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Autore: Flaminia_Kennedy    30/07/2009    1 recensioni
Per la sesta volta in un giorno mi chiesi perché mi ero voluta trasferire a Forks, la zona più piovosa di tutto il continente americano.
Certo, non adoravo il sole di casa mia in Texas, ma nemmeno il perenne strato di nubi che nascondeva il cielo.
[...]
Ridacchiai, perché il volto di quel ragazzo dai capelli bruni e corti mi ispirava simpatia, un po’ come gli orsacchiotti che avevo nella mia vecchia camera a Dallas.
Quando l’auto, guidata da un ragazzo dai capelli ramati e sparati in aria, arrivò a pochi metri da me il ragazzone si infilò dentro la vettura, parlando concitatamente con il ragazzo vicino a lui.
Era un tipo dai capelli color miele e in quel momento il volto meraviglioso e pallido era contratto da una smorfia addolorata.
Genere: Azione, Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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14.

Singer

 

Stetti a guardare impotente Maria che componeva quasi in maniera dolce il numero di Jasper «sai, sei veramente una ragazzina fortunata» mi disse mentre avviava la chiamata «deve voler tanto il tuo sangue che per cercarti non si è dissetato nemmeno con i suoi stupidi animali».

Riuscii a malapena a capire quello che mi disse.

La mia mente era completamente devastata sia dal dolore sia dall’inedia «Maria, che hai intenzione di fare? » chiese Landon e la donna si poggiò l’indice sulle labbra, per farlo stare in silenzio.

Io incominciai a sentire il cuore pompare più in fretta il sangue attraverso le mie vene e fuori dalle mie piccole e numerose ferite brucianti.

Doveva essere l’iniezione che la piccola vampira bionda mi aveva fatto qualche momento prima; alle mie orecchie arrivò lo squillo della linea libera e pensai che Maria doveva aver messo il vivavoce alla conversazione.

Sperai che non rispondesse, anche se sentire la sua voce sarebbe stato il paradiso, in quel momento; sperai che fosse a casa sua, magari a giocare a baseball con quel suo sorriso caldo e rassicurante che non avrei più rivisto.

Invece qualcuno rispose, senza dire niente: stava aspettando di sentire la mia voce?

Non riuscii a trattenermi e –utilizzando le poche forze che avevo– appoggiai la testa pesante contro il muro e aprii le labbra «Jas…per» sussurrai, con le lacrime agli occhi.

Maria sorrise, sapendo di aver praticamente vinto «non ti preoccupare piccola sto venendo a prenderti» mi disse e per la prima volta sentii la sua voce lasciar trasparire angoscia pura. Cercai di urlargli qualcosa, di tornare indietro, ma non avevo più fiato «cosa ti hanno fatto? »«abbiamo solo giocato un po’ con lei, cucciolo» disse la vampira, guardando lo schermo del cellulare come se potesse vedere Jasper cambiare espressione del volto.

Io mi abbandonai di nuovo a terra, cercando di riuscire a respirare «non hai visto le foto che ti ho mandato? Speravo ti piacessero» aggiunse Maria, alzandosi dal covone di paglia e iniziando a camminare avanti e indietro.

Cominciavo a vedere la sua figura sfocata e scura, quasi sdoppiata «stai bene attenta a non esserci quando arriverò lì, perché ti farò a pezzi» disse Jasper.

Sembrava volesse sbranare il cellulare, da quanto la sua voce fosse irata; alcuni ringhi avevano frammentato le sue parole, tanta era la rabbia.

Maria si accigliò un attimo, per poi tornare sorridente come prima «ma io e te dobbiamo parlare di affari! Fai presto ad arrivare, cucciolo…altrimenti potrei non riuscire a trattenere qualche mio amichetto qui e la tua Cantante potrebbe finire un po’ più disidratata del dovuto.

E mi raccomando, non portare nessuno dei tuoi cari parenti; io voglio solo te».

Non mi diede nemmeno di sentire per l’ultima volta la sua voce: semplicemente Maria distrusse il cellulare.

 

Rimasi ad aspettare.

Ad ogni alito di vento che entrava dalla porta lasciata aperta speravo che portasse il suo profumo.

Invece quel vento caldo e quasi appiccicoso mi incollava addosso la polvere e agitazione.

Maria era appoggiata allo stipite della porta, lasciando che la sua ombra si allungasse su di me, come per ribadire il pieno possesso che lei aveva sul mio corpo.

I due vampiri e la ragazzina bionda erano all’interno del capannone, chi seduto sulla paglia e chi intento a giocherellare con i resti dei topi dissanguati.

La gamba rotta aveva iniziato a farmi più male del solito e sospettai un’infezione «eccolo, finalmente» sussurrò Landon, lanciando il piccolo topolino morto alle sue spalle.

Marina sogghignò, sedendosi sulle gambe del mingherlino Johnson e guardando verso la porta.

I miei occhi stanchi finalmente riuscirono a posarsi sul vampiro che tanto improvvisamente mi ero ritrovata ad amare e altre lacrime scesero: era finita.

Non c’era Emmett o Edward con lui.

Nemmeno Raven o la glaciale Rosalie.

Era solo.

Solo per salvare me, la sua Cantante «quanto tempo Jasper, è una vita che non ci vediamo! » esclamò Maria, avvicinandosi a lui con le braccia aperte.

In un secondo la mia mente pensò che se lo avesse anche solo toccato le avrei staccato la testa a morsi; sulle mie labbra cianotiche comparve un sorriso amaro.

Se avessi potuto staccarle la testa a suon di morsi non sarei finita lì. Mi maledii per non essere anche io una vampira «dov’è» sentii la voce dura e fredda di Jasper sbattermi addosso come un carico di cemento: era così diversa rispetto qualche ora prima.

Maria lo fece avvicinare di un paio di passi alla porta, poi lo abbracciò da dietro e sembrò sussurrargli qualcosa all’orecchio «ritorna alla tua vecchia vita Jasper…annusa l’aria, ti ho fatto un meraviglioso regalo» e detto questo lo condusse a pochi metri da me.

Gli occhi color carbone del vampiro subito guizzarono ad ogni mia ferita: aveva iniziato a respirare come un animale, cercando di trattenersi dall’aggredirmi.

Maria si avvicinò a me e rudemente mi tirò su «guarda, non è appetitosa? » gli domandò, osservandomi.

Non avevo la forza di reagire, a malapena riuscivo a tenere su la testa, e lo guardai con disperazione; sapevo che per lui era quanto mai difficile.

Lo vedevo lottare dentro di sé, lo vedevo nei suoi occhi neri che mi voleva, che voleva il mio sangue.

E che in contemporanea voleva gettarsi su Maria per farla fuori.

La vampira mi cacciò di nuovo a terra, camminando voluttuosa attorno al vampiro biondo «se proprio non riesci, povero cucciolo, posso sempre farlo io per te. Ha un odore veramente squisito ed è stata dura trattenersi fino ad adesso…ritorna alla tua vecchia vita e la trasformerò. Ho notato che avrebbe un potere veramente interessante».

Maria ritornò ad appendersi al suo collo, guardandomi malevola, e posando sulle labbra di Jasper le sue dita sporche del mio sangue.

La reazione fu pressoché immediata: il vampiro la scansò con una potente manata e fece qualche passo verso di me.

I miei occhi ormai erano quasi completamente ciechi per il dolore e per la stanchezza.

Sorrisi, sapendo quello che avrebbe fatto; non mi dispiacque l’idea di morire per mano sua e l’accettai senza oppormi.

Mi stava ringhiando contro, con i suoi occhi scuri lucidi di pazzia e io, nei miei ultimi istanti, riuscii a pensare che era maledettamente bello anche così.

Chiusi gli occhi, aspettando di sentire i suoi denti affondare nel mio collo e succhiarmi via la vita, di farla sua completamente.

Aspettai di diventare parte di Jasper, del suo essere.

Ma invece del dolore del suo morso e della stanchezza che mi uccideva, sentii un grido irato.

Quello di Maria.

 

«Maledetto Whitlock! » «Prendeteli! Non devono scappare! » «Sarah! »

Il grido di Jasper mi fece riaprire gli occhi.

Ero sempre a terra, nella polvere e sul duro cemento, ma qualcosa era cambiato.

Sentivo rumori di lotta, i gridi rabbiosi di Maria, le mani fresche del mio vampiro tenermi il viso.

Lo vedevo circondato da un alone sfocato, le mie lacrime rimaste attaccate alle ciglia, e per un’altra volta ancora pensai che era veramente un angelo.

Nei suoi occhi non c’era più la foga che avevo visto prima «Jazz…» riuscii a dire, muovendo appena le labbra.

In quel momento il suo soprannome era meno complicato da sussurrare nei miei ultimi respiri «Sarah ascoltami, resta sveglia! » mi disse ancora, sollevandomi come un fuscello.

La costola rotta e la gamba mandarono parecchie fitte, ma non avevo la forza di gridare.

Rimasi ad annaspare in cerca di aria, mentre lui correva fuori dal capannone; i miei occhi spalancati cominciarono febbrilmente a osservare attorno a noi due.

Edward e Carlisle stavano occupandosi della bambina e di Johnson, in fondo al capanno.

Emmett, con un ringhio basso, stava finendo di fare a pezzi Landon, poco lontano dalla porta.

Maria era impegnata a combattere contro Raven, concentrata nel tenere la malvagia vampira alla larga da me e Jasper.

Il mio cuore batteva così velocemente che mi sembrava stesse esplodendo.

Quegli eccitanti nella siringa dovevano esser entrati completamente in circolo «Sarah guardami» disse il mio biondo vampiro, tenendomi la testa lievemente sollevata.

Mi sentivo senza peso e i miei continuavano a girarsi e a chiudersi; mi sembrava di essere una malata mentale, in quel momento.

Mi ricordai della volta che ero svenuta, dopo aver visto il cadavere di mio nonno.

La sensazione era la stessa, ma amplificata migliaia di volte; le orecchie mi fischiavano e mi sentivo le vene nel collo pulsare a ritmo frenetico.

Anche Jasper doveva essersene accorto.

Rapida vidi una mano bianca e piccola sbattere contro il suo petto facendolo volare all’indietro.

Io rimasi li dov’ero, trattenuta lontano dal suolo dalle piccole dita di Marina.

Veloce la bambina mi prese per il collo e piantò i suoi piccoli ma affilati denti nel mio collo.

Il dolore fu tale che le bollenti ferite pulsanti mi parvero diventare fredde come ghiaccio e il ringhio spaventato e irato di Jasper non riuscii a sovrastare il grido che lanciai in quel momento.

 

Risposta alle recensioni:

 

Norine: Ehehehe, insegna molto guardare L’Enigmista xD

Sa chan: non ti preoccupare, so che sei una delle mie fans più sfegatate :3

   
 
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