ADAMANTINA
Odore di passato
Ossessiona la mente sconfitta
Il muro bianco
Rinfaccia una fine
Che inizio
vuole
E nega
di avere.
La porta si affaccia a nuove
Inenarrabili, impossibili
Visioni
Che così non possono restare.
Rami di pino, raggi di luce,
luccichio di umide membra materne
il trillo di bambini affaccendati
a vivere.
Strade che sotto a piedi scalzi
Scorrono quasi fossero filmati
Di esistenze passate,
trapassate,
appartenenti a dimensioni oblique
intersecanti la realtà fatiscente.
Rumori musicali di fantasie
Distorte,
sogni estivi che rimandano
A foglie gialle
Morenti
Dell’autunno inoltrato.
Aria di vecchie pergamene
sgualcite,
satiri, creature che sanguigne
invocano la vita dionisiaca.
Soffitto di vetro,
calore,
calore e non ancora,
non tuttora, forse raggi
sulla pelle diamantina…