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Autore: alessandroago_94    11/10/2019    6 recensioni
Altra raccolta di componimenti poetici molto semplici.
Genere: Generale, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabbia di vetro

SABBIA DI VETRO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Più il tempo passa

e più mi accorgo

che ciò che è rimasto di me

è lo spettro di quel che sognavo;

con la testa fasciata

da inutili garze sterili io procedo

tocco il mio fondo

sono una valanga di vetro in frantumi.

 

Un camion senza meta

o meglio un camion vuoto

senza nulla da trasportare;

inutile e senza uno scopo

io resto fermo immobile

dalla furia della vita

mi lascio trascinare

a riva.

 

Sono un mosaico

a cui è stato strappato un tassello centrale;

guarda cosa hai lasciato dopo al tuo passaggio

uragano atlantico

io sono rimasto anche dopo lo tsunami

sono rimasto tra la schiuma di un mare in burrasca.

 

Vivo nel mio nuovo castello senza porte

se vuoi derubarmi ancora

rientra pure;

ti prego

questa volta vincimi definitivamente

piuttosto che lasciarmi languire

fammi a pezzi

 e gettami ai pescicani.

 

Ora più che mai

sono l’Isola che non c’è

sono un promontorio solo nelle burrasche

sono un’idea persa tra le nebbie autunnali.

 

Guardo e riguardo le tue foto

quello che hai lasciato dietro di te

e che non potrò portare per sempre con me;

vorrei essere un ghiro

ora andare in letargo

ora mollare tutto quanto.

 

Vedo i tuoi ultimi accessi sui social

le attenzioni che ora doni agli altri

e penso a me perdente

re solitario

dell’Isola che non c’è

dell’Isola dalle spiagge di tagliente sabbia di vetro.

 

Eppure io ti amo

ancora e ancora

io ti amo

ancora e ancora;

 

e nonostante tutto io non ti temo

nonostante tutto io non mollo.

 

Se il tempo sa essere un bravo medico

e se i frammenti di vetro torneranno a posto

io smetterò di tagliarmi

un giorno

e di stare male per te

che di me non meriti nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Altra poesia spontanea, scritta così, durante un momento in cui mi sentivo fragile.

Ho sempre pensato che sia il dolore interiore a farmi scrivere poesie.

   
 
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