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Autore: _Equinox    11/10/2019    1 recensioni
Scritta per l'11/10 [HaiSaka day] || fluff || Yuuma centric
"La luce della luna filtrava dalla tenda semiaperta, riflettendo i propri raggi nella stanza. Uno di questi aveva colpito il viso addormentato di Nosaka, che aveva aperto un occhio, leggermente infastidito. Guardando sulla sveglia, si rese conto di essersi sbagliato: erano solo le due e mezza di notte".
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haizaki Ryouhei, Nosaka Yuuma
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Dark Star and a Bright Moon'
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La luce della luna filtrava dalla tenda semiaperta, riflettendo i propri raggi nella stanza. Uno di questi aveva colpito il viso addormentato di Nosaka, che aveva aperto un occhio, leggermente infastidito. Guardando sulla sveglia, si rese conto di essersi sbagliato: erano solo le due e mezza di notte. Sentiva lo stomaco fastidioso, forse era colpa di quel bicchiere in più di sakè che aveva deciso di mandar giù insieme al fidanzato – non era abituato a bere e in quel momento ne stava risentendo. Si alzò barcollante dal letto, cercando di non compiere movimenti bruschi per non rischiare di svegliare l’altro. Si sentiva uno schifo, ma fortunatamente fu in grado di sopprimere la sensazione di nausea che si stava facendo largo nel suo ventre. Riuscì ad avvolgersi nel plaid disposto ai piedi del materasso e fu piacevole sentire il contatto della pelle nuda con la lanetta della coperta. Si affacciò alla vetrata che dava sulla balconata, osservando una meravigliosa Tokyo piena di tanti puntini luminosi. Sembrava che la città non riposasse mai, troppo viva ed incapace di spegnersi, come una creatura immortale. Per un attimo si domandò se fosse lo stesso anche per Parigi, verso cui sarebbe dovuto partire a breve per iniziare una nuova vita.  

Il satellite continuava a splendere alto nel cielo e lui, ipnotizzato, manteneva gli occhi argentati fissi su di esso. Aprì la porta scorrevole e un leggero venticello lo fece rabbrividire, tuttavia non sentiva freddo, ma, al contrario, quell’arietta fresca lo stava aiutando a riprendersi. Rimase immobile a guardare il velo nero che si stendeva sopra la sua testa, senza stelle – forse per colpa della luce lunare o dell’inquinamento luminoso – e si sentì veramente bene. Nella sua vita stava andando tutto bene: la squadra aveva vinto la nuova edizione del Football Frontier, battendo con orgoglio la Inakuni, stava per partire con il ragazzo che amava e, probabilmente, dopo un anno avrebbe potuto iniziare gli studi in economia e commercio alla Sorbona. Anche se all’apparenza poteva sembrare un pensiero egoista, sentiva di meritarsi tutta quella felicità, e pensava lo stesso dell’amato. La loro relazione non era iniziata al meglio, si erano fatti tanto male, però con il tempo – ormai due anni – si erano curati quelle ferite a vicenda. Pensava che, dopo ciò che i suoi genitori avevano fatto, non sarebbe più stato in grado di sviluppare legami affettivi con qualcuno. 

L’anta scorrevole fece rumore, costringendolo a voltarsi. Haizaki gli si avvicinò in boxer, poi lo prese e gli baciò piano la fronte. Rimasero a guardare il panorama, con il rosso che teneva il capo poggiato sulla spalla del maggiore. In quel momento, la luna sembrava più bella. 

«Tokyo mi mancherà» sussurrò ad un tratto. 

«Non sei obbligato a venire» rispose l’argenteo, chiudendo gli occhi. 

«Non ho intenzione di lasciarti» 

«Nessuno ti assicura sarai felice» 

«Lo sarò, parce que je t’aime» concluse, sorridendo appena e zittendo l’altro, che subito congiunse le loro labbra. Quando rientrarono per tornare a dormire, i loro corpi rimasero avvinghiati per tutta la notte. 


Indovinate chi  è la sfigat che non aveva minimamente pensato all'HaiSaka day? Sì, esatto. Boh, che dire, fic scritta oggi nel quarto d'ora accademico di una noiosissima lezione di metrica italiana, senza pretese. S che sto facendo un sacco di mega spoileroni di ciò che sarà l'ipotetico finale di Up to the Sky, ma io proprio non ce la faccio a non scrivere di 'sti due nel contesto della mia headcanon in cui vivono a Parigi, sorry not sorry.
Non so che altro dire, grazie a chi leggerà, recensirà, insomma le solite cose. Torno a mangiare il mio brodino, cyà
Ania
   
 
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