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Autore: SuperWhoLock    04/10/2019    1 recensioni
Tutti questi racconti sono stati scritti nei momenti più bui che ho avuto, scritti nell’impeto del momento e usati come ancore che mi hanno impedito di andare alla deriva.
Spero vi piacciano.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre vissuto la mia vita scappando. Non sempre sapevo da cosa.
Per anni, ogni giorno, rifuggivo dalle persone a me più vicine, quelle che conoscevo da una vita. Dal modo in cui agivano, dal modo in cui si relazionavano a me, sentivo di non essere bene accetta.
Mi sentivo la pecora nera: quella che quando è presente fa andare tutto per il verso sbagliato e che quindi, quando non è presente, sa che andrà tutto per il verso giusto. Ho sempre corso, non mi sono mai fermata.
Ma nella mia memoria riconoscevo un tempo in cui non era così, sentivo che c’era stato un momento dove ero ferma, mi beavo semplicemente della presenza dei miei cari. Per anni ho rifugito lo sguardo delle persone per paura di vederci qualcosa che mi avrebbe fatto capire di non essere adeguata. Poi tutto è cambiato.
Dicono che gli occhi sono lo specchio dell’anima e io volevo crederci. Anzi, di più, io volevo appurarlo da me. Da quel giorno, quando una persona mi rivolgeva la parola, la guardavo fisso. Studiavo le cornee, analizzavo le iridi. Vedevo colori diversi, sfumature di colori mai viste prima; anche notando le reazioni alle intensità diverse di luce o la reazione umana davanti alle emozioni provate mi sentivo vuota. Completa di annotazioni, ma persa. Poi un giorno li vidi: due occhi color cioccolato che mi fissavano. Ero destabilizzata. Da ubriaca avevo conosciuto parecchie persone ma in nessuna di esse mi ero sentita così in pace, mi sentivo come se fossi tornata a casa dopo anni passati da eremita in una caverna. Mi avvicinai a quegli occhi, incuriosita e spaventata. E a mano a mano che la distanza diminuiva mi resi conto perché quegli occhi mi davano tutte quelle emozioni.
Vederli da vicino è stato come nascere di nuovo: vi leggevo famiglia, sicurezza, amore incondizionato, tutte le cose che ad un certo punto della mia vita avevo perso e che stavo rincorrendo da tempo immemore. Mi avvicinai per toccare quel viso che mi aveva fatto riscoprire cose che pensavo di aver perso ma sentii solo freddo. Cercai di mettere a fuoco quello che avevo davanti e dalla mia mente appannata percepii quello che avevo dimenticato.
Quelli erano gli stessi occhi che avevo osservato per ore, di cui conoscevo ogni difetto, ogni pagliuzza e ogni sfumatura data dalla luce giusta. Quelli che evitavo da anni. E a quel punto la verità mi colpì duramente e capì cosa avevo perso e che stavo cercando.
Quegli occhi erano i miei.
  
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