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Autore: ineedofthem    09/10/2019    4 recensioni
Anita, un metro e sessanta di dolcezza e allegria, è una specializzanda in pediatria. Adora il suo lavoro, sa che è quello che deve fare perché ci crede da sempre e, spinta dalla passione per questo lavoro, comincia a passare le sue giornate in ospedale.
Qui conosce Lucia: una bambina rimasta orfana, con una grave disfunzione cardiaca, ricoverata nel reparto di pediatria.
Anita sente di provare per lei un affetto profondo e il loro diventa un rapporto viscerale.
Tutto procede bene, finché non arriva lui: Luca Franzese, il nuovo cardiochirurgo dell'ospedale, e Anita capisce che la sua vita non sarà più la stessa. Riconoscerebbe quella zazzera di capelli castani e quei lucenti occhi verdi tra mille. Sa che il ritorno in città del ragazzo porterà solo guai per lei. Il rapporto con Lucia li accomuna entrambi e la piccola sembra l'unica in grado di sciogliere il suo sguardo da duro e quel carattere burbero che lui si porta dietro.
Anita crede di averci messo una parola fine su quel capitolo, ci ha avuto a che fare in passato e non intende ripetere lo stesso errore. Ma se Lucia ci mettesse il suo zampino, cosa potrebbe succedere?
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ricominciare'
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Capitolo 64
RICOMINCIAMO DA QUI

Capitolo 64

Dopo il colloquio con la psicologa, io e Luca ci siamo concessi una passeggiata, avvolti in un silenzio rilassante, con in sottofondo solo il ticchettio dei nostri passi.
La primavera ormai inoltrata ci dà modo di godere di una giornata mite, fresca quanto basti e la leggere brezza che si leva, scompigliando le chiome degli alberi in fiori, posandosi poi sui nostri volti in una carezza delicata, mi provoca una profonda sensazione di benessere.
Osservo l'orizzonte davanti a noi tingersi di un caldo rosso a cui si mescola alla perfezione un tiepido arancione, in un tripudio di sfumature e colori, sovrastato dalle nubi già scure. Scruto questo momento con gli occhi che mi brillano per lo stupore e penso che vorrei immortalarlo, imprimerlo nella mia mente per sempre. Così, mentre avverto la mano di Luca stringere ancora la mia, e il suo pollice accarezzarne il dorso, recupero frettolosa il mio cellulare dalla borsa, custodendo questo spettacolo e imprigionandolo in una fotografia.

Il respiro di Luca plana sul mio collo lasciato scoperto dalla manica del giubbino di jeans che è scivolata di lato e io mi volto verso di lui, sorridendo soddisfatta di essere riuscita a catturare questo attimo. E mi rendo conto che vorrei poter fermare anche questo, lasciare che la sua immagine, il modo così adorante e dolce in cui i suoi occhi si posano su di me, rimanga intrappolata nella mia mente e nel mio cuore, all'infinito.

All'improvviso, una folata di vento più audace delle altre si leva nell'aria, portandomi ad acciuffare alcune ciocche di capelli che mi infastidiscono gli occhi, ma adesso con l'orizzonte alle mie spalle, il mio sguardo è per lui, lui soltanto. Mi sento attratta a lui come se fosse una calamita. Allora percorro il suo viso con lo sguardo, beandomi della sua bellezza così disarmante.

Luca scende ad apportare una carezza lungo il mio viso, seguendo una linea immaginaria nella sua mente e si sporge verso di me, facendo in modo che la sua fronte adagi alla mia. E io accompagno i suoi gesti, andandogli incontro e socchiudendo gli occhi.
"Adoro il tuo modo di emozionarti ancora davanti alle piccole cose; piccole cose che attraverso i tuoi occhi diventano meravigliose" mi sussurra, facendo in modo che la sua voce maledettamente roca e bassa mi provochi un brivido lungo la spina dorsale.
E io a quel punto gli sorrido, colma di emozione, conscia della reazione che le sue parole abbiano scaturito in me e mi alzo sulle punte per baciarlo, lievemente, allacciando le mie braccia attorno al suo collo, pronta a guadagnare un'ulteriore vicinanza. E poi lo stringo, accarezzandogli i capelli alla base della nuca e lui insinua le sue mani nel mio giubbino, all'altezza delle coste, sostenendomi vicino a sé e portandomi a sfiorare il mio corpo con il suo. Avverto la pelle, nonostante lo strato di vestiti, bruciare, facendomi reprimere un gemito di piacere, che Luca cattura e soffoca tra le sue labbra, chiedendomi il permesso di insinuare la sua lingua nella mia bocca, giocando a stuzzicarmi per ritrarsi dispettoso.
Afferro il colletto del suo giubbetto, strattonandolo lievemente mentre sogghigno divertita, reclamando un contatto che mi spetta di diritto e, a quel punto, lui comincia a fare sul serio, lasciando che mi prenda le sue labbra, che le plasmi con le mie, mentre intorno la brezza ci culla, con uno sfondo che sa di magico e romantico, e noi, innamorati più che mai, ci proclamiamo il nostro amore.

Quando, dopo poco, Luca mi accompagna a casa, mi rendo conto che non ci sia bisogno io gli chieda di salire su con me, di rimanere; pare che lui scorga quella richiesta attraverso i miei occhi come in un tacito accordo.
Resta con me...

E mentre saliamo le scale, eccitati ed ebridi di passione come due adolescenti che hanno fretta di amarsi, mi rendo conto che le parole adesso siano davvero superflue. Ci scrutiamo in un gioco di sguardi, di consensi, con mani che si cercano, che bramano, che quasi già spogliano.

La porta del mio appartamento si richiude con uno scatto dietro di me e non faccio in tempo a rendermene conto che Luca lì a fare in modo che il mio sguardo e la mia attenzione sia solo per lui; la mia schiena che aderisce alla parete, le sue dita che giocherellano con le mie.

E mi bacia, in quel modo che è così suo, tale da togliermi il respiro. Io ricambio, come se non fossi mai sazia di lui, e delle sue labbra, mentre cercando di non separarmi dal suo tocco, lascio ricadere il giacchetto di jeans dietro di me. Poco dopo anche la mia maglietta subisce lo stesso trattamento e torno a porgere la mia attenzione di nuovo a lui. Sembra che io sia sorda a qualsiasi cosa che non preveda baciare o sfiorare Luca.

Faccio scivolare le mie dita lungo il petto, tastandolo, e un broncio infantile si insinua sulla mia bocca, a contatto con il tessuto che non mi permette di accarezzarlo come vorrei.
Luca appoggia le sue mani sulle mie, aiutandomi a liberarsi del giubbotto e della maglia bianca che indossa sotto di esso. Le mie mani scoprono ogni lembo della sua pelle, con cura, dedicando devozione a ogni sua più piccola sfumatura . E adesso che lo guardo, lo sfioro, senza più impedimenti, non posso fare a meno di sorridergli in quel modo adorante che riservo a lui, lui soltanto.
Lui si abbassa su di me, accarezzando il mio viso tra le sue mani grandi e calde. Mi sfiora con delicatezza, quasi come se avesse paura di farmi male e io accompagno i suoi gesti, sospirando accanto alle sue labbra, che Luca corre ad accogliere di nuove tra le sue. Mi bacia piano, assaporando la mia bocca, lentamente, quasi come se volesse godersi questo momento a lungo, pur di procrastinarne la fine. Allora lo abbraccio, stringendolo a me in una morsa, perché avverto il bisogno di avvertire la mia pelle a contatto con la sua e godere di quel calore che è in grado di scatenare.

"Promettimi che affronteremo questa situazione insieme..." gli sussurro, scendendo ad apporgli un bacio sul collo, sentendolo rabbrividire sotto il mio tocco.

"Che non ci faremo abbattere dagli ostacoli..." un bacio accanto al suo cuore che batte furente come il mio.

"Che continuerai ad amarmi così come fai..." rialzo lo sguardo per puntarlo su di lui, con gli occhi che brillano di eccitazione, a reclamare un ennesimo bacio sulle labbra, le mie dita che accarezzano il suo viso alla ricerca di conferme.

Luca mi afferra tra le sue braccia, facendo in modo che il mio corpo si abitui al suo, sostenendomi a sé.
"Lo prometto" mormora, con un tono suadente di voce, prendendo a muoversi verso la mia camera da letto.
Lì, in un fruscio di lenzuola e corpi noi ci amiamo con urgenza e passione, come se non fosse abbastanza, in questa notte che vorrei non avesse mai fine, dimostrandoci un sentimento che, forse avremmo potuto concederci molto tempo prima, ma a cui adesso non abbiamo alcuna voglia di rinunciare.


Mi volto a osservare Luca che ancora dorme; le labbra stese in un'espressione serena e appagata, un braccio sotto la nuca a sostenere il capo, mentre la mano libera ricade in modo che sembra quasi casuale accanto al mio cuscino. Gli dedico un ultimo sguardo, e lambendo con delicatezza la sua guancia, scendo a segnare una scia fino al collo, pizzicandomi le dita sotto la sua barba incolta. Torno poi a porre la mia attenzione altrove, scorgendo il bagliore dell'esterno prodigarsi fino al letto, illuminando la stanza. Lo specchio da camera, posto alla destra del nostro giaciglio, accanto alla portafinestra che dà sulla strada, mi restituisce l'immagine del mio riflesso. Mi squadro così, con il lenzuolo candido che mi copre, e che stringo fino al petto, i capelli che mi ricadono scarmigliati e aggrovigliati lungo le spalle e sulla fronte, il trucco un po' sbavato sotto gli occhi, che mi premuro di cancellare. Carezzo i miei tratti, sorpresa, come se li vedessi per la prima volta e fossi sbocciata di una nuova forma tutto d'un tratto. Sfioro le mie labbra che si arricciano in un sorriso, e beh,  solo esso basta a dimostrare quanto io sia felice.
Sussulto lievemente al tocco tenue e dolce di Luca sulla mia pelle e quando mi giro, lo trovo lì, dietro di me, ad accarezzare il mio collo scoperto con le dita.

"Buongiorno..."gli sussurro, reclamando un bacio a stampo, che lui non tarda a concedermi, portandomi a stendermi di nuovo accanto a lui. E ce ne rimaniamo così, avvolti in un senso di pace, e piacevole silenzio, fin quando non rialzo lo sguardo, sporgendomi verso di lui e delineando la forma del suo naso in una carezza gentile.

"Voglio presentarti una persona..." mormoro, sciogliendomi in un sorriso, apportando un bacio all'angolo delle sue labbra.

Luca mi stringe a sé, accennando un riso divertito davanti ai miei capelli che gli infastidiscono gli occhi, per poi mutare la sua espressione dilettata in una confusa.

"Chi?" mi domanda, curioso, assottigliando lo sguardo.

Mi sottraggo al suo tocco, scuotendo il capo e facendo finta di cucirmi la bocca. "Ah-ah, lo scoprirai presto" proferisco in un occhiolino, alzando un dito nella sua direzione.

"Ah, sì?"chiede, sporgendosi verso di me, sornione.

"Sì, sì" ribatto, dispettosa, prima di avvertire il tocco delle sue mani sui miei fianchi.

Osservo un guizzo malizioso attraversare i suoi occhi e quando poco dopo sento le sue dita pizzicarmi, sopprimo un gridolino sorpreso, scappandogli dalle mani, divertita.


La stanza 312 si staglia presto davanti ai nostri occhi. Ho visto la confusione scemare dagli occhi di Luca non appena abbiamo fatto ingresso nel reparto maternità, e lasciare spazio a un'espressione intensa, tenera. Mi ritrovo ad ammirare il modo in cui i suoi occhi si posino sul corridoio trasognante.
Poi gli stringo una mano, intrecciando le mie dita con sue e riporto la sua attenzione su di me.

"Voglio presentarti la mia nipotina, Agnese" gli confido, in un sguardo coinvolto.

Luca sorride, e se pensavo di poter leggere della titubanza nei suoi occhi, come se conoscere Agne ed entrare a far parte della sua vita, fosse qualcosa di troppo per lui, mi sbagliavo.
È proprio lui a condurmi con sicurezza nella stanza, appoggiando una mano all'altezza della mia schiena.
Sabrina si accorge presto di noi due e non appena ci scruta, lì, insieme, un'espressione radiosa, di stupore, non può fare a meno di nascere sul suo volto.
"Ragazzi, ciao!" ci saluta, con entusiasmo.
Agnese è tra le sue braccia, mentre lei la culla amorevolmente al suo petto.

Mi muovo verso di loro, in punta di piedi, avvertendo montare nel mio petto quella piacevole sensazione che si manifesta ogni qualvolta sono con Sabrina e mia nipote.

"Sei da sola?" le chiedo, nonostante l'assenza di qualsiasi altra persona oltre noi, sia la risposta stessa alla mia domanda.

Infatti lei accenna un risolino che le contrae il viso in una smorfia divertita. "Sì, beh, tuo fratello è al lavoro, e mia madre è appena andata via; sai con l'arrivo della bella stagione è oberata di lavoro" mi risponde.

Poi il suo sguardo incontra quello di Luca che da quando abbiamo messo piede in stanza, è rimasto chiuso in un religioso silenzioso, con lo sguardo calamitato su Agnese; gli occhi che la scrutano con trasporto, quasi increduli. E non appena me ne rendo conto, mi viene da pensare che potrei innamorarmi di lui per la sola maniera in cui venera la mia nipotina.

"Sai, Luca, mia madre è una Wedding planner. Te lo dico a titolo informativo, per quando ne avrete bisogno per un futuro matrimonio, eh!" proferisce nella sua direzione, aprendosi in un occhiolino.

Ma Luca non le presta subito ascolto, rapito come è dalla piccola, che adesso arriccia la boccuccia in un broncio, succhiandosi un pollice.

Così Sabrina si sporge nella sua direzione e lui, incrociando il suo sguardo, sussulta lievemente scuotendo il capo.

"Scusate" ammette, sciogliendosi in un sorriso di scuse"ero sovrappensiero".

La mia dolce cognatina incrocia il mio sguardo e insieme ci lasciamo andare a una piccola risatina complice.

Poi lei prende ad accarezzare il volto di sua figlia, delineando la forma del nasino, piccolo e a patata.
"Hai visto, Agne?" le mormora all'orecchio, come se fosse un segreto tra loro due "anche lo zio Luca è venuto a conoscerti, sei felice?"
Agnese si porta le manine alle labbra, nascondendo un dolce sorriso e lui le si avvicina, emozionato all'idea di scrutarla da una prospettiva così ravvicinata, alzando una mano nella sua direzione per accarezzarle il capo con affetto.

La sicurezza di poco prima ha lasciato il posto al suo essere così impacciato, quasi insicuro sul come comportarsi e mi ritrovo a pensare che sia la prima volta che lo scorga davvero così, al contrario del suo essere sicuro di sé, e trovo questo suo aspetto quasi tenero.

Sabrina gli sorride, dolcemente, attratta dal modo in cui Luca sembra colpito dalla piccola.

"Vuoi prenderla in braccio?" gli domanda poi.

Luca si porta una mano dietro la nuca, in imbarazzo. "Cosa?" proferisce. "Davvero, posso?" le chiede poi a conferma, come se ce ne fosse bisogno.

Lei acconsente, serena, tendendogli la piccola affinché la prenda tra le sue braccia.

Lui l'accoglie, stringendosela al petto, come se gli venisse naturale, cullandola in un modo altrettanto dolce e premuroso. 
Ho sempre pensato che Luca con i bambini ci sapesse fare, non posso fare a meno di ricordare come si relazionasse con Lucia, e poi con Sofia, sua nipote, e la rassicurazione che cerca di infonderle, sempre. Ma se è possibile, sento che vorrei immortalare questo momento nella mia mente perché c'è davvero qualcosa di così prezioso e speciale nella maniera in cui lui tiene Agnese. La sua mano corre a sostenerle il capo, sorridendole intenerito e affascinato. E io mi innamoro della loro immagine, perdutamente, profondamente e penso a come possa essere un giorno stringere un figlio tutto nostro.

Luca a quel punto porta la sua attenzione su di me e mi invita ad avvicinarmi a lui, a loro, e io lo faccio, con lo sguardo commosso e il cuore in tumulto nel petto.

Mi sorride in quel modo suo, mentre faccio in modo che i miei occhi trovino i suoi, complici.

Accarezzo il capo di Agnese senza smetterlo di osservarlo.

"È bellissima..."proferisce, abbassandosi accanto al mio orecchio per parlarmi in un sussurro. "E ti assomiglia" mormora come se fosse qualcosa di intimo, da condividere solo con me.

E allora io abbasso lo sguardo, in imbarazzo, ma felice, come non mai.

Un singulto mi porta a porre la mia attenzione a Sabrina che ci scruta; una mano portata alle labbra, una lacrima che scivola giù lungo la sua guancia e che si appresta prontamente a nascondere, non appena si rende conto che i miei occhi abbiano incontrato i suoi.

"Scusate" ammette, "sapete, sono gli ormoni" aggiunge, aprendosi in una risatina che palesa il suo disagio. Riso che però lascia il posto presto a un'espressione dolce, colma di ammirazione.
"È solo che siete davvero stupendi insieme, e mi avete fatto emozionare" ci confessa, recuperando un fazzoletto dal comodino al suo fianco, dove soffoca un altro singhiozzo.
"Ecco!" protesta, soffiandosi il naso in modo rumoroso e sgraziato, "lo sapevo! Adesso piango, ancora!"

E il suo gesto, che assume una platealità così divertente, ci fa sciogliere in una risata.


Poco dopo, quando la piccola ha preso a sonnecchiare sulla spalla di Luca, lui la pone alle amorevoli braccia di sua madre che si premura di adagiarla nella culletta al fianco del letto, lasciandola libera di godersi il suo sonnellino. Agnese si sistema su un lato, reprimendo un verso, le manine chiuse a pugno, vicino al capo.
"Allora" pronuncia, poi, lisciando alcune pieghe del lenzuolo. "Come procede la vostra vita da coppia?"

"Bene!" le replica Luca, stringendomi a sé in un abbraccio, che la fa sciogliere in un riso divertito.

"Ecco, Sabri, a proposito di questo..."proferisco, sporgendomi verso di lei.

"Dimmi tutto, Anita!" ribatte, colma di iniziativa.

Luca incontra il mio sguardo, incuriosito, senza ben capire e io mi premuro di sciogliere qualsiasi suo dubbio.

"Sabrina è un avvocato" gli sussurro, sfiorando la sua guancia con le dita, "sono sicura che potrà darci una mano per quanto riguarda la questione di Lucia".

Lui sorride sotto il mio tocco, annuendo.

"È per quello che sto pensando io?!" trilla la mia cognatina, portandosi poi una mano alla bocca, spaventata all'idea che il suo tono così alto abbia potuto svegliare sua figlia, ma non è così. Infatti la piccola continua a dormire ignara della sua agitazione.

"Sì" le replico, in un sorriso. "Ma ecco, vorrei che rimanesse un segreto, per il momento".

Incrocio lo sguardo di Luca, cercando in lui la conferma e lui non si attarda ad acconsentire con il capo. "Noi vorremmo che fosse una sorpresa" le confido poi, in tono solenne.

Sabrina annuisce vigorosamente, portandosi una mano al petto. "Avete la mia parola" promette.

"Quindi, di cosa volete parlarmi?"aggiunge poi, ponendosi verso di noi, incuriosita e facendoci segno di sederci accanto a lei.

Sia io che Luca accettiamo di buon grado la sua iniziativa e il mio fidanzato lascia che sia io a esporle la nostra situazione.

"Vorremo poter adottare Lucia, ma sai bene che la nostra posizione non ci è molto favorevole, quindi abbiamo fatto richiesta per un affidamento..."le spiego.

Sabrina ascolta le mie parole, attenta, dedicandoci uno sguardo colma di approvazione.
"Vuoi chiedermi come funziona la procedura, in questi casi?" domanda, scrupolosa.
"Sì" annuisco, afferrando una mano di Luca, che lui si premura di stringere.

"Allora, in realtà prima che una coppia possa prendere in affidamento o in adozione un minore, gli organi competenti devono testare la loro idoneità. La procedura prevede che vi vengano poste delle domande, per conoscervi meglio, che siano personali, lavorative, sull'ambiente in cui verrebbe accolto il minore. Questa serie di incontri e colloqui serve a valutare che voi possiate essere le persone adatte all'affidamento di un minore, ma nella vostra situazione, il legame con Lucia vi avvantaggia, dovete tenerne conto" proferisce in un tono zelante e professionale. Poi cerca il nostro sguardo, accertandosi che sia tutto chiaro, quindi io e Luca annuiamo.

All'improvviso il cellulare del mio fidanzato prende a squillare e lui, recuperandolo dalla tasca, scruta lo schermo, allontanandosi in tono di scuse per rispondere. Mi ritrovo a seguire la sua figura, vedendola scomparire oltre la porta della stanza.

"Anita" Sabrina mi richiama, portandomi a rivolgerle la mia attenzione. Lei deve rendersi conto che un po' di esitazione si sia fatta spazio in me e si preme di rassicurarmi.

"Non devi sentirti spaventata da questo iter burocratico; gli assistenti sociali devo considerare quello che vi lega a Lucia. Non si può ignorare quanto quella bambina vi adori e nemmeno quanto voi desideriate darle una famiglia" aggiunge poi, speranzosa.

Incrocio i suoi occhi, dedicandole uno sguardo colmo di gratitudine. "No, infatti, io e Luca faremo di tutto pur di dimostrare quanto teniamo a Lucia e che sia davvero questa la soluzione più adatta per lei" le confesso, convinta.

Lei annuisce, cercando le mie mani, affinché io le stringa e osservo i suoi occhi velarsi di commozione. So quanto l'argomento le stia a cuore e la coinvolga personalmente, e mi premuro di rinforzare la presa sulle sue dita.

"Quello che state facendo, Anita, è davvero ammirevole, e io sono così, così contenta che voi abbiate preso questa decisione. Sai, conosco bene quella sensazione, quando pensi di essere rimasta sola al mondo, hai bisogno che qualcuno ti ridia la speranza, che ti dimostri si possa ancora essere felice. I miei zii, Angelica e Luigi, sono stati questo per me e voi lo sarete per Lucia" mi confida, con la voce macchiata dall'emozione, lasciando che una lacrima le scivoli lungo la guancia.

E allora non mi resta che abbracciarla, stringendomela al petto, per dimostrarle quanto io le sia vicina e la comprenda.

Sabrina sbuffa un sorriso sulla mia spalla, colpendomi con un buffetto."Sto piangendo davvero troppo, oggi" ammette, facendo in modo che un certo divertimento si evinca dal suo tono.

Incontro il suo sguardo, scrutandola arricciare le labbra in una smorfia buffa.

"Ti voglio bene" le rivelo, poi, accennando un sorriso.

"Aww" proferisce, pizzicandomi una guancia, "te ne voglio anche io, piccol
a Anita".

Luca rientra poco dopo, incrociando il nostro sguardo. Il cellulare stretto tra le mani, un'espressione seria a perturbare il suo volto.
"Mi hanno contattato dalla casa famiglia, Irene Berardi ha richiesto un incontro per domani pomeriggio" proferisce, arrivando al nostro fianco.
E non posso nascondere che al pensiero che lei voglia vederci un velo di preoccupazione si insinui in me.



ANGOLO AUTRICE:
Buongiorno!                                                                  
Sappiate che ho fatto il possibile per scrivere questo capitolo e mi dispiace aggiornare solo adesso, ma ho scritto ieri per un pomeriggio intero e spero possiate apprezzare lo sforzo.
Non ho molto da dire, perché sono un po' di fretta, ma sono curiosa di sapere cosa ne pensiate. E non temete, nel prossimo capitolo ritorniamo in casa famiglia, con un episodio completamente dedicato alla piccola Lucia. Volevo inserire il loro incontro in questo capitolo ma sarebbe risultato troppo lungo da leggere. Ma preparate i fazzoletti, sarà davvero emozionante. Sappiate che ci sto già lavorando, non temete. Intanto, fatemi sapere cosa ne pensate di Luca e Anita-troppo cuccioli😍- della scena Luca con la piccola Agnese e di tutto il resto�  
Grazie per il vostro continuo sostegno, è davvero importante per me e mi dà la spinta giusta a continuare!  
Vi ricordo che, se volete, la storia fa parte di una serie, e una one shot sul primo incontro di Luca e Anita, sia una su Federico e Carlotta, vi aspettano. Le trovate a questi link: First Love- Dove tutto ebbe inizio Una scommessa d'amore                                                                               
Vi abbraccio forte, alla prossima!😘   


  
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