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Autore: Hiroshi84    07/10/2019    2 recensioni
Racconto autobiografico dalle venature umoristiche che "guidano" il lettore verso il "passaggio" da una Panda classe 1986 a una Lancia Musa del 2008.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è chi vende la propria macchina a malincuore e chi invece... la vende con tutto il cuore.
Cinque anni fa, mi liberai di una spartana Fiat Panda 1986 bianco cadavere a favore di una graziosissima e spaziosa Lancia Musa grigio metallizzata del 2008. 
A' Pandazza, da me soprannominata in senso dispregiativo, la scelsi per fare pratica dal momento che prima degli enta non guidavo ancora, malgrado avessi conseguito la patente a ventitré anni.
Appena comunicai a Riccardo, il mio collega di lavoro di allora, che finalmente volevo diventare automunito, mi propose di vendermi la sua utilitaria. 
«Peppe, te la posso cedere per trecentocinquanta euro» mi disse. «Guarda che è un buon affare, sui siti di compravendita non esiste un prezzo del genere.» 
Gli credetti e quindi accettai, sebbene era evidente che il furbacchione non vedeva l’ora di disfarsi di quel veicolo obsoleto. 
Inizialmente, nonostante mio padre mi impartii delle lezioni di guida con tanto di raccomandazioni o dritte, confesso che mi trovai in difficoltà perché l'auto in questione la ritenevo poco maneggevole, tra cui riscontravo una scomodità nell'innesto delle marce. 
Giusto per raccontare un aneddoto esilarante, ricordo che, un pomeriggio, al terzo o quarto giro di prova assieme a mio padre e mia sorella Elisa, in una delle strade semideserte della zona industriale, nel tentativo di effettuare un parcheggio, tra un cassonetto e un furgoncino, feci una retromarcia azzardata, travolgendo così un cesso abbandonato. Quel "butubum crash!" che rimbombò nell'abitacolo, mi è impossibile dimenticarlo. 
«La Panda si è mantenuta per trent'anni e tu la stai scassando in meno di trenta minuti!» sbuffò mio padre, colpendo il cruscotto con un poderoso pugno. Nel frattempo, Elisa, dal sedile posteriore si scompisciava dalle risate. 
Altra caratteristica degna di nota è che la Panda aveva un odore decisamente "country" in quanto il compianto padre di Riccardo la utilizzava principalmente per andare in campagna e di conseguenza ammassava il bagagliaio e i sedili con del legname, frasche, verdure, agrumi etc.
La cosa sorprendente è che Riccardo, in diverse occasioni, la macchinaccia la sfruttava a mo' di garçonnière per scopare con una ragazza. Chissà se delle spine di fichi d'india oppure delle schegge di legno non gli finirono nelle chiappe o nelle cosce durante le manovre... sessuali. 
Un paio di mesi dopo, ebbi la saggia idea di rivendere quella vecchia utilitaria e di comprarmi in un concessionario un'automobile più moderna e comoda, ma pur sempre di seconda mano. A' Pandazza la piazzai facilmente a un pescivendolo ambulante per centocinquanta euro, recuperando nemmeno la metà dei soldi che sganciai a quel testa di brioche di Riccardo. 
Quando mi sedetti al posto guida della Lancia Musa, mi sembrava di stare in una specie di astronave poiché era dotata di una moltitudine pulsanti, per non parlare di un gradito climatizzatore e di un utile sensore di parcheggio. Vista la mancata dimestichezza di tutto quel ben di Dio, a differenza di mio padre che di macchine ne capiva eccome, gli chiesi "assistenza." 
Il giorno successivo, sia da fermi che in corsa, in maniera minuziosa venni istruito dei comandi. La Lancia Musa era di ottima fattura, tuttavia aveva un difetto: mi era stata venduta con la frizione bruciata. Difatti, improvvisamente nel percorrere una stradina, dal veicolo uscì un fumo particolarmente denso che avvolse la decappottabile rossa dietro di noi. L'automobilista di quella Cabrio, suonò ripetutamente il clacson, per di più gesticolando e imprecando. Chiaramente lo stavamo intossicando oltre a complicargli la visuale. Mio padre realizzando all'istante l'origine del problema, maledì il venditore dell'autosalone con bestemmia annessa. 
Pur essendo consapevole che la frizione era ridotta molto male e che dovevamo necessariamente raggiungere il meccanico più vicino, per sdrammatizzare sprigionai il mio solito humour.
«'Sta macchina è fantastica!» osservai fintamente "su di giri" e premendo con l’indice un pulsante qualsiasi. «Ha pure i fumogeni! Come a James Bond!»
 
   
 
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