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Autore: coditiemorimur    05/10/2019    1 recensioni
#WRITOBER (fanwriter.it)
One Shot (704 parole) ─ 01 ottobre: "castagne".
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                          Alle mie sorelle, probabilmente due delle persone
più importanti della mia vita.
Non leggerete mai queste parole,
ma vi voglio tanto bene,
anche se lo sapete già.

 

Castagne.

 

“Il tuo compleanno si avvicina.” pronuncia pensierosa, terminando di spazzolare i capelli della bambina ed osservandola attraverso il riflesso dello specchio. L’ha sempre interpretato come un dono, quell’essere madre: un dono concesso a molti, ma un dono ben gestito da pochi, e sebbene possa considerarsi un disastro in mille e più cose, sa almeno di essere stata, e di essere tutt’ora una buona madre; forse non la migliore delle madri, ma in fin dei conti che c’è di male essere parzialmente consapevoli del proprio potenziale?
“Lo so!” trilla la bambina, ciondolando i piedi su quella sedia troppo alta per lei, mentre lo sguardo puntato sullo specchio le permette di poter osservare il viso della sua mamma senza doversi girare e rischiare così di rovinare quella treccia in corso d’opera.
Le sono sempre piaciute le trecce, soprattutto quando dopo un pomeriggio passato al parco l’acconciatura le si ammorbidisce un po di più, permettendo a qualche ciocca di sfuggire via da quell’intreccio per potersi muovere a seconda del vento autunnale. “Io e papà andiamo a raccogliere le castagne domenica pomeriggio! Vorrei raccogliere tuuuuuuutte le castagne del bosco, così possiamo fare la torta più grande del mondo e darla a tutti!” Con le gambe che ora ciondolano con poco più entusiasmo, la bambina continua a sorridere, a guardare sua madre attraverso lo specchio, a godersi quelle coccole mentre immagina il giorno del suo compleanno e… Dio! Vorrebbe davvero che il tredici ottobre fosse vicino, molto più vicino di quanto già lo sia.

Sono passati quasi vent’anni, eppure la casa sembra sempre la stessa. Lo specchio sembra sempre lo stesso, forse un po’ più piccolo, ché in fin dei conti lei è cresciuta, ed insieme a lei, alcune cose sono cambiate. È un altro tredici ottobre, è un anno diverso, eppure, per qualche istante, riesce a sentirsi ancora quella bambina innocente e spensierata di una volta. Quella che correva per tutto il parco, trotterellando qui e lì, e tornando a casa con le guanciotte rosse ed i capelli scompigliati dal vento inaspettato che ti coglie di sorpresa in un pomeriggio di autunno.
Sono passati quasi vent’anni, eppure la casa è sempre la stessa.
Forse è un po’ vissuta.
Forse… Forse è l’aria pre-invernale ad aver assorbito la luce della casa e e ad averla un po’ incupita. O forse è solo una sua impressione.
Sì, sarà solo una sua impressione, niente di più!
Non ha bisogno di nient’altro, lo sa. Ha imparato a saperlo.
Sono passati vent’anni, e c’è solo una cosa che non cambierà mai per davvero in quella casa: l’odore di castagne. Un odore quasi costante, per le quattro donne. Non più una madre e la sua bambina, bensì tre giovani donne e la loro madre. Quattro donne sedute ad un tavolo che ha visto gente andarsene, fermarsi per lungo tempo e poi ripartire; ha visto gente litigare, piangere, ridere, o abbracciarsi. Quattro donne sedute ad un tavolo che sembra aver assistito alla lenta ripresa di una madre non più tanto giovane, quattro donne sedute ad un tavolo che sembra aver assistito ad ogni traguardo tagliato da ognuna di loro. Quattro donne in tutta la loro essenza: belle, distrutte, stanche, e soprattutto più forti di prima.
“Buon compleanno, gioia. Esprimi un desiderio.” Sussurra la madre, e guardandola negli occhi, non sembra poi così invecchiata: i suoi capelli biondi potranno anche avere qualche striatura grigia, ma i suoi occhi verdi sono sempre gli stessi, forse un po’ più tristi da quando si è ritrovata sola. O meglio, da quando ha creduto di essere sola, perché fin quanto avrà le sue tre bambine — indipendentemente dall’età che possano avere — sarà sempre la persona più fortunata del mondo. Ed è questo quello che desidera, la più grande tra le tre giovani donne, nonché la festeggiata: dopo aver guardato anche le sue sorelle più piccole, ha abbassato lo sguardo sulla torta alle castagne, ha chiuso gli occhi, ed ha inspirato un po’ quell’odore che tanto ama — l’odore che associa a casa —, e, trattenendo il fiato, ha espresso il suo desiderio. Non ha desiderato il ritorno di suo padre, non ha desiderato niente che riguardasse lei soltanto. Ha soltanto desiderato che quel tredici ottobre potesse non finire mai.

 

   
 
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