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Autore: Cometa1975    07/10/2019    0 recensioni
La vita a volte ci sorprende portandoci in sentieri inesplorati ma dobbiamo essere coraggiosi e guardare oltre le apparenze per scoprire tesori nascosti in luoghi e persone a noi lontani anni luce..
Chissà se Andrea, giovane donna della società bene, vorrà guardare oltre a ciò che le viene mostrato e dare a Leonardo, architetto rampante, una possibilità per essere entrambi felici?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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3. Andrea

Era appena rientrata dall'appuntamento con l'Architetto Forti. Beh in realtà con suo nipote.

Il suo autista, Mario, l'aveva da poco lasciata al residence in cui alloggiava in attesa della ristrutturazione della dependance della villa ed era entrata in camera molto perplessa. Quel tipo -un gran bel tipo a dire il vero- l'aveva per così dire spiazzata. Certo che l'aveva rimesso subito al suo posto ma era indubbio che quel Leonardo avesse fascino da vendere. Scrollò quei pensieri di dosso e dopo essersi spogliata entrò nella doccia. Il vento e la pioggia, durante l'attesa dell'architetto, l'avevamo fatta rabbrividire. -o era stato lui?-

Si immerse sotto l'acqua bollente e lasciò che i pensieri fluissero insieme a lei. Tornare alla villa, girare per le stanze, rivedere affreschi, mobili e suppellettili era stato comunque difficile. Volente o nolente lì in quella casa c'erano i suoi ricordi, forse quelli più felici della sua vita, c'erano nonno Manfredi e nonna Caterina. I loro sorrisi, le lunghe passeggiate sulla spiaggia, le cene in riva al mare e le giornate a bighellonare in pineta. Sì certo poi c'erano anche le feste noiosissime, le cene formali con suo papà, la vela, le cavalcate, ma in fondo tutto quell'apparire lì era fuso con l'essere. L'essere stata una nipote amata e desiderata più che un erede da piazzare in società come un cavallo di razza. Una lacrima solitaria scese sul suo viso a quei ricordi, confondendosi con l'acqua calda. Doveva sbrigarsi, aveva decisamente saltato il pranzo e fra poco sarebbe venuto Nicholas a prenderla per andare a Firenze, a una di quelle noiosissime cene di rappresentanza.

Uscì dalla doccia e prese dall'armadio l'abito da sera che sua madre le aveva fatto avere per l'occasione. Uno splendido vestito di raso color verde acqua, come i suoi occhi, che le aderiva come una seconda pelle, con sopra una mantella di pelliccia, sicuramente non sintetica conoscendo i gusti della madre, color crema con sandali gioiello e borsa abbinate. Si asciugò rapida i capelli che per sua fortuna erano lisci come quelli del padre e non ricci come quelli della madre e si accomodavano docili come Andrea voleva. Guardò fuori dalla porta-finestra e in fondo, all'orizzonte, si vedeva il mare. Aveva scelto quel residence anche per quello, non poteva pensare di vivere senza il mare, quel mare che le rumoreggiava nell'anima.

Finì di truccarsi per poi mettersi l'abito non appena in tempo perché il rombo di una macchina sportiva l'avvisò che Nicholas era arrivato.

Nicholas Tunner 35 anni figlio del noto magnate del settore metallurgico belga, amico di famiglia da sempre e da qualche tempo fidanzato, anche se ancora non ufficiale, di Andrea.

Erano l'invidia di tutto il jet-set milanese, fiorentino e belga. Lui alto moro e con gli occhi chiari decisamente un bel tipo, che in smoking sembrava una divinità nordica. Lei minuta ma perfetta capelli lucenti ramati, viso dolce e occhi chiarissimi ,sembrava una fata dei racconti irlandesi. Insieme perfetti, giovani, felici e innamorati. O almeno così sembravano e si mostravano a tutti nelle cene ed eventi in cui si presentavano rigorosamente in coppia, mano nella mano, complici e affiatati. E in realtà lo erano veramente ma, come amici, come fratello e sorella. Entrambi fuggivano dall'ingombrante ala dei propri genitori, che vedevano nei loro rispettivi eredi solo un modo per perpetuare il loro potere e il bisogno di primeggiare nell'alta società di cui facevano parte.

Andrea uscì sospirando, Nicholas l'aspettava al fianco della sua Ferrari 308 rosso fuoco tenendole aperta la portiera. "Sei un incanto, tesoro" le disse baciandole una guancia. Lei sorrise, lui sarebbe stato veramente l'uomo perfetto se non fosse stato gay e se loro non fossero stati amici da sempre, da quando si conoscevano e ancora non avevano imparato a parlare. La scelta di fidanzarsi era nata dalla necessità di sfuggire ai continui appuntamenti che il padre le faceva trovare per fare il matrimonio perfetto e per sopire le voci della presunta omosessualità di Nick che mal si sposava col fatto di aver nell'albero genealogico men che meno il papa emerito. Alla fine i due amici non avendo relazioni soddisfacenti né nessuno per cui lottare e avevano pensato che forse sposarsi fra di sé era meglio che farlo con altri, per poi vivere con discrezione le proprie vite come avevano fatto d'altronde i propri genitori. Per i figli, il figlio, avevano deciso di rivolgersi ad una nota clinica di Losanna, famosa per la riservatezza e l'efficienza in tali delicate questioni personali.
   
 
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