Fumetti/Cartoni europei > Winx
Segui la storia  |       
Autore: FalbaLove    06/10/2019    0 recensioni
Due piccoli occhi grigi,contornati da rughe,fissarono per l'ennesima volta una foto incorniciata malamente e con gli angoli leggermente ingialliti;un sorriso amaro comparve sul suo volto di fronte a quelle tre piccole bambine che,ignare,dormivano beate. All'improvviso il suo cuore ebbe un sussulto mentre prepotentemente si apriva la porta del suo ufficio:con rapidità la donna ripose la cornice in un cassetto spostano il suo sguardo sulla figura che comparve dinanzi a lei.
-Preside Griffin, a cosa devo l'onore?-
-Sapevamo tutte e due che sarebbe giunto questo giorno-commentò inflessibile l'altra. Faraganda si sistemò gli occhiali sospirando:si alzò con estrema calma raggiungendo l'enorme vetrata del suo ufficio.
-Ci pensi ancora? Nel senso se abbiamo fatto la scelta...-
-Giusta?-Faragonda abbassò lo sguardo.
-Forse siamo state stupide a basarci su una profezia-
-O forse no-conclusse la Preside di Alfea.
-Non lo sapremo mai-Faragonda sorrise di fronte alla risposta sconsolata dell'amica.
-Io invece,Preside Griffin,penso che lo scopriremo presto
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bloom, Faragonda, Flora
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Allora ha intenzione di rispondermi oppure no?- gli occhi di un verde brillante della preside continuavano a rimanere fissi come pietrificati scorrendo sulle figure presenti su quella foto:Darcy deglutì a fatica.
-Come ha fatto ad averla?-balbetto completamente assorta la strega.
-L’uomo nella mia testa,è stato lui a farcela avere come incentivo affinché lavorassimo per lui e ora Preside le conviene rispondermi. Perché in quella foto c’è anche lei e cosa sa di noi!-urlò  a pieni polmoni provando ad alzarci dal letto,ma una forte fitta la fece incurvare su sé stessa. La Griffin senza proferire alcune parole circondò il corpo della allieva con le sue braccia aiutandola con estrema dolcezza a risedersi.
-Non mi serve il suo aiuto-sospirò estremamente stanca Darcy. La Preside all’udire di quelle parole fece un passo indietro:le sue dita lunghe scorsero sulla plastica lucida delle foto. Inspirò profondamente stropicciando malamente le sue labbra.
-Lei mi deve delle risposte- a quella frase lentamente annuì.
-Loro sono i nostri genitori?-mormorò a fior di labbra la mora indicando due figure che tenevano in braccio due bambini molto piccoli avvolti da bianche coperte:lo sguardo della Preside ricadde  nuovamente sulla fotografia. Era stata scattata all’interno di un salone e in primo piano vi erano un uomo e una donna:il primo sorrideva divertito alla camera con i suoi grandi baffi neri mentre l’altra era affianco a lui con espressione seria e decisa. Sulla destra la strega riconobbe lei stessa decisamente molto più giovane e con molte rughe in meno. Con una mano cingeva le spalle dell’uomo e con l’altra stringeva forte la mano di un ragazzo alto ed estremamente pallido. Digrignò la mascella appena i suoi occhi si posarono su di lui.
-Sì,sono i vostri genitori-sospirò indicando l’uomo e la donna:i muscoli della ragazza improvvisamente sembrarono rilassarsi.
-Lei come fa a conoscerli?-disse con tono deciso,ma le sue parole morirono nel silenzio più totale. La Griffin si avvicinò adagio alla grossa finestra.
- Si chiamavano Brafilius e Selena:sono stati miei allievi molti anni fa qui a Torrenuvola quando ero ancora una semplice insegnante-
-Si chiamavano?-Darcy iniziò a sudare freddo.
-Sono morti molto tempo fa,poco dopo la nascita tua e di tua sorella-disse con decisione come se avesse paura che la ferita oramai rimarginata si riaprisse. A queste sue parole però non udì più la voce della sua interlocutrice e discretamente le rivolse una veloce occhiata. Darcy era ferma,seduta in mezzo a tutte quelle lenzuola bianche con sguardo fisso sulle sue mani che con forza stringevano la stoffa.
-Come è successo?-
-Un terribile incidente in auto. Una semplice fatalità-continuò quella con un automa iniziando a sudare freddo.
-E invece il ragazzo accanto a lei chi è? Si tratta per caso di un nostro parente?-biascicò con la testa troppo piena di pensieri e il cuore ricolmo di dolore. La Preside a quella domanda scosse la testa con decisione.
-Il suo nome  è Valtor-
-Era il suo fidanzato?- a quella domanda la donna chiuse con dolore gli occhi cercando di reprimere le lacrime.
-Sì lo era-
-Ora dove si trova?-continuò Darcy:la Griffin si passò la foto tra le dita con avidità
-Se ne è andato- concluse con freddezza.
-Tutto questo non ha senso:io e mia sorella abbiamo passato l’intera esistenza a cercare i nostri genitori e non può finire così… non può finire con una morte così stupida! Abbiamo passato l’intera vita a passare da un istituto all’altro buttate come vecchie scarpe per cosa? Per scoprire che siamo realmente delle sporche orfanelle?!-urlò a pieni polmoni la strega dell’Illusione:la Griffin rimase immobile a guardare la tetra scuola che si estendeva oltre la finestra.
-Lei ci sta nascondendo qualcosa  e io lo so! Non può essere tutto qui… No, io non l’accetto!-
-Io ho detto tutto- commentò seria non lasciandole notare un leggero tremolio delle labbra.
-Non può essere. Quell’uomo nella mia testa mi aveva detto che lei non mi avrebbe mai raccontato la verità. Lui lo sapeva che mi avrebbe mentito!- improvvisamente tutti gli oggetti della stanza iniziarono a tremare.
-Smettila immediatamente piccola sciocca. Lo vuoi capire che quell’uomo nella tua testa ha cercato solo di manovrarvi per ottenere la Gemma della Sette Lune?-
-No,non le credo-biascicò quella mentre i suoi occhi iniziarono a scurirsi di nero.
-La verità è un’altra e io e mia sorella la scopriremo-mormorò leccandosi avidamente la labbra.
-E poi la pagherai- Improvvisamente la Preside venne circondata dal buio. Allungò una mano cercandosi di aggrappare al letto,ma cadde violentemente a terra sbattendo la testa.
-Mi ha detto di dirti che nonostante gli anni quando menti continuano a tremarti le labbra- fu l’ultima cosa che udì prima di perdere completamente i sensi.
-Darcy si può sapere che cazzo è successo?!-domandò Stormy quando la sua porta venne spalancata con violenza. Darcy si avvicinò ammiccante a lei accarezzandole dolcemente la guancia.
-Dobbiamo andare-
-Si può sapere dove?-
-Dal nostro padrone-commentò iniziando a ridere  buttandosi alle spalle la foto. Un vento forte spalancò con fragore la finestra della stanza trascinandola con sé mostrando chiaramente che a sinistra della donna la foto era stata malamente strappata.
 
 
 
 
-Come sta?-la voce bassa e calda di Mike accompagnò l’entrata nel piccolo salone di Vanessa:la moglie con lo sguardo basso si sedette sul divanetto accanto al marito.
-Finalmente ha chiuso occhi-commentò cercando di mettere a posto il grembiule malamente spiegazzato:a quelle parole il pompiere non rispose,ma si limitò a girare pagina del giornale.
- È ancora scossa per quello che è successo con Andy-
-Ti ha raccontato cosa è successo?-la fioraia si limitò a scuotere con decisione la testa increspando le labbra e arricciando il naso. Mike sorrise notando il gesto così buffo ereditato anche dalla figlia.
-Forse non dovremmo partire domani per quella fiera dei Fiori- sospirò amaramente
-Vanessa si tratta di un’occasione più unica che rara per fare pubblicità alla tua attività! Non possiamo non andarci- ribattè il marito lasciando andare finalmente l’insieme di pezzi di carta e girandosi verso la mora.
-Ma Mike vedessi come è ridotta. Non me la sento di lasciarla da sola-disse incrociando gli occhi del marito:quello si limitò a sorriderle dolcemente e ad accarezzarle una guancia. Vanessa chiuse lentamente gli occhi beandosi di quel gesto.
-Forse potremmo chiamare Helia- bofonchiò con sguardo vago il biondo. Un sorriso divertito si fece spazio sulla pelle ambrata di Vanessa.
-Come scusa?-domandò.
-Sì insomma per non lasciarla sola-provò quello ad argomentare muovendo freneticamente le braccia:la fioraia sapeva perfettamente quanti dubbi il marito avesse sul ragazzo e quasi pensava di aver sentito male.
-Smettila di fissarmi, questo non cambia il fatto che non mi fido di lui-tagliò corto alzandosi e lasciando alle sue spalle una risatina divertita.
 
 
L’intera nave,eccetto la sala comando,era immersa nel buio: Brandon aveva avvertito il gruppo che erano oramai vicini,ma tutti avevano concordato che sarebbe stato meglio andarsi  a riposare e così si erano lasciati accogliere tra le braccia di Morfeo.  Brandon aveva praticamente cacciato Flora costringendola all’ennesimo sbadiglio ad andare a dormire. Ora con gli occhi assonnati si stava dirigendo alla ricerca di un letto libero. Aveva già aperto una stanza trovando Musa e Tecna dolcemente addormentate ed ora stava cercando solo un posto per risposare. La sua mano scorse delicatamente lungo la maniglia della porta metallizzata. All’interno trovò Stella quasi completamente avvolta dalle coperte:sorrise dolcemente notando la sua aria beata e ringraziò il fato per non averla fatta incontrare con Riven. All’improvviso la mente vagò senza avere il suo permesso e la fata si ritrovò ad arrossire vistosamente.
-Stupida Flora -sussurrò a fior di labbra richiudendo la porta dietro di lei: la Principessa di Solaria sembrò aver udito le sue parole e mugugnò qualcosa. Accorta Flora si adagiò affianco a lei ricevendo ristoro dal calore sotto le coperte.
-Flora sei tu?-una voce impastata dal sonno ruppe il calmo silenzio:Flora udì l’altra rigirarsi nel letto fino a sistemare la sua schiena contro la sua.
-Scusami Stella se ti ho svegliata-
-Non stavo dormendo tanto-tagliò corto la bionda tirando su con il naso.
-Scusami se te lo chiedo ma qualcosa non va?-sussurrò sentendola tremare:senza aspettare alcuna risposta si girò.
-Io… non fa niente,sto bene-Stella si morse con forza le labbra: avrebbe voluto dirle cosa provava dopo Sky, ma si limitò a scuotere con violenza la testa. Lei non era quella ragazza piagnucolona che aveva versato così tante,troppe lacrime per uno stupido ragazzo.
-Lo so che mi stai mentendo,ma se non ne vuoi parlare non ti forzerò-disse con tono fermo e deciso la fata della Natura:la bionda provò a replicare sentendo però le parole morirle in gola. All’improvviso Flora sentì l’amica girarsi.
-Non piangere ti prego-mormorò dolcemente accarezzando i morbidi capelli di Stella:quella si limitò ad affossare la testa sul petto dell’amica continuando a non riuscire a frenare la lacrime che oramai scendevano copiose. Inspirò profondamente sentendo quanto bisogno avesse di quel gesto estremamente delicato e dolce.
-Io sono qui per te, Stella- continuò la mora e forse per la prima volta Stella si accorse che realmente e sincerante qualcuno ci sarebbe stato per lei.
-Sono così  sbagliata-disse continuando a piangere e Flora si limitò a stringerla,se possibile, ancora più forte
-Passerà anche questa,te lo prometto-
-Lo so-furono le ultime due parole che la Fata del Sole e della Luna mormorò prima di addormentarsi con il volto pieno di lacrime e nel cuore un sentimento caldo ed estremamente strano che lo avvolgeva.
 
 
 
Gli occhi anziani scorrevano velocemente lungo tutta la scuola di Alfea:la donna osservava con attenzione ogni singolo centimetro della sua struttura. Il ciacolare femminile accompagnava perfettamente quel mattino di primo autunno. Sorrise osservando le facce stanche,ma felici delle sue allieve. Con un sorriso si diresse verso la sua scrivania sedendosi sulla sedia:di sfuggita osservò il vecchio  orologio situata sul muro. Temporeggiò per alcuni secondi con la mente decisamente altrove.  Ad un certo punto sembrò risvegliarsi come ricordatasi di cosa avesse voluto fare. Tambureggiò sul vecchio legno ed aprì uno dei tanti cassetti della scrivania: il mucchio di cose disordinatamente accatastate la fece sospirare. La sua mano si immerse tra le cianfrusaglie fino a quando non trovò quello che sembrava un grosso libro. Senza esitare lo tirò fuori notando che qualcosa era sfuggito dalle sue pagine svolazzando fino a terra. Si affrettò a raccogliere quel foglio non bene identificato,ma il suo sguardo cambiò radicalmente non appena l’ebbe guardato. Delle scritte blu di pessima grafia le saltarono immediatamente all'occhio:per qualsiasi persona sarebbe risultato difficile identificarle,ma per Faragonda no, quelle poche parole erano state tatuate nel cuore. Con faccia tirata la appoggiò delicatamente sulla scrivania sistemandosi gli occhiali. Deglutì a fatica con un sentimento di dolore che sempre di più si stava inserendo nel suo animo. Improvvisamente il silenzio dell’Ufficio fu spazzato via da un insistente bussare:le dita scorsero velocemente sul foglio riponendolo  frettolosamente nel libro da cui proveniva.
-Preside Faragonda volevo solo avvertirla che Saladin è arrivato e la sta aspettando pronto per partire-
-Grazie Griselda per avermi avvertito –disse decisa riacquistando la sua solita sicurezza. La mora si limitò a un accennato inchino prima di lasciare nuovamente la fata da sola. In fretta rimise nuovamente il libro a suo posto e poi si diresse verso la porta richiudendola dietro di lei con un grande tonfo.
 
 
 
 
 
 
 
 
-Oddio non posso crederci di essere arrivati-sospirò stanca Musa sgranchendosi la schiena:appena mise un piede sul suolo terrestre improvvisò una piroetta.
-Abbiamo viaggiato talmente tanto che ho perso la cognizione del tempo-si lamentò di rimando Timmy.
-Secondo i miei calcoli,che non sbagliano mai,sono esattamente le sette di sera-
-Grazie mille geniaccio,ma io con il mio solo brontolare dello stomaco avrei potuto dirti l’orario e senza tecnologia-la punzecchiò Riven che di rimando ricevette un’occhiataccia dalla fata della Tecnologia.
-Io proporrei di andare  a mangiare:siamo tutti tremendamente stanchi per il viaggio ed è inutile iniziare la missione adesso-propose Brandon cercando di distendere gli animi.
-E lasciare la nave qui? Come facciamo con i terrestri?-
-Musa non ha tutti i torti:un veicolo come questo è difficile da nascondere-disse Flora,ma una risatina divertita si levò.
-Ragazze state tranquille: Fonterossa non è la scuola più Tecnologica per caso-e subito dopo queste parole Timmy tirò fuori un piccolo telecomandino che premette all’istante:Tecna alzò gli occhi al cielo mentre la nave scompariva dinanzi i loro occhi.
-Semplice tecnologia che lavora sui protoni e gli elettroni della materia-
-Ok bella ora vedi di chiudere la bocca-la interruppe Riven.
-Ragazzi direi quindi di fare un giro-si intromise Flora affiancandosi allo Specialista.
-Con te questo e altro- le sussurrò teneramente Riven all’orecchio ricercando la sua mano.
-Muovetevi piccioncini-urlò a pieni polmoni la Fata della Musica e l’intero gruppo prese a camminare accompagnato da risata generale.
 
 
-Allora Bloom sei proprio sicura che non vuoi che restiamo  qui con te?- a quell’ennesima domanda Bloom non poté che alzare gli occhi al cielo:provò a glissare l’ennesima domanda cambiando repentinamente il canale sulla tv.
-Bloom?-
-Si mamma stai tranquilla. Non ho più dieci anni e in più Helia ha detto che passerà le notti qui perciò non ho pericolo di esser rapida dall’uomo nero-ironizzò non sentendo alcuna risata come risposta. I coniugi ancora dubbiosi si guardarono per un secondo per poi rivolgere nuovamente lo sguardo sui capelli rosso fuoco della figlia.
-Allora lo sai che per cena ti ho lasciato …-
-Mamma ti prego,me l’hai già detto una trentina di volte:starò bene- Bloom dopo aver sentito l’ennesimo tono ansioso di sua madre le si avvicinò abbracciandola da dietro.
-So cavarmela da sola-le sussurrò all’orecchio:la donna a quelle parole si girò per fissarla nei suoi occhi blu come il cielo.
-Lo so-sospirò scostandole dolcemente i capelli dal volto.
-Vanessa dobbiamo andare- le due a seguito di quelle parole si sorrisero dolcemente.
-Ci sentiamo più tardi-le mormorò la fioraia schioccandole un delicato bacio sulla fronte. Bloom osservò i suoi genitori prendere le valigie da terra e dirigersi verso l’uscita:fuori,già accesa,li aspettava la loro macchina.
-Ah-all’improvviso il volto di Vanessa si illuminò.
-Bloom stavo quasi per dimenticarmene-disse mettendo la mano nel suo trench e iniziando a cercare qualcosa:la ragazza la osservò tirare fuori un cellulare mai visto prima.
-Dovresti farmi un piccolo favore. Oggi Cindy ha dimenticato il suo cellulare alla serra e mi domandavo se potessi restituirglielo-
-Ma mamma!-provò a replicare la rossa ,ma quella assunse la sua solita espressione.
-La troverai all’ospedale Enchantix questa sera a partire dalle nove. Ti prego Bloom,fammi questa favore e poi non è tanto lontano- un sonore sospiro accompagnò questa sua frase:Bloom iniziò a mangiarsi le unghie nervosamente.
-Eh va bene,ma mi devi un favore-replicò prendendo quell’oggetto e posandolo vicino alle chiavi.
-Magari potresti chiedere ad Helia di accompagnarti-
-Va bene mamma,ma ora vai che papà ti sta aspettando in macchina-provò a interromperla  spingendola verso la porta.
-Lo sai che sei una figlia perfetta?-
-Lo so- replicò divertita osservandola allontanarsi.
 
 
 
-Che ne dite di mangiare qui?-appena Timmy parlò l’intero gruppo smise di camminare:i loro sguardi si posarono sulla grande insegna luminosa che rendeva meno tetro il buio che sempre più velocemente si stava impossessando della città.
-Per me va bene-disse Brandon
-Fruits Music Bar… beh è davvero un nome originale-commentò Riven divertito.
-Ehi ragazzi ben arrivati!-una voce calda e accogliente fece sobbalzare tutti:l’uomo si grattò la testa nervosamente.
-Oddio scusatemi tanto,non volevo spaventarvi. Mi chiamo Klaus e sono il proprietario del locale-disse l’uomo.
-Vi va di entrare?-
-Certo!-commentarono tutti in coro.
-Wow questo locale è stupendo!-mormorò a fior di labbra Flora una volta dentro:i suoi occhi viaggiarono per l’intera struttura notando che però Musa si era fermata a guardare un’unica cosa.
-Non ci posso credere … un palco!-urlò entusiasta.
-Il nostro locale offre anche musica dal vivo tutte le sere-la interruppe il proprietario e a Musa le si illuminò lo sguardo.
-Scusatemi ragazzi,ma vado a vederlo da vicino-disse allontanandosi velocemente.
-Ehi Flora ti andrebbe di fare una passeggiata?- commentò Riven indicando con lo sguardo il bellissimo giardino che si intravedeva dall’altra uscita. La fata si morse nervosamente le labbra.
-Prometto di fare il bravo-aggiunse e una leggera risata uscì dalla sua bocca.
-Va bene-gli rispose sorridendo dolcemente.
-Io scusatemi,ma vado alla ricerca di una connessione migliore- tagliò corto la fata della Tecnologia non alzando gli occhi dal suo telefono.
-Vengo con te!-urlò subito di rimando Timmy correndole dietro evidentemente non udito dalla ragazza.
-Quel ragazzo è senza speranze-mormorò divertito Sky,ma appena il suo sguardo si scontrò con quello della bionda si silenziò immediatamente.
-Che ne dite di provare qualcosa al bar?-disse imbarazzato il biondo percependo una certa tensione tra i due:cercò con lo sguardo quello del migliore amico,ma lo trovò intento a guardare a terra pensieroso.
-Scusami Brandon ma non sono dell’umore giusto-sussurrò con voce strozzata dal pianto Stella correndo via.
-Amico posso sapere  cosa hai combinato?-domandò stizzito
-Dopo ti spiegherò tutto- tagliò corto l’alto correndo dietro alla bionda.
-Bene immagino che dovrò bere qualcosa solo soletto- sospirò oramai da solo lo Specialista guardandosi intorno :tanti tavoli erano occupati da terrestri che sembravano tutti divertirsi molto. All’improvviso intravide nella terrazza un tavolino libero e si avvicinò ad esso.
-Ehi ciao-una voce squillante,ma amichevole lo fece voltare una volta seduto.
-Ciao ci conosciamo?-rispose di rimando a quella ragazza dalla strana capigliatura fucsia:lei di risposta sembrò arrossire leggermente.
-No io sono Roxy cioè volevo dire che sono la cameriera- bofonchiò goffamente allungandogli quello che sembrava un menù plasticato:nel gesto però fece cadere la candela decorativa sul tavolo.
-Oddio scusami tanto-mormorò piegandosi immediatamente a terra per raccoglierlo,ma anche lo specialista ebbe la stessa idea e i due finirono per scontrarsi  con le teste.
-Sono mortificata-replicò di rimando osservando lo sconosciuto massaggiarsi la testa.
-Tranquilla è tutto a posto-commentò l’altro non riuscendo a trattenere una risata divertita per la scena appena avvenuta.
-Che ne dici se ricominciamo tutto da capo?-
-Te ne sarei grata-rispose sorridendo ancora imbarazzata.
-Allora io sono Roxy e sarò la tua cameriera se ovviamente  lo vorrai-disse alzando le mani al cielo. Brandon  la osservò per un secondo con la coda dell’occhio
-È  un vero piacere conoscerti Roxy , io mi chiamo…- si stoppò per un secondo aggrottando le sopracciglia.
-Sky- rispose convinto sorridendo e Roxy percepì i muscoli rilassarsi.
-Allora questo è il tuo menù e io tornerò tra una manciata di minuti per prendere la tua ordinazione,magari meno goffa-concluse la ragazza allontanandosi: Brandon  si ritrovò a sorridere divertito per l’incontro appena avvenuto. Improvvisamente i suoi capelli furono scompigliati da un fresca brezza. I suoi occhi azzurri viaggiarono osservando lo splendido spettacolo che offriva quella terrazza. Le strada di Gardenia si erano appena illuminate  e lo Specialista si ritrovò a pensare quanto fosse diverso quel pianeta dal suo mondo. Un’eccitazione lo fece rabbrividire sereno. Ad un certo punto qualcosa rubò la sua attenzione anzi più precisamente qualcuno:una chioma rossa ed estremamente brillante passò davanti a lui. Si alzò di scatto in piedi come un automa :non seppe neanche lui perché ma le corse dietro. Il suo cuore iniziò  a battere velocemente e si sentiva strano,estremamente strano. Avrebbe voluto fermare quella sconosciuta,ma neanche lui sapeva il perché. Ad un certo punto una sola parola gli uscì dalla gola come fosse un grido liberatorio.
-Bloom!-urlò a pieni polmoni:si portò velocemente una mano alla bocca completamente esterrefatto. Quella,all’udire quel nome,si girò per un secondo indietro,ma subito riprese a camminare velocemente. Appena gli occhi dello specialista videro il suo viso si sentì la terra mancare da sotto i piedi:quel volto,quello era il volto che così tante volte aveva sognato la notte. Ed ora era reale,lì davanti a lui.
-Bloom? Si tratta forse di una tua amica?-
-Cosa?-bofonchiò con la testa da tutt’altra parte.
-Hai appena urlato un nome a quella ragazza,per caso la conosci?-disse nuovamente la figura.
-No,mi sono sbagliato-sospirò osservando la chioma farsi sempre più lontana.
-Allora cosa posso portarti da bere?-parlò divertita nuovamente Roxy mentre Brandon continuava a sbattere incredulo gli occhi. Era successo davvero o era stato tutto frutto della sua immaginazione? E poi come gli era uscito dalla bocca quel nome così famigliare,ma allo stesso tempo sconosciuto?
-Bloom-mimò nuovamente con le labrra.
 
 
-Ehi sei arrivata finalmente-Bloom all’udire quella voce sorrise involontariamente:abbracciò dolcemente Helia.
-Ti ho già detto grazie per aver accettato di accompagnarmi a ridare il cellulare a Cindy?-disse divertita
-Per un fetta di torta al cioccolato di tua mamma questo e altro- i due ridendo entrarono all’interno della struttura
-Come stai?-le domandò prendendola per un braccio:l’altra abbozzò un sorriso poco convinto osservandolo negli occhi.
-Grazie per esserci-rispose di comando e lui le accarezzò dolcemente i capelli
-Ora cerchiamo quella rompi palle così possiamo tornare a casa-tagliò corto cercando di stemperare quelle effusioni troppo intime per un luogo pubblico.
-Sai che prim…-ma non potè finire la frase che una mano ferma le avvolse la bocca e senza rendersene conto fu trascinata addosso al muro:si ritrovò la faccia del suo migliore amico a due centimetri dalla sua. Helia le fece segno di non parlare e Bloom si sentì gelare il sangue osservando i suoi occhi cerulei spaventati e allarmati.
-Ma è impossibile-udì distintamente uscire dalle labbra dal ragazzo mentre si avvicinava ancora di più al suo corpo:la ragazza percepì il cuore dell’amico battere all’impazzata. Ancora confusa fissò il viso di Helia tirato e pallido e con lo sguardo seguì il suo:a una decina di passi da loro due persone stavano uscendo da una camera dell’ospedale dove Cindy faceva volontariato. I loro aspetti erano strani e notò che si trattavano di un uomo e una donna piuttosto anziani: la donna aveva lo sguardo sconfortato e venne immediatamente confortata dall’altro. Bloom passò velocemente lo sguardo da Helia a quei due sconosciuti velocemente:il ragazzo sembrava come perso di fronte a quelle due figure. Dopo poco i due si allontanarono senza notare i due giovani e appena soli sentì la presa del ragazzo allentarsi.
-Non può essere-sospirò sconvolto Helia:si portò una mano ai capelli mormorando altre parole.
-Helia insomma mi vuoi dire che cosa è successo e chi erano quei due?-urlò completamente fuori di testa Bloom:non aveva mai visto il suo amico così pacato e calmo perdere il controllo in  quel modo e si sentiva estremamente scombussolata per questo.
-Non erano qui per me-sospirò a fior di labbra Helia e il suo sguardo immediatamente si bloccò sulla porta della camera precedentemente chiusa.
-Insomma Helia mi vuoi dire qualcosa?-disse irritata e agitata Bloom,ma quello non sembrò nuovamente sentirla.
-Quella stanza-fu l’ultima cosa che udì esser proferita dall’amico prima che lui le prendesse dolcemente,ma con sicurezza il polso:non fece resistenza e lo seguì ancora totalmente incapace di intendere. Un secondo dopo l’ultima cosa che vide fu una porta chiudersi dietro di loro.
-Insomma Helia vuoi rispondermi!-urlò a pieni polmoni stanca di esser ignorata,ma nuovamente quello le fece cenno di non parlare:solo in quel istante la rossa si rese conto di dove fosse. Proprio davanti a loro vi era una ragazza dalla carnagione pallida e dai capelli color ghiaccio che stava dormendo circondata da mille tubi e macchinari.
-Ma dove diavolo siamo…-
 
 
 
Gli occhi di Stella erano fissi oramai da alcuni secondo a guardare il bicchiere davanti a lei:girava completamente svogliata la cannuccia al suo interno beandosi delle piccole onde che si venivano a creare.
-Ciao- immediatamente capì da chi provenisse quella voce:la figura si sedette accanto a lei al bancone del bar.
-Vattene- disse stizzita senza alzare gli occhi dalla bevanda:Sky dal canto suo si limitò a sedersi meglio sullo sgabello.
-Vattene- ripetè ancora con tono più deciso la Principessa di Solari digrignando i denti.
-No-replicò quello e la ragazza si limitò a scuotere la testa.
-Perfetto allora me ne vado io-disse alzandosi velocemente,ma dopo un solo passo si sentì bloccata.
-Stella voglio solo parlarti-commentò questa volta più dolce il ragazzo
-Io non voglio sentirti parlare però-
-Stella ti prego,voglio solo scusarmi-continuò il moro lasciando leggermente la presa del suo posto. Con uno scatto rapido la fata si liberò definitivamente della presa dello Specialista.
-Non voglio sentirti parlare né ora né mai-tagliò corto fissandolo duramente negli occhi prima di cappare via.
-Ehi stai attenta- dopo pochi passi la sua corsa venne bloccata da una persona.
-Stella si può sapere perché non guardi dove vai?-replicò indispettita Musa sbuffando sonoramente. Stella si limitò a osservarla in viso per un secondo prima di riprendere la sua camminata.
-Ok ora se non rispondi alle mie provocazioni inizio seriamente a preoccuparmi-commentò affaticata la Fata di Melody cercando di mantenere il suo stesso passo.
-Lasciami in pace Musa-
-Credi che io sia cretina?-una veloce occhiata da parte della bionda fece aggrottare le sopracciglia di Musa.
-Va bene non vi è bisogno che tu risponda,era un domanda teorica-provò a sdrammatizzare.
-Ma pensi che non me ne sia accorta che ti porti dietro quello sguardo da cane bastonato e in più ieri ti ho vista correre per i corridoi sconvolta. Mi vuoi dire cosa hai?-
-E si può sapere da quanto a te importa cosa io abbia?- Musa si morse le labbra con decisione.
-Stai tranquilla che di te non mi importa niente ,ma vorrei stringere la mano all’eroe che è riuscito a farti tacere- Stella sospirò indispettita.
-Almeno ti vuoi fermare? Non stiamo facendo mica la maratona-finalmente a quelle parole la bionda sembrò rallentare la camminata per poi fermarsi completamente. Musa osservò per alcuni secondi le spalle della compagna.
-Ti hanno mai detto che sei insopportabile?-la Fata di Melody sorrise all’udire quella frase da parte dell’amica,ma non lo diede a vedere.
-No solo una spocchiosa troietta continua a ripetermelo- per un secondo  gli  sguardi si incontrarono e Musa si sentì estremamente sollevata.
-Ti interessa veramente sapere cosa mi turba?-
-Più della mia stessa vita-rispose seria l’altra portando una mano sul cuore come fosse una specie di giuramento.
-Lo sai che non ho nessuna intenzione di dirtelo?-
-In realtà sono sollevata perché i tuoi problemi da principessina sul pisello sono l’ultima cosa che vorrei udire oggi- Stella la sfidò divertita con lo sguardo.
-Comunque questa corsa mi ha messo appetito quindi ora tornerò dentro per mangiare una fetta di torta e immagino che tu verrai con me-disse Musa indicando l’entrata al locale:Stella fisso per un secondo la porta e poi concentrò nuovamente il suo sguardo sulla compagna.
-Certo! Se no chi ti dice che quel dolce ti farà diventare ancora più balena di quello che sei-
-Forza rinsecchita,  seguimi – tagliò corto ridirigendosi verso il Fruits Music Bar e notando un sorriso farsi finalmente spazio sul volto di Stella.
 
 
 
-Questo pianeta è davvero stupendo- mormorò realmente colpita Flora osservandosi intorno:passarono una manciata di secondi in silenzio continuando a camminare. Riven con sicurezza le prese la mano. La ragazza,con suo stupore,si limitò a sorridere debolmente.
-Sei bellissima quando sorridi-si limitò lui a dire e lei scosse la testa divertita.
-Ora dovresti rispondere anche tu-
-Riven-lo beccò lei guardandolo di traverso.
-Dico solo che non sei né la prima né l’ultima che apprezza questo corpicino-a quelle parole Flora si lasciò finalmente andare ad un risata che spazzò definitivamente qualsiasi imbarazzo tra i due.
-Sei sempre così scemo?-mormorò lasciando che i suoi occhi si specchiassero in quelli dello specialista:lui le circondò dolcemente la vita avvicinandola a sé.
-Solo quando sono innamorato-sussurrò sulle labbra carnose della fata che si limitò  inspirare teneramente.
-Sono serio Flora, io non riesco a levarti dalla mia testa e odio questa cosa perché mai pensavo che qualcuno avrebbe potuto mettere in gabbia in grande Riven-
-Il Grande Riven?-replicò lei.
-Molti mi chiamano così-concluse lui iniziando ad accarezzarle dolcemente le guance rosee:lei,oramai troppo vicini,abbassò lo sguardo imbarazzata.
-Non possiamo,è sbagliato-mormorò poco convinta cercando di evitare in tutti i modi i suoi occhi.
-Flora quello che sento per te è tutt’altro che sbagliato e lo so che anche tu provi qualcosa per me-e appena ebbe finito di parlare le alzò dolcemente il viso per riprendere il contatto visivo che tanto gli era mancato:Flora provò a ribattere  ,ma sentì le parole morirle in gola con il cuore che accelerava sempre di più.
-Se lo desideri fermami-furono le ultime parole che udì,ma la verità era che lei non voleva,l’intero suo corpo fremeva  e senza rendersene conto sentì le labbra dello Specialista posarsi dolcemente sulle sue.
-Oh cazzo-una voce lontana non venne udita dai due innamorati.
-Non ci posso credere-continuò Musa senza staccare gli occhi da quello spettacolo,troppo impegnata per udire il cuore di Stella,accanto a lei,spezzarsi.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Winx / Vai alla pagina dell'autore: FalbaLove