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Autore: MusicAddicted    10/10/2019    38 recensioni
Il titolo dice già tutto… ma per davvero!
dal capitolo I:
“Io sono il Dottore! Piacere di conoscerti!” gli sorride cordiale, tendendogli la mano.
“Io sono Crowley … e non è affatto un piacere!” sibila l’altro, evitando di stringergliela.
- Oh, e così è questo il famoso Crowley che continuava a menzionare il bellissimo angelo! - capisce il Dottore, levandosi gli occhiali per rendere l’occhiataccia che gli getta più incisiva.
Istantaneamente, non trova più quel demone così simpatico.
“Oh, vi prego, andiamo! Smettetela di far finta che entrambi non ve ne siate accorti!” sbotta Aziraphale, quasi urlando.
Se non altro ottiene la loro attenzione, perché entrambi si voltano verso di lui.
“Voglio dire, voi due siete uno la copia precisa dell’altro! E ora che ci ho prestato maggior attenzione, avete pure la stessa voce, solo con accento e tonalità leggermente diversi!” osserva Aziraphale.
Insieme, con una sincronia pressoché perfetta, Crowley e il Dottore si guardano in cagnesco, e poi si voltano, uno con la schiena contro a quella dell’altro, incrociando le braccia all’altezza del petto e soffiandosi una ciocca dai loro capelli.
“Questo non è affatto vero!” sentenziano entrambi nello stesso preciso istante.
Un effetto Dolby Surround impeccabile.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Sorpresa
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Disclaimer: niente di tutto l’universo Good Omens mi appartiene: Aziraphale, Crowley e chiunque altro sono proprietà indiscussa di quegli straordinari angeli o demoni sotto mentite spoglie che siano di Neil Gaiman&Terry Pratchett (R.I.P. :’( )
Chiedo scusa ai due eccelsi se continuo a profanare così indegnamente le loro creature!!
Tanto meno mi appartiene il Decimo Dottore (il suo Universo e le sue citazioni), ovviamente!


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Pinstripe, Tartan and Black


Prologo: Crowley… is that you?

Col suo classico suono pulsante, il TARDIS atterra sul suolo e assume una consistenza sempre più materiale, finché davanti agli occhi di qualsiasi passante non ci sia altro che una vecchia cabina telefonica della polizia.
Beh, non è che i suddetti passanti stiano prestando chissà quale attenzione.
Del resto, con il continuo bombardamento mediatico e le loro facce sprofondate nei cellulari per tre quarti della giornata, non è che la gente del giorno d’oggi possa veramente accorgersi di qualcosa, anche se prima non era lì.

Il proprietario di quella particolare cabina spinge le porte per aprirle ed esce, posando le sue bianche scarpe  Converse sull’asfalto.
Si guarda attorno, curioso e su di giri.

“Ciaaaaooo, Londra, Soho, 2019!” esclama ad alta voce.

A volte parla a se stesso, forse perché tende a dimenticarsi che non c’è nessun altro con lui. Non più oramai.
È passato tanto tempo da quando delle persone hanno viaggiato con lui. È passato troppo tempo da quando qualcuno è entrato nella sua vita per qualcosa che non durasse più di un paio di viaggi nel tempo e nello spazio.
Per lo più è successo con persone che ha salvato nel corso delle sue numerose avventure.
Bellissime donne, ma allo stesso modo anche bellissimi uomini. Con ognuno di loro, di volta in volta, ha condiviso lo splendore dell’Universo e tutti i suoi segreti, ma sempre per poco, troppo poco tempo.
Le vite degli umani sono così brevi.

“Aspetta un momento… perché sono a Londra?” aggiunge ai suoi pensieri ad alta voce.

Spinge le porte per riaprire la sua cabina blu e rientrarci.
Stranamente, una volta che lui è dentro, si dà il caso che la suddetta cabina sia molto più spaziosa, più come un’astronave gigante, piena di stanze e ogni sorta di congegno spaziale. Ci sono le tecnologie più avanzate e scienze all’avanguardia.
Qualcosa che la mente umana non è in grado di comprendere.
Forse perché lui è tutto fuorché umano.

Consulta il suo computer di bordo, solo per trovare una conferma a quello che già sapeva: il TARDIS lo avrebbe dovuto portare alla base aerea di Tadfield.
Perché lui sa molto bene che in quel presente, una manciata di giorni prima, il mondo sarebbe dovuto finire, ma qualcosa lo ha impedito.
Certo, non è un argomento che finirà nei prossimi libri di storia, ma è un qualcosa di cui lui proprio non può fare a meno di indagare a riguardo.

Ritorna di nuovo in strada, camminando distrattamente fra le altre persone.

- Ci deve essere un motivo se il TARDIS mi ha portato qui e io voglio scoprire qual è!- medita, stavolta solo nella sua mente.

Mentre passeggia, adocchia una deliziosa libreria dall’altra parte della strada.
Lui ha sempre amato i libri; del resto, sono i custodi del sapere.

- Magari là dentro posso chiedere a qualcuno se sa qualcosa di Tadfield… - decide, attraversando la strada.


Entra nella libreria, ammirandone la struttura.
Da ogni centimetro quadrato di quel posto lui può facilmente capire che il proprietario di quel negozio non è qualcuno che semplicemente vende libri. Lui li venera.

Non c’è alcun cliente, forse perché il negozio sta per chiudere.
La verità è che il proprietario di quella libreria ha la pessima abitudine di chiuderla quando meno la gente se lo aspetta, quasi come se non gli piacesse molto averli attorno.

L’uomo solo apparentemente umano coglie un guizzo di capelli biondi; c’è qualcuno che sta sistemando dei libri su uno scaffale.
E qualcosa gli dice che si deve trattare del proprietario di quel posto.

“Buonasera, Signore, spero che non le dispiaccia se la importunerò con delle semplici domande…” esordisce.
“Ma certo che non mi dispiace, buon uomo!” si gira verso di lui il biondo sulla scala, con un sorriso che riscalda e una scintilla nei suoi occhi celesti. “Mi dia solo il tempo di toccare di nuovo il suolo!” ridacchia, scendendo.

“Ecco fatto. Mi faccia sapere come posso aiutarla. A proposito, mi chiamo Aziraphale e sono il proprietario di questo negozio. Stava cercando un libro speciale?” continua, andando in direzione del castano.
È un individuo davvero molto elegante, con un completo marrone gessato e un cravatta abbinata.

- Ti prego, ti prego, fa’ che non voglia una prima edizione! – si augura, nel profondo.


L’altro inclina la testa, osservando meglio quella bionda figura, così a fondo che Aziraphale comincia a sentirsi a disagio.

“Cosa c’è che non va?” azzarda Aziraphale, cominciando a temerlo un po’.

C’è qualcosa di strano in quel tipo. E di antico. Di davvero antico.
E ancora non lo ha visto in pieno volto!

Il ragazzo dai capelli castani si illumina tutto d'un tratto, con un sorprendente sorrisone che muta la sua espressione da cupa a una di gioia frenetica.
La questione di Tadfield ha già perso posizioni nella sua scala delle priorità.

“Tu sei un angelo!” quasi grida, entusiasta.

La gambe di Aziraphale stanno tremando, ma lui fa del suo meglio per nasconderlo.
“Che cosa? Oh, la prego, Signore, non ho idea di che cosa stia farneticando!” riesce a mantenere la dovuta calma.
“Oh, ti prego, non provarci nemmeno. La tua straordinaria, brillantissima aura parla per te, incantevole angelo!” insiste l’estraneo, continuando a sogghignare come un pazzo.

Aziraphale aggrotta le sopracciglia.

“C’è la remota possibilità che tu sia un parente di Anathema Device? Magari, non lo so, sei un suo cugino?” si azzarda a domandare.
“Chi?!” è la perplessa risposta che riceve.
“Come non detto!” alza gli occhi Aziraphale, prima che cominci a guardarlo meglio.

“Non ho mai incontrato un angelo così da vicino, è coooosì eccitante!” prosegue l’altro. “Beh, c’erano gli angeli piangenti una volta, ma quelli sono inquietanti da mettere i brividi, spero di non rivederli mai più!” va avanti a sproloquiare.

“Come sto cercando di spiegare, Signore, Io. Non. Sono. Un. Angelo.” puntualizza Aziraphale, molto, molto pazientemente, ma in fondo non può proprio fare a meno di fissarlo.

- Perché quest’uomo è così incredibilmente somigliante a… -

“Oh, sì, certo. E io sono la Regina Elisabetta!” ribatte l’altro, estraendo dalla tasca della sua camicia bianca un bizzarro oggetto, puntandolo contro Aziraphale.
Preme il bottone e una piccola ma potente luce blu si accende, cominciando a sondare il petto di Aziraphale da lontano.

“Oh, per favore, qualsiasi cosa sia, fermala, mi sta facendo il solletico!” ridacchia come un pazzo Aziraphale.

“Sì, è l’effetto collaterale che ha sui buoni…” spiega il suo interlocutore, con un sorriso vittorioso, non appena vede quello che stava cercando, con un rumore che sbatte. “E ora, per favore, spiegami un po’ questo, angelo!”

Aziraphale si accorge che le sue ali ora sono visibili e spalancate, contro la sua volontà.
“Oh, merda!” impreca, arrendendosi.

“Il fatto è che a me e al mio fidato, impeccabile cacciavite sonico non la si fa!”  sfodera un sorrisetto sfrontato il castano, rimettendo il suo aggeggio in tasca.
“E va bene, va bene, hai vinto. Sono un angelo. Sei contento, ora?” sbuffa il biondo.
“Contento è un eufemismo.” sogghigna l’altro.

Aziraphale non può più trattenere oltre quella domanda che ha sulla punta della lingua.
“Crowley… sei tu? C’è qualche remota possibilità che sia tu?” tentenna.
“Non so chi sia questo Crowley, ma noi stavamo parlando di te, mistica creatura di luce e speranza!” replica l’estraneo, suonando estremamente poetico.
“Oh, beh, mentirei se dicessi che non mi piace essere definito così!” gongola l’angelo.

“Allora, fammi un po’ indovinare, sei un Serafino?” gli domanda il castano.
“Uh, nooo!” ridacchia il biondo, lusingato di essere stato scambiato per un ordine così superiore.
“Cherubino?”
“No.”
“Trono?”
“No.”
“Fai parte delle Domininazioni?”
“No!”
“Virtù?”
“Noo…”
“Potestà?”
“No…”

Aziraphale si sta un po’ stancando di quel gioco, sempre che sia un gioco.
“Sei un Principato!” fa un ultimo tentativo l’altro.
“Siiiiì!” sorride Aziraphale, illuminato.
“Lo sapevo!” ridacchia l’estraneo, avvicinandosi a lui un po’ di più.

“Ora lascia che sia io a farti una domanda basilare,” cerca di prendere il controllo di quell’insolita situazione Aziraphale. “Tu chi sei?”
“Io sono il Dottore.” afferma semplicemente l’interpellato.
“Oh, ma quello è un lavoro degno di lode. Tu aiuti un sacco di persone!” fa un sorriso estasiato Aziraphale, guardandolo con occhi ancora più adoranti.
“Sì. E lo stesso fai tu, non è così?” gli sorride il Dottore.
“Certo che lo faccio. È il mio dovere principale, ma soprattutto è il mio più grande diletto.” sentenzia l’angelo.

- Beh, non c’è certo bisogno che lui sappia che ogni tanto devo fare anche il lavoro sporco di Crowley… -

“Oh, Aziraphale, lo riesco a percepire. Sei così innamorato della vita. E anche degli esseri umani. E poi hai davvero buon gusto nel vestire: sembra che questi colori crema e pastello e la fantasia tartan siano nati con il solo scopo di starti così bene!” gli sorride il Dottore, facendo arrossire il biondo, prima che si avvicini di qualche altro passo. “Tu sei proprio come me.” continua, sporgendosi in avanti per tenere con gentilezza le mani dell’angelo nelle sue. "Vieni a viaggiare con me. Ho un'astronave non lontana da qui. possiamo andare ovunque tu desideri, indietro o avanti nel tempo!"
Aziraphale è così colto di sorpresa che non sa che cosa dire.

“Dottore, io…”
“Di’ soltanto di sì. Dimmi che vuoi viaggiare al mio fianco. Ti posso mostrare cose che nemmeno puoi iniziare a immaginare.” prosegue il Dottore, continuando a tenergli le mani.
“Credimi o no, ma io sono stato attraverso numerosissime, differenti ere, okay; ora può sembrare che mi sia stabilito qui, ma…”

Il Dottore posa un dito sulla sua bocca.
“Sshhh, mio prezioso, bellissimo angelo.” mormora, appoggiando la sua fronte contro quella di Aziraphale. “Guardami, a fondo, nei miei occhi, e dimmi che non lo desideri.”


E Aziraphale lo fa. Lo guarda a fondo nei suoi occhi: gocce di grigio/azzurro che si perdono dentro a grandi pozzi di un marrone scuro, quasi nero, scintillanti, così affascinanti.

“I tuoi occhi… sembra che abbiano visto millenni di storia…” bofonchia Aziraphale, portando una mano vicina al volto del Dottore, per accarezzarlo.
Il Dottore si spinge ancora di più contro quel tocco così delicato.
“E così hanno fatto i tuoi.” gli sorride, illuminato.
“Tu sei così insopportabilmente simile a Crowley, e allo stesso tempo così diverso…” mormora Aziraphale.
“Diverso come?” si incuriosisce il Dottore.

- Rieccoci con questo maledetto Crowley! Chiunque lui sia, non è qui in questo momento. Siamo solo io e questo angelo meraviglioso. – considera, sentendo entrambi i suoi due cuori battere più forte.

“Tanto per cominciare, tu sei buono. E tu sei virtuoso. Tu sei così pieno di amore. Lo riesco a percepire. Amore per questo Pianeta. Per l’intero Universo. Posso sentire il tuo amore per ogni sorta di creatura vivente. E posso sentire il tuo amore per… me?!” si interrompe, sconvolto.

Il Dottore gli sorride in modo così dolce che Aziraphale si sente come se le sue gambe si fossero tramutate in gelatina alla frutta.
Forse è per quello che non riesce ad indietreggiare.
A essere onesti, lui non indietreggerebbe in ogni caso.

“Sì, dolce e deliziosa creatura santa. Lo so che è pazzesco, perché noi due ci siamo appena incontrati; ma, a pensarci bene, il tempo non è mai relativo, è più come una grossa palla un po’ vacillante che va e viene, fluttuante!” ricomincia a blaterare il Dottore, ma solo perché è nervoso.
E poi, si prende un lungo e necessario respiro e fissa l’angelo dritto negli occhi.
 “Il punto è che… io credo di amarti.”

Aziraphale non ha nemmeno il tempo di sbattere le palpebre, perché il Dottore lo tira vicino a sé. Le sue labbra sono su quelle del biondo, domandando accesso nel modo più gentile possibile.
La domanda è… Aziraphale glielo vuole concedere quell’accesso?

- E io che ho avuto il coraggio di dire a Crowley che lui va troppo veloce per me! E allora come va questo sconosciuto pazzo, strambo, lunatico… dolce, carino è coooosì attraente? – pondera, mentre le sue labbra si stanno volontariamente aprendo.

- Sto aspettando da più di seimila anni di baciare qualcun altro, ma molto probabilmente quel giorno non arriverà mai. E adesso c’è questo uomo dalle stelle, che assomiglia coooosì tanto a Crowley! Però non è solo questo. Mi piace il modo in cui pensa, il modo in cui parla, il modo in cui sorride, il modo in cui mi guarda… eh, beh, anche il modo in cui mi sta baciando…-

Perché il Dottore lo sta baciando come se fosse la cosa più preziosa nell’intero Universo.
Una mano sta accarezzando il viso dell’angelo, l’altra è affondata nella morbidezza dei suoi capelli biondi.
C’è una sorta di reverenza nel modo in cui lo sta baciando, nel modo in cui sta chiedendo alla lingua di Aziraphale di giocare con la sua.

Il Dottore non se la sente proprio di forzare un essere così speciale come lui in qualcosa di troppo affrettato, a discapito del suo affetto crescente.

- Beh, baciare qualcuno che hai incontrato da qualcosa come un quarto d’ora non è affrettato… no?- si domanda, cercando di approfondire il bacio.

Peccato che qualcosa – o piuttosto qualcuno – glielo impedisca.

Aziraphale sente il rumore di un colpo violento, seguito da un gran tonfo … e poi più nulla.
Domandandosi di preciso quand’è che gli ha chiusi, riapre gli occhi, solo per ritrovarsi faccia a faccia con un Crowley davvero incazzato, che tiene un pesantissimo tomo fra le mani, mentre il Dottore giace privo di sensi, sul pavimento.


“Crow… co-cosa?” balbetta incoerente Aziraphale
“Chi è questo maledetto idiota e perché diavolo fiammeggiante ti stava baciando, angelo?”
--
TBC

Ecco quello che succede quando sei già Good Omens dipendente e poi ti metti a guardare le puntate del Decimo Dottore fino alle tre del mattino! ^^’
In genere non amo i triangoli, ma per questo, beh, per ovvie ragioni, faccio un’eccezione e che eccezione! *O* <3
Spero tantissimo che vi piaccia, perché succederanno un sacco di cose folli e deliranti! ^^’

E spero tanto che i personaggi non siano OOC, è la mia più grande paura ogni volta!

A proposito, questo è un universo alternativo di ‘Doctor Who’ dove Rose (così come Martha e Donna) non è mai esistita, perché non credo che loro tre sarebbero granché felici di sapere di questo Dottore gay (bisessuale, quello che è!), lol!

Sono super mega iper agitata perché è la primissima volta in assoluto che mi azzardo a gestire il Dottore… *si mangia le unghie in modo ossessivo compulsivo *
Quindi, lo apprezzerei davvero un sacco se trovaste il tempo di dirmi che ne pensate, nel bene o nel male, ovvio ^^’
Beh, per ora dimenticatevela pure, io avevo solo necessità di cominciarla! ^^’
Ora lavorerò a un prompt che ho promesso da tempo, poi sarà la volta di aggiornare RBR e poi… boh! ^^’
bye bye
Lu

p.s. Vado spudoratamente fiera del titolo di questa storia <3 e anche della cover, nel senso… fanno tutte schifo le mie cover perché sono un disastro grafico, ma questa è la schifezzuola che amo di più ^^’



 
   
 
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