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Autore: LidiaLCorradini    08/10/2019    0 recensioni
Storia creata per il Writober indetto dalla pagina Fanwriter.it
Lista PumpINK 2019
1° Ottobre - Castagne
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Adoro le camminate autunnali. Le ho sempre adorate. Fin da bambina i miei genitori portavano sempre me e i miei fratelli a fare lunghe camminate nei boschi o nei parchi, a scoprire le meraviglie della natura, stagione per stagione! La mia preferita è sempre stata l'autunno.
Il clima fresco, il cielo nuvoloso, i maglioni caldi, mentre mano nella mano con i miei parenti camminavo per i viali gremiti di foglie dal giallo al rosso. Ne saggiavamo la musicalità calpestandole gioiosi! Ogni camminata era seguita da una cioccolata calda appena rientrati a casa! Erano tempi magici quelli!
Negli anni avevo perso quella magia, tutti quei colori, si erano trasformati in una scala di grigi sempre più monotona.
Qualcosa però stava cambiando!
Quel qualcosa o meglio, quel qualcuno è proprio qui accanto a me! Mi tiene la mano, mentre camminiamo tra i viali del parco.
"Camminare ti fa bene!" mi dice ogni mattina prima di trascinarmi fuori di casa.
La guardo. Lei è bellissima!
È più bassa e gracile di me, ma ha la forza per sostenermi ogni volta che i miei passi si fanno incerti e traballanti. Mi tiene per mano e mi guarda negli occhi, mi dice che va tutto bene. Che non importa quante volte cadrò lei sarà lì, pronta ad aiutarmi, ora e per sempre. Riesce sempre a trasmettermi una grande forza attraverso quegli occhi celesti. Chiari e limpidi come un freddo cielo invernale e profondi come l'oceano. Mi pento di non essermi portata dietro la macchina fotografica, mi  piacerebbe scattarle qualche foto adesso. Tra le chiome rossastre degli alberi irrompono prepotentemente i raggi del sole, che fanno brillare come fossero fatti d'oro, i suoi capelli biondi e mossi.
Mentre la guardo, perdo momentaneamente l'equilibrio e lei si fa più vicina per impedirmi di cadere. I suoi occhi si velano per un attimo di preoccupazione.
"Vogliamo fermarci un attimo? Nessuno ci corre dietro!"
Le sue mani si fanno più ferme, mentre mi sostengono fino alla panchina a pochi metri da noi.
E' un posto meraviglioso, in un'altra occasione probabilmente i suoi occhi si sarebbero illuminati, mentre mi elencava tutte le meraviglie che riusciva a scorgere. Il fiume di fronte a noi, che scorre impetuoso, portandosi via le foglie rosse appena cadute dagli alberi intorno. La passerella di legno scuro, che funge da ponte tra una sponda e l'altra.
Le sue mani tremano un po' e così fa anche la sua voce.
"Scusami! Mi dispiace… Non volevo farti affaticare. È un giorno speciale e volevo organizzare qualcosa di carino, avrei dovuto organizzare più vicino…"
Quando era scossa per qualcosa finiva sempre col travolgermi con un flusso di parole ininterrotto, dimostrando la stessa impetuosità del fiume che ci scorreva davanti agli occhi.
L'unico modo per fermarla era una diga, una distrazione e al momento l'unica distrazione che riesco a fornirle, sono le mie labbra sulle sue, mentre la stringo tra le braccia.
Attimi di tensione, che si trasformano in dolcezza, mentre la sento rilassarsi stretta a me. Raccolgo con il dorso delle dita, una piccola lacrima che le sfugge dall'occhio. Piccolo ricordo della tristezza appena passata. Ci stacchiamo per riprendere fiato, solo allora, si volta ad ammirare il paesaggio davanti ai nostri occhi.
Mi stringe la mano, mentre appoggia la sua testa sulla mia spalla, i suo capelli morbidi a solleticarmi il collo.
Inspiro a fondo il suo odore, mentre lei fa lo stesso con me. Amo il suo odore, non parlo del profumo che mette prima di uscire di casa, ma del suo vero odore. Quello che è parte di lei, da sempre e che la caratterizza. Quello che mi faceva compagnia nell'oscurità del coma, insieme alla sua voce dolce che da accanto al mio letto all'ospedale mi implorava di svegliarmi. 
Ormai mi sono svegliata dal coma diversi anni fa, ma in seguito all'incidente che si è portato via la mia famiglia, non sono riuscita mai a riprendermi del tutto. Lei è accanto a me e mi salva ogni giorno con la sua sola presenza, probabilmente se non mi fosse stata accanto mi sarei arresa alla morte ancor prima di svegliarmi dal coma.
La guardo. È assorta nei suoi pensieri, i lineamenti rilassati. La tempesta è passata.
Picchietto gentilmente con le dita sul suo ginocchio, per attirare la sua attenzione. Sembra quasi essersi svegliata all'improvviso da un sogno ad occhi aperti. Si volta a guardarmi con espressione confusa. È così dolce, istintivamente le circondo il volto con le mani e le abbasso un po' la testa per lasciarle un bacio sulla fronte.
Credo sia arrivato il momento di continuare con la nostra passeggiata.
"Io sono pronta, vogliamo continuare? Sono veramente curiosa adesso"
I suoi occhi tornano ad essere luminosi, la sua motivazione schizza alle stelle. Mi prende sottobraccio e mi guida dall'altra parte del ponte. Camminare su quel ponte coperto di foglie rosse e gialle stringendo la mano dell'amore della mia vita è un'esperienza unica. Non smetterò mai di ringraziarla, per questa giornata meravigliosa e so che il meglio deve ancora venire. Poco più in là della fine del ponte, scorgo la nostra meta. È un tavolo da picnic già apparecchiato, ci sono tutte le cose che amo di più mangiare e bevande calde. Si trova sotto un albero, l'unico in quella parte del parco.
"Eccoci arrivati!" Il suo sorriso è radioso, però qualcosa nella sua espressione mi dice, che mi sta ancora nascondendo qualcosa per il momento.
Mi porta dalla parte più vicina al tronco dell'albero e va a sedersi di fronte a me. Mi lancia uno sguardo furbo e mi sorride.
"Sai che albero è questo?"
La guardo confusa, per quanto mi ricordi, non credo sia un luogo significativo per noi come coppia. Credo di non essere mai riuscita ad attraversare il ponte fino ad oggi in realtà.
Lei continua a ridere e decide che si è fatto il momento di colmare le mie lacune.
"Questo è un albero di Ippocastano!"
Dal tono della sua voce, sembra che questa si una risposta definitiva, ma io mi sento solo più confusa di prima.
Bene! Quello è un albero di Ippocastano, ma ancora non capisco, che cosa significhi tutto questo.
"Raccogli una castagna!"
Faccio come mi dice, la risposta tarda un po' ad arrivare, ma so già che ci siamo quasi.
"Bene! Quella è la tua castagna matta!"
Ok!? Il mio sguardo confuso, la fa scoppiare in una risata cristallina.
"È una tradizione che abbiamo al Nord! Ad inizio autunno si raccoglie una castagna di Ippocastano e la si tiene con se per tutto l'inverno. È un amuleto contro il raffreddore. Visto che quando inizia a fare freddo ti ammali sempre, volevo che ne avessi una tutta tua! Buon anniversario amore!"
 Mi sento estremamente fortunata ad avere nella mia vita una persona come lei, così pura e dolce, come una bambina nel corpo di una donna. La donna della mia vita, che è riuscita a portare magia e colori, nel mio mondo triste e tetro.
"Buon anniversario amore!"
   
 
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