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Autore: Amantea    10/10/2019    28 recensioni
Qualcuno ricorda Oscar e Andre'...
"Inconsueta la malinconia che oggi sento invadermi dentro, mentre da una finestra guardo fuori, gli occhi contro il verde fisso delle colline. Un verde che non ricorda affatto il suo, dalle sfumature improbabili e calde. E neanche il cielo ricorda l'azzurro dei tuoi - di fiordalisi o d'abissi- comunque vengano descritti.
Non e' il suo verde, e non e' il tuo azzurro.[...]"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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amando oscar
AMANDO OSCAR


Inconsueta la malinconia che oggi sento invadermi dentro, mentre da una finestra guardo fuori, gli occhi contro il verde fisso delle colline. Un verde che non ricorda affatto il suo, dalle sfumature improbabili e calde. E neanche il cielo s'accosta all'azzurro dei tuoi - di fiordalisi o d'abissi- comunque vengano descritti.
Non e' il suo verde, e non e' il tuo azzurro.
Inconsueta questa malinconia, in me che ho imparato la dolcezza della resa, a preferire piuttosto un paesaggio all'incedere nell'azione fine a se stessa.
Ma so bene da cosa nasce.
Oggi il ricordo di voi compie quarant'anni, ed ero solo una bambina quando ti conobbi.
Ti conobbi, e da allora, niente fu piu' lo stesso.

A pensarla adesso l'infanzia e' una magia di un chiaroscuro a tinte seppia.
Balugina solo a tratti, nei ricordi piu' amorevoli e dolci, si offusca nelle tristezze che tutti, inevitabilmente, proviamo.
E nelle risate di un cortile, nei giochi esplosi in grida a stento ricolmate nei piccoli palmi, ecco che torno bambina.
 Io bambina e voi invece cresciuti in fretta, molto più in fretta di me.
Sei maschio o femmina Oscar? E tu Andre', davvero la segui dappertutto?
Che strano valletto sei…
Cosa potevo capirne, io, di ruoli, se esisteva solo la fantasia di una spada a lasciarmi a bocca aperta e l'agilita' di due gatti che si affrontano volteggiando come farfalle?
Sapessi quanto ci ho provato Oscar, ad essere come te. Ad avere lo sguardo fisso e duro, come un diamante, il piglio battagliero e fiero. Non avevo accanto nessun valletto fedele, nessuna missione da svolgere. Nessuna scelta che decidesse il mio destino acerbo.
E invece pure tu piangevi. A denti stretti contro un tronco d'albero nel parco, o le dita serrate sull'elsa della spada. Non potevo capire cosa si prova a essere uomo non volendolo essere.
Davvero tu volevi essere il figlio che tuo padre non aveva avuto? Chissa' se ti sei chiesta mai a cosa rinunciavi.
Saresti stata damigella, e mai di quelle che tu deridevi a corte. Saresti stata dama a modo tuo, con quegli stessi occhi d'azzurro e d'oceano. Ma sarebbe stata un'altra storia.
Una che avrei solo potuto immaginare, e provare a vedere come ti stava addosso. Tu e Andre' avreste potuto vivere mille altre avventure, o la stessa, ma con sfumature diverse, o un solo piccolo diverso evento, quel battito d'ali che muta l'intero corso di una storia.
 Non fu cosi.
Nulla ando' diversamente da come ando'.

Tu obbedisti al padre. Un uomo che ancora oggi non ho compreso appieno. Fu folle o solo padre innamorato, o entrambi, o uomo del suo tempo e nulla piu'.
Di tua madre so poco. Se non che mise al mondo molte figlie, e nessun maschio, e non tornava spesso a Palazzo.
Io ricordo l'eterna presenza di mia madre, o piuttosto la mia distanza da lei. E solo adesso, che pure io lo sono, molto ho riflettuto su quel mio legame.
Tu, madre, non sei potuta esser mai. Non che oggi sia necessario, in verita'. Se ti vedo con un figlio non puo' che essere figlio di Andre', ma il tuo destino non era quello, non era quello il tuo compimento. Tu dovevi avere un destino non comune, per quello eri nata. Una vita cesellata dal dovere e l'ardimento, nata per essere figlia di Marte, invero bellissima Musa.

Non sono mai riuscita ad assomigliarti neanche volendo. Troppo emotiva, lacrima facile; nel mio tempo le donne non sfoderano spade; nessun Andre' al mio fianco, e nessuno avrebbe potuto mai essere come lui.
E pensare che tu non te ne sei mai accorta!
Forse un occhio adulto, avvezzo al desiderio, avrebbe colto i segni del suo cuore. Avrebbe notato i silenzi, l'indugiare, il modo di non guardarti che lui aveva.
Di non guardarti e di esserci sempre ugualmente, di non sfiorarti e di amarti ugualmente, di farsi da parte e morire per te al contempo.

Mi sono chiesta spesso cosa sarebbe successo se tu te ne fossi accorta. Se vi foste amati giovani, nei modi che una passione di donna puo' immaginare.
Avrei sofferto meno.
Avrei sofferto meno che sapere di quell'unica notte tra voi, quando tutto era ormai perduto, come una tragedia incombente, come il rosso di un tramonto che non si puo' trattenere, ma puo' solo farsi sempre piu' buio.
Tu malata, lui cieco, la Rivoluzione sullo sfondo, voi e i vostri anni vissuti fianco a fianco, senza la fortuna di vedersi invecchiare.
Ho meno anni davanti di quanti ne abbia gia' vissuti, ricordo occhi che non posso piu' guardare con amore, uomini che hanno rallentato il passo per stare con me, ma solo per poco. E tu avevi tutto l'amore del mondo, e non lo sapevi vedere. Non l'hai saputo vedere fino a che non e' stato troppo tardi.

Sarai per sempre la donna di Andre'.
Sarai per sempre la guerriera che si staglio' contro le bocche dei cannoni.
Sarai per sempre quell'ultima colomba in volo.

 Il verde fuori si e' stinto nel sole calante. Quarant'anni da allora, e siete entrati nel sangue di una generazione. Talmente in profondita' che vi sentiamo ancora sotto pelle, impressi a caldo come i ricordi dell'infanzia, quelli belli, che non vuoi scordare, che senza manca l'aria. E alcuni pure disegnano di voi, e altri scrivono, e pure io ne scrivo.
Pure io ne scrivo.


1979-2019
40 ANNI DI VOI
   
 
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