Dedicata
a mia
sorella,
soprattutto
la parte finale.
Lei
capirà. ♥
Celebrando
successi,
conserva
nel cuore il ricordo
Con
la mano di Jim a impedirle di sbirciare, Vaniglia riconobbe lo scatto
sobbalzante della serratura. A
passo incerto si lasciò guidare, percependo la morbidezza
di uno
zerbino sotto i piedi e il tintinnio cristallino
del sonaglio a vento contro la
porta:
erano
a casa, e quella situazione la divertiva parecchio.
«Ora
posso aprire gli occhi?» chiese ridendo,
nell’attesa
che le dita del ragazzo abbandonassero il suo viso in
una carezza leggera.
«Non
ancora» decise Jim, che aveva altri piani per lei. Con
delicatezza, prendendola piano per il
polso,
la condusse per lo stretto tinello
senza preoccuparsi delle scarpe e delle impronte che avrebbero
lasciato alle loro spalle; fuori pioveva ma nei loro cuori splendeva
il sole, e il sorriso che danzava sulle labbra di Vaniglia valeva
quel piccolo inconveniente.
Jim
si fermò dopo qualche passo, forse all’ingresso
del
salottino: quando lasciò la
presa, sfiorando con la punta delle dita il dorso della sua mano,
Vaniglia sentì il cuore balzarle in petto – non ci
aveva ancora
fatto l’abitudine, a quell’amorevole devozione nei
suoi
confronti, nemmeno dopo tutti quegli anni. «Che
succede?» domandò
curiosa, percependo Jim avvicinare i loro volti prima di lasciarle un
bacio veloce sulla guancia.
«Abbi
pazienza», sembrò sorriderle, «e non
guardare.»
Vaniglia
sbuffò bonariamente. Proprio non riusciva a rimanere seria,
tantomeno innervosirsi per tutta quella segretezza. «Per
quanto
ancora? Jim, cos’hai combinato?»
Lo
sentì ridacchiare a pochi passi da lei mentre accendeva la
luce, ma fu
l’improvvisa eco di un movimento brusco e
l’improperio mormorato
a mezza voce che subito ne seguì a dirigere
l’attenzione di
Vaniglia verso un punto preciso della stanza; con le sopracciglia
corrugate nonostante gli occhi chiusi inclinò il capo. Che
fosse…
Presto
le mani di Jim tornarono a posarsi sulle sue palpebre, questa volta
spuntando da oltre le sue spalle. L’aveva raggiunta in
silenzio e
ora la sospingeva piano verso il centro della stanza.
«Cosa
sta—»
«Ora!»
Quando
i palmi di Jim scivolarono leggeri sui suoi avambracci e il fragore
di battiti di mani e coriandoli sparati in aria riempirono le sue
orecchie, Vaniglia spalancò finalmente
gli occhi: Pervinca e i loro
genitori, Grisam, Shirley e Flox insieme alle rispettive famiglie se
ne stavano stipati nel piccolo salotto, radiosi ed entusiasti per
qualcosa che solo Vaniglia sembrava non capire.
«Ma—»
obbiettò confusa, pur sorridendo quando Flox corse ad
abbracciarla,
«Ragazzi,
che succede? Cosa mi sono persa?»
Pervinca
le si avvicinò con il suo miglior ghigno sul volto, dunque
le diede
una bella pacca sulla spalla. «Congratulazioni
per la pubblicazione del tuo libro, sorellina!»
In
quel momento Vaniglia capì, e ammutolita si voltò
verso Jim. Lui se
la rideva, l’orgoglio evidente nello sguardo bruno.
«Glielo
hai detto!» esclamò
lei, rossa in volto per l’imbarazzo (e commozione, forse
mista a
sorpresa?). «Tu… glielo hai detto!»
Jim
alzò le mani in segno di resa ma fu Grisam, appoggiandosi a
lui in
una posa comicamente cameratesca, a parlare.
«Pensavi
sul serio che avrebbe mantenuto il segreto, Babù?»
lo stuzzicò con aria complice, «E
poi, volevate davvero festeggiare senza di noi?»
A
quel punto Shirley s’avvicinò e Vaniglia, libera
dalla stretta di
Flox, si lasciò abbracciare anche da lei. «Sono
molto felice per te» mormorò
la ragazza, «Mi
lascerai illustrare qualcuno dei tuoi racconti, vero?»
Se
non fosse stato per il clima di allegria che animava il salottino,
Vaniglia sarebbe di certo scoppiata a piangere. Pervinca fu lesta a
notare la lacrima natale all’angolo dell’occhio, ma
non disse
nulla: le passò invece il braccio intorno alle spalle,
sorridendo
con la fierezza tipica del suo cipiglio deciso.
«Per
fortuna che non sospettavi nulla, Babù, sebbene qualcuno
abbia quasi
rischiato di farci scoprire» le
rivelò scoccando un’occhiataccia in direzione di
Flox, che alzò
gli occhi al cielo.
«Non
è colpa mia se non so come funzioni quei…
cosi!»
Vaniglia
l’osservò divertita. «Quali
cosi?»
«Gli
sparacoriandoli» rispose
Pervinca, ancora più compiaciuta
dalla comicità della situazione. «Scema
d’una Flox.»
Dinanzi
l’irritazione della ragazza fu difficile trattenere le
risate, che
scemarono solo quando Dalia e Cicero si fecero strada verso il
gruppetto. Le gemelle si lanciarono uno sguardo d’intesa: se
qualcuno avrebbe pianto quella sera non poteva essere che loro padre,
per quanto fosse evidente il suo sforzo nel trattenere le lacrime.
«La
mia bambina» disse infatti, abbracciando Vaniglia per un
breve
istante.
«Siamo
così fieri di te» proseguì
Dalia nel lasciarle un buffetto sulla guancia. «Jim
era al settimo cielo quando ci ha detto del colloquio con la casa
editrice, avresti dovuto vederlo! Ma a proposito»,
si chiese guardandosi intorno,
«dov’è
finito? Dovresti ringraziarlo.»
La sua voce giunse pacata dalla cucina, ma quando emerse dal corridoio tra le
mani reggeva una bottiglia di champagne. Grisam, dietro di lui,
portava invece un vassoio pieno di bicchieri che posò sul
tavolo.
«Eccomi,
signora Dalia» si
annunciò Jim, e sorrise porgendo il vino a Vaniglia.
«È
l’ora del brindisi.»
Impacciata, se lo rigirò tra le mani. «Devo
stapparlo io?»
Jim
rise. «E
chi altro?»
Con
pazienza le insegnò come
allentare il sigillo, la presa da tenere e l’angolazione
verso la
quale puntare il collo della bottiglia senza che si rischiasse di
ferire nessuno: un boato secco, netto, risuonò nel silenzio
della
solennità di quel momento. L’istante successivo
stavano già tutti
applaudendo per la seconda volta al suo successo e Vaniglia, con le
mani tremanti dall’emozione, si prodigò con
l’aiuto di Jim a
versare del vino a tutti. Per ultime rimasero lei e Pervinca,
ritiratesi in un angolo del salottino per non essere disturbate.
«Sei
felice, Babù?»
«Come
non potrei» sorrise Vaniglia, e lo pensava davvero. Le
bollicine nel
bicchiere esplodevano senza far rumore, effervescenti come quella
serata di rumorosa commozione; le osservò pensosa.
«Chissà
come sta Felì.»
Pervinca
scrutò oltre la finestra, che rimasta spalancata proiettava
la luce
della stanza nella notte buia. «Me
lo chiedo anche io» rispose
semplicemente. Per un istante nessuna delle due disse nulla,
finché
il tintinnio di un vetro contro l’altro non riscosse Vaniglia
dai
suoi pensieri.
Lo
sguardo di Vì era caldo, pieno d’un affetto che in
quel momento i
suoi occhi irradiavano senza remore. «A
Felì.»
Sollevando
a sua volta il bicchiere, la gemella annuì
all’accenno
di quei ricordi felici. Forse
crescere non era poi così male, se bastava chiudere gli
occhi per
ritornare indietro.
Vaniglia
sorrise.
«A
Felì.»
→ Angolo
delle
Primule.
Li
amo li amo li amo li amo. Chi, vi starete domandando? Ma tutti loro,
naturalmente! Non credevo che Fairy Oak potesse mancarmi
così tanto
fino a che non mi sono messa a scrivere questo testo che, davvero,
non mi aspettavo si trasformasse in oneshot (anche se forse un
po’
ci speravo, eheh). Devo dire che sono molto contenta del risultato
finale; sì, questo writober
mi sta facendo proprio bene. Scrivere di Vaniglia, poi, il
personaggio che più ho adorato in questa serie –
quello in cui mi
rispecchio maggiormente, che ha significato così tanto per
me e che,
mi piace pensare, mi abbia avviato a una possibile
“carriera”
nella scrittura – è un’emozione
indescrivibile. Chi ce la fa ad
aspettare l’anno prossimo per la sorpresa che Elisabetta
Gnone ha
da riservarci? Forse nel frattempo è il caso che riprenda in
mano i
libri; così, per rinfrescare la memoria…
Prima
di dileguarmi, vorrei spiegare la menzione finale di Felì.
Questo è
chiaramente un alternative
universe
ambientato in un setting moderno, quindi
a
che pro parlare di una fata che, in teoria, non dovrebbe esistere?
Perché sono una persona emotiva nonché
l’autrice, ah!, quindi un
riferimento alla nostra creatura magica preferita era più
che
doveroso. Nell’ottica di questa storia potete pensare a lei
come
un’amica immaginaria delle gemelle, o la loro babysitter di
quand’erano piccole, o un cucciolo che hanno amato fin dalla
tenera
età. A voi la scelta! E mille ringraziamenti per essere
passati per
di qua.
❀ daniverse