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Autore: Lunetta 12    06/10/2019    0 recensioni
Ace si rifugia nei suoi ricordi per scappare dalla sua esecuzione a Marineford, mentre sfoglia le sue memorie si sofferma su un ricordo in particolare, il momento più strano ed assurdo di tutti.
[...] Pensare a quanto fosse esasperante Luffy da bambino o a come avesse trovato una famiglia più che una ciurma, in un momento come quello lo distraevano, trasportando il suo "Io" in una dimensione ben più serena. Si concentrò su di essi consapevole che non avrebbe lasciato quel luogo vivo tanto facilmente, ma mentre scavava a fondo nella sua coscienza un'avvenimento lo colpì.
SBAM!
Era stato come ricevere un calcio nelle palle dalla vita stessa. [...]
Genere: Angst, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Marco, Portuguese D. Ace, Satch
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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DA UBRIACHI SI CATTURANO LE SIRENE





Era incredibile quanto una singola e semplice parola potesse fomentare una folla, ma in fondo, per coloro che erano stati in mare per mesi "terra" diventava un'ancora di salvezza, un sinonimo di divertimento che un pirata giostrava tra alcol, donne ed avventure. Una nuova isola su cui sbarcare, nuove terre da esplorare, un'opportunità di potersi finalmente rilassare e sfogare le proprie necessità da veri uomini di mare, che finalmente, dopo secoli passati tra testosterone a destra e manca, era loro concesso la bella vista di donne dai facili costumi, ma anche di signorinelle dalle fattezze innocenti, ma dagli animi perversi. 
 
Siren era così impaziente di mettere piede a terra che si rifiutò di aspettare l'attracco della nave e cercò di raggiungere la riva con un salto, ovviamente fallì miseramente nel tentativo, ma venne prontamente afferrata per il bordo dei pantaloni da Satch che la salvò da una certa caduta in mare. Marco da lontano sorrise vedendo la scena, aveva capito che per liberarsene non aveva bisogno di farla affogare, bastava starle lontano e prima o poi si sarebbe scavata la fossa da sola, anche se riconosceva che quella ragazzina aveva portato del brio extra sulla Moby Dick. 
 
L'isola su cui sbarcarono i pirati di Barbabianca aveva un'immensa città fornita anche di un grande porto dove, ovviamente, era presente un variopinto mercato dalle bancarelle più strane ed esotiche. Siren era estasiata da tutti quei colori, odori ed oggetti strani che, seppur essendo una ragazza stravagante, non aveva mai avuto il piacere di usare o semplicemente osservare. La piratessa saltava da un banchetto all'alto incuriosita da tutto ciò che la circondava, amava i posti affollati e trasbordanti di oggetti, amava sentire il vociare della gente, amava i colori e le atmosfere allegre dei mercati, tutta quell'allegria e varietà le facevano sempre venir voglia di comprar oggetti apparentemente inutili, ma in fondo, anche lei apparentemente lo era. Aveva deciso di scendere con Satch per aiutarlo a comprare qualche frutto esotico e nel frattempo concedersi anche un assaggio della vitalità di quel luogo, ma appena la rossa mise piede al mercato sparì dalla vista del cuoco il quale non diede peso alla sua sparizione immaginandosi una situazione simile fin dall'inizio. Il castano fischiettando aveva continuato il suo giro di acquisti seguito dai membri della propria ciurma, il compito di provvedere agli stomaci dei marinai della ciurma era suo e questo dovere prevaleva persino sul desiderio di un bel boccale di birra bevuto in dolce compagnia.
 
Ace, irrequieto come il solito, aveva deciso di farsi un giro ed esplorare quell'isola per adocchiare i locali migliori dove fermarsi la notte a far baldoria con i propri uomini. Prima di risalire verso la città più signorile si fermò a curiosare per le vie del mercato, anche lui era stato attirato dalle mille meraviglie che quel porto offriva, ma cosa che attirò ulteriormente la sua attenzione fu la piratessa dai capelli aranciati che curiosava fra le cianfrusaglie di un banchetto, era sicuro stesse per comprarsi l'ennesimo capo d'abbigliamento pacchiano e di dubbio gusto, così le si avvicinò con l'intento di spaventarla. 
 
Sciocco uomo con le lentiggini.
 
La ragazza percepì la sua presenza e si girò con un enorme sorriso a trentadue denti.
 
- Ace!!! -
 
Il moro sospirò, sarebbe stato divertente se per una volta fosse stata lei a prendere un colpo per le azioni altrui.
 
- Allora, che stai combinando ragazzina? -
 
Lui si sporse leggermente oltre la spalla di Siren per osservare meglio ciò che la bancarella vendeva, ovvero -a detta sua- le versioni sexy dei vestiti da clown.
 
- Ti piace? -
 
La piratessa gli mostrò un top composto solamente da perline e conchiglie che tintinnavano mentre la ragazza se lo rigirava fra le mani.
 
- Ti piacciono davvero questo genere di vestiti? -
- Ehi! cos'è questo tono sorpreso e disgustato? Pensavo ti piacessero certe cose -
- Dipende da che "certe cose" parli -
 
La guardò sollevando un sopracciglio scettico, lui non dimenticava tutti i guai che gli aveva causato quella ragazzina.
 
- Questo è un pezzo di un costume tipico usato per una particolare tipologia di balli nativi di questi mari, sai, pensavo sarebbe carino se insegnassi a voi bifolchi come ci si diverte davvero, intendo, con un tocco femminile... -
 
Lo sguardo leggermente assottigliato, le lunghe ciglia e le labbra carnose piegate in un sorriso lieve fecero partire un brivido sulla schiena del moro, aveva davvero un pessimo presentimento contrastato dalla curiosità verso ciò che gli aveva proposto la ragazza. Ora c'erano delle sfumature di una diciottenne in quella bambina.
 
 
 
 
Nel locale che avevano scelto per trascorrere la serata, e probabilmente anche parte della mattinata, non mancavano donne ed alcolici, alle normali ragazze di quella bettola si erano aggiunte anche delle paesane sfuggite agli sguardi vigili dei parenti e altre signorine avide di denaro quanto di flirt e nottate di goduria fra le braccia muscolose di qualche pirata. Marco finalmente era riuscito a bersi un boccale fresco di birra in compagnia di Satch e senza interruzioni alcune da parte di una certa ragazzina molesta, ragazzina molesta che ora stava cercando di insegnare un ballo tradizionale del luogo ad alcuni pirati ubriachi, che poveri morti di figa per correre dietro a quella bambina quando avevano un locale, se non un'intera isola, dove trovar donne ben più facili e mature. Siren da un lato sembrava proprio una di quelle ragazze facili, non era per nulla sveglia e non sarebbe risultato difficile attirarla in una stanza o un angolino senza vie di fuga, eppure in quei giorni passati interamente immersa nel testosterone non aveva dato alcun segno di voler accettare le losche proposte di qualche pirata, l'unico per cui aveva dimostrato interesse era Ace, ma anche nei confronti del moro la rossa non aveva sfoggiato la sua sensualità per abbordarlo. Marco -ma non solo lui- non aveva ancora ben chiaro quale fosse il suo scopo, o meglio, qualcosa stonava in quella ragazzina, qualcosa gli faceva storcere il naso ogni qualvolta il suo sguardo si posava su di lei, ma a quel fastidio non sapeva dar ancora una risposta.
 
Un lungo sorso di birra gli rasserenò i pensieri, l'alcool stava iniziando a far effetto. Quella sera avrebbe finalmente potuto rilassarsi, quindi perché sprecarla crucciandosi per una mocciosa quando era circondato da belle -e vere- donne? Posò il boccale sul bancone ed afferrò una delle cameriere per la vita attirandola a sè, ne aveva catturata una di carina. La Fenice e Satch si scambiarono un ultimo sguardo prima che il biondo scomparisse nella marmaglia di pirati che aveva invaso quella bettola.
 
Siren si stava divertendo a danzare per quei marinai ubriachi che erano stati ipnotizzati dalle movenze delle forme della rossa, ogni qualvolta che faceva ondeggiare il suo corpo le conchiglie del reggiseno tintinnavano, mentre la gonna fatta di un materiale leggero, quasi trasparente, svolazzava lasciando ulteriori lembi di pelle scoperti. Qualcuno aveva provato a toccarla, ma lei con dei passi di danza era riuscita elegantemente a schivare le molestie di quegli ubriaconi, fino a che qualcuno non l'aveva presa saldamente, da dietro, per i fianchi, in quel momento la ragazza si era fermata ed aveva fatto capolino Ace. 
 
- Perchè ti sei fermata? -
 
Glie lo sussurrò in un orecchio con voce roca, era evidente che fosse ubriaco.
 
- Mi hai catturata... -
- Dai, balla per me -
 
Il moro fece scivolare le mani sul suo ventre per poi farle risalire fino ai fianchi permettendole di tornare a muoversi, danzando quasi contro il suo corpo. La stoffa della gonna gli solleticava le gambe e la pancia, mentre le conchiglie tintinnavano e gli graffiavano lievemente i pettorali, pian piano, tra una piroetta ed un'altra, la avvicinava sempre di più a sé per aver un assaggio sempre maggiore della ragazza, lasciandosi coccolare dalle sue movenze e dai corpi che si sfioravano a tratti. Quando fece scendere furba una mano sul ventre della piratessa per insinuarla sotto la gonna, lei si girò continuando il suo ballo, ma dando una visione diversa al ragazzo. Anche lui era stato ipnotizzato dai suoi movimenti, ma diversamente dai suoi uomini lui poteva osare. Per la ciurma, Portogas D.Ace aveva ogni fattore dalla sua parte: un bel viso, un corpo muscoloso ed atletico, un sorriso smagliante che faceva innamorare le donne ed ispirava simpatia a chiunque gli stesse vicino, e poi per essere così giovane era già un pirata conosciuto in ogni dove con una grossa taglia che faceva tanta gola ai cacciatori di taglie, insomma, il moro aveva tutto ciò che un uomo di mare potesse desiderare. Dopo qualche altro tentativo -fallito- di riuscire a toccare le zone sensibili della ragazza, decise che ne aveva avuto abbastanza del chiasso che si riversava nel locale, dei compagni ubriachi e delle nobili donzelle -a cui aveva già riservato le sue premure- che provavano ad abbordarlo, era stanco, aveva bisogno di trovar un luogo più tranquillo dove continuare la serata, così, afferrata la rossa per un braccio, si era congedato in una delle stanze libere situate ai piani superiori del bar. In quella camera la baraonda arrivava ovattata, questo era un toccasana per l'emicrania, causata dal troppo alcool consumato che si stava espandendo all'altezza delle tempie del moro. Appena entrato si era seduto sul bordo del letto malamente, tirandosi istintivamente sopra le proprie gambe la piratessa, la quale avendo notato la sua smorfia di fastidio gli stava massaggiando i lati della fronte, anche se lui avrebbe preferito che massaggiasse qualcos'altro. Aveva afferrato i suoi glutei e l'aveva spostata più vicina al suo petto, lei ovviamente aveva protestato con qualche mugolio, ma si era lasciata toccare docilmente, forse anche lei era stanca di giocare a farsi desiderare. La ragazza gli aveva gettato le braccia al collo ed Ace l'aveva stretta a sè, Siren era ben fornita ed in quel momento il pirata si stava divertendo un mondo a giocare con le sue forme, era davvero morbida. Aveva di sicuro esagerato col rum, ma quella donna sembrava un vero e proprio mashmallow vivente, ovunque la sfiorasse con le mani affondavano nella carne la quale veniva poi stretta, tirata e massaggiata dal moro, il tutto scandito dai mugolii della rossa.
 
- Ti faccio male? -
 
Le sussurrò, mentre guidato dall'alcool e dall'istinto si prese la libertà di baciarle la guancia scendendo piano verso il collo, in risposta ottenne dei sospiri lievi
 
No che non le stava facendo male.
 
Ghignò contro il suo collo sapendo -sperando- di potersi concedere più libertà. Nel frattempo che valutava come fosse meglio agire, Siren, curiosa di natura, gli stava accarezzando i muscoli delle braccia, con una mano si era soffermata più del dovuto sul suo tatuaggio, aveva accarezzato lettera per lettera e si interrogava se avesse o meno un significato. Tatuarsi il proprio nome dimostrava quanto orgoglioso fosse il ragazzo, ma non capiva se vi fosse una ragione d'esistere per quella "S" sbarrata, l'idea di chiederglielo in quel momento non osò farsi strada nella sua mente, era evidente quanto fosse preso da ben altro. 
 
Le labbra si fecero più serrate sul suo collo, ogni bacio era più intenso e rumoroso, tanto da lasciare piccoli aloni rossi sulla pelle della giovane, la quale aveva iniziato ad ansimare e questo Ace lo aveva notato. Con una mano afferrò una maniglia dell'amore, mentre l'altra cercava di slacciarle il top di conchiglie, ormai diventato fastidioso e d'intralcio. Con gran sorpresa del pirata, quel reggiseno ornamentale venne via facilmente, finalmente il suo petto era libero di stringersi contro il seno della ragazza, la quale si sciolse i capelli oscurando la vista del suo corpo al moro.
 
Ace sollevo la schiena, la guardò negli occhi e storse il naso, non capiva il motivo di tutta quella resistenza, lei diceva di amarlo, volergli bene e lo seguiva spesso per importunarlo, quindi ora non si spiegava perchè non gli saltasse addosso, eppure era il figo di sempre. 
Ghignò.
Avrebbe usato tecniche ben più esplicite.
Le afferrò i glutei con forza e l'appoggiò malamente sopra il proprio inguine, con quel gesto volgare riuscì a strapparle un piccolo gemito di sorpresa, sentiva tutta l'eccitazione del moro, che tornò a divorarle il collo con morsi famelici, il tutto accompagnato da delle carezze sulle cosce. Le mani salivano quando i mugolii si attenuavano e scendevano quando si intensificavano, per conquistare sempre più pelle con cui giocare. Una mano di Siren andò ad intrecciarsi tra i capelli corvini del pirata, la quale bocca era impegnata a succhiarle un lembo di pelle del collo. 
Ad un tratto si fermò.
 
Il respiro della ragazza riempiva la stanza e pian piano, con molta calma, iniziava a quietarsi. 
 
Ace non mostrava segni di vita, finché Siren non udì un leggero russare. Le si era addormentato con la testa posata sulla spalla e le braccia attorno alla sua vita. La piratessa se lo aspettava che sarebbe finito così, era evidente che fosse ubriaco visto l'odore di alcol che emanava. 
 
Sorrise.
 
- Oh Ace! Che pirata buffo che sei! -
 
Ridacchiò mentre con una mano gli accarezzava la testa scompigliandogli i capelli per poi lasciarci un bacio della buonanotte. 
 
 
 
 
Angolo autrice
 
In questo capitolo abbiamo un assaggio del rating arancione, la verità è che non ho mai descritto scene simili, ma spero che sia uscito qualcosa di decente, spero di essere riuscita nell'intento di rappresentare Ace da "ubriaco" (forse brillo è il termine più azzeccato), ma penso di averlo reso un po' troppo OOC, personalmente me lo immaginavo a tratti rozzo ed a tratti rincoglionito dall'alcool, insomma fatemi sapere se è vento un disastro o meno.
 
Non ho descritto molto la parte di Siren perchè quello che aveva voglia di assolvere ai suoi doveri da uomo era appunto Ace, per lei non era il momento giusto di agire.
 
Questo capitolo è parecchio più corto dei precedenti, forse avrei dovuto scrivere ed approfondire più aspetti, ma penso che avrò modo di farlo più avanti, per ora lascio delle piccole briciole di ambiguità qua e là. 
 
Avviso di servizio: probabilmente pubblicherò durante i weekend, quindi per chi è interessato a questa storia si tenga aggiornato nei fine settimana.
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se qualcuno ha domande, curiosità, da segnalami errori o semplicemente vuole dire il suo parere sulla storia, lasci una recensione, vi assicuro che non mordo.
Ci si vede al prossimo capitolo.
 
- Lu
  
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