sarebbe di certo scoppiata a piangere. Pervinca fu lesta a notare la lacrima natale all’angolo dell’occhio, ma non disse nulla: le passò invece il braccio intorno alle spalle, sorridendo con la fierezza tipica del suo cipiglio deciso.
«Per fortuna che non sospettavi nulla, Babù, sebbene qualcuno abbia quasi rischiato di farci scoprire» le rivelò scoccando un’occhiataccia in direzione di Flox, che alzò gli occhi al cielo.
«Non è colpa mia se non so come funzioni quei… cosi!»
Vaniglia l’osservò divertita. «Quali cosi
«Gli sparacoriandoli» rispose Pervinca, ancora più compiaciuta dalla comicità della situazione. «Scema d’una Flox.»
Dinanzi l’irritazione della ragazza fu difficile trattenere le risate, che scemarono solo quando Dalia e Cicero si fecero strada verso il gruppetto. Le gemelle si lanciarono uno sguardo d’intesa: se qualcuno avrebbe pianto quella sera non poteva essere che loro padre, per quanto fosse evidente il suo sforzo nel trattenere le lacrime.
«La mia bambina» disse infatti, abbracciando Vaniglia per un breve istante.
«Siamo così fieri di te» proseguì Dalia nel lasciarle un buffetto sulla guancia. «Jim era al settimo cielo quando ci ha detto del colloquio con la casa editrice, avresti dovuto vederlo! Ma a proposito», si chiese guardandosi intorno, «dov’è finito? Dovresti ringraziarlo.»
La sua voce giunse pacata dalla cucina, ma quando emerse dal corridoio tra le mani reggeva una bottiglia di champagne. Grisam, dietro di lui, portava invece un vassoio pieno di bicchieri che posò sul tavolo. «Eccomi, signora Dalia» si annunciò Jim, e sorrise porgendo il vino a Vaniglia. «È l’ora del brindisi.»
Impacciata, se lo rigirò tra le mani. «Devo stapparlo io?»
Jim rise. «E chi altro?»
Con pazienza le insegnò come allentare il sigillo, la presa da tenere e l’angolazione verso la quale puntare il collo della bottiglia senza che si rischiasse di ferire nessuno: un boato secco, netto, risuonò nel silenzio della solennità di quel momento. L’istante successivo stavano già tutti applaudendo per la seconda volta al suo successo e Vaniglia, con le mani tremanti dall’emozione, si prodigò con l’aiuto di Jim a versare del vino a tutti. Per ultime rimasero lei e Pervinca, ritiratesi in un angolo del salottino per non essere disturbate.
«Sei felice, Babù?»
«Come non potrei» sorrise Vaniglia, e lo pensava davvero. Le bollicine nel bicchiere esplodevano senza far rumore, effervescenti come quella serata di rumorosa commozione; le osservò pensosa. «Chissà come sta Felì.»
Pervinca scrutò oltre la finestra, che rimasta spalancata proiettava la luce della stanza nella notte buia. «Me lo chiedo anche io» rispose semplicemente. Per un istante nessuna delle due disse nulla, finché il tintinnio di un vetro contro l’altro non riscosse Vaniglia dai suoi pensieri.
Lo sguardo di Vì era caldo, pieno d’un affetto che in quel momento i suoi occhi irradiavano senza remore. «A Felì.»
Sollevando a sua volta il bicchiere, la gemella annuì all’accenno di quei ricordi felici. Forse crescere non era poi così male, se bastava chiudere gli occhi per ritornare indietro.
Vaniglia sorrise.
«A Felì.»

Angolo delle Primule.
Li amo li amo li amo li amo. Chi, vi starete domandando? Ma tutti loro, naturalmente! Non credevo che Fairy Oak potesse mancarmi così tanto fino a che non mi sono messa a scrivere questo testo che, davvero, non mi aspettavo si trasformasse in oneshot (anche se forse un po’ ci speravo, eheh). Devo dire che sono molto contenta del risultato finale; sì, questo writober mi sta facendo proprio bene. Scrivere di Vaniglia, poi, il personaggio che più ho adorato in questa serie – quello in cui mi rispecchio maggiormente, che ha significato così tanto per me e che, mi piace pensare, mi abbia avviato a una possibile “carriera” nella scrittura – è un’emozione indescrivibile. Chi ce la fa ad aspettare l’anno prossimo per la sorpresa che Elisabetta Gnone ha da riservarci? Forse nel frattempo è il caso che riprenda in mano i libri; così, per rinfrescare la memoria…
Prima di dileguarmi, vorrei spiegare la menzione finale di Felì. Questo è chiaramente un
alternative universe ambientato in un setting moderno, quindi a che pro parlare di una fata che, in teoria, non dovrebbe esistere? Perché sono una persona emotiva nonché l’autrice, ah!, quindi un riferimento alla nostra creatura magica preferita era più che doveroso. Nell’ottica di questa storia potete pensare a lei come un’amica immaginaria delle gemelle, o la loro babysitter di quand’erano piccole, o un cucciolo che hanno amato fin dalla tenera età. A voi la scelta! E mille ringraziamenti per essere passati per di qua.

daniverse

   
 
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