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Autore: MilesRedwing    05/10/2019    7 recensioni
"Si, ho scritto io la storia.
E si è in terza persona, preferivate altro?"
Genere: Avventura, Commedia, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knock Out, Megatron, Nuovo personaggio, Starscream
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers: Prime
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La fiera croce di Cybertron, la Nemesis valicava indisturbata i cancelli oscuri posti dal tenebroso Nebula al confine più estremo della morente Tyger Pax, la città martoriata da tutto il conflitto che aveva scosso il pianeta delle ultime due generazioni di digit. Il pozzo dell'allspark, accanto, l'un tempo splendida, furente Altihex si ergevano ancora sicuri ai margini civilizzati del mare di ruggine e dietro di loro, sulla sinistra, dorata, bellissima e centro della sua ricchezza, sfrontata agli occhi di un decepticon, Iacon, la capitale, centro della Resistenza autobot e punto di riferimento ufficiale dei rifugiati, nonché residenza del loro citykeeper, Orion, meglio conosciuto col nome di Optimus Prime.

Tuttavia, vedete, al di là di Uraya, Tarn, Praxus, Polyhex, Nova Cronum, Kaon, Kalis, Hive City, Helix, Gygax, Cyber City, Crystal City e Ankmor, la crudele Vos agli estremi lati delle ultime orbite, quasi nello spazio profondo, dominio dei seeker - come pure tutte le altre meno conosciute che non potremo nominare ancora poiché sotto ricostruzione - una cospicua parte dell'ignaro pianeta, quella più importante, come avrebbe amato rimarcare la protagonista della nostra storia, preferiva restare del tutto estranea alle vicende dei conflitti civili e/o interplanetari che talvolta ricorrevano, alla geografia, all'energon e alle leggende segrete e i taboo ancora in voga su Orion Pax e Megatronus, su Amelia Skyfire, Astrum, Thunder e Skywarp, la squadra scelta di caccia energon, le Creatrici, gli Insecticon e tutte quelle baggianate con cui dal termine dell'ultima guerra i robot più vecchi erano soliti farli ricaricare. Non potevano essere a conoscenza del fatto che perfino la faccenda degli organici era vera, come lo erano quelle del pianeta Terra e dell'Unicron, ma molti di loro erano venuti fuori dal pozzo solo da pochi cicli solari, erano stati creati ad Iacon o peggio ancora erano i discendenti dei sopravvissuti ed erano cresciuti orfani per le macchie.

L'alba filtrava insolente tra le spire di finestre d'acciaio troppo misere per gli alloggi di una regina, lungo le ampie e spigolose fessure del fu "quartier generale" del tremendo Starscream, che altri non era che la sua camerata d'alto ufficiale, una stanza costituita da due vecchie sale d'armi alle quali era stato tolto il muro centrale, ricavandone un unico grande magazzi ... quartier generale, appunto. Le pareti erano alte tanto quanto i corridoi, al contrario di alloggi costretti e sotterranei come il laboratorio e la medbay, residenza di Knockout Mirage, il medico di bordo: tragico che di questi si dicesse fosse passato al nemico dal termine del conflitto terzo, o meglio quello che aveva visto l'Unicron coinvolto o così si diceva.

Il soffitto spiovente ad arco gotico ricadeva impietoso in quattro pilastri posti a ogni spigolo, ciascuno decorato con alabastri serpeggianti sulla colonna, a ricordare impronte di artigli o draghi a spirale. A terra il presente amoreggiava sfrontato con l'antico. Data di ultime missioni, rapporti scadenti, scuse, mappe, richieste di parlamentare, trattati di pace e dichiarazioni di guerra, sparsi ricoprivano il freddo pavimento, fin sotto la scrivania a un lato della camera, che al contrario stranamente appariva di un ordine disarmante. Su di essa quattro piccole figure si stagliavano talvolta in proiezioni olografiche, talvolta in datapad di decoro, con la stessa funzione di quadretti degli umani: la prima raffigurava una seeker bionda, d'aspetto regale e possente, in contrasto con le ottiche sin troppo chiare e i caratteri vispi, Sunstorm, capo di Helix City e seconda erede di Vos, prima gemella della famiglia Skyfire. La seconda per tutto l'opposto, vedeva un mech dalla corazza scura, blu notte, un tratto d'oscurità e malvagità per uno della sua specie, come Thundercracker sicuro era stato, dato che era lo stesso colore dello spazio e quindi implicava non essere visti da velivolo alcuno. Si diceva fosse lui il vero comandante e cecchino del Trio Scelto e si diceva anche avesse giurato vendetta contro tutti i suoi fratelli, energon del suo energon. Ma chi poteva più saperne di lui, dopo la sua dipartita per mano di Megatronus ...

La terza figura ritraeva un mech alto e imponente, ricordava più un autobot che un jet - anche se questo suonava palesemente come un sacrilegio da dire, riguardo Skyfire o Jetfire in persona. Egli veniva annotato nei registri di Iacon come il gran sovrano di Vos, l'arguta, perfidissima capitale del Comando Aereo di Cybertron, sede di tutti i seeker e tutti i traditori e comandanti mai ricordati nella storia dei decepticon. Generale di fregata, di cui si narrava il pugno di ferro perfino riguardo i suoi stretti eredi, che come egli stesso aveva amato osservare aveva tirato su a suon di frusta a prod di energon, era stato lui il fondatore dei gradi del primo trio e di Sunstorm stessa, sua figlia, dopo la triste scomparsa della sua Conjunx Endura, Amelia, detentrice ufficiale della città maledetta e Trypticon Station, prima del suo arrivo. 

Skyfire non era slanciato e stretto, per ragioni di volo come i suoi simili, era color dell'argento di giorno e delle stelle di notte e i suoi cannoni a fusione si raccontava avessero avuto maggiore potenza di quelli di Megatronus, sempre lui "chissà non le avesse pure scritte tutte quelle dicerie?"  Come sprezzante ridacchiava l'ultima nata della si fu casata, che intanto sonnecchiava tranquilla sulla branda in mezzo alla stanza, più un letto matrimoniale che stava usando a proprio piacimento, ignara di Jetsky o Xfire o del pugno di ferro di suo nonno; ma si sapeva, nei confronti altrui a Redwing, piaceva essere modesta. 

Le ali color dell'ametista e le ottiche che viravano tra il grigio più gelido e il verde dei cancelli di Tarn, con la solita sfumata grammatura di rosso, comune ai 'Con, le finiture cobalto, lilla e nere, in fermo con le inserzioni dorate e il serpente a sonagli che aveva sull'ala sinistra, l'unica nipote femmebot ed erede di Starscream Skyfire, appariva come un totale caos di creazione di qualche vorn o poco più, disordinatamente assopito su quel cumulo di reliquie su una branda troppo disordinata per essere chiamata letto nella realtà degli eventi, il cui frame imprese sconsiderate, non grandi cose, malevolenza prometteva, che nullafacenza e brama di doppiezza, non prontezza e lealtà, non eroismo, non autobot, assolutamente no, rimarcava. 

Ma si sapeva, in questo universo, più di qualunque altro, le apparenze ingannavano. 

La quarta figura sulla scrivania del comandante, era la più consumata, probabilmente da ripetuti tocchi e spostamenti nei recenti cicli venuti. Tratteggiava due Vosiani che si abbracciavano o meglio, uno più grande, diciamo di una trentina di vorn, affascinante ed elegante nel tiro, dalle ali color porpora e argento avvolte in un lungo mantello viola, che ne teneva in braccio una piccola, con fare entusiasta e questa a tratti glitchava nell'immagine olografica, forse per via del fatto che l'immagine era stata estrapolata da una registrazione o qualcosa di simile. La piccola creatura insolente, somigliava proprio alla femme addormentata, solo con qualche ciclo in meno, più di uno, certo, gli occhi vispi e le labbra scure e dal sorriso impertinente erano i suoi e le piccole ali adornavano la sua flebile schienuccia mentre era aggrappata al giovane ufficiale che la faceva volteggiare.

Finito l'interesse melenso che sicuro avrete avuto per questo salto nel passato, c'era da puntualizzare che a Redwing delle cianfrusaglie di suo zio piacevano molto i trofei di caccia , appesi ordinatamente anch'essi su degli scaffali appositi sulla parete della nave: conoscendo i suoi gusti bizzarri in fatto di souvenir ve n'erano una marea e parte della camerata ricordava quello che altrove andava sotto il nome di baita da bracconieri, ma il preferito della Cattivella - come la chiamava il proprietario - era il braccio rosso allegato al secondo corno dello stesso colore di un Autobot, il cui nominativo, mai se ne sarebbe dimenticata la giovinastra, strapopolava i racconti millantati del suo affezionato parente, tanto da essere diventato un proverbio tra i seekerini della sua età: "È la tua storia di Cliffjumper" si diceva a qualcuno quando usava vantarsi sempre della stessa qualità. A Redwing vantarsi non piaceva e stranamente questa era una delle pochissime cose che non aveva in comune con Starscream. Non le dispiaceva - come di altre "doti" del secondo in comando della causa che invece poteva dire identiche (tanto che su Vos la chiamavano proprio Starscream più che Skyfire di cognome) perlomeno - avrebbe voluto la sua mira, la sua sicurezza, la sua caparbietà, il suo amor proprio sconfinato e la sua inguaribile dose di soddisfazione personale e assoluta mancanza di onore. Si, per Redwing erano buone prerogative. 

Era anche vero che suo zio era un modello quasi datato a dire il vero, erano eoni che era in circolazione ed era perfettamente normale che ne sapesse più di lei, anzi in un certo qual senso sapeva anche poco per quante ne avesse viste.

In un certo qual senso vista e considerata la sua esperienza ... era un completo idiota.

In un certo qual senso era perfino peggio del famoso Megatronus.

Ma a Redwing non importava cosa rendesse qualcuno "negativo" come dicevano i registri, "positivo" o "affidabile". Starscream era l'unico dei suoi parenti cosiddetti ad averla sempre accudita, in un modo o nell'altro (per sbaglio che fosse) e guerre a parte, naturalmente, ma per lei che era praticamente nata sola - a parte sua madre, ma Sunstorm era un'alta spia, aveva lavorato per ambo le fazioni, crescere anche protoforme le sarebbe stato impossibile - era qualcosa. Era una flebile traccia, zio Star nella sua vita, a dire il vero, un debole codice d'un segnale sui suoi sistemi di rilevamento ...  ma lei per codice genetico era una seeker e non poteva ignorarlo.

E preferiva sicuramente seguire le sue orme che non averne affatto. E di questo nel profondo della sua scintilla era certa.

"Redwing Supernova Skyfire, alzati, scansafatiche!! Non mi posso permettere un parassita a bordo che neanche mi aiuta!!" Risuonò la gracchiante voce del suddetto presente Comandante nel sistema di comunicazione della Nemesis, facendola cadere dal letto e dandole una validissima ragione per rimangiarsi tutti i suoi recenti sviluppi mentali.

"Oh, miliardi di droni, che noia"

Tuttavia, ora che la conoscete anche voi, a Redwing che poteva importare?

  
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