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Autore: AngelCruelty    09/10/2019    4 recensioni
[Storia partecipante al contest “My beloved villain” indetto da Dark Sider sul forum di EFP.]
Le profondità di un abisso,
Un abisso è composto di acqua di mare,
Devy Jones è il mare.
Le profondità di una mente sadica e ricolma di odio, desideri di vendetta e sete di sangue.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Davy Jones
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Le profondità di un abisso

Un debole ululato era tutto ciò che si riusciva ad udire. Il fischio che lo accompagnava rendeva l’atmosfera che quel suono evocava ancor più sinistra. Chiudendo gli occhi, uno poteva immaginare l’esatta direzione del vento, immaginando i canali d’aria come tubi invisibili che si intrecciano nel buio. Non c’era luce del sole lì, ma solo il tenue e cupo bagliore dell’aurora boreale. La nave scricchiolava come sempre, e faceva fatica ad avanzare nelle acque torbide piene di ghiaccio. Ma l’Olandese Volante si recava in ogni luogo il suo Capitano desiderasse. La ciurma era abituata a non fare domande, e non osava porre delle lamentele. Erano solo schiavi che avevano venduto la propria anima al Diavolo dei Sette mari, dopotutto. In silenzio lavoravano senza sosta, terrorizzati di poter rimaner congelati se solo si fossero fermati a riposare. Davy Jones era l’unico essere immobile. Se ne stava sulla prua della nave, in piedi, il volto rivolto verso l’aurora e gli occhi serrati. Si stava forse trasformando in una statua di ghiaccio? Era forse questa la tragica e stupida fine del Capitano dell’Olandese? Ma i suoi scagnozzi non erano così sciocchi da crederci. Tutti sapevano che Davy Jones non poteva essere ucciso se non con un pugnale nel cuore, un cuore nascosto chissà dove.
Il mostro aveva scelto di condurli fin lì, nel gelo dell’Artico, per un motivo ben preciso. Forse poteva aver allontanato il proprio cuore, ma i sentimenti che lo legavano ad esso erano ancora forti e vividi dentro di lui. Troppe emozioni in così pochi giorni, per Davy Jones. Prima quel libro, quel dannato libro che qualche bambino doveva aver lanciato via dalla propria nave, forse per non doverlo leggere nonostante le pressioni della governante. Davy Jones l’aveva fatto ripescare, e poi l’aveva guardato con reticenza, rigirandolo tra le mani: “Calipso, Dea e Leggende”, recitava il titolo. In un impeto di rabbia, il Capitano aveva lanciato un urlo terribile, ricolmo di risentimento e angoscia, e aveva lasciato che il libro tornasse in mare, come un sogno abbandonato per sempre. Inutile dire che aveva dato la caccia alla nave da cui proveniva quell’oggetto e aveva ordinato ai suoi scagnozzi di sterminare tutti coloro che vi viaggiavano. Infondo era questo, ciò che lui faceva, portava sventura e morte a chiunque incrociasse le sue acque.
E poi, c’era quel folle di Jack Sparrow. Lui aveva fatto infuriare il Capitano ancor di più. Davy Jones si considerava un uomo d’onore, che manteneva le promesse … e pertanto odiava chi non lo faceva. Il così detto Capitano della Perla Nera aveva fatto un patto con lui tredici anni orsono, e Jones non avrebbe accettato un ripensamento. Come la cara dolce e sfuggente Calipso, credeva forse di poterlo imbrogliare? E per di più, aveva mandato al suo cospetto un giovincello ricolmo d’amore e speranza. Ah, l’amore! Era l’unica cosa che Davy Jones odiava ancor di più di coloro che osavano tradirlo. Ma il Capitano era intelligente, conosceva sé stesso e la sua indole, e infondo sapeva che il separarsi dal suo cuore pulsante non l’aveva davvero reso meno incline alle emozioni. Sapeva bene che se avesse agito d’istinto avrebbe commesso qualche grave errore per via della rabbia cieca che l’assaliva. E Sparrow non era un marinaio qualunque da poter sottovalutare. Davy Jones prese quindi l’espressione ‘a mente fredda’ in maniera letterale, e navigò fin lì, dove era sempre inverno e sempre notte, per pianificare la sua vendetta.
Certo, tenere il ragazzo lontano dalla sua amata, ricordargli in ogni momento di essere stato tradito da un caro amico, farlo picchiare dal suo stesso padre … questi erano piccoli piaceri che solo il Capitano dell’Olandese poteva apprezzare davvero. Ma per quanto poteva sopportare la vista di quegli occhi ancora carichi di sentimento? Come poteva vivere sulla stessa nave in cui aveva atteso per dieci lunghissimi anni di poter rivedere la sua amata Calipso, e guardare Will piangersi addosso proprio come aveva fatto lui e … sperare? No … più il tempo passava in quella gelida coltre di nebbia, più il mostro che era in lui chiedeva sangue. Morte. Così come aveva strappato il proprio cuore dal petto per uccidere ciò che era rimasto dell’ingenuo giovane Capitan Jones, avrebbe schiacciato senza pietà anche quell’immagine rivoltante che andava in giro per la sua bellissima nave maledetta, l’avrebbe estirpato come un’erbaccia … avrebbe cancellato ogni traccia di quel che era stato un tempo Will Turner … ma anche il ricordo di Jones stesso, che tanto gli tornava in mente da quando il figlio di Sputafuoco gli era capitato tra i piedi. Ovviamente, non poteva però lasciare impunito il comportamento di Sparrow. Aveva ucciso per molto meno di un patto infranto. Un nuovo patto non aggiustava le cose, era solo la punta dell’iceberg contro il quale Jack aveva deciso di navigare.
Ma come? Come trovare il modo di sterminarli tutti, uno ad uno, nella maniera più dolorosa possibile?
Di certo, l’equazione doveva comprendere l’amata donna in questione. E Jack avrebbe dovuto rendersi conto, prima di lasciare questo mondo, del fatto che era stata colpa sua se i suoi amici, la sua ciurma, e persino la sua amata nave erano andate distrutte … e allora Davy Jones capì.
Sarebbe tornato indietro, avrebbe giocato al gatto e al topo con quei burattini per un po’. E poi, avrebbe dato loro una speranza. Sarebbe stato ancor più epico vedere le loro facce illuse rendersi conto che aveva evocato il Kracken, condannandoli a morte certa. Pirati? Loro amavano definirsi pirati? I pirati tornavano sempre al mare, e Davy Jones era il mare. Loro erano, invece, solo cibo per pesci.
La cosa più divertente era che ovviamente, non vi era nessuno a traghettare le anime dei caduti nelle acque dei Sette mari, perché lui aveva disertato quel compito da tantissimo tempo, ormai.
Ad una vana e misera vita, tesa a inseguire delle gioie mai afferrate, avrebbe fatto seguito un’orribile e eterna attesa senza pace.
Davy Jones rise in maniera spontanea e tremenda, facendo gelare il sangue al resto della ciurma, compreso Will, ignaro dei pensieri del Capitano.
Egli pregustò il momento in cui i due amati, consci di essere sul punto di essere separati per sempre, lo avrebbero supplicato di lasciarli in vita. Sotto gli occhi spalancati a forza di Jack Sparrow lui gli avrebbe chiesto se fosse davvero così, di riflettere bene a ciò che dicevano. E forse uno dei due avrebbe fatto il coraggioso, e avrebbe detto che non gli importava di morire, ma quando allora lui avesse minacciato di uccidere l’altro … allora no, lì avrebbero risposto che in realtà erano sicuri di voler rimanere vivi, e insieme.
E allora lui gli avrebbe risposto: “Noi crediamo di sapere tante cose, mentre in realtà non ne sappiamo più di un topo in trappola… un topo con la schiena spezzata che crede di avere ancora voglia di vivere”
E poi avrebbe guardato l’anima scivolare via dai loro corpi, e si sarebbe rivolto a Sparrow: “L’amore… un’orrenda colpa.” Avrebbe spiegato.
E anche lui sarebbe morto sotto la pressione delle sue chele possenti, con un sonoro e raccapricciante crack.
Con uno scatto, Davy Jones si voltò e ordinò di invertire la rotta. Aveva degli omicidi da commettere, e la sua sete di sangue sarebbe stata così soltanto stuzzicata … come un assetato a cui venisse concesso di mandar giù una goccia d’acqua.
  
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