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Autore: Relie Diadamat    11/10/2019    2 recensioni
Raccolta di OS | AU, tema Halloween | Multicouples
1. Festa di Halloween a casa Yagami. L è scomparso e Light decide di cercarlo. (Lawlight, per Celtica)
2. Naomi si risveglia nel suo letto dopo una nottata di alcol. Ad osservarla con i suoi grossi occhioni, però, c'è Beyond - suo vicino di casa. E Naomi non ha la più pallida idea di cosa sia successo. (Beyond/Misora)
Questa storia partecipa alla Ottobre Challenge: Trick or Treat? indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri personaggi, Beyond Birthday, L, Light/Raito, Naomi Misora | Coppie: L/Light
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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AU. L/Light.
Prompt:Offrire una cioccolata calda.
“Questa storia partecipa alla Ottobre Challenge: Trick or Treat? indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp
 



The Nicest Thing
 
 All i know is that you' re so nice
You're the nicest thing I've ever seen
[...] Basically, I wish that you loved me
I wish that you knew when I said two sugars,
Actually I meant three
- Kate Nash, Nicest Thing

 


Per Selene,
perché sei decisamente meglio di una cioccolata calda.
 




 
 
 
Era sparito nel nulla.
Un ragazzo dai capelli biondi si era guardato intorno, stizzito nel suo costume da cecchino – che in realtà non stava indossando, perché non esiste una maschera fissa per un killer -, chiedendo al suo amico dove fosse finito L.
L’altro aveva alzato distrattamente gli occhi verdi dal cellulare, scrollando le spalle.
Light concesse un sorriso di cortesia al ragazzo che si era complimentato con lui per l’ultima eccellente partita di tennis, e aveva abbandonato il bicchiere di plastica pieno di birra sulla prima superficie libera. Si era allontanato dagli altri, stando ben attento a non farsi notare, esitando solo un istante sulla soglia della cucina.
 
 
 
 
 
 
 
Faceva freddo quella sera.
Non c’erano stelle nel cielo viola, ma solo grosse nubi. L restò con la testa alzata verso l’alto per molto tempo, a studiare qualcosa che non vedeva. Non amava le feste, non gli piaceva ritrovarsi in una stanza piena di persone.
Si appoggiò al muro, sul retro di casa Yagami, aspettando che il vento penetrasse nel tessuto della sua maglietta bianca. Non pensò proprio a nulla: se ne stava lì, fermo, a guardare un cielo senza stelle.
«Cosa stai facendo?»
Riconobbe la voce nel giro di un secondo e quella fu l’unica ragione per cui, lentamente, decise di voltare il capo verso il ragazzo. Light Yagami lo osservava con le sopracciglia aggrottate, il volto pulito baciato dalla luce fredda dei lampioni, e un bicchiere fumante nella mano destra.
Non ebbe bisogno di annusare la bevanda per capire di cosa si trattava, e a chi fosse destinata. Sorrise mentalmente per quella piccola vittoria, mentre l’altro avanzava nella sua direzione.
«I tuoi amici cominciano a preoccuparsi.»
Bugia.
Se L avesse conosciuto una persona da considerare veramente amica, probabilmente sarebbe stata già al suo fianco da un quarto d’ora. Ma non lo corresse: lasciò che gli fosse vicino, tanto da poter ammirare il duro lavoro di Misa Amane nel renderlo pallido come un vampiro.
L’odore intenso di Light lo scombussolò, ma finse di esserne immune. «Sto testando il mio travestimento».
«Già, e quale sarebbe?»
«Sono un fantasma», gli disse. «Nessuno è in grado di vedere un fantasma».
«Io ti vedo».
Sentì l’aria gelida di quel 31 Ottobre gelargli le ossa, una ciocca corvina ribelle gli pizzicò la radice del naso. «Forse voglio che tu mi veda».
Lo fissò con insistenza, inchiodando lo sguardo in quegli occhi nocciola perfetti per un assassino notturno, aspettando la sua reazione in silenzio e gustando il disagio nella smorfia che Light gli riservò prima di allungare la mano accanto al suo braccio.
«Oh, per me?» L non si sforzò neanche di dissimulare il sarcasmo, sfiorando con le dita gelide quelle di Light prima di afferrare il bicchiere. «Che pensiero gentile da parte tua».
Light ritrasse la mano come se si fosse appena scottato. «Sta’ zitto e bevi», sputò, e L rise sotto i baffi per quel maldestro tentativo di mascherare l’imbarazzo.
«Resta comunque un gesto carino», mormorò, soffiando sul bordo.
«Tu sei un fantasma, non esisti». Light incrociò le braccia al petto. Il vampiro più infantile della serata, con quel broncio da bambino offeso e i capelli ramati perfettamente pettinati. L si chiese come avesse fatto a sfuggire dalle grinfie di Misa.
«Se non esisto…» cominciò, sorseggiando il liquido bollente con tutta la calma di cui era capace, per poi spiarlo con la coda dell’occhio, «perché mi hai preparato una cioccolata calda?»
Lo vide irrigidirsi nella sua bella camicia bianca, il bavero del mantello scuro che risaltava gli zigomi. «Forse non voglio diventare uno sciamano», disse infine, con falsa noncuranza.
Bel tentativo, Light. Bel tentativo.
«Peccato».
La cioccolata calda gli addolcì il palato, riscaldandolo da quel gelo che si era impossessato del suo corpo. Era perfetta, proprio come piaceva a lui: zuccherata al punto giusto, liquida e bollente.
Si leccò le labbra per non sprecare neanche una goccia di quella bevanda, certo di avere gli occhi attenti di Light su di sé. Sulla sua bocca.
Light Yagami…
Lo aveva conosciuto all'inizio dell'anno accademico, dopo essersi trasferito dall'Inghilterra, e da quel momento era cambiato qualcosa. Light aveva un potere su di lui, era stato l'unica persona capace di attrarre la sua attenzione dopo tanto tempo.
Era intelligente, infantile e complicato.
Nascondeva tante cose, Light. Le nascondeva per bene dietro la maschera del ragazzo perfetto, ma L non ci era mai cascato. Non ci aveva mai creduto, neanche per un istante.
Light Yagami era la persona meno trasparente e sincera del mondo, eppure L non aveva desiderato altro che trascorrere l'intera serata con lui. Parlargli, stuzzicarlo, stare in sua compagnia.
Con quella cioccolata calda a scaldargli le dita infreddolite, si convinse che per il giapponese doveva essere lo stesso.
«Non amo le feste.» 
Nel silenzio sceso tra loro due, quella frase banale pesò come una confessione. L aveva deciso di esporsi, di lanciare l'esca e attendere che il ragazzo abboccasse all'amo.
«A chi piacciono?»
«Alla tua ragazza sembrano piacere molto».
Light storse le labbra con lo stesso disgusto di chi ha appena mangiato cibo avariato. «Misa non è la mia ragazza!» si difese, oltraggiato. «È solo fastidiosa».
Uno strano luccichio animò gli occhi neri di L, contornati dalla vistose occhiaie perenni. Un luccichio che Light non notò subito. «Ah sì?»
«Preferirei morire».
«Che melodrammatico».
«Disse Mister Fantasma», lo rimbeccò, infastidito dal suo tono. 
Per qualche strana ragione al mondo, L adorava irritarlo al punto da beccarsi una risposta acida con quel fare saccente che aveva imparato a conoscere. 
Ogni provocazione accolta era una piccola vittoria, una piccola soddisfazione.
«Hai ragione» gli concesse, portandosi nuovamente il bicchiere alle labbra. «Chiedo scusa».
Era carino, Light Yagami. Era carino da imbronciato, ma era ancora più carino quando usava il cervello. Quando lo sfidava senza alcuna ragione.
Light era di sicuro la persona più carina che avesse mai conosciuto, e questo lo spaventava.



 
 
 




«Non potrei mai essere attratto da qualcuno come Misa».
Light parlò dal nulla, tenendo gli occhi incollati sul volto basso di L. La chioma spettinata si confondeva col buio che li circondava, ma gli occhi… Gli occhi di L sembravano persi. Smarriti. Tristi.
Occhi che ora lo guardavano, attendendo altre parole, altre spiegazioni. Attendendo altre mosse.
Dalla prima volta che lo aveva visto, tra loro era stata un'eterna partita a scacchi. Nessuno dei due sapeva esattamente per quale motivo giocavano a quel gioco, quale fosse il motivo reale nascosto dietro quell'agognato scacco matto che non arrivava mai.
L'unica cosa che Light sapeva era che di quella festa non gli importava nulla. Non gli importava della gente che rideva, ballava e si ubriacava. Era stanco dei complimenti, dei falsi sorrisi e della gentilezza forzata.
A Light interessava solo quel fantasma ridicolo con la schiena ricurva e gli occhi tristi, con un angolo della bocca sporco di cioccolato.
«Non funzionerebbe mai, lo sai. Avrei bisogno di qualcuno più...»
Quegli occhi neri lo fissavano. Lo fissavano senza sosta. Potevano sembrare freddi, spenti, magari anche apatici, ma Light aveva colto qualcosa.
Una mossa falsa. Un pedone che L non avrebbe dovuto toccare.
Un errore carino.
Gli si avvicinò lentamente, al punto da sentire il profumo della cioccolata invadergli le narici. Gli era così vicino da poterlo sfiorare sollevando una mano, spingendosi in avanti verso quella faccia così seria…
Avrebbe potuto baciarlo, ma si bloccò ad un centimetro dalla sua bocca. Non riusciva a distogliere lo sguardo, era paralizzato.
Non si tornava indietro, non c'era via di scampo.
Se l'avesse baciato adesso, ci sarebbero state delle conseguenze. Sarebbe cambiato tutto.
 
Come si bacia un fantasma che sa di cioccolata?
 
«Light».
Non voleva alzare lo sguardo da quelle labbra, da ciò desiderava ardentemente conoscere, dal sapore che voleva assaggiare. Non voleva cambiare idea, tirarsi indietro come un codardo.
Sapeva che non si sarebbe opposto, che gli avrebbe lasciato campo libero. Sapeva che non aspettava altro. 
«Ricordati che sono un fantasma.» Il fiato di L gli accarezzò la guancia piena di trucco, facendolo rabbrividire. Ricordò il modo in cui aveva ansimato durante la loro ultima partita di tennis, mentre tentava inutilmente di rincorrere la palla. 
L aveva dissimulato la stanchezza per tutto il tempo, ma il respiro affannoso tra un colpo di racchetta e l'altro l'aveva tradito.
 
Cosa voleva che facesse adesso? 
Cosa stava dissimulando?
 
Il panico s'impossessò di Light quando lo vide spostarsi, pronto ad allontanarsi. 
No, non poteva sparire di nuovo. Non poteva lasciarlo a bocca asciutta, come sempre. Non glielo avrebbe permesso.
Successe in un attimo.
La sua mano  si strinse intorno al polso di L Lawliet, il ragazzo che non amava le feste, il fantasma con la bocca sporca di cioccolato, con disperazione. Con urgenza.
L si era bloccato come una statua di marmo.
 «Resta».



 
 
 
L sarebbe rimasto tutta la notte di Halloween bloccato in quel modo, dal tocco di Light, se solo avesse potuto.
Avrebbe voluto che non staccasse mai la mano dal suo polso. Che non lo lasciasse andare da nessuna parte.
«D'accordo, Light.» Si mosse impercettibilmente nelle sue scarpe da ginnastica, calpestando il suolo del retro di casa Yagami. «Se è ciò che desideri».
Si sarebbe avvicinato di nuovo e questa volta non avrebbe esitato. Percepiva con ogni fibra del suo corpo il bisogno di sentirlo addosso, lì dove la pelle era diventata un cubetto di ghiaccio. Voleva che osasse assaggiarlo, che si permettesse di toccarlo come non aveva mai permesso a nessuno.
Light deglutì e L seppe di avere la vittoria in pugno. 
 
 
 
 
 
«Ma lo hai visto? Insomma, chi si crede di essere?!»
«Mi hanno distrutto tutte le torri, incredibile!»
Le voci di Mello e di Matt si accavallarono l'una sull'altra, il rumore continuo della rotella dell'accendino che accompagnava i loro passi sempre più vicini. 
Light sospirò stizzito nel riconoscere la luce tremolante della fiamma in tutto quel buio, certo che l'amico del cecchino-biondino avesse deciso di fumarsi l'ennesima sigaretta della serata.
E, per la prima volta nella sua vita, L fu seccato quanto Light per l'intrusione involontaria di quei due.
Abbassò gli occhi sulla cioccolata ormai tiepida, il retrogusto nella sua bocca ormai diventato amaro. 
«Ci conviene tornare dentro.» Light sembrò ringhiarlo a denti stretti, o forse era solo il travestimento da vampiro a dargli quella illusione.
L, tuttavia, sospirò rassegnato. «Hai ragione».
Tornarono all'ingresso, facendo il giro opposto della casa per non incontrare Mello e Matt, camminando fianco a fianco. L lasciò che per tutto il tempo la sua mano sfiorasse quella di Light.
Gli sembrò il momento più carino di quella nottata.







 
Allora.
Non so più scrivere roba fluff, ci provo ma esce fuori roba deprimente. 
Questa è solo la prima os della raccolta, la seconda sarà una Beyond/Misora. Le storie saranno tutte a tema Halloween - ovviamente, tutte AU. Il rating e i generi potrebbero variare...

Questa storia è dedicata alla mia Celtica. Se non avete ancora letto nulla di suo - soprattutto in questo fandom - SHAME ON YOU, e rimediate subito --> link profilo, cliccami
I "costumi" di L e Light sono ripresi dalla sua adorabile Raccolta, in cui L opta per un bel lenzuolo aka si traveste da fantasma e Light da vampiro. --> Why Not?  

Celtica: spero davvero che questa storia possa piacerti, anche se non è il massimo della dolcezza. SCUSA, SCUSA, SCUSA. 
Sono davvero contentissima di condividere questa nuova droga con te, sappilo!

Piccola precisazione: c'è un momento in cui Light dice di non voler diventare uno sciamano. ADESSO. Non so se sia una credenza puramente coreana o meno, ma si crede che chi vede o parla con gli spiriti possa, per l'appunto, essere uno sciamano. Light intendeva "tenerselo buono" (?).
Sì, Matt gioca a Clash Royale... e sì, Mello gli rompe le scatole parlando di Near. :) 

Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, a chi deciderà di seguire questa raccolta e a chi vorrà lasciarmi il proprio parere! 
   
 
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