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Autore: Crateide    08/10/2019    3 recensioni
Kardia aveva sperato di trovarlo all’Undicesima, perché anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, Dégel gli era mancato da morire. Due settimane senza fare sesso erano inconcepibili!
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Degel, Scorpion Kardia
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Iniziativa: Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.

Prompt: pungente (giorno 8).

Numero parole: 696.

 

 

 

 

Kardia ne era ormai certo: l’universo tutto si era messo a congiurare contro di lui.

Era appena tornato da una missione durata ben tre settimane, che aveva già avuto modo di tirare giù tutti gli dèi che popolavano il cielo. Aveva scoperto, infatti, che Dégel era partito poco dopo di lui per il Nord America e nessuno al Santuario aveva idea di quando sarebbe tornato.

Kardia aveva sperato di trovarlo all’Undicesima, perché anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, Dégel gli era mancato da morire. Due settimane senza fare sesso erano inconcepibili!

Preda della frustrazione, iniziò ad aggirarsi per l’arena come un animale chiuso in gabbia e, a detta di molti, era diventato ancor più insopportabile e sbruffone di Manigoldo. Aveva mandato al Sanatorio un’infinità di Saints, tant’è che la stessa Sasha gli aveva suggerito di andarci piano, prima che il Pope decidesse personalmente di insegnargli le buone maniere. Kardia aveva ubbidito, ma solo perché l’idea di restare in un letto immobile – o peggio, di finire nella bocca dell’Ade – non lo entusiasmava.

Iniziò a trascorrere le giornate stravaccato in una piccola radura, a godersi i raggi del sole di un’estate che volgeva ormai al termine. Più di una volta si chiese come mai Dégel tardasse a tornare e più di una volta fu tentato di andare diritto dal Pope e chiedergli il permesso per raggiungere il compagno. Forse Dégel era in difficoltà, forse era stato catturato o forse...

Kardia scosse con forza il capo. Non voleva nemmeno pensarci all’eventualità che potesse essere stato ucciso. Chiuse gli occhi e digrignò i denti, con le mani che prudevano. E se fosse partito senza chiedere il permesso a nessuno?

Stava rimuginando su quell’idea, che diveniva sempre più suadente, quando alla fine lo avvertì. Kardia risollevò le palpebre e si mise a sedere, con un gran sorriso sulle labbra. Era il Cosmo di Dégel quello che stava avvertendo!

«Era ora», sbuffò e tornò a sdraiarsi sull’erba.

Non andò subito da lui, represse l’impazienza che gli scalpitava nel petto. Non voleva che il compagno capisse che gli era mancato e che la sua assenza lo aveva quasi fatto impazzire.

Kardia attese il tramonto, che arrivò lento, quando fu certo di trovare Dégel da solo. Si incamminò con calma, sebbene le gambe gli tremassero e il sangue gli pulsasse forte nelle orecchie. Stava mostrando una calma che non possedeva del tutto, assaporando l’istante in cui i suoi occhi si sarebbero posati sul volto di Dégel.

Accidenti a lui, che si è assentato per così tanto tempo! Sono diventato una mammoletta, pensò Kardia, mentre entrava in biblioteca, seguendo gli spifferi freddi che trafiggevano l’aria ancora tiepida.

Dégel era lì, fra gli scaffali, intento a leggere un grosso volume polveroso. Sembrava che non si fosse nemmeno accorto di lui, tanto era assorto. Kardia gli si accostò, fermandosi a qualche passo, con le braccia incrociate sul petto.

«Sto bene, Kardia, non preoccuparti», disse a un tratto Dégel, senza guardarlo.

Kardia sbuffò. Con un gesto fulmineo gli strappò di mano il libro, che lasciò cadere a terra, e lo intrappolò fra lui e la libreria, premendo le mani contro il legno dello scaffale.

«Idiota», disse.

«Ragazzino.»

Kardia gli rivolse un sorriso sghembo. Aveva un leggero graffio sulla guancia sinistra, ma tutto sommato stava bene. Gli si accostò, premendo il proprio corpo contro il suo.

«Siamo soli e sono certo che nessuno arriverà a interromperci», gli soffiò sulle labbra.

Dégel irrigidì la schiena.

«Non mi sembra il luogo né il momento per...»

Kardia sollevò gli occhi al cielo e gli aprì la bocca con un bacio, ricercando la sua lingua, allacciandola alla propria. Quando si staccò, si compiacque nel vederlo arrossire, indignato.

«Vuoi un consiglio, Dégel? Usa la bocca per fare qualcosa di meglio», gli disse e con la Cuspide gli disegnò il profilo del viso, scese giù lungo il collo teso, fino al centro del petto. «Mi sei mancato», confessò infine, mandando in malora tutti i suoi sforzi per ostentare indifferenza.

Dégel sorrise compiaciuto e si sfilò gli occhiali con un gesto così elegante, che Kardia lo trovò maledettamente sensuale.

«Non lo avrei mai detto, sai?» replicò, prima di sfiorandogli le labbra con bacio.

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti,

l’avevo detto che sarei tornata in questo fandom ed eccomi qui (purtroppo per voi). Ok, avrei potuto fare di meglio, ma scrivere una storia al giorno non è semplice, se si considera che il tempo è anche poco.

Spero, comunque, che la lettura sia stata piacevole.

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

   
 
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